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Autore: kamy    31/10/2014    1 recensioni
Dopo Ultron la follia si è lentamente impossessata di Tony Stark.
[Deathfic]. Narra gli eventi precedenti alla mia storia 'Suicide'.
Song-fic di Barrel of a gun.
“La storia partecipa/è arrivata (inserire il posto in classifica) al contest “A me la canzone, a voi le parole” indetto da Gnrlove/JonS” .
Genere: Dark, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ringrazio anche solo chi legge.

Partecipa al: A me la canzone, a voi le parole contest.

Testo della canzone: http://www.testilandia.it/traduzione/D/testi_canzoni/Depeche_Mode_24/The_Singles_8698_6/testo_della_canzone_Barrel_Of_A_Gun_15.html#

Melodia:

https://www.youtube.com/watch?v=V7GCrTFCXYo

L'ultima partita



Stai a sentire questo pervertito adulatore
Che si regge su piedi stanchi
Che va in cerca nella necessità di un po' di sonno
Che non arriva?

“Signore sono settantadue ore che non dorme” disse atono J.A.R.V.I.S.. Il miliardario si portò una tazza di caffè alle labbra e ne sorseggiò il contenuto, sentendo il sapore acro nella bocca. Socchiuse gli occhi, le occhiaie sotto di essi erano spesse due dita e violacea.

“Lo so benissimo” ribatté con voce rauca. Deglutì a vuoto sentendo sapore di acido in bocca e si passò l’altra mano sulla barba incolta e sui baffi spettinati. Guardò il proprio riflesso sulla finestra, illuminata dalle luci dei grattacieli tutt’intorno. In lontananza si sentiva il suono prodotto dalle pale di un elicottero, il rumore si fece sempre più lontano e anche la luce del mezzo smise di illuminare il cielo nero. Tony indietreggiò e nelle sue iridi castano scuro si fece nitido a sua volta il riflesso del proprio viso.

“Io sono Iron man ...” disse con voce seducente. Le iridi gli divennero liquide e la sua pelle era grigiastra. Diede la sorsata all’ultimo sorso di caffè, leccandosi le labbra.

“ …ed ho distrutto il mondo”. Ammise e la voce gli tremò.



Questa intricata, torturata confusione
Questo letto di colpevolezza
Che brama un po' di riposo
E si sente intirizzito

Indietreggiò ancora, si voltò e mise la tazza sopra un mobiletto, si allontanò da esso e raggiunse il letto. Vi si sedette, accarezzò le lenzuola aggrovigliate e si lasciò cadere all’indietro. Affondò nel talamo, si sfilò una scarpa premendo con l’altro piede, si sfilò anche l’altra e piegò il ginocchio, tirò indietro la gamba e si tolse il calzino, allungò la gamba piegando l’altra e si tolse anche l’altro calzino. Lanciò i calzini sul pavimento e fissò il soffitto sopra di lui. Sentiva la testa ronzare e avvertì il senso di nausea fargli bruciare la gola e le narici.

“Devo chiamare la signorina Potts?” chiese Jarvis.

Cosa ti aspetti da me?
Cos'è che vuoi?
Qualunque cosa tu abbia progettato per me
Non sono la persona adatta


Tony si alzò dal letto, il sudore gli rigava il viso e le tempie gli dolevano. Avanzò nella stanza da letto a piedi nudi, uscì e raggiunse l’ascensore. Premette il pulsante chiamandolo e fissò le ante con gli occhi vacui. Ci fu un trillo, le ante di metallo si aprirono e Tony entrò. Le sentì chiudersi alle sue spalle, digitò una serie di lettere su una pulsantiera sotto quella dei numeri dei piani. L’ascensore iniziò a scendere velocemente e Tony strinse gli occhi. Strinse un pugno, espirò, aprì e chiuse ritmicamente le braccia con dei movimenti secchi. Lo sportello si aprì e l’uomo scese, i suoi piedi si sporcarono di nero strofinando sulla polvere che copriva il pavimento. Raggiunse un divanetto a sua volta ricoperto da un alone grigiastro, allungò un braccio e prese un telecomando. Lo allungò e premette un pulsante rosso, un proiettore si mise in funzione con una serie di versi metallici e stridii. Immagini in bianco e nere sbiadite di suo padre furono proiettate su uno schermo bianco appeso davanti a lui. Allungò un braccio afferrando un bicchiere colmo di liquore che il braccio metallico di ferro vecchio gli offriva, con bassi fischi. Fermò il video e si sporse in avanti.

“J.A.R.V.I.S. rimanda sempre questo punto a tutto volume, da adesso” ordinò secco.

