Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Smeralda Elesar    31/10/2014    4 recensioni
Tutti voi ricordate il delirio causato dall'ingresso di Tom Hiddleston nei panni di Loki alla Comic Con del 2013. E se dietro quell'apparizione ci fosse stato di più che una performance teatrale?
//-Va bene. Tu sei Loki di Asgard. E… e perché sei qui?-
-La tua curiosità è inopportuna, Tom Hiddleston, e mi irrita almeno quanto il tuo scetticismo nei miei confronti. Nondimeno risponderò alla tua domanda-
[...]
-Tu vuoi andare sul palco al posto mio?-
-La tua sagacia mi sorprende. Esatto, è proprio quello che voglio-
Ok. Ok, una divinità nordica gli stava dicendo che era venuto apposta da un’altra dimensione per portargli via il suo pubblico //
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Incontri casuali ma non troppo'
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Desclaimer n°1: I personaggi non mi appartengono (Tom Hiddleston appartiene a se stesso e Loki appartiene alla Marvel) e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro (potessi lucrarci sarei ancora qui?).

 

Desclaimer n°2: tutti gli avvenimenti qui descritti sono di pura fantasia e frutto della mia mente bacata.

 

Comic Con 2013

 

 

Ci sono momenti in cui farsi venire voglia di un cappuccino e di una ciambella glassata è una pessima idea.

Per esempio quando sei Tom Hiddleston e sei vestito e truccato di tutto punto per impersonare Loki, il dio degli inganni e delle malefatte, tra meno di un ora.

Un’apparizione breve, ma da solo.

Niente Chris Hemsworth a dividere con lui la tensione del palcoscenico stavolta.

Forse era quello che gli aveva scatenato un bisogno incontrollato ed incontrollabile di zuccheri.

Tom sospirò.

Da un lato la sicurezza e la tranquillità del camerino, dove poteva starsene in pace e concentrarsi totalmente sulla recitazione, dall’altro… accidenti, le ciambelle del bar erano così buone!

 

*

 

La sua scappatella era andata benissimo: nessuno lo aveva riconosciuto!

Era stato scambiato per uno dei tanti cosplayer ed al bar aveva potuto fare incetta in tutta tranquillità.

Davanti al camerino spostò il sacchetto di carta sotto il braccio per liberarsi la mano ed aprire la porta, aprì la suddetta porta, sgusciò dentro pregando in silenzio di non trovare il suo agente imbufalito perché lui se l’era squagliata… e lanciò un grido che mai avrebbe pensato di poter emettere così acuto.

 

-Adesso è così che salutate gli ospiti su Midgard? Mi era sfuggita questa usanza-

 

Sulla poltroncina, seduto con le gambe elegantemente accavallate e con il suo copione in mano, c’era una perfetta copia di se stesso.

Loki di Asgard in tutto il suo fascino di capelli nero inchiostro, carnagione emaciata e vestiti di pelle.

Se non fosse stato che Loki di Asgard era un personaggio immaginario e non poteva oggettivamente e realmente trovarsi nel suo camerino.

Un cosplay particolarmente riuscito e con la fortuna di somigliargli in viso come un riflesso dello specchio?

E con la fortuna di somigliare a Loki nello spirito ironico?

Tom si chiese se fosse pericoloso, e se nel malaugurato caso di un’aggressione un bicchiere di cappuccino Starbucks ed un sacchetto di ciambelle sarebbero bastati come arma di difesa.

 

-Io… tu… chi sei?-

 

Gli chiese con la voce più calma che riusciva a fare.

 

-Domanda ingenua la tua. Dovresti sapere bene chi sono-

 

Lo sconosciuto (perché, andiamo, non poteva davvero essere Loki!) posò il copione sul tavolo e ci batté sopra due dita.

Nel frattempo che Tom guardava il copione lui si alzò e con una rapidità impressionante gli si parò davanti.

 

-Io sono Loki di Asgard, e sono colmo di gloriosi propositi-

 

Tom si sentì gelare: chiunque sapesse mettere tanta intenità in una sola frase a proposito di un personaggio immaginario non solo era pazzo, ma molto probabilmente era anche pericoloso.

Cercò dietro di se la maniglia per precipitarsi in corridoio e poi scappare a gambe levate.

 

-Non pensare di andartene, Thomas William Hiddleston-

 

Beccato!

E congelato sul posto da un modo di pronunciare il suo nome che non aveva mai sentito in vita sua.

