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Autore: HelenHM    30/10/2014    1 recensioni
Astoria uscì dal San Mungo raggiante. Finalmente, dopo tanti tentativi, lacrime e fallimenti, aspettava un bambino. O una bambina, pensò sorridendo, mentre si accarezzava il ventre impercettibilmente arrotondato.
(storia SOSPESA)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Due mesi prima

Hermione si guardó allo specchio per l'ultima volta: indossava un semplice abito azzurro, eleganti scarpe con il tacco ed un leggero trucco le faceva sapientemente risplendere il volto. Per l'acconciatura non aveva potuto fare molto: una massa indistinta di capelli le ricadevano disordinatamente sul volto.
Si sorrise allo specchio: poteva andare. Non sapeva spiegarselo, ma l'idea di quella festa tra ex studenti di Hogwarts la turbava. 
Ronald non l'avrebbe accompagnata: in quel momento si trovava nel letto per un banale raffreddore, anche se dai mugugni e dai lamenti che provenivano dalla stanza sembrasse in punto di morte.
Quando gli aveva annunciato che sarebbe andata comunque all'evento, lui si era offeso terribilmente. Il fatto che lei intendesse divertirsi mentre lui stava soffrendo in maniera indicibile veniva percepito come un vero e proprio tradimento.
Hermione pensò ,solo per un attimo, che sarebbe stato un sollievo non averlo tra i piedi quella sera.
Poi, impaurita da quegli stessi pensieri, scosse la testa, come a volersene liberare. 



Astoria. Ti prego. Puoi uscire da lì? Siamo già in ritardo.

Draco sospirò sommessamente, ascoltando i singhiozzi di sua moglie da dietro la porta. 
Sapeva cos'era accaduto. Per l'ennesima volta, come ogni mese, macchie di sangue erano la prova che il ventre della donna era desolatamente vuoto. 
Avverti l'esigenza di stringerla a sé: per questo sussurrò un incantesimo, aprì la porta e senza parlare la abbracciò. Astoria, tra le sue braccia, era pelle ed ossa. 
Non si ribellò quando Draco la prese dolcemente in braccio , per poi adagiarla delicatamente sull'enorme letto a baldacchino.
Le fece bere alcune gocce di Distillato della Pace. Ben presto, il suo respiro si tranquillizzò: si era addormentata.
Draco avvertì l'esigenza estrema di uscire, sentendosi soffocare. 
Aveva bisogno di immergersi nel caos e nel chiacchiericcio indistinto di una festa. 
Per questo , dopo essersi assicurato che Astoria dormisse davvero, uscì - il cuore a pezzi.
Sarebbe mai riuscito ad amarla come meritava? 


Hermione, in mezzo a tutta quella folla, cercò con lo sguardo i suoi amici. 
Scorse Harry , e cercò di attirare la sua attenzione. Lui appena la vide le sorrise caldamente, per poi affrettarsi a raggiungerla con un bicchiere in mano. 
Come sta Ron? Le chiese.
Non lo so, fa i capricci. Non mi parla da ieri sera.
Harry alzò un sopracciglio: forse era l'unico ad aver intuito che fra lei e suo marito si stava creando una crepa sempre più profonda. 
Hermione non aveva voglia di discutere, voleva semplicemente godersi la serata. 
Per questo, dopo aver bevuto tutto di un fiato il bicchiere che Harry le aveva porto e si buttò nella mischia.


Una volta giunto al luogo dove si sarebbe tenuta la festa, Draco rimase piacevolmente colpito. 
Il locale londinese era stato costruito a forma di castello in miniatura. Non si sarebbe potuto scegliere posto migliore per una rimpatriata di maghi studenti.
La musica si stava diffondendo per il vicolo. La festa doveva essere già iniziata da tempo, constatò Draco. 

Una volta entrato, non diede segno di riconoscere nessuno, evitando di incrociare gli sguardi curiosi che molti degli invitati incominciavano a lanciargli. 
Si sentì toccare leggermente la spalla. Infastidito, si girò trovandosi di fronte ad una strega piuttosto alta e sinuosa. 
Il caschetto nero incorniciava il suo viso leggermente schiacciato. Pansy Parkinson. 
Croce e delizia della sua adolescenza, non era ancora riuscita a farsene una ragione: lui era sposato con un'altra donna. 
Anche lei era sposata. Due anni prima era persino diventata madre di una splendida bambina, anche se dal fisico longilineo, quasi androgino non si sarebbe mai detto. 
Tuttavia, ogni volta che si incontravano cercava in ogni modo di sedurlo. Draco non si era mai lasciato abbindolare, anche se Pansy lo attraeva molto, eccome se lo attraeva... 
Venne salvato dal provvidenziale avvento di Zabini, il quale - spuntato dal nulla - aveva percepito l'imbarazzo di Draco ed era corso in suo aiuto . 
Ciao Pansy. Ti dispiace se te lo rubo? Ho proprio bisogno di lui in questo momento... Le sorrise ammiccando, mentre sul volto di lei si stagliava un'espressione furente. 
Senza salutare nessuno, si girò con fare sdegnato e si disperse tra la folla.
Grazie.Ti devo un favore. - Blaise gli fece l'occhiolino e gli sussurrò: devo andare dalla mia dama, altrimenti penserà che io l'abbia abbandonata. Ci vediamo in giro, d'accordo? Non fece in tempo a pronunciare quel discorsetto, ed era già scomparso.