“Tu se la mia più grande invenzione” disse Howard sullo schermo. Aveva gli occhi liquidi e teneva un bicchiere di liquore nella mano nella stessa posizione del figlio.


Un appetito maligno
Mi visita ogni notte
[E] Non sarà soddisfatto
[E] Non sarà rinnegato

Tony si portò nuovamente il bicchiere alle labbra e sorseggiò, sentendo il liquore scendergli lungo la gola bruciando. Espirò dalle narici e si leccò le labbra.

“Piccolo cervo faceva tante storie per il suo esercito e i suoi problemi familiari” sussurrò. Guardò il proprio riflesso deformato sulla superfice increspata del liquido, osservando i rimasugli dei pezzi di ghiaccio squagliarsi del tutto.

“Principiante”. Sbuffò, tra le rughe della fronte scendevano delle gocce di sudore.

“Signore, le sue condizioni si erano aggravate da New York, ma ora sono anche peggio” ribatté Jarvis.

Un dolore insopportabile
Che sta battendo nella mia testa
Che lascia il marchio di Caino
Proprio qua dentro


Tony strinse gli occhi, abbassò il capo e si massaggiò le tempie, arcuò la schiena ed espirò. Si raddrizzò rabbrividendo sentendo un tonfo alle sue spalle e si voltò di scatto. FerroVecchio sollevò una sedia che aveva fatto cadere e Tony sospirò. Alzò il telecomando e spense il proiettore. Si alzò in piedi sentendo le gambe tremargli ed iniziò a camminare avanti e indietro. Il sudore freddo gli rigava il viso e gli scendeva lungo la schiena.


Cosa si suppone che [io] faccia
Quando tutto ciò che ho fatto
Ci sta portando a concludere
Che non sia io il prescelto?

Si portò ancora una volta il bicchiere alle labbra e ne bevve il contenuto in un’unica sorsata. Un rivolo di liquido gli colò lungo il collo impregnando i baffi ed il pizzetto scendendo fino al petto inumidendogli i vestiti. Tony allargò le braccia e lasciò cadere il bicchiere, girando su se stesso. Raggiunse il proiettore e gli tirò un calcio, facendolo finire per terra.

“J. ho voglia di fare baldoria! Sì, penso proprio che farò baldoria” annunciò. Raggiunse un cassetto, afferrò il manico e lo tirò indietro facendolo cadere con un tonfo. Un frastuono metallico rimbombò nella stanza, delle tenaglie finirono davanti ai piedi dell’inventore.

“Mio padre si aspettava fossi una grande invenzione, la gente mi guarda nemmeno fossi uno di quei dementi dei prescelti dei film …” farfugliò. Cadde in ginocchio, scostò una lastra di metallo e impugnò una pistola da sotto di essa.

“Avevano torto sia l’uno sia gli altri. Ha un che di rassicurante quando nessuno ha ragione” biascicò. Accarezzò con l’indice il metallo e rabbrividì. Si portò la canna in bocca e la strinse tra le labbra. Se la tolse e si mordicchiò il labbro, sorridendo.

“Certo, niente a che vedere con questo che è direttamente eccitante”.

Qualunque cosa abbia fatto
Ho fissato la canna di una pistola

La sua voce era roca e gutturale. Sgranò gli occhi, osservando la luce riflettere sul metallo dell’arma.

“E’ da decisamente troppo che non gioco d’azzardo e me lo sento, questa è la notte giusta” sussurrò. FerroVecchio lanciò una serie di versi striduli.

“Devo chiamare gli Avengers signore?” chiese. Tony accentuò il sorriso.

Hai bisogno di qualcosa da me?
Ti stai divertendo?
Non sono mai stato d'accordo sull'essere
Quello santo per te

“Pagherei per vedere la faccia di Cap se mi vedesse ora. Magari quel vecchietto dai neuroni sotto ghiaccio finalmente capirebbe che non sono il santo che voleva” ringhiò. Allungò il braccio e prese una confezione di carta di proiettili, la aprì e svuotò il contenuto sulle sue gambe. Utilizzò i proiettili per armare la pistola.

“Ho tutta l’intenzione di divertirmi con la roulette russa e lui non sarà qui per impedirlo” sibilò.

Qualunque cosa abbia fatto
Ho fissato la canna di una pistola

Si portò l’arma alla testa, appoggiando la canna sulla tempia. La sentiva gelida a contatto con la cute. Chiuse gli occhi, regolò il respiro e il battito cardiaco irregolari e premette il grilletto.

Lo sparo risuonò nella stanza.

  
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