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Autore: Kerri    30/10/2014    3 recensioni
"Perché forse, in un certo senso, non ci eravamo lasciati alle spalle quello che ritenevamo di aver abbandonato. Perché, sotto sotto, una parte di noi rimase sempre così: timorosa del mondo intorno e- non importa quanto ci disprezzassimo per questo- incapaci di staccarci l’uno dall’altra".
Killian è scomparso misteriosamente. Da poco, Emma aveva finalmente ammesso di provare qualcosa per lui, di non essergli del tutto indifferente e Killian è felice, felice come non lo era stato da tempo. Tuttavia qualcosa o qualcuno, è deciso ad immischiarsi e cancellare i suoi piani. Non vuole rivelare ad Emma la verità, non può metterla in pericolo. Decide di mentirle e anche se la donna se ne accorge, non lo blocca. Subito dopo però se ne pente. Ma si arrenderà e lo lascerà andare? O vorrà scoprire la verità? Perchè Killian l'ha lasciata? E' in pericolo?
E' una storia d'amore, d'amicizia, di rimpianto e di perdono. Emma dovrà confrontarsi con sentimenti nuovi e con nuove avventure per raggiungere il tanto meritato lieto fine.
Il tutto è ambientato subito dopo la fine della terza stagione.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si fermarono per riprendere fiato non appena varcarono la piccola porticina e si ritrovarono di nuovo nei lunghi corridoi del castello.
« Che si fa adesso? » chiese Emma guardando sia Killian che Flynn.
Flynn voltò pensieroso lo sguardo verso la fine del corridoio. Se da un lato non aveva nessuna intenzione di lasciare quel castello, ormai troppo familiare, dall’altro cominciava a sentirsi soffocare. Solo il pensiero che lei stava per sposare qualcun altro…
Cercò di ricacciare indietro l’urlo straziante che stava uscendo dalla sua gola.  
Killian scambiò uno sguardo con Emma, uno di quelli che erano soliti scambiarsi David e Mary Margaret quando volevano comunicare in silenzio e che Emma aveva da sempre detestato. Adesso però, quegli occhi color del mare parlarono per lei e fu in grado di capire al volo ciò che volevano dirle. Annuì in un tacito consenso.
« Flynn, dobbiamo fermare quel bastardo » disse Killian brusco, arrabbiato con l’uomo che aveva incastrato il suo amico in una trappola mortale.
Una risata isterica squarciò l’aria.
Emma rabbrividì. Avrebbe potuto riconoscere quella risata tra mille. Le immagini del sogno della notte precedente le attraversarono la mente e per istinto si mise davanti a Killian, per proteggerlo come non era riuscita a fare nel sogno.
« E come vorreste fare, pirata? »
Quella voce.
Killian scostò Emma che inspiegabilmente si era posizionata di fronte a lui. Se quel vigliacco voleva prendersi la sua felicità, sarebbe passato sul suo cadavere. Sguainò la spada e la impugnò con un ringhio.
« Tu! »
Flynn, diventato ormai del tutto normale, fissava il principe con odio.
« Salve, mio buon amico! Chi non muore si rivede eh? » disse Hans, ghignando.
« Avrei dovuto capire che c’eri tu dietro tutto questo! » gridò Flynn furioso.
Emma fissava quell’uomo, incredula. Dall’aspetto sembrava un principe, un uomo per bene, educato e gentile. Ma la voce, quella voce melliflua e gelida, le fece venire i brividi. Notò che stringeva tra le mani la corona della regina, quella che avevano trovato abbandonata nel bosco.
« Tu hai rubato le corone! Tu hai incastrato Flynn! » constatò Emma, arrabbiata. Perché gli uomini fossero così meschini, non riusciva a spiegarselo. La sete di potere, a quanto pare, vinceva su qualsiasi sentimento puro.
« Perspicace la biondina! » commentò Hans, seriamente divertito. Era come se godesse ad assistere a quello spettacolo, come se amasse farsi odiare dal mondo.
Emma sentì Killian irrigidirsi al suo fianco. Stava per scoppiare, lo sentiva. Tra non molto sarebbe scattato diretto alla gola del principe.
Flynn, dal canto suo, non se la passava di certo meglio. Continuava a stringere i denti e tremare, come se cercasse di contenersi. Quell’uomo gli aveva rovinato la vita. Emma non poteva certo biasimarlo se desiderasse con tutto il cuore vederlo marcire nelle segrete per il resto della sua vita.
Aveva bisogno di sapere prima che si scatenasse il finimondo. Sentì dei passi avvicinarsi di corsa e capì che per quanto fossero veloci, erano in trappola quindi tanto vale, chiedere e soddisfare la sua curiosità.
« Perché? »
L’uomo continuava a sorridere divertito e la guardò come se fosse la domanda più stupida del mondo.
« Perché, il vostro amico qui, ha cercato di soffiarmi il trono! »
A quelle parole, Flynn si scagliò sull’uomo e Killian lo seguì.
« GUARDIE! PRESTO! »
Non ebbero neanche il tempo di voltarsi, di capire ciò che stava succedendo, perché quattro enormi guardie li circondarono.
« Portateli da qualche parte! » disse l’uomo sprezzante rivolgendosi ai soldati.
« Bè, non posso certo dire che sia stato un piacere incontrarvi – continuò Hans rivolgendosi a Killian e Flynn che cercavano di allontanare le guardie – quanto a te, biondina, so che hai la magia nel sangue e forse, in futuro avrò bisogno di te »
Le fece un occhiolino ed Emma si trattenne dal mostrargli il dito medio.
Col cavolo, brutto sbruffone!
Si limitò a guardarlo gelida, come solo lei era in grado di fare.
Quello rise, non riusciva a smettere di ridere. Diavolo ma dove credeva di essere? In un cabaret?
« Adesso se volete scusarmi, ho un matrimonio a cui presenziare! Oh, Flynn porterò i tuoi saluti a Raperonzolo. Sono convinto che amerà il tuo regalo di nozze » disse accennando alla corona che stringeva.
« Non osare! » gridò Flynn.
« Vedrò cosa fare di voi più tardi »
Fece un gesto con la mano alle guardie come se volesse cacciarle via. Poi si girò e si allontanò.
Emma non poté fare a meno di sentire la risata che riecheggiò subito dopo. Guardò Killian e capì che anche lui l’aveva sentita.
 
