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Autore: lawlietismine    30/10/2014    2 recensioni
No okay, forse non proprio invisibile, spesso ha provato un po’ di dispiacere per lui, quando si è ritrovato a osservarlo di sottecchi, pensieroso, e altre volte – vedendolo con Gwen, la migliore amica di sua sorella Morgana – ha un po’ ghignato della sua normalità, della sua ingenuità.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Uno è il caos, l'altro è il Re
 

 

Organizzazione, quella è la parola d’ordine.

Infatti è importante essere organizzati, non lasciare niente al caso o al caos, ma questo probabilmente Merlin – studente universitario nella media – non lo comprende poi così a dovere, visto che il suo stile di vita non ne prevede neanche un po’.

Merlin è il caos.

Quel ragazzo minuto perlopiù anonimo è un completo casino, riesce a combinare disastri anche da fermo ed è terribilmente sbadato, un pericolo pubblico da arresto immediato.
Soprattutto quando lo vedi girare – o meglio, barcollare – per i corridoi con lo sguardo fisso sui suoi fogli sparpagliati, tutti scritti e tenuti stretti malamente fra le braccia in totale disordine, mentre con una mano stringe il bicchierone di caffè e con i denti una penna, il lapis arpionato dietro l’orecchio.

Davvero assurdo, per Arthur è sempre stato indifferente, una presenza indistinguibile, un’ombra chiara: il tipo ambiguo preso un po’ per i fondelli dalla gente al suo passaggio, ma ignorato da lui.

No okay, forse non proprio invisibile, spesso ha provato un po’ di dispiacere per lui, quando si è ritrovato a osservarlo di sottecchi, pensieroso, e altre volte – vedendolo con Gwen, la migliore amica di sua sorella Morgana – ha un po’ ghignato della sua normalità, della sua ingenuità.

Ma ora… Ora sente di odiarlo, Arthur, mentre fissa con espressione indecifrabile la macchia scura che si espande sulla sua camicia bianca – la sua preferita – e sente lontani i balbettii dell’idiota, troppo sconvolto per poter formulare una frase di senso compiuto.
No, non ci può credere, non può essere possibile.

Lo odia, lo odia davvero e gli tirerebbe volentieri un pugno.

Non sa neanche perché non lo fa, in effetti.  

“Oh” gli sente sbottare solamente, interdetto, mentre lo fissa con gli occhioni chiari spalancati e la bocca schiusa a ‘o’.

Oh? Lui va miracolosamente in biblioteca per trovare un po’ di pace, l’altro gli si scaraventa contro sull’uscio e tutto quello che riesce a dire è ‘oh’?
Arthur tenta di contenersi, di mantenere la calma e l’ordine, mentre probabilmente il rossore acceso si espande dal suo collo fino alla faccia intera, i denti digrignati e le sopracciglia inarcate.

“Oh?!” gli ringhia in un sibilo fra le labbra, stringendo con forza i pugni e bloccando sul nascere il passo in avanti che gli è venuto spontaneo.

Poi si gela sul posto, Arthur, si fa di puro marmo, quando vede il ragazzino di fronte a lui scoppiare a ridergli in faccia, lasciando così cadere gli ultimi pochi fogli che gli sono rimasti fra le braccia, per potersi tenere lo stomaco: il biondo ne è certo, ora, se con gli occhi non ci riesce, lo uccide con le sue mani in meno di due inutili secondi.

Ringhia ancora, come neanche un lupo potrebbe fare.

“Desolato” geme Merlin, decisamente poco credibile con quelle brillanti lacrime agli occhi e il sorriso a spalancargli le labbra, prima di scoppiare di nuovo a ridere sotto lo sguardo infuriato dell’altro.
“Davvero” cerca di calmarsi poi “Non volevo”.

Arthur assottiglia gli occhi “Ci mancherebbe altro” sbotta, provocando nell’altro un piccolo sghignazzare fastidioso, che gli fa prendere l’ennesimo profondo respiro.

