---°---°---°---°---°---°---°---°---°---° 2° Capitolo
James strinse il biglietto nella propria mano e se la portò al
petto. Scese dal letto e prese i vestiti adagiati sulla sedia, si
vestìvelocemente, e per poco non inciampò lungo le scale a chiocciola per fare
tutto così di fretta. Uscito dal dormitorio si accorsedi essersi dimenticato
persino di pettinare quel groviglio infernale, che si ritrovava al posto dei
capelli dopo due giorni a letto.
Se ne infischiò alla grande, non aveva assolutamente voglia di perdere tempo.
Rilesse mentalmente il biglietto mentre
percorreva il corridoio della scuola, e si avvicinava al portone d'ingresso.
" Devo parlarti. Esci in cortile durante la pausa pranzo."
Era un messaggio breve, insignificante, ma James teneva stretto a sè il foglio,
ormai tutto spiegazzato, come se fosse il piùprezioso dei tesori. Sirius voleva
parlargli, e questo lo spaventava abbastanza. Forse, pensò, si vorrà
semplicemente scusare per il suo dannato scherzo. Ma poi c'era anche la
possibiltà che, lo scherzo potesse non essere semplicemente tale. Era quella la
sua vera paura.
Il cortile era illuminato dalla luce del mezzogiorno, e poiché tutti gli
studenti si trovavano a godersi il pranzo nella sala grande, non c'era nessuno
nei dintorni. Nessuno.
James si guardò intorno confuso, di Sirius non c'era traccia da nessuna parte.
Sentì la rabbia crescergli dentro, in modo quasi violento, al pensiero, che
quella fosse un'altra tattica del compagno per prendersi gioco di lui.
Prese a camminare lungo il lago di Hogwarts, con il biglietto ficcato in tasca
e l'aria assente. Poco distante da lì, si trovava l'unico punto d'ombra
decente, ovvero un grande albero dalla chioma folta. Lui, Sirius, Remus e Peter
si erano seduti tante volte lì sotto, alla fine delle lezioni. Visto che c'era
ancora un pò di tempo decise di aspettare al riparo del sole, che finisse la
pausa pranzo.
Era piacevole osservare il movimento costante delle acque di fronte a lui,
piacevole e rilassante, tanto che ad un certo punto, si sentì invaso da un
leggero torpore. Se poi finalmente, non fosse sopraggiunto Sirius Black, James
era sicuro che si sarebbe addormentato. Ma Sirius era lì, accanto a lui e gli
stava sorridendo. Se ne stava in piedi, con la mano destra poggiata al tronco
dell'albero, e gli occhi scuri fissi su James, intensi, com'erano sempre stati.
- Smettila di fare quella faccia da idiota...- Disse Sirius con un ghigno,
curvandosi verso l'amico e sedendosi di fianco a lui.
- E quale faccia dovrei fare, dimmelo tu! - Sparita la sorpresa era tornata la
rabbia. Se Black voleva divertirsi alle sue spalle, lui non glie l'averbbe
permesso ancora.
- Quella di ieri sera non era male. - Mormorò Sirius con aria maliziosa. James
gli avrebbe volentieri dato un pugno in faccia, ma si trattenne dal farlo,
prima avrebbe dovuto spiegargli un pò di cose. Sirius volse lo sguardo al lago
e James si spazientì perché il tempo a disposizione per parlare, ormai non era
più molto. - Senti...- Disse, facendo appello alla sua forza di volontà per
mantenere un tono di voce calmo - Senti, ti sei divertito? A prendermi in giro,
intendo... perchè se è così, io mi sono stancato... cosa volevi dirmi di così
importante da saltare il pranzo? -
Sirius non rispose subito. Posò lo sguardo sul compagno, era serio e deciso e
James si sentì stranamente a disagio.
- Ora quello che fa la faccia strana sei tu...-
- Io non voglio che tu lo prenda per uno scherzo.- Disse Sirius, avvicinandosi
a James che tentò di allontanarsi, ma dietro di lui c'era l'albero e non poteva
andare molto lontano. - Credi che io mi stia divertendo, ma non sai quanto ti
sbagli.-
I loro visi erano così vicini, che James poteva sentirne il calore e allora
rabbrividì. Quando Sirius si allontanò una sensazione di
freddo, come di un vento gelido lo prese di sorpresa. Davvero trovava piacevole
quel genere di cose?
- Se, per ipotesi, io avessi... come dire, delle tendenze particolari... tu
cosa ne penseresti?-
James lo osservò meravigliato, perché finita la domanda il volto dell'amico si
era tinto di un rosso vivo. Sirius non era riuscito ad evitare l'imbarazzo e
James ad evitare una piccola risata.
- Cosa ridi cretino...- Mormorò voltandosi di scatto, incrociando le braccia,
con la testa poggiata al tronco dell'albero.
- Andiamo Paddy, mi stai dicendo che sei gay!?- Esclamò James incredulo - Con
tutte le ragazze che ti corrono dietro!? Dio che spreco! -
- Oh, Senti, non è colpa mia se l'unico che mi interessa sei tu! - Lo disse
tutto d'un fiato e talmente di fretta che James non era sicuro nemmeno di
averle udite quelle parole.
