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Autore: M y r t u s    30/10/2014    2 recensioni
Erano occhi umani e bestiali.
Occhi bellissimi, che guardavano me.
[Nico POV][Cappuccetto Rosso Sangue AU]
Genere: Fantasy, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ero in trappola.
Spalle inchiodate al tronco ruvido di un albero, pugni talmente stretti da sbiancarmi le nocche e unghie conficcate a forza nella carne del palmo.
Un gemito soffocato mi uscì involontariamente dalle labbra e il mio corpo non smetteva di tremolare dal terrore.
Le tenebre serpeggiavano nel bosco, insinuandosi tra gli arbusti e occultando la terra mischiata al cielo in uno scuro blocco astratto. Gli unici elementi riconoscibili erano i rami adunchi e spogli che si stagliavano oltre la brodaglia nera del suolo e si ergevano come mani ossute fino a sfiorare il manto stellato.
Quella notte la luna era un orrido disco grondante di sangue e il vento ululante sembrava sibilare il mio nome mentre s’innalzava a cullare le foglie, come per rassicurarle dello spettacolo di cui loro erano testimoni ed io la vittima.
Il freddo mi penetrava nelle ossa ma niente mi fece più rabbrividire di quegli occhi.
Un indaco feroce risplendeva in quelle meravigliose iridi.
Non seppi dire se c’era qualcosa di umano in essi o se, al contrario, ci fosse una scintilla selvaggia.
Erano occhi umani e bestiali.
Occhi bellissimi, che guardavano me.
Sopportare quello sguardo fu uno sforzo che andava oltre la soglia del mio animo intrepido, conquistato dall’esperienza di vivere in una cittadina dominata dal terrore più che un dono di nascita.
La creatura parve irritata dai miei tentativi nulli di divincolarmi dalla sua vigorosa stretta che strangolava le mie esili braccia da ragazzino ed emise dalla gola un profondo ringhio.
Si avvinghiò al mio corpo come a non volersene separare e, nonostante quel gesto risultò inadatto e inclassificabile per il comportamento di un animale, mi immobilizzò dal terrore.
Percepivo il suo odore muschiato interrotto da un aroma più familiare, che sapevo di conoscere.
-“Chi sei?” Soffiai a fatica con un filo di voce, dopo aver improvvisamente realizzato quale creatura mi stringeva in un assurdo abbraccio.
Il licantropo, sbalordito, allentò la presa su di me e, nel profondo dei suoi anfratti animaleschi, baluginò un guizzo di ragione razionale che confermò i miei sospetti riguardo all’uomo-lupo.
Poi, digrignando i denti, si voltò e, inarcando la schiena, fuggì con la stessa rapidità con cui m’imprigionò tra il suo corpo e il tronco dell’albero. Lo stesso cui feci presa per non svenire miseramente al suolo, stanco e stordito dalla scoperta dell’identità del mostro che ogni luna piena tormentava il villaggio.
Lui ha sempre cercato me.
Jason giocava a fare il lupo cattivo nei boschi ed io ero il suo cappuccetto rosso.
  
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