 
Erano stati portati in una stanza quadrangolare, con un letto al centro e una piccola scrivania. Non era lussuosa come Emma immaginava sarebbero state le stanze degli ospiti in quel castello.
Oh ma semplicemente perché non era una vera e propria stanza degli ospiti. Era soltanto una stanza dove un pazzo smanioso di potere li aveva fatti rinchiudere, in attesa di sapere il loro destino. Fantastico no? E come se non bastasse da una finestra riuscivano a scorgere il salone dove si sarebbero svolte le nozze. Quell’uomo era veramente perverso e malvagio.
Flynn diede una piccola sbirciatina. Vide il lungo tappeto rosso, le decorazioni, i troni, la corona del re. Diede un pugno al vetro, sfinito e sofferente. Poi si accasciò sul letto che lo accolse con un cigolio e una nuvola di polvere.
Chissà da quanto tempo quella stanza non veniva usata da qualcuno.
Emma si mise le mani sui fianchi. Guardò prima Flynn e poi Killian con sguardo interrogativo.
« Mi spiegate chi diavolo è quel tizio e come fate a conoscerlo? » disse irritata che i due uomini non avessero ancora cominciato a parlare.
Killian puntò i suoi occhi verso Flynn, poi sospirò.
« Per quanto mi riguarda, l’ho visto per la prima volta dopo essere stato trasportato qui! »
Flynn si stese e allungò le braccia, alzando altra polvere nell’aria.
« È stato qui, più o meno, un anno fa » disse pensieroso. « Come tutti, si presentava al castello chiedendo la sua mano ma anche lui, come gli altri, ottenne solo un rifiuto. Era il periodo in cui io e Raperonzolo andavamo in giro per il regno ad aiutare i contadini e i bisognosi, quindi lei era più impegnata del solito. Quando se ne andò, notai nel suo sguardo una scintilla, un qualcosa di malvagio. Dopo alcuni mesi, ritornò. Era veramente insistente, le comprava regali di ogni genere e cercava di persuaderla. Io n-non riesco a capire come abbia fatto a convincerla… » balbettò. Aveva gli occhi lucidi, si vedeva che cercava di trattenere a stento le lacrime. Killian si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.
Emma li guardò per un momento pensierosa. Se non si fossero trovati in quella situazione, probabilmente avrebbe anche apprezzato quel quadretto. Quei due erano come fratelli, sempre presenti l’uno per l’altro, sempre pronti a combattere.
Incrociò le braccia e alzò un sopracciglio, spostando il peso sul piede sinistro.
« Non avrai intenzione di arrenderti spero! » esclamò rivolgendosi all’uomo.
Flynn non alzò neanche lo sguardo verso di lei, a quelle parole sussultò soltanto. Killian la guardò e le sorrise.
« Diavolo Flynn! Emma ha ragione! Non possiamo stare qui ad assistere mentre quel bastardo sposa la tua donna! »
« E diventa re! » puntualizzò Emma.
« Giusto! »
« E cosa avete intenzione di fare ragazzi? Siamo bloccati in una stanza, costretti ad assistere a tutto, senza sapere cosa quell’uomo ci riserverà per il futuro! » biascicò Flynn con voce spezzata.
« Dimentichi il nostro asso nella manica, Flynn » disse Killian ammiccando in direzione di Emma e facendole l’occhiolino.
 
