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Autore: ___Page    31/10/2014    6 recensioni
"All’apparenza Drakul Mihawk poteva sembrare un uomo freddo e distaccato ma i suoi figli, e soprattutto la piccola, sapevano che padre affettuoso e attento fosse, anche se a modo suo. Sapevano di poter sempre contare su di lui e sapevano anche che avrebbero trovato comprensione per le loro giuste cause.
Sì, Drakul Mihawk era un uomo freddo e severo. Ma per i suoi figli avrebbe fatto sempre qualsiasi cosa."
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Nico, Robin, Perona, Roronoa, Zoro, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Siamo arrivati!-
La bolla che si gonfiava e sgonfiava a ritmo con il respiro di Zoro scoppiò, risvegliandolo.
-Sabo, attento con quel tubo a non abbattere niente!-
-Sì, mamma!-
Ancora assonnato si alzò dalla poltrona, sfregandosi gli occhi mentre andava incontro agli zii, che erano entrati usando le chiavi di emergenza, nascoste in un vaso.
-Ciao!-
-Zoro!!!-
-Ehi Sabo!-
Si piegò su un ginocchio, togliendogli il cappello per scompigliargli un po’ la chioma bionda, mentre lo salutava.
-Come va?!-
-Alla grande! Perona non c’è?!-
-Sì è in camera sua!- disse, indicando con il pollice verso la stanza di sua sorella.
Sabo schizzò come un fulmine verso la camera, mentre Zoro si rimetteva in piedi e si avvicinava a Shanks.
-Tuo padre?!- domandò con sguardo indagatore.
-È già uscito! Ha detto che voleva andare a salutare il nonno ma secondo me voleva evitare te e le tue battute!- affermò il ragazzo incrociando le braccia al petto.
-Che razza di guastafeste!- sospirò il rosso.
Zoro puntò lo sguardo a terra un po’ a disagio prima di riportarli sull’uomo davanti a sé.
-Zio… Tu sai cosa gli prende?!- chiese, con un velo di preoccupazione negli occhi.
Non riusciva a farsi una ragione di quello strano atteggiamento di suo padre e, anche se non gli sembrava poi così ingiusto che si rifacesse una vita, l’idea che potesse in qualche modo stare cercando di dimenticare sua madre lo faceva soffrire terribilmente.
Ne avrebbe parlato con Law se solo l’argomento Olivia non fosse stato tabù con il moro.
-Secondo me è crisi di mezz’età!- affermò convinto Shanks, facendolo ghignare divertito.
-Fatela finita voi due!- li riprese Makino superandoli, una mano posata sulla pancia rotonda e pronunciata, dirigendosi verso la cucina ma si arrestò quando la porta della camera di Law si aprì, lasciando uscire una testa mora e scompigliata.
-Ciao tesoro!- lo salutò Makino, con un radioso sorriso, fermandosi sull’uscio.
Senza una parola, il ragazzo attraversò il corridoio con il suo solito passo pacato per raggiungere la zia e salutarla.
-Come stai?!- chiese la donna, accarezzandolo dolcemente su una guancia.
-Tutto bene. Ma tu?! Hai fatto gli esami?!- chiese, il tono lievemente agitato per quanto bene riuscisse a celarlo dietro la sua proverbiale impassibilità.
Makino allargò il sorriso.
-Stai tranquillo Law! La dottoressa Kobato è un’ottima ginecologa, ti assicuro che Lamy ed io siamo in ottime mani!- lo rassicurò, facendolo annuire e permettendogli di posare una mano sul pancione.
-Ehi dottore! Come va all’università?!- domandò Shanks avvicinandosi al ragazzo e posandogli una mano sulla spalla.
Law si voltò verso il rosso, ghignando di sghembo.
Di tutti i suoi zii Shanks era quello che Law ammirava di più e gli faceva sempre piacere fare due chiacchiere con lui, anche se in genere la maggior parte della conversazione la portava avanti il rosso.
-Tutto a posto. Io e Pen ci siamo concessi un weekend di relax-
-Davvero?! E io che credevo che stasera vi toccasse fare da baby-sitter ai marmocchi!- sghignazzò Shanks, riferendosi a Zoro e i suoi amici e girandosi verso il nipote che si era istantaneamente accigliato a quelle parole.
