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Autore: Sarah_00    30/10/2014    6 recensioni
Un amore nato da un errore.
Un amore non capito.
Un amore nascosto ma che ora può essere vissuto normalmente.
E se per loro non esistesse una vita normale?
E se fossero destinati a dover sempre lottare per la loro storia?
Se creassero un loro tipo di "normalità"?
Zayn e Hope.
Separati per un anno intero e adesso di nuovo uniti.
Pronti a combattere ancora.
Pronti ad amare ancora.
-“Zayn… pensavo che adesso potessimo vivere una vita normale.”
Dice.
“Beh, per noi questo non è normale? È sempre stato così e … io voglio continuare così. lo so, forse è stupido ma … non so se posso farcela in modo diverso.”
(...)
“Cosa cazzo vuoi spiegare?! Io mi sono fidata di te! Cazzo! Ti ho fatto entrare nella mia vita, ti ho amato! E tu? Tu mi hai solo mentito, per tutto questo tempo! Vorrei non averti mai conosciuto! Perché cazzo non potevi prendere Zoe e non confonderti? Eh? Perché tutte a me?”
Urlo ancora mentre altre lacrime si fanno spazio sulle mie guance.
“Hope, io ti amo davvero.”-
Riusciranno a vivere questa vita fondata sul loro tipo di "normalità"?
Dopo "The mistake." arriva il sequel "This is our normal.".
Genere: Avventura, Dark, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons.'
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#crediti: Sabren.
 
 
 
 



 

 
Goodbye.


Di nuovo a casa. Di nuovo tra le mura della nostra casa. Dovrei sentirmi al sicuro, ma qui mi sento ancora più nella menzogna. Questa casa pochi giorni fa per me era la cosa più bella che poteva esserci. Non perché fosse stupenda o costosa, ma perché qui dentro c’era la nostra piccola intimità. Il nostro piccolo mondo. Adesso più ci sto e più mi rendo conto che era tutta falsità. Se ci penso la rabbia riaffiora, ma poi guardo Zayn, con la fasciatura intorno alla gamba, lo sguardo sperduto e cubo, la tristezza sul viso e le mani sulla fronte mentre spreme le meningi per trovare una soluzione e non posso fare a meno di ingoiare di nuovo tutta l’ira e il malcontento. I corsi Universitari ormai non li seguo più e non so se per paura di uscire o per paura di perdere tempo prezioso con Zayn. Ormai questa vita la sento come un carcere. In questi giorni riesco a percepire emozioni mai provate prima così forti, molto simili a quelle descritte da Baudelaire nella sua poesia “Spleen”. L’anima schiacciata da un coperchio, la pioggia che sembra le sbarre di un carcere, la speranza ridotta  e l’angoscia che sale. Mi ha sempre colpito questa poesia, ma solo adesso riesco a provare quello che descrive. Se i sintomi sono questi, io dovrei essere depressa. Ma forse Baudelaire non ha mai provato le pene dell’amore angosciato per sapere che le emozioni sono esattamente le stesse.
Ogni tanto penso a cosa penserebbero i miei di tutto questo. O che cosa ne pensano proprio in questo momento. Se mi vedono dall’alto. Se stanno pregando per me. Ultimamente non faccio che piangere. Mi sento fragile. Credevo di non esserlo. Ho superato tante di quelle difficoltà che potrei scrivere una decina di libri. Ma adesso mi sento troppo debole. I muri si restringono intorno a me e le lacrime di Zayn si mischiano alle mie quando la notte fingiamo di dormire. Ma con chi fingiamo? Credo solo con noi stessi. Speriamo che tutto vada per il meglio, che i problemi passino, che le ferite si rimargino e che la vita continui. Ma stiamo sprecando tempo. Inutile tempo. Tutto questo non passerà, non da solo. Jack non ci lascerà in pace, anche se non capisco il motivo della sua insistenza. Il passato di Zayn non ci lascerà mai. Dall’orfanotrofio ad Holly, Jack, Zoe, il rapimento e la fuga. Tutto questo non passerà mai. Dovremmo solo rassegnarci e passare questo tempo ad amarci, a fare l’amore e a respirare il sospiro dell’altro. Invece ci ostiniamo a soffrire e aspettare. È vero quando si dice che l’uomo è ostinato. L’uomo è ostinato, l’uomo è falso, l’uomo è stupido, l’uomo sbaglia, l’uomo non impara mai.
A volte vorrei chiudere gli occhi e riaprirli ad un noi completamente diverso. Un noi felice e senza problemi. Un noi libero e senza paura. Un noi che non è mai esistito veramente. Un noi che non ci sarà mai.
I miei passi si confondono con il rumore della pioggia. Ultimamente non fa che piovere, non solo fuori, ma anche dentro. In casa, sui nostri volti, nella nostra anima.
Zayn è davanti alla finestra, rivolto verso le goccioline sul vetro. Riesco a riconoscere i suoi singhiozzi silenziosi e mi avvicino portandomi i capelli dietro le orecchie e stringendomi nel mio mega maglione. Nell’aria si respira una strana atmosfera. Quell’aria che si respira quando sta per succedere qualcosa che ti sconvolge la vita. C’era quando ho incontrato Zayn, quando ho incontrato i ragazzi, quando è arrivata la polizia, quando ho detto ‘arrivederci’ a Zay, quando l’ho rivisto e quando siamo stati al matrimonio di Liam, infine quando ho seguito Zayn fino ad arrivare alla verità. Sta per cambiare qualcosa, lo percepisco dalla tensione nella stanza. Dopo anni ho imparato a riconoscerla e a prevedere un momento importante. Qualcosa mi dice che non è niente di positivo, che non sarà un miglioramento.

