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Autore: Duff Rose    29/10/2014    1 recensioni
Nell'intera Galassia quanti pianeti esistono?
Quanti esseri viventi vi abitano? Essa è piena di sorprese. Forse anche per Zarbon, alieno effeminato e narcisista, ci sarà qualcosa che la Galassia ha in serbo per lui.
Una storia ricca di litigi, lotte, sentimenti e passione che cambieranno la vita del servitore di Freezer.
A cambiarlo ci saranno Andor(una nuova recluta di Freezer) e una ragazza sconosciuta proveniente da uno strano Pianeta.
Loro possono in qualche modo a trasformare quegli occhi ricchi di immagini e ricordi di sangue in un colore più vivo e forte, quello dell'oro. Riusciranno involontariamente a far uscire il suo vero lato? Essi, inoltre, coinvolgeranno Zarbon in un loro segreto sopito da molto tempo. Di cosa si tratterà?
*Primo capitolo modificato*
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio, Vegeta, Zarbon
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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PICCOLI PASSI
Kelass rimase basita a quelle parole:erano appena passate due settimane dal loro allenamento, e già dovevano partire? Incredibile!
"Sei sicuro che... devo venire anche io?" Chiese pensierosa.
Zarbon annuì "Devi per forza venire, è stato tutto progettato per te. Lord Freezer vuole metterti alla prova, vuole vedere i progressi che hai fatto".
"Progressi? Hai idea di quanto tempo sia passato??".
Il Generale ghignò "Queste sono missioni da principianti, non dovresti nemmeno lamentarti. Molti guerrieri in erba non si sono mai meritati questo tipo di esperienza, ritieniti fortunata".
Kelass, però, non era ancora molto sicura.
"Io ho il ruolo di un semplice alieno, non capisco il motivo per cui debba meritarmi tutto questo. E poi, su quale Pianeta dovremo andare?".
Zarbon si lasciò scappare una risata: che ignorante che era quella ragazza!
"Andremo su Tifht, un Pianeta molto bramato dai bambini guerrieri, perciò in questo momento sei considerata al livello di un moccioso. E poi, se tu non te ne fossi accorta, ti permetti questo lusso solo perché hai ME come Maestro. Dovresti baciarmi i piedi, poteva capitarti uno di basso livello come Dodoria".
La giovane era stupita, ma allo stesso tempo contenta per la notizia: quel posto poteva insegnarle molte cose, e si sentì anche sicura per il fatto che precedentemente sul pianeta Zort era riuscita facilmente a sconfiggere i due sovrani. Perché non poteva farcela anche quella volta?
"Va bene" sorrise Kelass "Non vedo l'ora! A proposito, quando si parte?". "Domani mattina" rispose Zarbon "Ci metteremo ben due giorni per arrivare, il pianeta non dista molto da qui. Dovrai mettere in atto tutto ciò che ti ho assegnato, prendila per una verifica" e andò verso la porta, ma Kelass lo fermò prendendolo per un braccio.
Non seppe nemmeno perché lo disse, la bocca prese vita da sola "Non te l'ho mai detto, ma: grazie!" Esclamò con tutta la riconoscenza possibile.
Zarbon si voltò e la guardò per un secondo che valse per lui a molto di più.
Senza nemmeno pensarci, si tolse di mezzo la ragazza "Non devi ringraziarmi, non ho scelto io di farti fare questo viaggio" e se ne andò.
La ragazza rimase per diversi minuti ferma come una statua a recepire cosa fosse accaduto poco prima. Lei lo aveva bloccato, lo aveva toccato, lo aveva ringraziato per l'aiuto... e lui come aveva ricambiato? Con un bel 'non è stata una scelta mia, non ho voluto essere io il tuo Maestro'. In poche parole, il significato era quello.
Kelass si accasciò a terra. Come le era venuto in mente solo per un istante di poter interagire con lui? Era proprio una stupida se non aveva capito come funzionavano le cose dopo che si trovava lì da diverse settimane.
Da quel momento non le restò che fare solo una cosa:pensare alla lotta, alla forza, non c'era spazio per nient'altro, non ne aveva bisogno.
Zarbon, nel frattempo, tornò in camera sua, pensieroso su ciò che era accaduto prima:non avrebbe voluto risponderle in quel modo, ma era stato più forte di lui. "Maledetto me!" Esclamò dando un pugno sul letto. Ci era rimasto male per il fatto di aver reagito in quel modo. Una parte di lui voleva sin dall'inizio quelle parole da parte della ragazza, e lui non aveva risposto come avrebbe voluto.
Cosa stava diventando adesso, Zarbon? Un alieno che andava cercando qualcosa che non aveva mai provato nella sua vita, qualcosa che voleva provare da quando aveva conosciuto la vera identità di Kelass.
Cercò di dormire spensierato quella notte, ma con scarsi risultati.
Quattro ore dopo, Kelass si svegliò:era ora di partire. Si vestì velocemente e, dopo essersi guardata un attimo allo specchio, in meno di un secondo si trasformò in Andor e uscì dalla stanza.
Senza aspettare Zarbon, si diresse verso l'uscita del palazzo. Lì trovò una serie di navicelle pronte all'uso.
Ce ne erano di diversi tipi:probabilmente lei e il Generale avrebbero preso la navicella più grande che si trovava a destra della sua visuale.
"...vedo che oggi sei puntuale". Dopo pochi istanti, Zarbon raggiunse Andor.
"Si..."rispose il ragazzo guardando l'orizzonte.