Era come se, pronunciando il suo nome completo, quello strano tizio avesse qualche potere su di lui.

Cosa che era impossibile.

Tutta via Tom posò il sacchetto ed il bicchiere e rimase fermo in attesa di qualcosa.

Un ordine?

Il presunto Loki lo osservò con un sorrisetto compiaciuto, poi si allontanò un po’ da lui come per osservarlo meglio.

 

-Tu non credi che io sia chi dico di essere, non è vero?-

 

Si muoveva nella stanza a passi lunghi e lenti, con le mani dietro la schiena e lo sguardo fisso su di lui, in un atteggiamento che Tom aveva dato spesso al suo Loki e che gli fece provare una punta di invidia a vedere qualcuno che lo imitava così alla perfezione e senza nessuno sforzo.

Sembrava quasi il suo naturale modo di muoversi.

 

-Che cosa sono per te, Tom Hiddleston? Una persona reale? O uno scherzo della tua mente affaticata? Rispondimi-

 

Di nuovo quell’autorità che non aveva mai sentito e che costringeva ad obbedire.

 

-Una persona reale-

 

-Una persona come te, quindi. Bene, ti darò la prova che non è così-

 

Pochi movimenti eleganti delle mani e dal nulla apparve Chris Hemsworth con il costume di Thor, con tanto di martello e di mantello rosso svolazzante.

“Ok, è un ologramma… nient’altro che un ologramma. Mi stanno facendo uno scherzo, questo è sicuro!”

In quel momento Chris fece la faccia feroce di quando Thor era incavolato con qualche nemico e si preparò a lanciare Mjollnir.

Contro di lui!

Tom emise il suo secondo urletto isterico della giornata e per riflesso alzò il braccio per parare il colpo.

Dannazione, perché non aveva mai pensato a fare testamento? Perché non aveva mai raccontato a Emma che era stato lui a nasconderle la maglietta dei Korn? Perché accidenti non aveva chiamato aiuto invece di stare ad ascoltare quel pazzo che vaneggiava?!

Non successe niente.

Almeno niente di doloroso.

Al momento dell’impatto sentì solo un vago calore all’avambraccio, come se si fosse accostato al fuoco di un camino, ed attraverso le palpebre serrate scorse una luce verde.

Proprio come quando le illusioni di Loki scomparivano.

Quando riaprì gli occhi non c’era traccia del martello né di Thor, c’era solo… quel tizio… che aveva l’aria di starsi divertendo un mondo.

Questo irritò Tom, per quanto un perfetto gentleman inglese potesse irritarsi senza perdere il suo contegno.

 

-Ascoltami adesso, io non so chi tu sia, ma…-

 

Lui non lo lasciò parlare: altri movimenti e l’Agente Clint Burton degli Avengers si materializzò nella stanza.

Con l’arco teso ed una delle sue frecce “speciali” puntata su di lui.

 

-No!-

 

La freccia si conficcò esattamente nello sterno.

O meglio, scompariva man mano che entrava in contatto con il suo corpo dando l’illusione che fosse conficcata nel suo petto, mentre in realtà Tom non avvertiva alcun dolore, solo di nuovo quella sensazione di caldo.

 

-Oh, mio Dio-

 

Esalò alla fine quando la freccia fu scomparsa.

L’altro sorrise compiaciuto.

 

-Sì, credo che sia l’espressione appropriata-

 

Un agile gesto della mano ed il Falco si trasformò in un'altra copia di Loki (la terza in quella stanza… cominciavano ad essere troppe!) con in mano lo scettro di Thanos.

Loki avanzò verso di lui.

Tom seppe cosa avrebbe fatto un secondo prima che accadesse.

Stavolta stranamente non ebbe paura, neanche quando l’immagine di Loki gli posò la punta della lama sul petto, invece lo fissò negli occhi e scandì insieme a lui.

 

-Tu hai cuore-

 

Il Loki di fronte a lui e l’altro sorrisero insieme.

Tom invece aveva la pelle d’oca.

 

-A questo punto credo che tu ti sia convinto-

 

L’illusione di fronte a lui scomparve e rimase solo quello che, Tom ormai ne era certo, era il vero Loki.

Accidenti! Loki di Asgard! Loki nel suo camerino! Loki, il dio degli inganni!

Loki che, mentre lui cadeva a terra svenuto, diceva con un tono di vaga curiosità “Oh cielo… sei morto?”.