-Ehi!!!- protestò, facendo sghignazzare ancora di più il rosso.
-Dai Zoro, lo sai che scherzo!-
-Shanks sei tremendo!- lo riprese la moglie, scuotendo la testa divertita da dentro la cucina.
-A proposito, Zoro, Pen mi ha scritto che sta arrivando, cominciamo ad uscire?- domandò Law, rivolgendosi al fratello che rispose con un cenno affermativo del capo.
-Beh allora buona serata ragazzi!- augurò il rosso con uno dei suoi radiosi sorrisi.
-Divertitevi e non vi preoccupate! Ci sono Perona e Sabo ad aiutarmi a tenere d’occhio vostro zio!- li salutò soave Makino, facendoli ghignare alla grande.
Uscirono stringendosi addosso giubbino e cappotto per ripararsi dal freddo dei primi di ottobre, le mani in tasca, rigorosamente in silenzio, un silenzio diverso dal solito, intriso di imbarazzo e disagio.
Sapevano bene di essere afflitti dagli stessi dubbi e incertezze sul comportamento del padre, ma nessuno dei due osava parlare.
Erano indecisi se affrontare l’argomento per primi, lasciar fare al fratello o non farlo per niente.
Zoro aprì la bocca, liberando una piccola nuvoletta di condensa nell’aria, risolvendosi a prendere l’iniziativa ma, proprio in quel momento, la Submarine gialla di Penguin apparve da dietro l’angolo, sgommando a tutta velocità.
-Per me è crisi di mezz’età- mormorò lapidario e asciutto il moro.
-Non potrei essere più d’accordo- confermò con un cenno convinto del capo il verde, un attimo prima che Pen frenasse con uno stridio di gomme sull’asfalto, fermandosi davanti al vialetto di casa loro e abbassando il finestrino.
-Allora?! Pronti per una serata tra uomini?!-
 

§
 

-Oh eccovi! Cominciavamo a darvi per dispersi!- li accolse Usop, aprendo la porta e facendo gli onori di casa al posto di Sanji, intento a cucinare.  
Il profumo della cena quasi pronta li investì, facendo venire loro l’acquolina in bocca e provocandogli una lieve brontolio allo stomaco.
-Dite la verità!- la voce di Sanji li raggiunse dalla cucina, sovrastando lo sfrigolare delle pentole sul fuoco, mentre si spogliavano e si avviavano verso il salotto -La testa di verza vi ha suggerito una qualche scorciatoia per arrivare qui?!-
Penguin scoppiò a ridere, zittendosi quasi subito nell’incrociare lo sguardo furibondo di Zoro e percependo il ringhio baritonale che fuoriusciva dalla sua cassa toracica.
-Ehm… in realtà c’era traffico!- rispose, tenendo d’occhio il verde, per paura di venire affettato con qualche oggetto tagliente di fortuna.
-Suuuuuuuper! I fratelli sono arrivati!!!-
-Evviva! Yohohohohoh-oh!-
-Siiiii mangia!!!- saltò su Rufy come una molla, quando li vide entrare in salotto, facendo grugnire i due fratelli.
Si sedettero nei soliti posti, una volta scambiati i convenevoli, aspettando ancora qualche minuto l’arrivo di Sanji e delle sue proverbiali tagliatelle cinesi, con gamberi e verdure.
-Aora Trao… Ome va all’univerpfffffff…-
-Razza di baka vuoi finirla una buona volta di parlare con la bocca piena?!- sbraitò Sanji, appiattendo l’amico con un calcio e servendosi una porzione di pasta, dopo essersi assicurato che tutti avessero il piatto pieno.
-Tutto bene Cappellaio, grazie. E voi? Come vanno le cose alla Raftel?-
-Il solito!- rispose il corvino stringendosi nelle spalle.
-Già, il solito- confermò Sanji, spegnendo il mozzicone e prendendo una forchetta dal tavolo -Eneru non fa che ammirarsi nel riflesso della finestra, Ceasar ci propone esperimenti potenzialmente letali, Lucci terrorizza quelli del primo e Vergo ci odia. Tutto nella norma- commentò asciutto, accomodandosi.