Il Generale guardò per un attimo il suo allievo e si rese conto che Andor si stava distaccando da lui. Non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
Zarbon, però, era troppo orgoglioso per rivolgergli la parola, per questo si diresse verso la loro navicella e vi entrò.
Andor lo raggiunse poco dopo, chiudendo l'entrata. Zarbon accese i motori e così partirono verso lo spazio, senza proferire parola.
***
Dopo ben un giorno di puro silenzio, Kelass, tornata allo stato normale dall'inizio del viaggio, si trovava distesa su una specie di divano con una birra aliena non ancora aperta accanto. I suoi occhi erano rivolti verso lo spazio, ma in realtà era sovrappensiero.
Un rumore la fece tornare alla realtà.
Zarbon si trovava poco distante da lei e aveva appena tirato fuori dal frigorifero del cibo.
Si avvicinò a Kelass "Fammi spazio, ragazzina".
Wow, dopo che non aveva più parlato con lei per ben un giorno adesso le dava anche gli ordini. Non esisteva proprio!
"Tornatene da dove sei venuto" rispose lei con lo sguardo rivolto altrove.
Il Maestro, senza proferire parola, se ne andò.
Kelass alzò la testa per guardare dietro di sé:si era dileguato per davvero!
La ragazza tornò a pensare ai fatti suoi contenta che il Maestro l'avesse lasciata in pace.
Dopo nemmeno un minuto Kelass sentì qualcosa:Zarbon l'aveva appena presa... in braccio!
La ragazza arrossì "M-ma che stai facendo? L-lasciami andare!!".
Zarbon ubbidì alla sua richiesta e la lasciò... per terra!
Kelass si sedette a gambe incrociate e si massaggiò la testa "Ma sei scemo?" Chiese nervosa.
Zarbon, nel frattempo, si sedette sul divano e prese la lattina di birra di Kelass "A mali estremi, estremi rimedi. Dovresti impararlo, Kelass".
Che cosa? E adesso come se n'era uscito con questa cosa?
La ragazza, per tutta risposta, si alzò e usando la sua velocità si riprese la lattina. Lo guardò e gli fece la linguaccia "Ti sarai preso il divano, ma non la mia birra. Se ne vuoi una, vai a prenderla".
Zarbon cominciò a sghignazzare "Ma quanto puoi essere insolente? Cosa ti ho sempre insegnato?".
E con uno scatto si avvicinò alla ragazza e le prese rapidamente la lattina dalla mano "Che io non mollo mai" le disse e cominciò a ridere, contento della sua vittoria.
Kelass cominciò a innervosirsi "Non la passerai liscia, contaci!"
Dopotutto, quanto doveva metterci Zarbon per prendere un'altra lattina? Possibile che doveva farla innervosire sempre?
Kelass gli andò contro e cercò in tutti i modi di prendere la lattina dalle mani del Comandante.
Quest'ultimo, però, era molto agile, infatti la sua allieva non riusciva mai nemmeno a sfiorare la bevanda.
Dopo diversi minuti passati solo per toccare l'aria, la ragazza si fermò.
Zarbon ghignò e aprì la lattina "Ti sei arresa, ragazzina? Era ora" è così il Comandante stava per gustarsi la birra, finché...
"Ridammi subito la lattina, Zarbon".
Bastò un secondo di distrazione da parte dell'alieno che Kelass acciuffò la birra e, entusiasta, la bevve tutta senza lasciare una sola goccia.
"Mhm, era buonissima" ammise la giovane "Te la sei persa, sapeva di vittoria".
Zarbon scosse la testa "Saprà di quello che vuoi, ma qui abbiamo combinato un disastro".
In effetti era così: nessuno dei due si erano accorti che mentre cercavano di aggiudicarsi la birra, la stanza era diventata tutta disordinata.
E Zarbon odiava il disordine.
Kelass, dopo aver buttato la lattina, vide un cuscino per terra e lo prese per metterlo a posto, ma quella fu anche l'idea di qualcun altro.
Anche Zarbon voleva prendere quel cuscino, infatti involontariamente le loro mani si sfiorarono.
Kelass arrossì e tolse immediatamente la mano.
"S-scusa..." disse la ragazza e tentò di dilettarsi, ma prese una storta e cadde tra le braccia di Zarbon, che d'istinto la teneva stretta a sé, come se fosse stato un abbraccio(involontario, ovviamente).
"Tutto bene?" Domandò solamente Zarbon con una voce mononota.
Kelass, diventata più rossa di prima e stordita dall'accaduto, si dileguò senza dir nulla.
Anche il Lord rimase spiazzato per un pò, e capì anche per la prima volta l'azione della sua allieva.
Anche lui sentiva di aver provato qualcosa, ma ben prima di Kelass:lei prima lo aveva chiamato per nome, e questo gli aveva fatto perdere un battito.

Note dell'autrice. Ehm... allora... cominciamo a capirci qualcosa in questi capitoli, anche se per il momento questi non mi soddisfano molto(infatti dato che non ho riletto questo capitolo scommetto che ci sono diversi errori grammaticali). Ammetto che i prossimi capitoli(alcuni già scritti) saranno molto ma molto più avvincenti ;)
Nel frattempo, ringrazio itachiforever e Ms_Fly che non mi abbandonano mai scrivendo sempre una recensione. Ricordo sempre che chi vuole può anche dirmi la sua lasciando un commento oppure può anche mandarmi un messaggio privato:)
Au revoir!


  
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