 

**

 

Quando si svegliò era sul pavimento.

La sua mente doveva avergli giocato un brutto scherzo: addirittura si era immaginato che Loki fosse diventato reale e che fosse nel camerino insieme a lui!

 

-Se ti stai riprendendo vedi di farlo in fretta: il tempo a mia disposizione non è molto e non vorrei sprecarlo-

 

Quella voce lo fece trasalire e scattare a sedere immediatamente.

 

-Ma allora tu sei reale!-

 

Loki seduto sulla poltroncina annuì con solennità.

 

-Lo sono-

 

Tom, ancora seduto sul pavimento, si coprì il viso con le mani.

Ok. Ok... Ok… Occheccavolo!

Decise di alzarsi perché, per quanto lui fosse solo un misero mortale, ci teneva a mantenere un minimo di decoro.

 

-Va bene. Tu sei Loki di Asgard. E… e perché sei qui?-

 

-La tua curiosità è inopportuna, Tom Hiddleston, e mi irrita almeno quanto il tuo scetticismo nei miei confronti. Nondimeno risponderò alla tua domanda-

 

Loki si alzò e si mise accanto a lui.

 

-Guarda-

 

Con una mano lo afferrò dalla spalla e lo costrinse a girarsi, mentre con l’altra indicò lo specchio.

 

-Mi vedi, Tom Hiddleston? Ci vedi?-

 

Tom non sapeva se essere più impensierito dalla mano di Loki che gli stringeva la spalla, dal fatto che nello specchio ci fossero due Loki (uno con l’aria spaesata e l’altro con l’aria esaltata) oppure dallo sguardo che Loki gli indirizzò subito dopo.

 

-Mi hanno chiamato. Ci sono tante persone, tutte nella stessa sala, che stanno aspettando me. Sanno che sarai tu, ma aspettano di vedere me. Capisci adesso? Oh, che cosa può fare il potere della mente umana! Mi hanno alla stesso tempo creato e chiamato. Centinaia di persone, forse di più, che aspettano per vedermi anche solo per pochi minuti. Capisci cosa significa per me? Essere amato, adorato, desiderato a tal punto da diventare reale e  riuscire  a squarciare il velo tra la realtà ed il limbo dell’immaginazione? E adesso, Tom Hiddleston, capisci anche perché sono qui?-

 

Eh, sì! Non gli piaceva, ma l’unica motivazione possibile dopo il discorsetto di Loki gli sembrava…

 

-Tu vuoi andare sul palco al posto mio?-

 

-La tua sagacia mi sorprende. Esatto, è proprio quello che voglio-

 

Ok. Ok, una divinità nordica gli stava dicendo che era venuto apposta da un’altra dimensione per portargli via il suo pubblico.

E lui, debole terrestre, che poteva fare per contrastare la volontà di un dio?

Un dio particolarmente suscettibile, per la precisione.

Poteva solo battersi con la forza della disperazione e vendere cara la pelle.

“Imitate l’azione della tigre: irrigidite i muscoli e chiamate a raccolta tutto il vostro coraggio… trattene te il fiato e tendete le vostre forze al massimo… Dio è con Enrico, l’Inghilterra e San Giorgio!”

 

-No, non puoi farlo-

 

Gli disse deciso.

Se ne pentì immediatamente perché Loki lo fissò con uno sguardo che gli fece restringere lo stomaco alle dimensioni di una nocciolina.

Accidenti, non era come nei film! Lui si era rivisto e mai aveva avuto un’espressione così omicida!

 

-Non posso? Io. Non. Posso?!-

 

La mano che fino a quel momento era rimasta sulla sua spalla all’improvviso era stretta alla sua mascella.

Come Loki aveva afferrato Ironman prima di… bè… prima di lanciarlo da una finestra!

Niente panico: lì non c’erano finestre.

Però c’erano solide pareti di cemento contro cui era poco consigliabile schiantarsi.

 

-Io sono un dio, creatura ottusa!-

 

Nel film dopo quella battuta Loki veniva pestato da Hulk.

Ma lui non era Hulk! Lui era solo Tom Hiddleston, un attore!

Un attore molto spaventato, in quel momento.

Almeno Loki decise di lasciarlo andare.

 

-Mi deludi molto. Credevo che tu fossi almeno un po’ diverso da loro-

 

Ora lo guardava con il più assoluto disprezzo, cosa che fece sentire Tom terribilmente a disagio.