Draco incominciò a pentirsi: forse non sarebbe dovuto andare a quella stupida riunione degli ex studenti.
Un tempo sarebbe stato senza dubbio al centro dell'attenzione, avrebbe dispensato carezze alle ragazze più attraenti e sguardi malevoli ai suoi nemici. 
Ma l'aria di superiorità e nobiltà che lo avevano contraddistinto nella giovinezza, avevano lasciato spazio ad un certo riserbo. 
Non desiderava incontrare gli occhi delle altre persone, per paura di leggervi dentro disprezzo ed odio. 
Aveva compiuto tanti errori in passato: ed ora ne stava pagando le conseguenze. 
Per fortuna, il peggio era passato: dopo la guerra, non c'era stata molta compassione nei suoi confronti. 
La gente lo insultava per strada, sussurrava al suo passaggio, lo additava ... 
Non aveva mai provato tanta vergogna come in quel periodo: quelle terribili esperienze lo avevano reso certamente più umile. 
In preda a questi ricordi, non si accorse di aver camminato fino a raggiungere la terrazza. 
Le candele , ciascuna di una fiamma dal colore diverso, creavano stupefacenti giochi di luce. 
E poi la vide.


Hermione non aveva mai ballato così tanto. Forse, non aveva neanche mai bevuto così tanto. 
In ogni caso, si era divertita ed era riuscita nel suo intento: distrarsi. 
Ancora euforica, dopo aver salutato Harry e Ginny che la guardavano leggermente preoccupati, raggiunse la terrazza. 
Il vento le scompigliò i capelli, asciugando le perline di sudore sulla sua fronte. 
Rabbrividi, cercando di coprirsi il più possibile con il foulard che le aveva dato Ginny, per paura che si potesse ammalare. 
Era intenta a contemplare sovrappensiero le affascinanti luminarie, quando lo vide. 


Il cuore di Draco incominciò a battere, le mani a sudare.. I brividi gli percorrevano la schiena. 
Tuttavia, non lasciava trapelare nulla: non aveva dimenticato come camuffare i propri pensieri e sentimenti. Che cosa avrebbe dovuto fare? Salutarla? Ignorarla? Insultarla? 
Optò per la seconda azione: ma poi, una voce familiare lo chiamo a sè: Malfoy! 
Si girò verso di lei con studiata lentezza, come se le facesse un favore a guardarla e a rivolgerle la parola. Granger. Quale onore. , la salutò ghignando. 
Hermione sembrò non cogliere la sfumatura sarcastica e vagamente insultante di quel saluto. Gli sorrise, e qualcosa in Draco si spezzò.
Malfoy. Credo che sia ora di mettere da parte le divergenze. Forse dovremmo incominciare a comportarci come persone civili.
Ma davvero Granger? Forse questa lezioncina dovresti farla al caro Salvatore del Mondo Magico e a Weasley, visto che ogni volta che mi incrociano per strada mi guardano come se fossi uno schifoso insetto da calpestare! - il tono inizialmente sarcastico aveva gradualmente lasciato il posto ad uno involontariamente lacrimoso e risentito. 
Hermione colse immediatamente il retroscena che si nascondeva dietro a quelle parole. 
Il dolore di Malfoy era evidente e drammaticamente tangibile, nonostante fosse celato dietro quell'aura da divinità imperturbabile. 
Mi dispiace Malfoy. Mi dispiace che tu abbia fatto scelte sbagliate che si sono rivelate essere deleterie; hai combattuto in favore di quegli ideali che io stessa ho aiutato a distruggere.
Malfoy si ricompose, il volto di marmo: Non ho bisogno della tua comprensione. Né tantomeno della tua compassione, Granger. 
Malfoy, aspetta. ... Draco. Lo rincorse e, rendendosi conto che lui non si sarebbe fermato, gli prese la mano. 
Sorpreso, Malfoy si girò a guardarla. L'espressione dolce ma risoluta, il portamento fiero, il vestito che avvolgeva ed avviluppava magistralmente il suo fisico sinuoso.
D'altro canto, anche Hermione si scoprì a guardare Malfoy con occhi diversi: per la prima volta non lo stava vedendo, lo stava guardando: la pelle diafana, gli occhi grigi, la raffinatezza che contraddistingueva i suoi gesti.
Si stavano guardando davvero per la prima volta. 
E ciò che vedevano non dispiaceva loro affatto.

Accadde in un attimo.
Malfoy prese tra le mani il volto della giovane donna, per poi posare le labbra sulle sue. 
Fu un bacio delicato, entrambi stavano sondando territori fino ad allora completamente sconosciuti. 
Si sentivano come due ragazzini alle prime armi, mentre tutto ciò di negativo che li aveva riguardati lasciava spazio ad una nuova prospettiva. 
Si stavano inoltrando in un sentiero vergine, come se fossero state purificate e cancellate tutte le tracce che avrebbero potuto sporcarlo.
Non erano più Malfoy e la Granger. 
Erano solo Draco ed Hermione.
 
 
  
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