 
 
Continuava a guardare le sue scarpe bianche e lucide, i suoi piedi che si muovevano contro la sua volontà su quel tappeto troppo rosso. Le mani sudate stringevano dei fiori, l’abito le svolazzava dietro, leggero. Non osò alzare lo sguardo verso l’altare, verso l’uomo che l’aspettava lì, desideroso di prendersi tutto ciò che era suo.
Non riusciva a capire neanche se ciò che stava suonando fosse la marcia nuziale o qualche altra canzone. Tutti i suoni le arrivavano ovattati, indefiniti. Sentiva solo il martellare del suo cuore nel petto. Desiderò che quel tappeto fosse più lungo e più lontano ma si sa, tutto prima o poi finisce.
Sollevò lo sguardo e lo vide. Vide degli occhi nocciola, dei capelli castani e un timido sorriso. Strizzò gli occhi e quell’immagine svanì, chissà dove. Al suo posto delle braccia robuste la trascinarono verso l’altare, facendola quasi inciampare.  Una lacrima solitaria solcò il suo viso.
No, non poteva dargli la soddisfazione di vederla piangere.
Si asciugò velocemente quel piccolo segno di debolezza che aveva attraversato il suo volto.
« Mia Regina »
Quella voce la fece rabbrividire. Gli fece un cenno col capo, incapace di parlare.
Il resto della cerimonia fu solo un susseguirsi di parole e immagini sfocate, ascoltò a stento la promessa del suo futuro marito, cercando di non vomitargli addosso.
« E voi Maestà, volete prendere quest’uomo come vostro sposo, finché morte non vi separi? »
Il prete si stava rivolgendo a lei, lo sapeva, riusciva a vedere il suo volto interrogativo, le piccole rughe che solcavano la sua fronte…
Si schiarì la gola secca. Guardò verso l’uomo accanto a lei, colui che le aveva rovinato la vita. La guardava con la sua finta maschera da uomo perfetto ma riuscì a scorgere ugualmente la nota di impazienza nel suo sguardo. Sperò che Flynn e Emma e il loro amico si fossero salvati, che quel vile avesse mentito quando le aveva detto che erano tutti…
Non riusciva neanche a pensarlo.
Si girò verso il suo popolo, il suo regno. Puntò lo sguardo su ognuno di loro, cercando di leggerli dentro, di capire cosa fosse meglio per loro. Il matrimonio con Hans sarebbe stato sicuramente fruttuoso per loro perché avrebbe portato molti soldi nelle casse del regno. Ma ne avevano veramente bisogno?
 
 
Emma non riusciva a capire neanche come aveva fatto a forzare la serratura. Sapeva soltanto che doveva correre, dovevano muoversi se volevano impedire a Raperonzolo di fare l’errore più grande della sua vita.
Vide Flynn e Killian poco più avanti.
Correvano veloci, trattenendo il respiro.
Sperò, per una volta, che l’indecisione della regina, li avrebbe salvati.
 