 

-Che cosa intendi dire?-

 

Loki fissò lo sguardo su qualcosa di lontano, qualcosa che lui, misero umano, non poteva neanche concepire.

“Tipico di Loki: non guardarmi direttamente è il suo modo di fare sentire inferiore me mentre in realtà nasconde la sua fragilità”

Pensò Tom.

Lo sapeva bene: era lui stesso con la su recitazione che aveva fatto in modo che fosse così.

 

-Io credevo che tu avresti capito. Credevo che saresti stato in grado di riconoscere il momento in cui devi restituire un favore-

 

“Un favore? Io ho crediti con il dio degli inganni?”

 

Visto che lui non rispondeva Loki continuò.

 

-Non capisci neanche di cosa sto parlando, non è vero? Allora te lo spiegherò io-

 

-Tutto ciò che sei, Thomas William Hiddleston, tu lo devi a me. Lo sai, non è vero? Tu devi tutto al malvagio dall’animo fragile che ti è piaciuto tanto interpretare. L’affetto di tutte quelle persone là fuori, la simpatia che hanno per te, lo devi ad ogni volta che io sono stato sconfitto, che sono arrivato ad un respiro dalla vittoria per poi essere buttato giù senza pietà. Lo devi ad ogni volta che ho dovuto piangere o soffrire. Te ne rendi conto? Quindi, adesso…-

 

Loki gli si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio da lui.

 

-Adesso, di lasciarmi andare là fuori da loro, è una cosa che mi devi-

 

Tom rimase in silenzio.

Ora si sentiva il più spregevole egoista sulla faccia della terra.

Era vero, lui doveva molto a Loki;  magari non proprio tutto come al dio piaceva sottolineare, ma una buona metà sì (l’altra metà la doveva agli anni di accademia di recitazione).

E adesso Loki gli chiedeva di poter uscire allo scoperto per pochi minuti a prendersi la sua parte di applausi e di affetto del pubblico, invece che le solite mazzate da copione.

In fondo non è che avesse torto.

E qualcosa gli diceva che Loki in qualche modo avesse bisogno del suo permesso, altrimenti se avesse potuto andare da solo lo avrebbe già fatto.

Insomma, quanto ci avrebbe messo un dio ad immobilizzarlo, rinchiuderlo in uno sgabuzzino e poi andare a fare quello che gli pareva, invece di stare a spiegare le sue ragioni a lui?

 

-Hai ragione, non avevo capito-

 

Si trattenne dall’aggiungere “scusami” perché lo sapeva che Loki non avrebbe mai concesso il suo perdono a qualcuno, quindi era inutile fare quella figura patetica.

Lo guardò negli occhi.

Loki aspettava.

Aveva un’espressione seria, dura, ancora offesa, ma Tom sapeva vedere piccoli dettagli.

Il respiro rapido e nervoso. Gli occhi che dicevano “Ti prego!”.

Si passò una mano sul viso.

 

-Va bene, vai. Ma promettimi che… che non farai nessun danno. Intendo dire niente conquiste, niente eserciti di mostri che invadono la sala… niente di tutto ciò-

 

In caso contrario come avrebbe giustificato la cosa? Centinaia di Chitauri che sbucano dal nulla…? Li poteva fare passare per comparse?

Loki lo guardò divertito.

 

-Tu stai chiedendo una promessa al “dio degli inganni”?-

 

Per fortuna Tom sapeva cosa doveva tentare.

 

-Io sto chiedendo una promessa al principe di Asgard-

 

Loki sembrò trattenere il respiro per un attimo.

 

-Sei insolente, midgardiano, ma per tua fortuna oggi non sono incline alla vendetta-

 

“Sì, certo”

 

-Prometti-

 

Insistette ancora Tom come se stesse parlando ad un bambino pestifero.

Loki sbuffò.

Un atteggiamento infantile e capriccioso da primadonna oltraggiata che Tom adorava fare indossare a Loki in alcuni momenti fuori dalle riprese.

 

-Va bene, prometto che non farò nulla che potrebbe far intervenire quel branco di pagliacci mascherati che si fanno chiamare “Vendicatori”. Vendicatori di che cosa poi? Ed il nome ti sembra appropriato? Non ti sembra una pericolosa incitazione alla violenza?-

 

“Oh, no! Non devo farmi coinvolgere in una discussione su problemi etici o morali proprio da Loki! Farebbe a pezzi me e le mie convinzioni”

 

-Hum… forse sono domande troppo difficili per te, ed in ogni caso non avrei il tempo di stare ad ascoltare le tue risposte. Scusa, ma devo andare-

 

Loki era già sulla porta quando Tom si riscosse e lo trattenne.

