Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: CallMeSana    29/10/2014    4 recensioni
"Cosa stavi ascoltando?" mi chiede improvvisamente, facendomi un po' avvampare. Non rispondo e allora mi prende le cuffie dalle mani e se le avvicina alle orecchie.
"Oh dio, Harry, ancora quello? Devo preoccuparmi?"
"Preoccupati quando lo intervisterai, perché potresti ritrovarmi nel tuo studio!"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho sempre pensato di venire da una famiglia anormale. 
Da quando nostro padre ci aveva abbandonati, e mia madre aveva iniziato il lavoro di parrucchiera in quel nuovo salone, a casa non si seguivano più orari civili.
Ok, non era solo per questo: mio fratello Nick aveva deciso che non era più bello lavorare di sera, no, lui doveva prendersi il turno della mattina, così la sera poteva fare quello che voleva.
Consiglio spassionato: se hai appena compiuto diciotto anni, e vivi ancora a casa coi tuoi perché ti hanno bocciato, spera di non avere fratelli o sorelle che fanno il lavoro che vorresti fare tu.
Sì, perché Nick non è solo un grandissimo rompipalle, è anche un dj molto bravo della BBC Radio 1. In pratica vorrei essere lui. Lui che ogni giorno può sentire le anteprime di ogni nuova canzone di qualsiasi artista, lui che li può intervistare, gli può parlare, li può toccare, e ogni tanto ci può anche uscire.
Io invece... chi sono io? Tento di prendere un fottutissimo diploma, che mi permetta di risultare un vanto agli occhi di mia madre e di farmi raccomandare da mio fratello.

"Harry, certo che se invece di ripassare per la verifica continui a tenere le cuffie, finirà che cambierò lavoro e non potrò più aiutarti."
"Come hai detto, scusa?"
"Se magari togliessi le cuffie..."
Mio fratello. Tanto rompipalle quanto premuroso.
"Devi studiare, ti aiuterei io ma, sai..."
"...sei messo peggio di me, lo sappiamo tutti!"
"Cosa stavi ascoltando?" mi chiede improvvisamente, facendomi un po' avvampare. Non rispondo e allora mi prende le cuffie dalle mani e se le avvicina alle orecchie.
"Oh dio, Harry, ancora quello? Devo preoccuparmi?"
"Preoccupati quando lo intervisterai, perché potresti ritrovarmi nel tuo studio!"
"Non è il mio studio..."
"...ma sei il conduttore, e io lo so che, coi dovuti permessi, puoi portarci chi vuoi, quindi non fare storie, quando intervisterai Louis tu dovrai farmelo conoscere!"
"Louis, eh? Ti piace proprio così tanto?" 
Lo so che queste domande me le sta facendo per il puro gusto di ridermi in faccia, ma a me non importa.
Non importa se ho diciotto anni e, secondo mia madre, dovrei pensare alle cose serie.
Non importa che Louis Tomlinson sia il cantante solista più famoso del momento.
Io volevo conoscerlo. Perché è il mio cantante preferito.
Cosa c'è di male?
"Non prendermi in giro, lo vedi che ho quasi esclusivamente sua musica nella mia collezione, certo che mi piace, mi piace molto!"
Mio fratello cerca di frenare il mio entusiasmo, prendendo in custodia il mio ipod, l'ipad e tutto il resto degli oggetti elettronici, col puro intento di costringermi a studiare.
"Non hai nessun posto in cui andare, Nick?" gli chiedo, sapendo già la risposta negativa.
"Sei pazzo? Domani devo alzarmi alle 5 per essere in radio!"
Appunto. Ora sapete perché penso di vivere con gente anormale.

Ho cercato di rimettermi a studiare, ma la mia mente vagava continuamente altrove.
Ci tenevo tantissimo a lavorare con mio fratello, ero disposto persino a stare dietro le quinte, a pulire, insomma, non necessariamente a parlare ai microfoni, perché se non avevo alcun talento nel cantare o scrivere musica, allora dovevo trovare un altro modo per entrare in quell'ambiente. 
Forse anche io sono anormale, del resto.