 
Flynn vagava per i corridoi del castello. I suoi piedi lo stavano portando esattamente dove il suo cuore desiderava essere.
Da lei.
Svoltò l’ultimo corridoio, oltrepassò l’ultima porta che li separava.
E poi si ritrovò milioni di occhi puntati su di lui ma lui riuscì a scorgerne solo uno.
 
 
« Raperonzolo, allora? » la intimò, dandole uno strattone. Prese un respiro. Si voltò per un attimo verso di lui, verso colui che sarebbe diventato suo marito e l’unica cosa che riuscì a pensare fu che non aveva le fossette.
Che strano che le fosse venuto in mente proprio ora, non avrebbe dovuto permettersi di pensare a qualcun altro in quel momento.  
Sentì dei passi avvicinarsi e si voltò di nuovo verso la porta.
E poi lo vide.
Lì davanti a lei.
Ansimava, aveva i capelli arruffati e gli stessi abiti che indossava l’ultima volta che lo aveva visto.
Tutto crollò, niente aveva più importanza.
Solo i suoi occhi, solo il suo sorriso.
Che inevitabilmente contagiò il suo.
 
 
Emma e Killian arrivarono subito dopo. Videro Flynn, in piedi di fronte a Raperonzolo. Hans era diventato tutto rosso.
La regina si voltò verso di lui.
« No, Hans. Non voglio. »
Si sentì un mormorio provenire da tutti gli invitati.
Cosa? Ma chi è quello? Il ladro? Non era morto?
« Ascoltatemi, per favore! » intimò la regina col tono più autorevole che Emma le avesse mai sentito.
« Quest’uomo è un vile, un malvagio ricattatore. È stato lui a rubare le corone tempo fa, incastrando un uomo innocente »
Flynn staccò lo sguardo da lei e si voltò verso il popolo.
Sapeva che l’avevano riconosciuto.
« Raperonzolo, io… »
Gli fece segno di restare in silenzio e si ammutolì.
« Io non l’ho mai amato, ho accettato di sposarlo solo perché aveva minacciato queste persone » fece segno verso Emma e Killian e infine posò di nuovo il suo sguardo su Flynn.
« Io ho amato poche persone nella mia vita, poche persone sono riuscite a superare le barriere del mio cuore e ad arrivare in cima alla torre. Ma tu, con le tue battute, i tuoi modi buffi, i tuoi consigli e la tua presenza costante sei riuscito non solo a superarle ma ad abbatterle del tutto. Per questo non potrei mai amare qualcun altro nella vita che non sia tu, non sarebbe giusto… »
Flynn la accolse tra le braccia, ancora stordito, incredulo, sorpreso e tremendamente leggero.
« Ti amo, stupido, sciocco di un ladro! »
« Ti amo anch’io »
 
 
Emma e Killian si scambiarono uno sguardo.
« Sai, la Regina mi ricorda qualcuno… » mormorò Killian.
Emma si voltò e gli diede un leggero pugno sul braccio.
« Un altro lieto fine… » commentò pensierosa guardando i due innamorati finalmente insieme.
« Gelosa, Swan? »
Emma roteò gli occhi e si posizionò davanti a lui.
« Sai Jones, credo che anch’io abbia finalmente trovato il mio lieto fine! » gli sussurrò ad un orecchio. Lui si scostò e la guardò negli occhi, divertito e felice. Le sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
« Lo credo anch’io, Swan, lo credo anch’io. »
 
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice:
Salve a tutti! Eccoci con quest’altro capitolo… il decimo! Non avrei mai creduto di poter arrivare fin qui! Vorrei ringraziare ognuno di voi, ogni singola persona che ha inserito la storia tra le preferite/ricordare/seguite, tutte voi che recensite (Non finirò mai di ringraziarvi per tutti i complimenti!) e chi legge soltanto.
GRAZIE!
Credo che questo sarà il penultimo capitolo, quindi la storia sta giungendo al termine. In realtà la storia di per sé è finita ma capitemi, è la mia prima long e vorrei darle un finale decente! Quindi dovrete sopportarmi per un’altra settimana! :D
Ringrazio ancora tutti coloro che leggeranno anche questo capitolo e lasceranno una (sempre gradita) recensione. Ovviamente non è obbligatorio ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! :)
A giovedì!
Un abbraccio! :*
   
 
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