- Che?-
- Ho detto...- Stavolta Sirius era talmente paonazzo che non ci sarebbe vista
la differenza tra la sua faccia e lo stendardo dei Grifondoro, tanto erano in
sintonia cromatica. - Che mi interessi, va bene?-
James lo fissò ammutolito per qualche secondo, poi disse: - Ehm... non è un pò
contro natura tutto ciò?- e Sirius sorrise, forse perché in fondo c'era ben
poco da controbattere. - Credo di si...-
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Sirius fissava le acque tranquille muoversi al soffio del vento, lente e
costanti. Solo per un attimo alzò lo sguardo oltre il lago, verso un punto
indefinito, aldilà degli alberi di pino che circondavano la muraglia della
scuola. A James sembrò cercare qualcosa, ma quel qualcosa non c'era. In effetti,
non era neanche sicuro che Sirius vedesse veramente ciò che gli stava di
fronte, perso chissà dove, nei suoi pensieri.
-Mi spiace- Mormorò alla fine, volgendosi verso James - Sul serio...-
- E di che?- Rispose. - Non hai fatto niente di male...-
Sirius scosse la testa, con la bocca mossa in un lieve sorriso, gli occhi
tradivano il dispiacere.
- Voglio dire, per aver tentato di sedurti a letto...-
James si sentì scaldare le guance, come se gli avessero versato dell'acqua
bollente in faccia. Si accorse che Sirius lo fissava,e gli venne spontaneo
abbassare lo sguardo sui lacci delle scarpe. - Non hai fatto niente...- Mormorò
con una voce quasi inesistente.
- Ma avrei voluto fare molto...- Ammise Sirius, poggiando la testa al tronco
dell'albero e guardando i rami del grande albero, confusi con il cielo. - Ma tu
non vuoi vero?-
Potter aveva la faccia rossa come d'altronde lo era pure quella di Sirius.
Avvicinò la mano al terreno e afferrò un ciuffo d'erba. Rimase così per un pò,
con le tempie che pulsavano come se avesse 40 di febbre, e forse, pensò, era
proprio così.
- Paddy...- Disse - Io...-
Ma Sirius non gli lasciò il tempo di dire niente. Si avvicinò in fretta e
afferrandolo saldamente per le spalle lo accostò al proprio viso. James cercò
di liberarsi da quella stretta, ma Sirius lo teneva con forza e non ci riuscì.
Dietro di lui, il tronco dell'albero gli impediva qualsiasi tentativo di fuga.
Era talmente vicino all'amico da sentire il battito del suo cuore, batteva
all'impazzata come il suo, e battè ancora più forte quando iniziò a baciarlo.
La lingua di Sirius gli sfiorò le labbra lentamente, e James non comprese più
niente. Sentiva solo il corpo caldo del compagno premere contro il suo, e poi
una folata gelida... una mano... dei bottoni che si slacciano piano...
- Lasciami...- Lo mormorò a mezza voce, e pareva un rantolo.
Black mollò la presa, come gli era stato detto di fare. James non aveva la
forza di muovere un muscolo stordito com'era, Sirius gli aveva lentamente
slacciato la camicia e adesso aveva freddo, rabbrividì appena, prima per l'aria
gelida e poi per le parole dell'amico.
- Voglio toccarti, posso?-
James ripensò al toccò sulle sue labbra come ad una cosa confusa, e provò una
sensazione molto simile alla voluttà, lo sapeva bene.
- No che non puoi...- Sentenziò con una decisione inverosimile - Io stò già con
Lili -
- Non lo saprà se non glie lo dici... e sta certo che da me non saprà niente.-
Rispose Sirius riaccostandosi a James. La mano che sfiorò lenta i capelli
spettinati di James, accarezzandogli le gote, ora gli si posò sul petto.
- Non sono una donna sai? E' inutile che tocc...- Lo derise James, che però non
poté continuare perché Sirius nel frattempo, si era avvicinato per baciargli il
collo e un brivido dopo l'altro mettevano a tacere le proteste. Neanche la fine
della pausa pranzo pose fine a quel dolce scambio di coccole, baci e carezze,
ma la paura di essere scoperto in effusioni particolari con il proprio compagno
di stanza, riportò James Potter alla lucidità.
- Se ci vedono?-
- Chi vuoi che ci veda? Sono tutti dentro ancora...-
- Appunto! Ancora! Se escono ci vedranno!-
Sirius si allontanò sbuffando appena.
- Hai vinto. Vorrà dire che continueremo stasera...-
James sussultò. Quella sera avrebbero dormito nella stessa stanza, come sempre,
ma questa volta era sicuro, sarebbe stato diverso.
- Io però...- Disse voltandosi dalla parte opposta a Sirius, per non doverlo
vedere in faccia - Io non posso lasciare, Lili... io le voglio bene e ad essere
sincero, non sono neanche sicuro che quello che sento adesso sia amore... o
un'altra cosa...-
- Cosa?-
- Non so... un'altra cosa!-
Sirius sorrise. Con le braccia circondò le spalle esili di James.
- Capisco... -
- Cos'è che capisci!?- Sbuffò James leggermente irritato.
- Che muori dalla voglia di farlo con me...- Disse sogghignando - Certo, deve
essere difficile avermi vicino e non potermi saltare addosso, capisco, capisco,
non
preoccuparti... sono bello, affascinante e virile, cosa si può chiedere di
più?- poi aggiunse - E invece no, tocca aspettare... a proposito James...sei
vergine, nn è vero?-
James arrossì. Prese il biglietto nella tasca dei pantaloni e lo gettò a terra,
proprio davanti a Sirius.
- Muoviti che le lezioni sono cominciate!-
Sirius lo vide correre via come un lampo, e sotto sotto sorrideva perché aveva
indovinato. Il cielo era nitido, senza una nuvola che potesse attentare a
quell'azzurro vivo eppure Sirius Black era preoccupato, quella sera sarebbe
stata la luna piena.