-Dannazione Sanji! Queste tagliatelle sono la fine del mondo!- intervenne Penguin, indicando con la forchetta il contenuto del suo piatto con un’espressione a dir poco appagata.
-Il fratello ha ragione, sono davvero super!!!-
-Tu sì che hai un mestiere per le mani!- aggiunse il rosso, annuendo convinto -Vedrai se tra dieci anni non avrai già un tuo ristorante!-
Prese un’altra forchettata mentre un pensiero lo colpiva, facendogli aggrottare le sopracciglia.
-E voi altri cosa pensate di fare finita la scuola?!- domandò facendo una rapida panoramica sui ragazzi davanti a sé, non accorgendosi del leggero trasalimento di Zoro a quelle parole, trasalimento che attirò invece l’attenzione del fratello, il quale gli lanciò un’occhiata di striscio.
-Beh io e Usop vogliamo provare il test di ingresso anticipato alla Vegapunk a marzo- intervenne per primo Franky, concedendosi giusto una piccola posa per sottolineare la notizia.
-Sì, esatto! In realtà a me è stato offerto un posto dal rettore in persona ma ho deciso di provare il test come tutti!- affermò il nasone, compiaciuto, facendo sollevare un sopracciglio a Penguin, Zoro e Law mentre Sanji si schiariva la gola, attirando la sua attenzione.
-Te l’ho già detto, se esageri non sei credibile!- mormorò sottovoce il biondo.
-Oh… ehm… aaaah… e tu Brook?!- chiese, pur conoscendo benissimo il progetto dell’amico, per distogliere l’attenzione degli altri da se stesso.
-Yohohohohoh-oh! Usop-san ma lo sai benissimo che ho intenzione di continuare al conservatorio e diplomarmi!- rispose il ragazzo, entusiasta come solo lui riusciva a essere.
-E tu Rufy?!- chiese ancora Penguin, spostando l’attenzione di tutti sul corvino e interrompendo il suo tentativo di sottrarre le tagliatelle dal piatto di Usop, il quale allontanò la sua pasta dalla portata dell’amico guardandolo truce.
-Io?!- domandò Rufy, colto alla sprovvista e osservandoli a occhi sgranati -Oh beh…- cominciò grattandosi la nuca -Beh a me piacerebbe sposarmi e fare dei bambini!- ammise con disarmante sincerità, aprendosi in un sorriso e facendo ghignare Law, mentre gli altri sgranavano gli occhi, allibiti.
Da Rufy si sarebbero aspettati di tutto fuorché quella risposta.
Un po’ perché non sospettavano minimamente che il moro potesse avere tanto istinto paterno, un po’ perché tutti si stavano chiedendo se fosse consapevole che “fare bambini” non era l’equivalente di “fare una torta” e che quella della cicogna fosse solo una storia popolare.
-E Zoro-san?!- domandò Brook.
Sette paia di occhi si voltarono contemporaneamente verso il verde, il quale si ritrovò a strabuzzare i propri, accigliandosi poi nel ritrovarsi al centro dell’attenzione.
-Io… Ecco non ho ancora preso una decisione definitiva!- affermò, un po’ titubante.
-Credevo volessi prendere il diploma da istruttore di kendo!- affermò Sanji,  sollevando un sopracciglio arricciato.
-Si beh, forse… non so… insomma sono decisioni importanti no?!- ribatté, stringendosi nelle spalle.
-Giusto!- intervenne Usop, rendendosi conto del disagio dell’amico -Hai pienamente ragione Zoro!- annuì convinto, incrociando le braccia al petto.
-Sì ma, parlando di decisione importanti…- riprese la parola Franky -… quando ti deciderai a parlare con Nami?!-
Il viso del verde prese istantaneamente fuoco a quelle parole, mentre gli occhi gli si dilatavano all’inverosimile.
-Ma di che stai parlando?!- domandò, cercando di apparire minaccioso con scarso successo.
I presenti presero a scambiarsi eloquenti occhiate, tutti meno Rufy, impegnato a mangiare direttamente dalla pentola.
