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Autore: GaladriellePeriwinkle    29/10/2014    5 recensioni
| Storia Interattiva |
I 49esimi Hunger Games.
24 tributi. 12 Distretti. Un vincitore.
Ma chi sarà?
Non vi resta che scoprirlo.
Let the Games begin.
Genere: Azione, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Presidente Snow, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitol City:
We are coming!



Nives O'Dew Ablaze
Distretto 8
Saluti


Le porte della stanza si spalancarono. Nives non fece in tempo a vedere i suoi familiari che stavano tutti per avere un crollo emotivo che la sua vista venne offuscata da una grande massa di capelli biondi.
-Phoenix! Mi stai soffocando!-
-Scusa Nives, solo che... che...- La bambina stava per scoppiare a piangere.
-Ssssh piccola... Tranquilla. Va tutto bene.- Nives le accarezzò i boccoli biondi. Le piaceva intrecciarli con i fiori, e quanto avrebbe voluto farlo in quel momento...
Continuando a stringere Phoenix, osservò le altre sorelle, i genitori e suo fratellino. Fece un respiro profondo, un po' per controllarsi, un po' per prendere fiato. -Non... non piangete. Vi prego. Non dovete versare lacrime preziose per colpa di Snow.-
-Sempre modesta, eh... "lacrime preziose"- commentò Arya, lasciandosi scappare una risatina isterica.
Nives sorrise. Arya era buffissima quando rideva. Storceva il naso e spalancava gli occhi, anche quando le risate erano risatine isteriche che preannunciavano un pianto terribile.
Avalanche, il fratellino di sette anni, la guardava un po' perplesso. Era grande e allo stesso tempo piccolo. Sapeva cosa erano gli Hunger Games, ma non aveva ancora realizzato che la sorella ci stava andando. Nives gli fece segno di avvicinarsi e Avalanche corse verso di lei e abbracciò Nives e Phoenix, che non si voleva staccare.
-Ehi, piccolo... Comportati bene, mentre non ci sono, okay?-
-Okay.-
La tributa alzò gli occhi verso la famiglia, e fece anche a loro segno di avvicinarsi. Aida e Oasi  -le due gemelle- e i genitori strinsero tutta la famiglia in un abbraccio. Però non piansero. Nives li ringraziò col pensiero. Nessuna azione di Snow si meritava lacrime versate. Perché l'avrebbero assecondato. Era proprio questo l'intento del presidente: far star male i Distretti.
Dopo un tempo che parve interminabile ma troppo corto, dei Pacificatori vennero a dire alla famiglia di andarsene. Si sciolsero dall'abbraccio, e senza che Nives li guardò, uscirono.
Fece capolinio dalla porta Maya. Nives la guardò, senza dire niente. Poi Maya scoppiò a piangere.
-E diamine!- esclamò Nives, poi corse verso l'amica e la strinse in un abbraccio.
-Non... Nives... Gli Hunger Games di Louis... Non ci... Riesco... Mi dispiace così tanto, avrei dovuto offrimi volontaria!- disse Maya tra un singhiozzo e l'altro.
-No! Non te l'avrei mai promesso.- rispose Nives. Ed era vero.
-L-Louis... Non... Ci riesco... A  non pensarci...-
-Ehi! No, senti. Non dobbiamo pensarci. Ci proverò, proverò a tornare. Giuro che ci proverò.-
-Nives... Devi riuscirci, d'accordo?-
-D'accordo, brutta caccola.-
Maya le sorrise tra le lacrime. -Scema.-
-Ti voglio bene anch'io.-
Dopo che i Pacificatori trascinarono fuori Maya, venne altra gente del Distretto, che conosceva o meno, a complimentarsi con Nives per il suo coraggio. Ma Nives continuava a pensare a Maya, e a Louis. Louis, il loro amico, estratto qualche anno fa. C'era quasi, stava per vincere. Ma non ce la fece.
"Maya, prometto, STRAGIURO che proverò a tornare. Perché non posso lasciarti da sola qua, caccola che sei."



Rahe Dell Hausion
Distretto 8
Treno (cena)


Per una volta, il ragazzo era Dell. Forse lo shock del dover andare nell'Arena aveva anestetizzato un po' Rahe, così Dell aveva il controllo, seppur momentaneo.
Ai saluti non era venuto nessuno. E capiva perché. Tre anni prima aveva ucciso suo fratello nel sonno. Era stato portato in carcere, e un dottore aveva provato a curarlo. Dell sapeva che era malato. Anzi, Rahe era malato. Lui no. Però in qualche modo doveva cercare di aiutare Rahe. E forse l'unico modo per farlo era impedirgli di esistere.
Era sul treno, diretto a Capitol City. Per l'esatezza a cena. Il silenzio era rotto solo dal rumore delle posate e dal muovere dei bicchieri. La capitolina che sarebbe stata la loro accompagnatrice, Mina Monroe, disse: -Allora, che ve ne pare della cena?-
Nives la guardò. -Oh. Buona, sì.-
-Rahe?- Mina si girò verso il ragazzo.
-No, Dell.-
-Ah. Okay. Dell, cosa te ne pare?-
-È molto buona. Questa cosa gialla e morbida come si chiama...?-
-È purè, tesoro.-
-Oh, bene. Il purè mi piace molto.-
Il loro mentore lo guardò perplesso. Sapeva chi era Rahe Dell Hausion. E lui era abituato a Rahe. Questo comportamento gentile e pacato gli fece pensare che il ragazzo stesse tramando qualcosa come aggirare la compagna per poi pugnalarla alle spalle. Magari letterlamente.
Però Dell non lo avrebbe mai fatto. Restava solo un problema: al momento di uccidere qualcuno, sarebbe stato Dell o Rahe?