Mi era venuta la febbre, ed erano ormai quattro giorni che non andavo a scuola. Per fortuna c'era ancora più di una settimana prima della verifica, avevo tempo di riprendermi, quindi quel giorno ho deciso di mettermi comodo e ascoltare le puntate arretrate del programma di Nick.
Lo faccio sempre, perché a quell'ora sono a scuola, e mi viene impossibile seguirlo in diretta, e poi come avrei potuto vantarmene?
Accendo il pc e, prima di aprire il primo podcast della settimana, accedo, come sempre, a twitter, per controllare, più che altro, il profilo di Louis.
In questo periodo era impegnato nella registrazione del nuovo album e, a breve, sarebbe uscito il primo singolo, ecco perché assillavo Nick più del solito.
L'ultimo tweet risaliva a circa dieci giorni prima, poi tutta una serie di retweet, aggiornamenti che potevano interessare solo a lui sul calcio.
Nessuna novità, insomma. Mi sentivo uno stalker, ma stavo dietro a Tomlinson da due anni e, con un fratello dj radiofonico mi veniva un po' la depressione a pensare di non averlo mai incontrato.
Quando ne parlavo a scuola, le scene erano sempre imbarazzanti: ero l'unico maschio in mezzo ad una coltre di ragazze che ne elogiavano le doti più fisiche che canore. Questo mi dava molto fastidio: Louis non era solo un bellissimo ragazzo, era anche un bravissimo cantante, che metteva sempre passione in quel che cantava. Mi dava troppo fastidio che lo sminuissero così, ma quando ho provato a dirlo mi hanno dato del gay e allora ho smesso di parlare.

Chiudo twitter e apro questo benedetto podcast, mentre mi accomodo sul letto con una tazza di thè caldo appena preparato, che poggio sul comodino.
Tutto procede bene per i primi quarantacinque minuti, quando sento dalla voce di mio fratello l'annuncio che quel venerdì Louis Tomlinson sarebbe stato ospite in studio in anteprima nazionale, per annunciare la prima radiofonica del suo nuovo singolo.
Per fortuna che la tazza era sul comodino, altrimenti molto probabilmente avrei rovesciato tutto a terra.
Venerdì... ma è domani! E quello stronzo di Nick non mi aveva detto niente! Quel podcast risale alla puntata di lunedì, e lui ha continuato, fino ad oggi, a non dirmi niente... perché? Sento che lo strozzerò appena rientrerà a casa!
"Mamma, dov'è andato Nick? Ma soprattutto, tu cosa ci fai qui?"
"Oggi è giovedì, tesoro, io lavoro solo al mattino il giovedì, l'hai dimenticato? Comunque tuo fratello aveva un appuntamento di lavoro, molto importante, ha detto, e forse non sarebbe nemmeno tornato per cena."
Mentre mi dice queste parole, mi viene in mente quando Nick mi spiegò che, quando ha delle interviste importanti da fare, incontra prima la persona a cui deve farle.
Quindi, se domani Louis sarà in studio da lui... in questo momento è con mio fratello!
Mi sento una fangirl di tredici anni, e mi rendo conto di essere anche parecchio ridicolo, quindi, non sapendo con chi sfogarmi, riapro twitter, il resto della puntata aveva perso improvvisamente importanza. 
Non riuscivo a capire come, un annuncio dato in diretta quattro giorni prima, non avesse suscitato l'interesse di nessuno, ma poi mi sono ricordato di avere a che fare con una persona che rende ufficiali le notizie all'ultimo minuto, infatti sono collegato da pochissimo ed ecco che appare un suo tweet in cui ci informa della sua intervista di domani.
Con mio fratello. Mio fratello che era pregato di presentarsi a casa presto, molto presto!

Passano due ore e finalmente sento la sua voce. Sta parlando con qualcuno, forse al telefono, dato che non sento altre voci, ma non importa, urlo lo stesso il suo nome, ordinandogli di venire nella mia stanza.
"Si può sapere che hai da urlare?"
"Perché non me lo hai detto?"
"Detto cosa?"
"Io domani vengo con te, hai capito?"
"Harry, ma sei serio? Non c'è bisogno che vieni per tutto il tempo, lui arriverà nell'ultima mezz'ora!"
"E se poi arriva prima? No, Nick, tu mi porterai con te, domani, altrimenti ti disconosco come fratello!"
"Fai fatica ad alzarti per andare a scuola, vuoi davvero essere in piedi alle cinque del mattino?"
"Per Louis sì!"
Modalità patetico, stile sposerò Simon Le Bon: ON.
"Va bene, ma poi non insultarmi, quando verrò a chiamarti." Sapevo che avrei vinto io.