 

-Aspetta!-

 

-Santo cielo, che c’è ancora?!-

 

Scattò Loki.

Tom si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere.

“Non fargli capire che pensi che sia buffo quando ha questi momenti di nervi!”

 

-Io… ecco, io… posso venire a vederti?-

 

Loki lo squadrò dall’alto in basso.

 

-Hai troppe pretese, lo sai, midgardiano?-

 

“Io ho troppe pretese, certo. E tu non sei sensibile all’adulazione, giusto? Non ti importa di avere un altro fan, non è vero?”

Si guardò molto bene dal dirlo a voce alta.

Però, visto che sapeva benissimo che il punto debole di Loki era la vanità, poteva sfruttarlo.

Fece la sua espressione più supplichevole mentre gli diceva -Per favore… non lo faccio per controllarti, voglio davvero vederti sul palco-

 

Appena ebbe finito si accorse che era vero: lui voleva essere in platea per Loki, magari per applaudirlo insieme agli altri e fare il tifo per lui.

 

-E va bene, te lo concedo-

 

Le lusinghe allora funzionavano!

 

-Ma c’è qualcosa da cambiare. Vieni qui-

 

Loki gli passò le mani sul viso e tra i capelli.

Lo stava rimodellando in modo che nessuno si accorgesse che Tom Hidddleston non era sotto i riflettori dove avrebbe dovuto stare.

 

-Bene, così può andare. E togliti i miei vestiti. Adesso, con il tuo permesso, Tom Hiddleston, c’è un pubblico che mi sta aspettando-

 

***

 

Starsene seduto nelle ultime file a guardare se stesso recitare era un’esperienza surreale di cui i suoi nervi avrebbero certamente risentito a lungo.

Eppure, nonostante la stranezza della situazione, Tom non era affatto pentito della sua scelta.

Quando la voce di Loki si era levata nel buio lui aveva avuto un momento di vertigine a sentire le sue battute recitate alla perfezione.

E la folla che acclamava.

Quando Loki era apparso sul palco in sala era scoppiato il delirio, ed era stato un momento che Tom aveva temuto perché… bè… era possibile che il dio degli inganni ipnotizzasse tante persone in una sola volta?

Ma poi la maschera truce di Loki si era dissolta: accolto da grida di incitamento come se lui fosse davvero un dio sceso in terra (ok, tecnicamente lo era, ma… meglio lasciar perdere) e al centro di tanta attenzione, osannato, adulato, amato… Loki aveva sorriso.

Un sorriso diverso dal solito, di chi una volta tanto è esattamente dove vorrebbe essere e soddisfatto di se stesso.

Per Tom era stato commovente vedere il dio degli inganni felice.

Non c’era più nulla di minaccioso in lui, anzi dagli occhi che brillavano e dal sorriso che gli sfuggiva sempre più spesso sembrava che si stesse divertendo come un bambino.

Tom pensò che tutti nella vita avrebbero dovuto sentirsi così almeno una volta.

“Vai, Loki: goditi il tuo momento. Per me ce ne saranno altri, ma ora è tutto per te”.

 

-In ginocchio-

 

Ed uno spettatore delle prime file si prostrò davvero!

Voi bramate di essere asserviti.

Forse non era tanto sbagliato.

E una volta che tutti quegli umani si erano consegnati a lui di loro spontanea volontà, Loki non perse tempo a far valere il suo carisma.

 

-Shh…-

 

La folla urlante si era zittita ad un suo cenno e pendeva dalle sue labbra completamente soggiogata.

Tom si chiese con una punta di invidia se lui sarebbe stato capace di fare altrettanto.

E poi Loki parlò.

Prima battute prese da “The Avengers” , poi altre scritte apposta per l’occasione.

Loki parlava e la sua voce incantava, promettendo spazi infiniti e mondi meravigliosi, regalando a tutti lì dentro la meravigliosa illusione di essere parte di una grande avventura che balzava fuori dallo schermo e veniva a chiamarli uno per uno.

Tom si trovò a pensare che gli umani provavano sicuramente affetto per Loki, ma che Loki a sua volta non doveva essere da meno.

I midgardiani lo stavano facendo sentire amato senza che lui dovesse lottare per attirare la loro attenzione, e lui stava ricambiando a modo suo, cioè donando tutto se stesso alla platea.