-Lo sai benissimo Marimo! Se non ti dai una mossa, te la farai scappare! Anche se non credo esista nessuno su questa terra degno della bella Nami-swan, a parte il sottoscritto ovviamente, e men che meno una testa di muschio come te ma, se tergiversi troppo prima o poi qualcuno te la porterà via! Insomma, ragazze come lei ce ne sono poche, non so neppure come fa a essere single!-
Per la prima volta in anni e anni, Zoro non reagì alle provocazioni dell’amico con una minaccia di morte, assumendo un’espressione ancor più sbigottita.
Ma di cosa diavolo stavano parlando?!?!?!
-Voi… Voi siete fuori di testa!!! Tra me e Nami non c’è niente! Siamo solo amici!-
-Certo, come no!- commentò Usop, sollevando un sopracciglio.
Zoro lo fulminò con lo sguardo.
-Lasciate stare, se con le donne è come suo fratello sono tempo e fiato sprecati!- intervenne Penguin, incrociando le braccia al petto e guadagnandosi un’occhiata omicida da Law.
-Ma come?! E io che ti facevo un playboy, Law-san! Yohohohohoh-oh!-
-Cos’è questo rumore?!- domandò Sanji, interrompendo la risata di Brook e salvandolo appena in tempo da un attacco omicida del moro.
-Cellulare!- affermò Penguin, alzandosi in contemporanea con tutti gli altri, ognuno per controllare il proprio telefonino.
-È il mio!- li avvisò Zoro, mentre cercava a tentoni la tasca del giubbotto, per recuperarlo, mentre quello continuava a vibrare indefesso.
Lo estrasse, guardando il nome “Mocciosa” lampeggiare sul display, e lanciò una fugace occhiata ai presenti prima di rispondere.
-Pronto?!-
-Buzzurro senti…- la voce della rossa esplose nel suo orecchio senza tanti preamboli -… secondo te mi sta meglio il blu o il verde?!-
Zoro tornò a sedersi, corrugando le sopracciglia.
-Verde- rispose senza esitazione, notando in quel momento che si erano tutti zittiti e lo fissavano con delle espressioni che erano tutte un programma nel riconoscere una voce femminile, per quanto lontana e ovattata, dall’altro capo del telefono.
Zoro li guardò truce, ringhiando appena.
-Okay! E i capelli sciolti o tirati su?!-
Il verde rifletté un attimo, considerando quanto gli piacessero i ricci infuocati e ribelli di Nami lasciati liberi sulle spalle, ma anche quanto i suoi occhi sembrassero incredibilmente  più grandi quando li raccoglieva.
E poi il bello è che si potevano sempre sciogliere in un secondo momento.
-Tirati su- mormorò, abbassando un po’ la voce, a disagio nel sentirsi così insistentemente osservato.
-Ottimo! Grazie!- rispose Nami, con un trillo di soddisfazione nella voce che lo fece ghignare storto.
-Figurati!-
-Ora vado che devo finire di prepararmi! Buona serata!-
-D’accor… Ehi aspetta! Prepararti?! Perché, esci?!- domandò con una perfettamente udibile sfumatura di panico nella voce -Mocciosa?! Rispondi! Ehi?! Nami?!-
Con rassegnazione, staccò il telefono dall’orecchio nel sentirlo suonare a vuoto, segno che l’amica aveva ormai riattaccato, e si ritrovò a fissare vacuo il display, con un’espressione indecifrabile.
Si riscosse quando suo fratello glielo sfilò dalla mano per posarlo sul tavolo.
-Allora?! Che succede?! La sorella ha un appuntamento?!- domandò Franky, ghignando apertamente di fronte allo sconvolgimento del sedicente disinteressato amico che, ancora a occhi sgranati, sollevò uno sguardo vagamente perso sul compagno.
Aveva un appuntamento?!
Non ne era certo ma era molto probabile.
E chi diavolo era adesso questo?!
Perché non gli aveva detto nulla?!
Insomma era o non era il suo migliore amico, dannazione!
Con il cervello che lavorava febbrilmente non riusciva a registrare una sola parola dei commenti che si stavano sprecando intorno a lui.
Riusciva solo a domandarsi con chi diavolo dovesse uscire Nami, ritrovandosi a pregare che, chiunque fosse, non le offrisse una cena extralusso.
