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Autore: rosedodgson    31/10/2014    1 recensioni
Quando, finalmente, riuscì a toccarla, diede forma alla parola maledizione.
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Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barone Sanguinario, Helena Corvonero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ti.. ti chiedo perdono.
Un lieve singhiozzo lo indirizzò verso l'aula di Aritmanzia.
Ti chiedo... io ti chiedo...
Un fruscio lo fece voltare lentamente e lo costrinse a ripercorrere le scale. A ogni gradino vi era una zucca, finemente intagliata, che intonava un lugubre canto.
 
 
Le loro mani si muovevano a specchio senza toccarsi. Avvertivano l'uno il calore dell'altra e i petti si innalzavano e si abbassavano a ritmo. Lei era la luna e lui l'oceano. La marea sembrava non terminare mai. Costante e seduttrice.
Seta e taffetà azzurro vorticavano tra di loro, sfiorando il pavimento di marmo che rifletteva le lanterne arancioni sospese magicamente a mezz'aria. Danzavano in un mare di luce.
Mentre l'arpa intonava l'inizio di una nuova strofa, lei , con una mano sul petto, ruppe l’incanto e, senza guardarlo, se ne andò.
Come un uccello marino spiccò il volo e sparì dietro la colonna. Timida,fragile creatura che riesce a creare un incendio nel petto.
Le avete pestato i piedi, mio caro Barone?
Sir Meddlerstone, con un sorriso beffardo degno della sua nomia, sollevò una zucca e la pose sulla spalla del compagno.
O forse è colpa della ispida barba che domina ormai la vostra cute come la peste si impone su un villaggio di infedeli?
E così dicendo iniziò a strofinare la dura buccia arancione contro le gote del giovane mago emettendo strani versi fastidiosi.
La mano scattò e l’Incanto Revulsio fece barcollare il molestatore. Il Serpeverde gli rivolse uno sguardo gelido ed avvicinandosi lo minacciò in modo terribile se solo avesse osato scambiare parola con lui.
L’incendio iniziò a dolere terribilmente.
 
Quando, finalmente, riuscì a toccarla, diede forma alla parola maledizione.
 
 
Trovatela. Vi darò qualsiasi cosa, qualsiasi potere. Sapete che potrò ripagarvi degnamente quindi vi prego…
Non pregatemi mia signora. Conoscete il mio cuore meglio di chiunque altro. La troverò e la porterò sana e salva da voi, dovessi uccidere o torturare chiunque mi si pari davanti.
Andate allora, sbrigatevi.
 
Helena, smettetela con questo atteggiamento infantile! Avanti, salite sul mio destriero.
Smettetela voi! Smettetela di torturarmi! Smettetela!
Torturarvi!? Voi non avete idea… voi non sapete…
Con un ruggito sommesso le afferrò i polsi con entrambe le mani, avvicinando il viso paonazzo a quello di lei.
Mi fate male…
Tortura… è dover attendere la luna nuova ogni volta nella speranza di rivedervi… tortura è non sapere dove voi siate, con chi siate, se siete in pericolo o salva… tortura… è sperare in una vostra buona parola nei miei confronti…
Chiuse gli occhi cercando di raccogliere la forza e il coraggio per potersi umiliare ancora una volta.
Io vi amo… ardentemente… Vi amo…
Trattenne il fiato quando i suoi occhi incontrarono quelli di lei.
Il rifiuto aveva occhi umani, neri, vuoti.
E non vi fu più nulla da bruciare.
 
Ti chiedo perdono…
Ti chiedo perdono…
Ti chiedo perdono…
Pesanti catene stridono nell’aria, eco del peccato che mai potrà dimenticare.
Vesti bagnate colano argento liquido sul marmo.
Orecchie tese e vuote, mai sentiranno parola amata.
 
La maledizione non ha più corpo. Non può più morire.
  
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