“Okay, okay” alza le mani a mezz’aria “la smetto, Sire” e di nuovo ride.

Il biondo inarca un sopracciglio scettico nel sentirlo, mentre l’altro sobbalza imbarazzato nel rendersi conto delle sue parole, e si china velocemente a raccogliere le sue cose: lui e Gwen si divertono spesso a prenderlo in giro, per il suo credersi a capo del mondo e un vero re – o meglio, lui lo prende in giro, Gwen si limita a continuare a fare quel che fa, annuendo ogni tanto.
Ma non per cattiveria: Merlin in fondo è incuriosito da Arthur, più dice di trovarlo ridicolo e stupido, più parla di lui, più lo pensa, più lo cerca, tanto che è diventata tipo una fissa, neanche fosse una ragazzina di tredici anni.
Ma è seriamente un giovane re, quando lo vedi.

Ed è davvero buffo essersi scontrato in quel ritardo più pesante del solito proprio con lui, che in biblioteca non ci va mai.
Perché Merlin lo sa che Arthur non ci va mai.

E Arthur sa che Merlin ci va sempre, quello che non sa è perché quel giorno ha deciso di andarci anche lui, in quel posto che gli è sempre stato ignoto.

Lo fissa sospettoso, notando il rossore sulle sue guance solitamente pallide e la sua improvvisa fretta, cose che lo rendono più impacciato del solito, più ridicolo del solito, e il che è tutto dire.
E prima che possa svignarsela, lo afferra per la maglietta e “Scusa?!” gli sbotta ancora contro, facendolo voltare verso di sé: la sua camicia è sempre macchiata.
Merlin annuisce.
“Sì, ti scuso” borbotta prima ancora di farlo continuare, cercando di sfuggire a quella presa ferrea, inutilmente.

Arthur si ritrova a sentirsi divertito: ma che idiota quel ragazzino, è più sarcastico di quanto si fosse mai immaginato. Con che coraggio gli si rivolge così, dopo essergli andato contro e avergli rovesciato un bicchiere di caffè addosso? Assurdo.

Si riscuote quando lo vede perso, poi capisce il perché e lo lascia di scatto: Arthur ha sorriso, complice in quel divertimento.

E Merlin è probabilmente la prima volta che lo vede sorridere così e non ghignare con il suo gruppetto, come è anche la prima volta che si vede rivolgere da lui una qualche attenzione, ancora più sorprendentemente un sorriso.

Tossisce, Arthur, tossisce e guarda da un’altra parte, camuffando il tutto e tornando uno sbruffone.

Ma poi Merlin sorride di riflesso e lui si sente strano.

“Me lo offri un caffè? Non posso stare senza” gli chiede, senza smettere di piegare quelle dannate labbra in alto, e Arthur vorrebbe non guardarlo, ci prova, ma non ce la fa.

“Prenditelo da solo, idiota” tenta di fare il superiore, il principino, con un tono poco credibile: infatti rinuncia subito e “Con panna, suppongo…” borbotta piano, iniziando a camminare verso l’uscita, per raggiungere il bar all’angolo dove sa che l’altro prende sempre quello stupido caffè.

E dopo un secondo di sorpresa, Merlin gli corre dietro.

 



 





Ehilà ^^ Boh, non mi esprimo! 
Non so perchè ho scritto questa OS (che doveva essere la seconda flash-fic, ma che è venuta troppo lunga per esserlo), ma spero vi sia piaciuta. 
Sono alla fine della seconda stagione! E nonostante le abbia già viste, le morti e tutto il resto mi fanno sempre lo stesso effetto. 
Non ho un perchè riguardo l'immagine iniziale: era troppo carina, quindo l'ho messa. 
Vabbé! Non aggiungo altro, come al solito. Spero che questo piccolo AU vi abbia strappato un sorriso! 
Se avete voglia e tempo, lasciate un commento: vorrei sapere cosa ne pensate 
^^ 

Alla prossima, 
Lawlietismine
 
  
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