“Li ho uccisi io.” Poi mi dice. Resto così, in silenzio. Strane immagini lampano nella mia mente confusa e improvvisamente riesco a collegare tutto. Questo è il pezzo mancante. È sempre stato questo. La fotografia dei miei genitori, la sua commozione, il suo comportamento. Tutto è scattato con quello. Uno strano calore si impossessa del mio petto, poi dello stomaco, e infine di tutto il corpo. Mi sento in fiamme. Come se mi avesse buttato benzina per tutto questo tempo per poi accendere il fiammifero alla fine e darmi fuoco. Il bruciore delle lacrime si confonde con il resto. Improvvisamente la pioggia si è tramutata in fiamma. Il coperchio che premeva sulla mia anima mi ha schiacciata definitivamente, le sbarre del carcere diventano muri spessi che mi schiacciano, l’angoscia e la speranza sono state uccise dalla rabbia e dal dolore.
Si gira, con il volto bagnato e lo sguardo spento. Lui. È stato lui a strapparmi via tutto quello che amavo, a costringermi a cambiare, a vivere senza i miei modelli di vita. Mio padre non potrà mai accompagnarmi all’altare, mia madre non potrà mai stringere tra le braccia i miei bambini, non potranno vedermi crescere, vivere, cambiare. Io non potrò mai più stringermi tra le loro braccia e cercare conforto nei miei momenti neri, non potrò essere al loro fianco quando lasceranno questo mondo perché l’hanno già lasciato senza neanche dirmi addio.

“Hope, io…giuro che non lo avrei mai fatto. M-mi dispiace. Io…non sapevo chi fossero fino a quando non ho visto la loro foto qui. Giuro che te lo volevo dire prima…ma avevo paura di…”

“Di cosa? Cosa? Che io scoprissi che cosa sei in realtà? Non posso credere di…di averti amato. Tu sei solo un assassino. Sei un…mostro. Mia sorella aveva ragione. Sei un mostro. Mi hai rubato e ucciso i genitori e poi hai rubato e distrutto anche il mio cuore! Non posso credere che…che ho amato una persona così…orrenda. Ho condiviso il letto e ho concesso il mio corpo e il mio cuore ad un assassino. Avevi ragione. Sei solo un demone. Perché? Perché loro? I miei genitori erano…” i singhiozzi fermano le urla e combatto per continuare a parlare. “Erano fantastici. Che ti avevano fatto?”