O dei vestiti.
O dei soldi.
Fu la voce di Rufy a riportarlo alla realtà, riuscendo a riscuoterlo e distoglierlo dai suoi pensieri.
-Ho un’idea!- saltò su, facendo concentrare tutti su di sé -Pediniamola!-
 

§
 

-Vuoi stare attento con quel naso?!-
-E tu vuoi smetterla di sbavare ogni volta che la cameriera passa davanti alla finestra?!-
Zoro grugnì per l’ennesima volta, prima di soffiare dal naso e lanciare un’occhiata truce, per l’ennesima volta, ai suoi amici.
E per l’ennesima volta si diede dell’idiota.
Trovava che come aggettivo calzasse a pennello per uno che, alle otto e mezza dell’undici ottobre, se ne stava accovacciato al freddo, tra le piante che decoravano l’esterno dell’Upper Yard, il ristorante etnico più rinomato di Raftel, insieme ai suoi amici deficienti a spiare l’appuntamento della propria migliore amica.
Non aveva ancora capito come avesse fatto a finire lì.
Dopo che Rufy aveva proposto di pedinare Nami, aveva inserito il pilota automatico finché non si erano ritrovati di fronte al locale, a cercare quale finestra desse la migliore visibilità sulla sala ristorante.
Avevano anche individuato la mocciosa senza problemi, aiutati dal singolare colore dei suoi capelli, trovandola al tavolo da sola, in attesa del suo cavaliere che era probabilmente andato in bagno.
Zoro fremeva per vedere in faccia quel bastardo.
E fremeva anche per pestare a sangue Sanji e Brook che facevano i contorsionisti nella speranza di cogliere un lembo delle mutandine delle cameriere che passavano davanti al vetro, impresa impossibile dato che le ragazze non erano per niente scosciate, ma si rendeva conto che una rissa avrebbe attratto l’attenzione e loro non volevano certo farsi scoprire.
Si girò verso suo fratello, che si era rifiutato di unirsi a loro e li attendeva appoggiato al lampione con una spalla e le braccia al petto, fissandoli impassibile.
Il verde sospirò, tornando a concentrarsi su Nami.
Il gomito appoggiato al tavolo e il mento posato sulla mano chiusa a pugno, la mocciosa sembrava assorta nei propri pensieri, in attesa del suo accompagnatore, e Zoro non poté impedirsi di considerare quanto bene le stesse quell’espressione che non toglieva nemmeno un po’ di luce ai suoi occhi caramello, incorniciati dai ricci ribelli.
Aggrottò le sopracciglia notando in quel momento che aveva i capelli sciolti e si concentrò immediatamente sul colore del vestito, di un bel blu oltremare.
Suo malgrado, una punta di delusione si impadronì di lui.
Aveva fatto l’esatto contrario di quello che le aveva suggerito.
Bel modo di dirgli che non aveva il benché minimo senso del gusto!
Anche se, certo, lui in teoria non avrebbe mai dovuto saperlo, ma quelli erano dettagli.
-Yohohohohohoh-oh! Credo stia arrivando Zoro-san!- la voce di Brook lo distolse da quelle considerazioni, portandolo a riconcentrarsi su quanto avveniva all’interno del ristorante proprio mentre un tizio, di cui non riusciva ancora a vedere la faccia ma vestito elegante, con completo scuro, camicia bianca e niente cravatta, posava una mano sulla spalla della rossa, facendola voltare con un radioso sorriso, prima di accomodarsi di fronte a lei, sedendosi e permettendo alla Squadra Speciale di Spionaggio di vederlo in viso.
-Kuro?!- mormorò Usop, attirando gli sguardi degli amici sulla sua espressione accigliata.
-Lo conosci?!- domandò Sanji, mentre liberava nell’aria una nuvoletta di tabacco e batteva via l’eccesso di cenere dalla sigaretta.  
-È un vecchio amico di Kaya, un suo amico di infanzia!-
-E non ti aveva detto niente di questa uscita?!- domandò sospettoso Zoro.
