Anger
Tutto ti irritava, John.
La malattia che ti stava uccidendo, i medici che provavano inutilmente a farti vivere di più, persino Sherlock e le sue maledette sviolinate.
Non suona male, sei perfino sorpreso da questa tua irritabilità, eppure volevi solo un po' di silenzio.
«Piantala, Sherlock!» ringhiasti più di una volta massaggiandoti le tempie e, di solito, era così che cominciavano le vostre discussioni.
Non sapevi più quante volte la signora Hudson ha dovuto salire le scale per chiedere che cosa avevate da gridare, specie a un'ora così tarda.
E più il tempo passava, più le cose tra voi due andavano male.
Chiudi la telefonata e getti il telefono contro il muro.
Non sai come, Sherlock, eppure sei riuscito ad arrabbiarti con Lestrade.
«Fattene una ragione, okay?» ti ha gridato al culmine della sfuriata e quella è stata l'ultima goccia.
Hai bisogno di fumare, Sherlock.
Butti tutto all'aria - cassetti, libri, persino i cuscini della poltrona -, tiri via la confezione di cerotti alla nicotina accanto al cellulare e finalmente, tra gli scaffali della libreria, trovi l'ultimo nascondiglio di John per le sigarette.
Apri il pacchetto e sfili una sigaretta - finalmente! -, ma non hai un accendino. Ed è in quel momento che lo capisci.
È di John che hai bisogno, ma non potrai riaverlo indietro.