“Tuo padre era un giocatore d’azzardo, aveva debiti con Jack, ho dovuto farlo! Hope, io non sono un assassino. Ti prego, non lo credere anche tu.” Piange a sua volta. A quelle parole il cuore mi si frantuma nuovamente. Riesco a percepire i tessuti strapparsi.

“Non permetterti di parlare male di loro! Mio padre era un uomo onesto! Mio padre non c’entra niente con questo schifo!” urlo e avrei voglia di spaccare tutto.

“Secondo te perché avrei dovuto farlo? perché dovevo uccidere un innocente?!” le vene del collo si ingrossano. Cade un silenzio straziante nella stanza e l’unica cosa che riesco a fare è scuotere la testa e piangere mentre fisso gli occhi di Zayn.

“Vattene! Non ti voglio più vedere!” Urlo fuori di me spingendolo verso la porta.

“Hope, ti prego, posso spiegarti … posso ricomporre la tua vita. Ti prego, non mi odiare anche tu.” Cerca invano di cambiare la mia decisione.

“Cosa cazzo vuoi spiegare?! Io mi sono fidata di te! Cazzo! Ti ho fatto entrare nella mia vita, ti ho amato! E tu? Tu mi hai solo mentito, per tutto questo tempo! Vorrei non averti mai conosciuto! Perché cazzo non potevi prendere Zoe e non confonderti? Eh? Perché tutte a me?” Urlo ancora mentre altre lacrime si fanno spazio sulle mie guance.

“Hope, io ti amo davvero.” Mi sussurra.
Lo guardo. Mi accarezza la guancia e a quel tocco chiudo gli occhi. Con quella stessa mano ha ucciso i miei genitori. Con quella stessa mano ha messo fine alla mia vita. Con quella stessa mano ha distrutto il mio mondo.

“Sparisci, Zayn.” Dico a denti stretti senza  guardarlo in faccia.
Lo sento sospirare e poi allontanarsi da me. Solo dopo che la porta sbatte, apro gli occhi e mi lascio in un pianto liberatorio accasciandomi a terra.
L’amore è uno schifo.
Perché mi ha fatto questo? Come ha potuto? L’unica persona che ho amato così profondamente è la stessa che ha ucciso quello che avevo di più caro. Io mi sono sacrificata per un mostro. Ho vissuto per un anno con un assassino. Condividevo il letto con colui che ha ucciso brutalmente i miei genitori. La rabbia mi assale e non riesco più a controllarmi. Mi alzo da terra e butto a terra tutto ciò che mi ricorda lui. Le nostre foto, i suoi libri, la sua tazza preferita per fare colazione, i suoi disegni, i suoi spartiti. Sono stanca di tutto questo, sono stanca di questo posto, sono stanca della vita che continua ad abbattermi. Mi strappo dal collo la nostra collanina e la scaglio contro la radio. Come se il destino si divertisse a farmi soffrire e a beffeggiarmi, parte la nostra canzone. Un urlo di frustrazione riempie la casa, tanto forte da non far sentire più la musica che continua a ricordarmi di tutte le bugie, di tutti i balli fatti stretta dalle braccia di un demone. Ho vissuto per mesi in una casa non mia e piena di ragazzi senza poter mai uscire, sono restata anche quando mi ha picchiata e violentata, ho cercato in tutti modi di migliorarlo, ho combattuto il suo bipolarismo, sono scappata con lui, ho dormito in una macchina, l’ho medicato e trascinato in salvo mentre era sanguinate a terra, ho sopportato un anno senza di lui, ho mentito a tutti, ho aspettato per avere la mia normalità e ho molto probabilmente ucciso un uomo, solo per lui. Cosa ha fatto per me, lui? Cosa ha fatto? Mi ha solo mentito per tutto questo tempo e ha ucciso i miei genitori. In cambio ha distrutto la mia vita.
Non posso crede di aver amato una persona così spregevole.
Non posso credere di amarla ancora.
Mi scaravento verso la radio e la butto con tutta la forza che ho sul pavimento. Nonostante questo la musica continua incessante e inizio a darle a calci per far smettere di cantare la voce di Zayn.

“I figured it out…”
Un calcio. Le sue labbra sul mio collo, le sue carezze sulla mia pelle, il suo sorriso a prima mattina.

