Nonostante l'ora il sole non accenna a scomparire dietro l'orizzonte. Sembra un grande occhio arancione che getta il suo sguardo sulla Terra, sovrastandola e inondandola con la sua luce. Impossibile non piegarsi a tanta magnificenza. Eppure lo sguardo della stella più luminosa di tutte incontra due occhi rossi come il sangue che con determinazione quasi sovrumana continuano a tenergli testa.
L'allenamento è finito da più di mezz'ora. Ne è sicuro, ormai i suoi ragazzi devono aver lasciato l'Istituto. Eppure non si decide e nemmeno il sole sembra riuscire ad accendere la scintilla.
Le braccia solitamente conserte scivolano lungo i fianchi accompagnate da un breve sospiro, mentre osa distogliere lo sguardo dalla sfera del sole per poi posarlo su quella che ha tra i piedi, bianca e nera, che aspetta solo di rotolare per il campo.
In quel momento non c'è nulla che vorrebbe di più che correre dietro a quel pallone, eppure c'è qualcosa che lo blocca.
Forse è il dubbio di non esserne più capace, forse è la paura di ricordare troppo profondamente, o forse è la consapevolezza che dietro alla siepe c'è la sua squadra che lo guarda incuriosita.
Un altro sospiro, lo sguardo torna a fissare il sole e un sorriso gli increspa le labbra.
Tutte scuse.
Sotto gli occhi increduli dei suoi giocatori si sfila giacca e cravatta abbandonandoli a bordo campo. Con rapida eleganza scioglie i capelli dorati e con scatto fulmineo sfreccia a centro campo palla al piede.
È tutto come sempre.
Sente solo il vento che invece di rallentarlo gli dà forza. Vede solo il campo, la porta e il pallone e dimentica le costose scarpe di vernice che probabilmente dopo saranno inutilizzabili.
L'unica cosa che sente di dover fare è correre. E in un attimo entra nell'area.
Non ha bisogno di pensarci. La palla scatta in alto e lui la raggiunge sulle ali di un angelo. Con la stessa sicurezza che ha dimostrato a terra si prepara a sferrare il suo colpo. Ed è in quel momento che riesce a sentire tutta la forza e la passione che questo sport gli trasmette. Riesce a percepirla dalla testa ai piedi.
Si sente estremamente potente eppure nelle sue vene non scorre nessuna sostanza, nessun Nettare degli Dei, solo quell'adrenalina che lo fa sentire davvero vivo e in quella frazione di secondo si chiede ancora come abbia potuto commettere un errore così grande.
God Knows.
La palla sfreccia nella porta deserta e dilata la rete fino a che qualche filo si spezza. Il colpo perde potenza e il pallone viene rigettato indietro tra i piedi di chi l'ha calciato.
Un altro sospiro, stavolta di sollievo: non è cambiato nulla. Si china per prendere il pallone ancora caldo. Sarebbe stato un goal perfetto.
Lancia un fugace sguardo verso la siepe e incontra gli occhi estasiati dei suoi ragazzi. Sorride e incurante delle gocce di sudore che gli scivolano lungo la schiena si dirige verso la panchina.
Angolo Autrice *.*
Non ho idea di che cosa mi sia passato per la testa! Fatto sta un bel giorno ho pensato
a quanto mi sarebbe piaciuto vedere Aphrodi/Byron ripetere il suo famoso tiro da adulto.
Questa è la mia (direi mediocre) versione dei fatti.
se ne avete voglia, fatemi sapere che ne pensate.
Kiara;)