Come cavolo fa ad uscire dal letto a notte fonda? E col freddo che fa? 
"Fratellone, invidio il tuo coraggio!"
"Muoviti, Harry, altrimenti arriverò in ritardo per la prima volta in vita mia!"
"Ma non posso fare nemmeno colazione?" Disperazione modalità ON.
"La farai alla radio, hanno dei cornetti favolosi al bar!"
Alla parola cornetti mi lascio convincere ad abbandonare l'idea di farmi del thé, e usciamo.
La radio è un po' lontana da casa nostra, quindi mi farò tutto il tragitto in auto dormendo.
"Ehi, bello addormentato, siamo arrivati!" mi comunica, con molta grazia, Nick.
Ero stato alla BBC solo una volta, molti mesi prima, e non ricordavo che gli studi fossero così enormi, quindi, con occhio ancora mezzo addormentato, mi incappuccio per bene, e scendo dall'auto. Fa proprio un freddo cane!
"Vai pure al bar, io devo andare a litigare per spiegare la tua presenza qui" mi dice, e non me lo faccio ripetere due volte, perché vedo il bancone stracolmo di cornetti di tutti i tipi, e ciambelle, mentre il mio stomaco mi implora di riempirlo.
Ovviamente, appena mi avvicino, mi riconoscono tutti e cominciano i vari "ma tu sei il fratello di Nick", e questa cosa, che avrebbe dovuto essere simpatica (non pagherò un centesimo per la mia colazione regale), mi farà, invece, perdere un sacco di tempo.
"Tuo fratello va in onda tra più di mezz'ora, non puoi entrare nella sala registrazioni, ti ci accompagno io dopo, non ti preoccupare" mi dice questo tizio, che Nick mi presenta  e a cui mi affida mentre lui sparisce chissà dove.
Questo posto è davvero enorme.
"Sei venuto a fare pratica?" è solo una delle mille domande che subirò da questo tizio, da cui riesco a liberarmi solo quando ormai sono le sette passate. Cazzo!
So che gli ospiti non arrivano mai al programma prima delle nove, ma dentro di me sentivo che era già tardissimo, infatti avrei dovuto essere in studio con Nick dal primo secondo; se fossi entrato adesso probabilmente avrei creato qualche problema alla diretta, quindi, augurandomi che ci fosse una canzone, prendo coraggio ed entro. Per fortuna erano in pubblicità.
Resto a parlare coi tipi che lavorano con mio fratello, che mi fanno anche scegliere la canzone di rientro dalla pubblicità. Poi, al secondo stacco, comunico che devo urgentemente andare in bagno, ma non ho idea di dove sia. Me lo faccio indicare, ed esco.
Sono le otto e qualche minuto e comincio ad essere nervoso. Soprattutto perché non trovo il bagno, queste porte sembrano tutte uguali!
Quando finalmente lo trovo, quasi mi avvento sulla maniglia della porta, pensando di dover spingere per aprirla, invece no, dovevo tirare. Infatti mi si apre addosso e mi faccio malissimo.
"Ops, c'era qualcuno?"
No. Non è possibile. Sicuramente la botta è stata parecchio forte, perché sento la voce di Louis Tomlinson, e non è possibile.
"Ti ho fatto male, ragazzo?"
E invece era possibile!
Mi tengo ancora una mano sulla fronte, dove avevo sbattuto, e potevo sentire un principio di bernoccolo, ma non mi importava proprio.
"Ciao" dico "no, sto bene, non ti preoccupare, mi ero solo perso."
"Meno male! Ora scusami, ma sono di corsa."
Louis Tomlinson. Avevo parlato con Louis Tomlinson. Potevo anche andare a casa felice.
Ma cosa cazzo dici, Harry? L'intervista te la vuoi perdere? Certo, con quel bernoccolo... magari sarebbe stato meglio!

Ritorno nello studio, l'ora x si avvicina e, prima del notiziario delle nove, Nick annuncia l'ospite. Durante il notiziario comincerà il mio calvario, alla fine di esso la voglia di uccidermi.
Louis era entrato nello studio e, con passo felpato, si era messo al mio fianco. Aveva stretto la mano a tutti, salutato mio fratello con un abbraccio, e si era andato a posizionare accanto ai microfoni che gli sarebbero serviti per l'intervista.
Non mi aveva degnato di uno sguardo. Almeno fino a quando Nick non gli aveva chiesto se fosse fidanzato. Lì mi aveva guardato e, posso giurarlo, non perché sia completamente fissato con lui, mi aveva persino sorriso.
"Non ancora" aveva risposto, e il mio corpo aveva avuto una strana reazione.