“Saw the mistakes of up and down”
Un calcio più forte mentre le lacrime mi annebbiano la vista. Il suo respiro sulla schiena quando mi abbraccia di notte, la sua gamba tra le mie, i suoi buongiorno assonnati.

“Meet in the middle”
“Basta, basta!” altri calci, altre lacrime, altro dolore, una voragine sempre più grande nel petto. I ti amo, il suo modo di guardarmi, il suo sorriso malizioso, la sua mascella marcata, le sue mani che afferrano le mie.

“There’s always room for common ground.”
Un’altra decina di calci così forti da far schizzare la radio dall’altra parte della sala. La sua risata, i suoi occhi color miele, le sue lacrime, i suoi singhiozzi, il suo ultimo ti amo.
Finalmente la musica si ferma, ma la voce e le parole di Zayn prendono il suo posto nella mia mente. Cado a terra portandomi le mani alla testa e cercando di scacciare ogni pensiero, ogni minimo ricordo.

“Ti prego, basta.”  La voce spezzata dal dolore. Basta. Non ce la faccio più a soffrire così. Tutto ciò che ho di bello mi viene strappato brutalmente ogni volta. Sono stanca. Tutta la forza che avevo mi è stata strappata poco alla volta, lentamente. Vorrei tanto non essere stata così stupida da innamorarmi. L’unica mia ancora adesso sono i miei amici e la mia famiglia, ma non posso poi trovare questo gran conforto. Zayn può essere un assassino, ma io no. So che se dirò la verità ai miei fratelli lui verrà ricercato dalla polizia e so che Jack lo farebbe fuori per non mettersi nei guai. Non sarò il mostro che lui è. Però i miei fratelli hanno il diritto di sapere ciò che è successo. Come farò a vivere con questi rimorsi?
Non sono mai stata così male.  Mi sento morire dentro. Ormai non so più chi sono, chi è lui, cosa siamo stati davvero.
Passo ore sul quel pavimento con il rumore della pioggia che riempie il silenzio di casa, a rimuginare, a soffrire, a pensare. Pensare così tanto che non so neanche più su cosa; su di noi, su di lui, sul suo passato, sul mio, sui miei genitori. Improvvisamente riesco a ricordare parti del mio passato cancellate dalla mia mente. Mia madre disperata che piangeva in camera da letto silenziosamente e io che la spiavo dall’armadio in cui ero nascosta mentre giocavo a nascondino con i miei fratelli. Mio padre entrò completamente ubriaco e dopo vari discorsi in cui mia madre dimostrava di non farcela più, il pianto di entrambi, i lori abbracci disperati.
È tutto vero.
Mio padre era esattamente come è Zayn adesso.
Corrotto, con vita complicata, problemi, una donna che lo amava come nessuno e che affrontava tutto al suo fianco.
I miei genitori erano esattamente con me e lui.
Tutte le fatiche di mia madre non sono servite a niente come le mie.
Sto seguendo le sue orme. Sto buttando la mia vita per amore di un demone.
Tutti mi hanno sempre detto di assomigliarle, ma non avrei mai pensato a questo punto.
Alla fine sono anche io un demone, un mezzo demone. E fino ad ora la parte angelica aveva prevalso, ma non credo sarò così a lungo.
Mi stringo le gambe al petto e alzo gli occhi al cielo.
Mamma, non voglio sprecare la mia vita con un demone. Non voglio morire e lasciare i miei figli a causa dei problemi dell’amore della mia vita. Non voglio commettere gli stessi errori. Una parte di me amerà per sempre Zayn, lo amerò fino alla fine dei miei giorni e oltre, ma adesso non posso continuare così. Da ora in poi bilancerò il mio lato demone e quello angelico. Non posso essere solo uno dei due. Per adesso voglio essere più un demone, perché solo così supererò questo momento brutale della mia vita. Ehi, ne ho superate tante, perché non anche questa? Perché non andare avanti? Questa ferita non si rimarginerà mai del tutto, ma non ho intenzione di rimuginare sul latte versato. Ho sbagliato troppe volte durante questi anni e non ho più tempo da perdere. Basta Zayn. Sono stanca di soffrire per lui e con lui. Mi devo fare forza. Ce la posso fare.
Mi alzo da terra e raccolgo tutto quello che ho scaraventato sul pavimento. Vado nella nostra camera e un’altra volta i nostri ricordi mi assalgono. Tutto qui dentro mi riporta alla mente lui. Si sente perfino il suo profumo. Non posso vivere e andare avanti quando non posso fare un passo senza vedere qualcosa di suo.
Prendo il telefonino e compongo il numero che ormai conosco a memoria.