-No! Magari non lo sa nemmeno lei!- si strinse nelle spalle e il verde tornò a puntare gli occhi neri sulla coppia, immersa nei menù, mentre un suono basso, vibrante e continuo, la cui fonte non risultava ben identificata per il ragazzo, si liberava nell’aria.
Fu lo sguardo sgranato e terrorizzato di Usop puntato su di sé a fargli capire che il suono era un ringhio e la fonte era lui, ragion per cui non si stupì di sentirlo aumentare in intensità quando Kuro allungò una mano verso il braccio di Nami, sfiorandolo con la punta delle dita e facendoglielo ritrarre di scatto.
Ma fu niente in confronto al rumore assordante che si levò improvvisamente, facendo sollevare gli occhi al cielo persino a Law nonostante si trovasse a svariati metri di distanza.
-Rufy dannazione! Contieniti!!!-
-Scusa Sanji! È che ho fame!- si lagnò il corvino, portando una mano all’altezza dello stomaco con espressione sconsolata.
-Ma se ti sei mangiato da solo tre quarti delle tagliatelle che ha preparato Sanji!- sibilò il nasone, piegandosi verso di lui.
-Scusa tanto se ho il metabolismo veloce!-
-Tu hai il verme solitario non il metabolismo veloce!- ribatté Usop, esasperato.
-Yohohohohoh-oh! Questa era proprio bella!-
-Volete fare silenzio?!- sbraitò Zoro, desideroso di riuscire a dedicare tutta la sua attenzione a quanto accadeva dentro al ristorante senza venire distratto da ciò che accadeva fuori.
Strinse i pugni fino a sbiancare le nocche quando vide Nami scoppiare a ridere per una qualche battuta del ragazzo.  
-Sembra che la sorella si diverti!- considerò Franky, alla destra del verde, guadagnandosi un’occhiataccia.
-Sai, Zoro, io al tuo posto entrerei e la porterei via!- affermò convinto Penguin alla sua sinistra.
-Ehi fratello, lo sai, credo proprio che sia un’idea…-
Cinque paia di occhi si voltarono sgranati verso l’azzurro, consapevoli di cosa stesse per accadere e del fatto che non sarebbero riusciti a fermarlo.
Come a rallentatore lo videro tirarsi su dalla posizione accosciata, unendo gli avambracci sopra alla testa, il busto piegato di lato.
-…SUUUUUUUP…-
Il fiato gli si mozzò in gola quando Sanji, Zoro, Usop e Penguin gli saltarono addosso atterrandolo e bloccandolo a terra, tra le risate di Brook.
-Razza di baka che non sei altro, vuoi farci scoprire!!!- sibilò Sanji, fuori di sé.
-Dannato imbecille!!!- gli diede manforte Zoro.
-Ehi!- li richiamò Rufy, tornato a guardare attraverso la finestra.
-Che vuoi?!- abbaiò il verde, al colmo della sopportazione.
-Nami è sparita!- affermò il moro, indicando la vetrina del locale con  il pollice.
Con espressioni tra l’interrogativo e il perplesso e i sopraccigli alzati tornarono tutti a concentrarsi sul tavolo della ragazza, trovando la sua sedia effettivamente vuota.
-Sarà andata in bagno!- affermò Usop, stringendosi nelle spalle.
Un’improvvisa aurea nera li avvolse, facendo spalancare gli occhi a tutti, mentre un brivido freddo correva lungo le loro colonne vertebrali.
-È… è… è l-l-l-lei… vero?!- domandò Usop, tremando come una foglia.
-T-temo di sì, U-U-Usop-san…-
Una rapida serie di tonfi sordi accompagnò i micidiali pugni che colpirono a raffica i sette ragazzi, mandandoli a terra e regalando a ciascuno un bernoccolo in testa.
-Razza di baka, cosa state facendo?!?!- ruggì Nami, con gli occhi bianchi di rabbia e i denti a squalino.
-Oooooh Nami-swaaaaaan!!!- balzò in piedi Sanji, volteggiando verso l’amica -Siamo qui per protegger…- un secondo pugno lo appiattì al suolo mentre, la mano ancora fumante, la rossa avanzava di un altro passo verso il gruppo di amici che si stavano schiacciando in preda al terrore contro le piante, sperando di venire inghiottiti e sparire alla sua vista.