Hector Juliette Rouge
Distretto 5
Treno (dopo cena)


Chad Truberpon, il mentore del Distretto 5 ascoltava affascinato le parole di Juliette.
-...e così mi sono vestita da mio fratello, e sono qua al posto suo.- Juliette finì la spiegazione.
-E i saluti? I tuoi parenti? Cosa hanno detto?-
Juliette sospirò. -I miei genitori entrarono nella stanza, in lacrime, e fecero appena in tempo a dire "Dove cribbio è Juliet?" che Hector entrò nella stanza. Spiegai tutto, il piano, il cammuffamento, eccetera. Poi venne Grace, che è la ragazza di Hector, pensando di dover dire addio a Hector, ma le spiegai tutto. Le dissi anche che la colpa di tutta questa storia è anche di suo padre, ma avevo cercato di farle capire che sapevo che non è colpa sua. Di Grace.- Juliette sospirò di nuovo. Chad la ascoltava interessato. Poi era venuto Diego. Diego... non gli aveva detto che era innamorata di lui. Doveva restare concentrata per i Giochi.
-E quindi, Chad, ho bisogno del tuo aiuto. Stilista, staff di preparatori...-
Chad la interruppe. -Tranquilla. Lo stilista lo conosco da molto, e capirà. Spero. Il vero problema sarà lo staff di preparatori... Ma forse possiamo sistemarci dicendo che hai tipo una fobia dell'essere toccata... toccatO da altri e gli ordinerò di non spogliarti.- Sospirò pure lui. -E poi... e poi dovrai comportarti da ragazzo. Hai almeno idea di come...-
-Sì. Mi sono esercitata.- disse Juliette. Chad la guardò perplesso.
-Davvero.- Juliette sorrise. Sapeva fare il ragazzo. -Sai... pisciare in piedi, ruttare... Anche la voce più profonda.- L'ultima frase la disse con voce grave; il mentore la guardò sorpreso e ammirato.
-Be', ragazza, se tu non fai cazzate potresti anche non essere scoperta.-
Juliette si rese conto che la sua preoccupazione più grande era essere scoperta, non sopravvivere. E faceva bene ad avere la scala di priorità così?


Amber Morgan
Distretto 3
Treno (notte)


-Alex, lasciami stare!- Amber cercò di chiudere la porta della sua stanza.
-No, ottusa che non sei altro! Voglio parlare con te!- Alex teneva bloccata la porta scorrevole della camera di Amber. La ragazza avrebbe voluto cavargli gli occhi. Non capiva che non voleva parlare, non voleva rendere in qualche modo ufficiale l'andare nell'Arena?
-Be', io NON voglio parlare con te! Voglio andare a dormire, dato che non so neanche quante caspio di notti mi rimangono da passare!-
-E le vuoi passare dormendo?-
-SI, E SE NON TI DISPIACE DECIDO IO COME PASSARE IL RESTO DELLA MIA VITA! SPARISCI, ORA!-
Alex sembrò destabilizzato dal comportamento di Amber. Okay che era sempre stata un po' brusca, ma fino a quei limiti...
-Amber...-
-No, Alex. Domani.- Non promise, perché non aveva intenzione di parlarci il giorno dopo. Non voleva.
-Okay. Domani.- Alex fece un passo indietro e Amber gli sbattè la porta in faccia.
Crollò sul letto e ascoltò il suono del treno sulle rotaie. Andavano velocissimi. Le rotaie erano le stesse dei treni che usavano per trasportare le cose all'interno del Distretto 3 o erano diverse? E se erano diverse, che tipo erano?
Amber sbuffò. Neanche fingere di riflettere sugli aspetti tecnici del treno la distraeva dal pensiero di Alex. Ma non voleva parlarci. Non voleva sentirsi dire che Alex l'avrebbe protetta nell'Arena, che avrebbe dato la sua vita per lei. Perché lei non voleva vivere senza di lui, perché non lo capiva?!
Sprofondò la testa nei cuscini, provando ad allontanare tutto.






Okay, okay, potete uccidermi. BUT I'M SO SORRY! *parlare inglese correggiuto: fatto*
Avete presente il liceo scientifico? Avete presente che si fa Latino? Avete presente che in Latino noi siamo più avanti rispetto a i classici della mia CITTA' e di tutte le classi della mia scuola? OuO
Uccidetemi. Anzi, datemi un coltello così uccido la mia professoressa di Latino.
Ma va be' u.u per dire che la scuola mi sta uccidendo. Però ora che sono in vacanza fino a domenica (grazie San Saturnino che sei il patrono della mia città e il 30 non se va a scuola *W*) riuscirò FORSE a scrivere anche altri capitoli così mi rimetterò in riga u.u
Anyway, ve gusta questo capitolo? Vi lascio che sta per iniziare Faiking It uwu
Biscotti bluH e arancioni a tutti! :3
Gala StancaPsicologicamente
   
 
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