“Vieni a casa. Devo darti alcune cose.” Dopo di questo, prendo una valigia e la poso sul letto. Apro l’armadio e il suo odore si percepisce ancora più forte. Faccio scorrere le stampelle e riconosco ogni singolo vestito. Li caccio e li piego per poi posarli nella borsa insieme alle mie lacrime che non riesco a non far scorrere. Ormai il mio viso è apatico, i gesti che compio sono automatici e se non fosse per le righe bagnate sulle mie guance sembrerei un robot.
Dopo un paio di borse, bussano alla porta. Mi trascino fino all’entrata e apro la porta lasciando entrare in casa un Liam fradicio di pioggia.
Mi guarda con pietà già vista prima per poi abbracciarmi. Quel calore ha uno strano effetto nel mio stomaco.

“Passerà, andrà tutto bene.” L’ho sentito così tante volte che ormai l’unica cosa che riesco a fare è un sorriso sarcastico.
Dopo un paio di minuti si allontana tanto da guardarmi in viso. La compassione che emana il suo volto è straziante quasi quanto lo sguardo supplichevole di Zayn mentre lo cacciavo di casa.

“D-dovresti portare alcune cose nell’appartamento. Credo che ormai Zayn stia lì e non ho…voglia di rivederlo.” Affermo portandolo in camera nostra.

“Siediti.” Gli dico cercando di essere cordiale mentre gli indico una poltrona nella stanza. Lui segue il mio consiglio e io ricomincio a preparare le borse senza guardarlo in viso.

“Hope, mi dispiace.” Spezza il silenzio.

“Lo so.”

Finito di posare tutti i suoi vestiti, inizio a preparare una borsa con tutte le nostre cose. Le nostre foto, i suoi disegni su di noi, gli spartiti a cui abbiamo lavorato, anche le cose più stupide ma che ormai non voglio neanche più vedere.

“Lo sapevi?” chiedo, ma i miei occhi sono concentrati sulle mie mani che continuano a muoversi.

“No.” Alzo lo sguardo verso il suo e ci guardiamo per un paio di secondi.

“Hope, ti capisco.” Sorrido beffarda e continuo a mettere le cose nella valigia. Come può anche solo immaginare quello che sto passando?

“Anche i miei sono morti, Hope. Anche i miei sono morti per questo. Non erano dei santi neanche loro, anzi. So cosa stai passando. So cosa hai già passato. Quando ti ritrovi la polizia davanti casa che con sguardo pieno di pietà ti dice che i tuoi genitori sono stati trovati morti e tu non ci credi, pensi sia un orribile incubo, solo un sogno. Poi ti rendi conto che è la pura verità e allora arriva la parte peggiore. Il dolore, l’angoscia, la voragine nel petto, la solitudine. Io ho provato tutto questo, ogni singola emozione. E sai cos’è l’altra cosa che ci accomuna? Anche a me sono stati strappati via da una persona di cui mi fidavo. Tu la conosci bene.” Sgrano gli occhi e sento il petto alzarsi e abbassarsi troppo in fretta.

“Zayn? Ancora?” le mani mi tremano. Scuote la testa abbozzando un finto sorriso.

“Harry.” Il cuore mi si ferma per un attimo e uno strano nodo si forma alla bocca dello stomaco. Anche lui? Harry? Come…come è possibile? Perché? Perché fare una cosa del genere a Liam? E come ha fatto Liam a viverci insieme e continuare ad essere suo amico? Come…come può essere successo davvero?