-Mi stavate spiando?!?!- domandò, incredula –Ma si può sapere cosa vi dice il cervello?!?! Cos’è successo, il vostro unico neurone si è suicidato perché soffriva di solitudine?!-
-N-Non è come s-s-sembra, N-Nami…-
-Fratello n-n-nasolungo ha ragione… calmati s-sorella…-
-Voi!- sibilò indicando i ragazzi e facendoli squittire -Sparite… dalla mia… vista… ora!!!-
Li osservò allontanarsi alla velocità della luce, raggiungendo Law in poche falcate e senza farsi ripetere l’invito, allungando un braccio per afferrare dal colletto del giubbotto solo uno dei sette malcapitati, riportandolo indietro.
Zoro rischiò di cadere, sbilanciato e colto alla sprovvista, ma riuscì a restare in piedi e si ritrovò a fissare Nami che lo scrutava truce, le braccia incrociate sotto al seno.
-Allora?!- domandò, impaziente.
-Cosa?!- ribatté Zoro, sollevando un sopracciglio e fingendo fastidio.
-Non t’azzardare a fare il contrariato con me! Qui l’unica che ha diritto a esserlo sono io! Cosa diavolo ti è saltato in mente Zoro?!-
-Non è stata una mia idea, tanto per cominciare! E poi cosa salta in mente a te! Da quando in qua esci con sconosciuti?!-
Nami spalancò occhi e bocca, indignata.
-Ma da quando in qua devo rendere conto a te con chi esco, semmai!!!-
-Beh la prossima volta puoi anche fare a meno di chiamarmi se ti da così fastidio!!! Tanto vedo quanto ti sono utili i miei consigli!!!- ribatté, indicando con un gesto della mano l’acconciatura e l’abbigliamento della ragazza, incapace di trattenersi e cogliendola alla sprovvista, al punto da zittirla.
Nami rimase a bocca aperta, mentre metabolizzava quell’ultima informazione.
Non poteva credere che Zoro ci fosse rimasto male per un dettaglio del genere ma, anche così, era lui dalla parte del torto e non aveva tempo da perdere.
-Buona serata- lo salutò, glaciale, voltandosi per tornare dentro al ristorante, ignorando i gridolini di devozione di Sanji, ancora spalmato sull’asfalto.
Zoro la fissò allontanarsi, sentendo il cuore sprofondargli nello stomaco.
Bel casino aveva combinato!
Porco Roger!
Si passò una mano tra le ciocche verdi, sospirando, prima di avvicinarsi a Sanji e aiutarlo a rimettersi in piedi.
-Tutto bene, torciglio?- gli chiese, dando dei colpi al cappotto dell’amico, per liberarlo dalla polvere, e sostenendolo.
-Sono stato colpito dalla potenza dell’amore!- biascicò il biondo, le iridi ancora cuoriformi, facendo mandare gli occhi al cielo a Zoro.
Si avviò per raggiungere gli altri, che aspettavano insieme a Law vicino al lampione, trascinandosi dietro il suo migliore amico, che continuava indefesso a blaterare parole sconnesse e senza senso.
Non fece caso ai passi veloci alle sue spalle, finché una mano non si posò decisa sul suo braccio e una ventata di mandarino non gli invase le narici.
Prima di riuscire a realizzare cosa fosse accaduto si ritrovò la bocca di Nami accostata al suo orecchio e la mocciosa che gli parlava rapidamente e sottovoce, facendolo fremere. 
-Kuro mi sta addosso da due mesi, per questo ho accettato di uscire con lui ma non mi interessava fare colpo e così ho fatto l’esatto contrario di quello che mi hai suggerito. Grazie che ti preoccupi sempre per me, buzzurro-
Zoro rimase interdetto qualche secondo, mentre Nami spariva così com’era apparsa, metabolizzando le informazioni appena ricevute.
Un ghigno storto si disegnò sul suo volto mentre riprendeva a camminare, con Sanji abbarbicato addosso, verso i suoi amici, visibilmente incuriositi da quanto appena successo, e suo fratello, che a sua volta sorrideva sghembo nel vederlo così soddisfatto.
Dovevano organizzarle più spesso, quelle serate tra uomini. 
  
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