Alla fine dell'intervista, mio fratello mi ha fatto cenno di avvicinarmi. Era giunto il momento che aspettavo da anni, e che avevo rovinato con quella goffa anteprima fuori dal bagno.
"Questo è mio fratello Harry, è un tuo fan fin dai tuoi esordi, e moriva dalla voglia di conoscerti!"
Davvero, se non ci fosse stata quella scena vergognosa al bagno, probabilmente adesso starei saltando di gioia, invece di limitarmi ad una timida stretta di mano.
"Ne sei sicuro, Nick? A me sembra più interessato al colore delle mattonelle del pavimento!"
Mi teneva ancora la mano mentre parlava, e ho potuto notare che, mentre lo faceva, me la stringeva, come a voler attirare la mia attenzione. Quindi ho alzato lo sguardo e, incontrando il suo, scoppio a ridere. Così, dal nulla. Gli lascio la presa, e me ne vado.
Che scena patetica, ora sì che Nick mi prenderà in giro per tutta la vita!
Resto fuori da quella stramaledetta porta per almeno dieci minuti prima di vederla aprirsi e apparire Louis che si guarda intorno preoccupato.
"Ah, sei qui! Stavo cominciando a temere di spaventare anche i ragazzi, adesso, oltre alle ragazze" aveva detto, stringendosi nel suo completo blu chiaro, che sembrava fare coppia perfetta coi suoi occhi dello stesso colore. Solo in quel momento ho potuto notare che aveva cambiato leggermente taglio di capelli, col ciuffo un po' più lungo e sbarazzino, e che aveva un principio di barba. 
Continuavo a coprire il bernoccolo ed è per questo che lui, finalmente, mi chiede "ma sei sicuro che non ti ho fatto male? Avresti bisogno di metterci del ghiaccio, lo andiamo a prendere insieme?"
E tra tutte le cose che avevo immaginato nella vita, di certo non avevo considerato di ritrovarmi seduto affianco al famoso Louis Tomlinson, che mi passa cubetti di ghiaccio sulla fronte.
Eravamo pericolosamente vicini, seduto uno di fronte all'altro sui puffetti del bar del primo piano. Non so dove fosse mio fratello, ma a questo punto non me ne poteva fregare di meno: Louis mi stava massaggiando la fronte, quando io fino a quella mattina consideravo impossibile persino incontrarlo. Poi ho sentito un colpo di freddo scorrermi sul viso e lui che, chiedendo scusa per il suo essere maldestro, mi asciuga la guancia, sulla quale stava colando il ghiaccio sciolto.
Non so perché, ma ho sentito l'impulso di prendergli quella mano, e dirgli grazie. Sì, in pratica gli ho fatto il discorso "sei il mio idolo, mi hai salvato la vita" che, avevo sempre giurato a me stesso, non gli avrei mai fatto, facendolo solo scoppiare a ridere.
"Lo sai che è la prima volta che parlo con un mio fan di sesso maschile? Pensavo di attirare solo le donne" mi confessa abbozzando un sorriso. 
Eravamo sempre molto vicini e stavo cominciando ad agitarmi. Louis era troppo bello e a quella distanza faceva anche male sopportarlo.
"E' una cosa negativa?" gli ho chiesto, e la sua risposta mi ha cambiato la vita.
"Un po', perché a me le donne non interessano."
Aveva intrecciato la sua mano con la mia e nella mia testa sentivo l'omino che urlava "non capisco che sta succedendo, ma so che se non faccio qualcosa me ne pentirò per tutta la vita!"
"Che strana coincidenza, non interessano neanche a me."

Ed è arrivato il bacio. Lento. Timido. Louis non aveva mai detto pubblicamente di essere gay, anche se lo sospettavano tutti, e quel giorno non si stava preoccupando di aprirsi con un fan, che poteva benissimo approfittarne per diventare ricco, vendendo la notizia ai giornali.
Ma con me poteva stare tranquillo, perché non avrei mai fatto nulla che potesse nuocergli.
"Questo non l'avevo previsto" mi dice, staccandosi da me, che ho ancora gli occhi chiusi e il viso proteso in avanti, come ad aspettarmi di più.
"Non mi lasciare qui" lo supplico, e la modalità patetico era andata di nuovo ON.
Lui si alza e comincia a guardarmi sorridendo, poi ripete "no, questo non l'avevo proprio previsto."

