Et Moriantur Et Revivescant

Di cenere ve ne è in abbondanza nell’aria, cenere e polvere... le macerie rimangono stabili dove sono cadute mentre ciò che era di quel luogo si adatta a ciò che è diventato... persone raggruppate in cortile ed in sala grande, nei corridoi e sulle scale... odore del sangue... odore di lacrime... grida di gioia e grida di dolore... sono stordita... ormai non sento altro che lamenti e singhiozzi... mi toccano, mi abbracciano, mi gridano “EROE” ma non sanno... non capiscono... guardo avanti... ma in realtà non vedo nulla... le gambe si muovono in automatico incespicando ogni tanto in uno degl’immobili detriti, poi su qualche gradino... infine si fermano di fronte ad un passaggio... entro ed osservo, il muro parzialmente crollato faceva da finestra sul mondo, mi siedo ed attendo... attendo di cadere e finire... sussulto e di scatto mi giro, un volto mi sorride amareggiato anch’esso da quel che era di quel luogo ed è...
< abbiamo vinto >
sussurrano delle labbra, mi volto e torno a guardare il baratro nel quale aleggiano i miei piedi...
< no >
rispondo
< non c’è vittoria in guerra... lui ha vinto, noi abbiamo perso ancor prima di combattere... >
gli occhi nocciola mi guardano colmi di lacrime, si siede vicino a me e mi abbraccia, come solo lei fa...
< non c’era altro modo... >
mi risponde
< tutti sapevano a cosa andavano incontro... >
mi conforta, o almeno tenta... la vedo piangere e mi rattrista ancor più...
< Fred non c’è più, né Remus né molti altri che non sarebbero dovuti morire, SE SOLO IO E LUI NON FOSSIMO MAI ESISTITI, SE SOLO NON FOSSI MAI STATO CONCEPITO NEANCHE COME BARLUME D’IDEA TUTTO QUESTO NON CI SAREBBE, SE SOLO QUELLA NOTTE, QUELLA DANNATISSIMA NOTTE ALLA STAMBERGA STRILLANTE FOSSI RIUSCITO A CATTURARE CODALISCIA LUI NON SAREBBE TORNATO! TUTTO QUESTO NON CI SAREBBE STATO! E TUTTI I CADUTI VIVREBBERO ANCORA! >
lo grido ai venti e lei sussulta ad ogni parola di odio e disperazione in preda a singhiozzi e lacrime pesanti... la cicatrice continua a bruciare e le lacrime amare escono anche dai miei occhi, continuo...
< cosa sono io?... cosa sono io ora?... ho passato cosi tanti anni a combatterlo che lui era diventato la mia ragione di vita... non sono più nulla ormai, non sono altro che cenere al vento... ormai attendo solo che soffi e mi porti via con se... >
scioglie l’abbraccio, mi guarda indignata, mi tira uno schiaffo di rovescio e mi grida contro...
< TU SEI HARRY DANNAZIONE! si, sarai il bambino che è sopravvissuto e anche l’eroe del mondo magico ma sei soprattutto Harry! il figlio di James e Lily Potter, sei il migliore amico di Ron e George e di Fred, sei come un figlio per Sirius, Remus e i Weasley, e per me sei... >
si ferma, gli occhi ancora lucidi ed il corpo ancora in preda a singhiozzi soppressi e fastidiosi mentre mi fissa determinata a non distogliere lo sguardo... apro gli occhi, perdo un battito e mi vorrei punire come faceva Dobby per ciò che ho detto, ho deluso ed offeso tutte le persone a me care...
< io non so più cosa sono... ne cosa devo fare >
affermo in un pianto disperato mentre tiro su col naso... mi abbraccia di nuovo e continua con tono basso e dolce...
< loro ti amano, sono morti per te e per il bene di tutti, il loro sacrificio non è stato vano e tu devi vivere per loro... per ringraziarli, ricordarli e far si che continuino a vivere dentro di te, essere felice... >
flebili parole si levano nell’aria dalle mie labbra in moto di richiesta...
< come si può esser felici... dopo tutto questo... >
più un’affermazione che una domanda... lei non risponde... mi stringe ed affonda la testa sul mio petto...
< non lo so... ma insieme supereremo anche questa prova >
lo stupore sul mio volto mi tradisce, mi osserva arrossire...
< Herm... cioè io... tu... Ron... cioè... insomma...>
non riesco a terminare la frase tant’è l’imbarazzo per la situazione... silenzio... non c’è bisogno di parole tra me e lei, ci siamo sempre capiti bene anche senza, bastavano sguardi, a volte intensi, e le parole erano superflue... come in questo momento...
< l’ho sempre saputo, ma l’ho capito solo quando arrivasti tra le braccia di Hagrid apparentemente senza vita... mi sono sentita morire e... rivivere quando ti sei beffato di lui... >
la guardo ormai non più incredulo, in un qual modo sollevato e contento, felice... una sensazione che dura poco però, tanto quanto basta alla realtà di rientrarti dentro e logorarti piano, fastidiosamente dallo stomaco alla trachea mentre tenti di non far uscire lacrimoni ancor più salati... la guardo di nuovo e stavolta parlo, con tono soffocato...
< sei tutto per me... lo sei sempre stata... >
le rivolgo un sorriso tra delle lacrime silenziose che mi rigano il volto...
si avvicina al mio volto e posa le sue labbra sulle mie... una scintilla esplode in me e d una nuova voglia di andare avanti mi invade... sorrido e questa volta realmente felice, come lei... ci fissiamo e non posso far a meno di perdermi in quel color nocciola dei suoi occhi arricchito da bagliori dorati di riflessi solari... le stringo la mano e torno a fissare il vuoto, di nuovo...
la notte cala presto a Hogwarts e si dice porti consiglio... con me non è mai stato cosi... la notte da sempre mi dona solo ansia, dolore e paura, ma oggi sono con lei... e vivo il mio primo sonno tranquillo dopo troppo tempo.

parole dell'autore:
prima storia nel fandoom, cioè prima storia pubblicata, un po corta è vero ma spero non penalizzi troppo... non dovrei aver fatto troppi errori XD l'ho riletta abbastanza volte da ricordarla quasi a memoria e beh che dire: grazie a tutti coloro che leggeranno!