“Proprio come Zayn, lavorava per un tizio. Era un brutto periodo per lui, non aveva soldi e non poteva permettersi la droga di cui lui era dipendente. Per fare un po’ di spiccioli, si offrì di fare questi lavori sporchi. Come Zayn, non sapeva chi fossero perché non ci conoscevamo. In seguito, si sentì così in colpa da iniziare ad informarsi sulla famiglia che aveva distrutto. Scoprì che avevano un figlio, io, e iniziò a frequentarmi per aiutarmi a superare quel momento difficile. Intanto il tizio per cui lavorava era stato fatto fuori da un altro capo di una banda di malviventi e lui smise di fare questi lavori e si disintossicò. A quei tempi conoscevo già Zayn e tramite me lui conobbe Harry. Louis e Niall vennero dopo e così si è creata la nostra amicizia. Quando ho saputo che era stato Harry a strapparmi via la mia famiglia, mi infuriai come hai fatto tu. Non ho parlato con lui per mesi e ho tenuto nascosto tutto anche con gli altri ragazzi. È stata molto dura per me rendermi conto che Harry non aveva colpa, o meglio, ce ne aveva, ma ormai dovevamo andare avanti e poi fu proprio grazie a lui se mi ripresi, quindi non mi ha fatto solo del male.” Mi guarda con i suoi occhi profondi di chi ne ha passate tante, forse anche più di me. “Non dico che devi perdonare Zayn, dico solo che puoi evitare di soffrire maggiormente e che puoi superarla come ho fatto io. Guardarmi, adesso sono un uomo sposato, con casa e amici fantastici! Non potevo chiedere di meglio dopo tutto quello che mi è successo.”

Forse non ha tutti i torti. Però è ancora troppo presto, io non ce la faccio neanche a pensare di poter condividere il mio cuore con una persona che ha strappato brutalmente dalla mia vita la mia famiglia. In questo momento vorrei solo dimenticarlo.



“Ti voglio bene.” Affermo mentre lo abbraccio davanti alla porta. Ormai tutto ciò che mi ricorda di Zayn è nelle valige ai nostri piedi e presto usciranno da questa casa. il dipinto di noi sulla parete lo coprirò con un telo e finalmente, forse, potrò cercare di dimenticarlo.

“Uh, aspetta, ho ancora una cosa.” Mi ricordo. Torno in salotto e predo il CD e la mia collanina. I due simboli del nostro amore. Sospiro e infilo entrambi in una custodia. Prendo un pezzo di carta e una penna e abbozzo un biglietto.

Caro Zayn,
non so come siamo arrivati a tutto questo, vorrei solo dirti che questo è un addio. Un vero addio. Non credo di essere abbastanza forte per poter affrontare tutto questo e per poterti perdonare. Vorrei dire che mi dispiace, ma provo così tanta rabbia che non riesco neanche a provare altre emozioni oltre questa mischiata al dolore. Dimenticami e io cercherò di dimenticare te. Sono stata davvero tua e so che per un periodo sei stato completamente mio, ma adesso ho bisogno di cancellarti e di scrivere una nuova pagina della mia vita senza di te.
Hope.”


Lacrime bagnano il foglio, ma ormai la decisione è stata presa. Non sono forte come Liam per poter sopportare ancora tutto questo. Non sono più forte come prima. Ho bisogno della mia normalità e per averla Zayn deve uscire completamente dalla mia vita. So che resterà sempre nel mio cuore, però. Lì lo troverò sempre.
Consegno anche questo a Liam che mi concede un altro abbraccio.

“So che qualunque cosa hai deciso, hai fatto la cosa giusta. Tu sei forte, Hope. Tanto forte.” Mi sussurra e strizzo gli occhi per dimostrare al mio dolore che non lascerò sgorgare altre lacrime amare sulle mie guance porcellana. Adesso è il momento di andare avanti e avere una vita senza di Zayn. Il mio demone non più mio.








Spazio della scrittrice xx

Ragazzee belle! Allora  con questo capitolo è finito il flashback e sono successe un bel po' di cose...come dire...fondamentali. 
Spero che sia stato un bel capitolo perchè davvero, ci ho messo l'anima e ho pianto anche mentre cercavo di scrivere. 
Ehm, direi che è tutto. Bacii xx








 

 
   
 
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