Quando finalmente il nuovo singolo di Louis cominciò a girare per tutte le radio, anche lui cominciò a fare la stessa cosa.
Era passato oltre un mese da quel giorno di cui non avevo raccontato nulla a nessuno e non facevo altro che fantasticare su quel bacio, cercando di trattenermi dal raccontarlo, specialmente su twitter, a qualcuno.
"Lunedì devo intervistare di nuovo il tuo cantante preferito, Harry" mi aveva annunciato Nick, credendo di farmi piacere.
No. Non mi faceva piacere, perché anche se morivo dalla voglia di rivederlo, allo stesso tempo non volevo. 
"Non dici niente?" insiste mio fratello.
Dovevo affrontare la cosa, però, dovevo farlo, altrimenti sarei impazzito!
"Sai già che verrò con te" gli rispondo.

Me lo sono ritrovato davanti di nuovo all'improvviso e, come la prima volta, non mi aveva degnato di uno sguardo. Stavolta era vestito più casual, aveva una t-shirt bianca sotto una felpa con la zip blu scuro, e un paio di jeans con le vans. Stava, ovviamente, da dio.
Mi sentivo in imbarazzo, perché non riuscivo a non fissargli le labbra, mentre lui continuava a parlare con mio fratello senza guardare altrove.
Non avrei resistito ancora a lungo, ecco perché, nel bel mezzo dell'intervista, sono uscito dallo studio, incurante dalle interferenze che avrei potuto causare, e sono andato a chiudermi in bagno, lo stesso bagno la cui porta mi aveva sbattuto contro.
Ero scappato di nuovo, vergognandomi di me stesso, e questa volta ero stato ancora più patetico dell'ultima, ma se c'era una cosa che avrei dovuto imparare, era che da Louis Tomlinson ci si può aspettare di tutto. Anche che ti corra dietro senza che tu te ne accorga.
"Ho dovuto inventare un'esigenza primaria, per poter far mandare la pubblicità prima del tempo, sapevo di trovarti qui!"
Non ci stavo credendo.
"Harry, mi vuoi guardare?"
"Che cosa vuoi da me, Louis?" gli avevo risposto, con un'altra domanda.
Ero seduto a terra, appoggiato all'angolo più lontano dall'entrata, e lui, vedendo che continuavo a tenermi il viso sulle ginocchia, mi si è seduto di fianco.
"Voglio conoscerti, voglio stare con qualcuno come me, qualcuno che mi capisca, qualcuno con cui potermi sfogare. Voglio un compagno, un amante ma, soprattutto, voglio un amico. Perché... lo sai, Harry? Le persone nella mia posizione non hanno dei veri amici: se sono donne, al 99% vogliono portarti a letto, se sono uomini, a meno che non siano gay, vogliono solo parlare di affari. Io invece voglio un amico, qualcuno come te, Harry. Quindi... permettimi di conoscerti."
Ma stiamo scherzando? 
"Queste, di regola, sono cose che io avrei dovuto chiedere a te, non il contrario."
"Ma tu non sei una popstar, Harry."
"No, ma penso che ce ne sia una che mi piaccia molto."
Lo avevo fatto sorridere, ed era stato in quel momento che mi si era avvicinato e, come la prima volta, mi aveva baciato. Timidamente. Perché era così che voleva essere Louis Tomlinson con me, timido. E gentile.
"Dalle mie parti due amici non si baciano."
"Se non sbaglio, ho detto che voglio anche un amante."
Il mio cuore stava facendo su e giù nel mio corpo, e adesso era arrivato in gola.
Non era possibile che stesse succedendo quello che stava davvero succedendo.
"Per chi mi hai preso?" gli avevo detto, però, leggermente irritato. Mi sentivo un po' ai livelli di una puttanella, e non mi piaceva proprio per nulla.
"Mi piaci proprio quando ti arrabbi" mi aveva risposto, baciandomi.
Era il terzo bacio che ci scambiavamo, e il mio corpo, ormai, non si controllava più. Avevo detto addio alla timidezza, quindi gli avevo affondato le mani tra i capelli e gli avevo risposto con molta foga, potevo sentire le nostre salive fondersi, le nostre lingue intrecciarsi come fossero una sola e, nell'impeto del momento, lo avevo anche fatto sbattere al muro, involontariamente, con la testa.
"Direi che adesso siamo pari!" gli avevo detto, scoppiando a ridere.

Poteva sembrare tutto molto bello, invece aveva ragione lui: la vita della popstar fa schifo, perché sei completamente solo.
Louis è partito per il suo tour promozionale da oltre due mesi, e io non ho avuto nessun cenno di vita da parte sua. Si facevano sempre più strada le voci che fosse in procinto di sposarsi con la ricca ereditiera americana Eleanor Calder e, da quando avevo appreso la notizia, avevo smesso di mangiare.
"Sei sempre più magro, tesoro, sicuro di stare bene?" mi aveva chiesto mia madre un giorno, prima di dirigersi a lavoro.
Avevo preso, finalmente, il diploma, e adesso anche io lavoravo: con mio fratello, come avevo sempre sognato.
"Sto benissimo, mamma, non ti preoccupare" le avevo risposto.
Non sapevo come avrei potuto affrontare il rientro di Louis in Inghilterra, se fosse arrivato in studio con la sua ragazza o cose simili.
L'avrei scoperto, ironia della sorte, il giorno del mio compleanno, quando, per puro caso, sono venuto a sapere del suo rientro.
Sia chiaro, sapevo quanto sarebbe durato il suo tour promozionale, ma avete presente quando avete una sensazione di rifiuto? Ecco.

Non era previsto, aveva detto, la prima volta che ci eravamo baciati. E di certo non era previsto nemmeno che incontrassi la sua ragazza prima di incontrare lui.
Era seduta al bar che sorseggiava una cioccolata, visibilmente indispettita. Io la guardavo da lontano e cercando di capire come fosse possibile che stesse con lui, se mi aveva confessato che le donne non gli interessavano. Cercavo anche di capire se fosse più carina di me. Ridicolo.

"Harry!" sento, mentre mi allontano da quella visione impietosa, e per poco non mi si piegano le ginocchia. Da quanto non sentivo la sua voce? Non è la stessa cosa, per lo meno non lo è più, sentirla tramite youtube o televisione. Dal vivo, è tutta un'altra cosa.
"Bentornato, Louis" mi ero limitato a dire senza nemmeno guardarlo negli occhi.
"Harry, ti prego... ti devo parlare, ti devo spiegare."
"Non ce n'è bisogno." Stavo cercando di allontanarmi da lui, quindi stavo sperando anche che me lo lasciasse fare. Ma no, era più veloce, era sempre più veloce.
"Io ti amo, Harry" aveva detto, quasi piangendo, e potevo sentire il mio cuore fuoriuscirmi dal petto, perché, ancora una volta, non ci potevo credere.
"Ma stai per sposarti con quella!" gli avevo sputato contro, perché era la verità, e mi faceva troppo male.
"Non è vero, è solo... una copertura, ecco. Finchè non sarò pronto..."
"Pronto per cosa?" Stavolta ero sul serio arrabbiato.
"Pronto per dire a tutti che sono gay."
Ancora una volta non ci potevo credere.
"Louis, te lo dico come fan che ti segue da sempre: lo hanno capito tutti che sei gay, tutti tranne tu. E se è vero che mi ami, dimostramelo!"

Ovviamente non potevo pretendere che lo facesse quel giorno, con Eleanor, povera vittima, presente.
Ma l'aveva fatto in concomitanza con l'uscita del nuovo singolo del suo album, che parlava proprio di un amore tormentato e proibito.
Sicuramente in molti si saranno chiesti chi fosse quel ragazzo incappucciato che baciava appassionatamente uno sconosciuto nel video ufficiale: beh, era Louis. E lo sconosciuto ero io.
La canzone si intitolava 1 febbraio 2012, ed era la data del nostro anniversario.


***
Buonaseraaaa! Giuro che la smetterò con queste OS, ma mi vengono in mente e allora sento il bisogno di scriverle, anche se fanno schifo!
Spero, nonostante quello che ho appena detto, che vi piaccia, e che passiate a recensire. E, se volete, date anche un'occhiata alla mia long, mi farebbe ancora più piacere :)
CIAO xx


  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: CallMeSana