Si lasciava ammirare e creava per loro la più bella delle illusioni, a cui loro stessi, senza saperlo, avevano dato vita.

 

-Dite il mio nome-

 

Un boato scosse la sala.

LOKI.

Una, due, tre volte.

E anche Tom si trovò a gridare.

 

-Sembra che io abbia un esercito-

 

“No! Già l’ultima battuta?”

 

Ebbene sì: dopo quella Loki scomparve dietro le quinte.

 

****

 

Tom rientrò in camerino appena dopo la fine dell’esibizione.

Il cappuccino sarebbe stato ormai imbevibile, ma se non altro aveva ancora le ciambelle.

Non si aspettava certo che rientrando avrebbe trovato ancora Loki e neanche si aspettava che sarebbe stato felice di rivederlo.

 

-Ehi! Sei stato grande! Hai visto come si sono scatenati per te?!-

 

Forse considerato che era al cospetto di un dio sarebbe stato meglio qualcosa del tipo “Mio signore, mi congratulo per l’entusiasmo che la vostra apparizione ha saputo suscitare” ma chi se ne importava a quel punto!

Loki accolse le sue congratulazioni annuendo appena con un gesto pieno di sussiego, come se tutto quel tripudio di applausi fosse un tributo appena appena passabile per la sua divina grandezza.

 

-Ho dato loro quello che volevano così disperatamente: un dio da adorare-

 

E intanto i suoi occhi ancora brillavano.

Tom ebbe all’improvviso una gran voglia di agguantargli la testa sotto il braccio e di strofinargli i capelli con le nocche fino a rovinargli completamente la pettinatura.

No, no, no… brutta idea!

 

-Allora? Ti sei divertito?-

 

Gli chiese per punzecchiarlo un po’.

Non poteva lasciare andare Loki senza avergli strappato almeno una cosa sincera!

 

-Devo ammettere che è stato un piacevole diversivo-

 

Concesse Loki.

 

-E…?-

 

-E cosa?-

 

-E dai, dimmelo!-

 

Sbuffò Tom un po’ imbronciato.

Cominciava ad essere d’accordo con la battuta secondo cui Loki aveva un atteggiamento da diva.

 

-Io non ho proprio niente da dirti-

 

Tom incrociò le braccia sul petto e fissò lo sguardo su Loki.

 

-Ah, no? E allora perché hai aspettato che tornassi?-

 

Lui si mosse a disagio.

 

-Bè… forse…-

 

“E dai, dillo! Lo sai che resterà una cosa tra noi!”

 

-Ti ringrazio, Tom Hiddleston-

 

Borbottò Loki palesemente controvoglia.

Evidentemente ringraziarlo era un’altra cosa che era tenuto a fare ma che non gli piaceva per niente, come prima aver dovuto chiedere il suo permesso per salire sul palco.

Tom lo capiva in un certo senso: Loki non si piegava davanti a nessuno e doveva dargli molto fastidio ringraziare un mortale.

Non voleva rendergli le cose difficili né tantomeno rovinare il loro primo (e probabilmente unico) incontro.

Si portò un pugno chiuso al petto e si inchinò.

 

-Per me è stato un onore, Loki di Asgard-

 

Loki sembrò sorpreso dal suo gesto.

Forse credeva che quel mortale, avendo capito di avere potere su di lui per alcune cose ne avrebbe approfittato.

Accolse l’inchino come aveva fatto con le congratulazioni di poco prima, però non gli rispose.

“Certo, si sentirebbe a disagio se mi bersagliasse con qualche battuta proprio ora che siamo solo io e lui e che ho dato un altro po’ di carica alla sua autostima”

 

-Temo che adesso dovremo salutarci, Tom Hiddleston. Ma prima di andare ho un ultimo favore da chiederti-

 

-Se posso…-

 

Loki esitò imbarazzato.

 

-Ecco… hem… tu una volta hai detto che io avrei bisogno di… di un… abbraccio. Potresti…? Senza poi andare a raccontarlo a nessuno ovviamente-

 

Tom sentì distintamente il suo cuore perdere un colpo.

Aspettaspettaspetta?! Loki gli stava chiedendo di abbracciarlo?!

In gola gli si formò un nodo di emozione che dovette mandare giù a forza.

 

-Ma… ma certo…voglio dire, nessun problema… sicuro che posso-

 

Allora Loki annuì, chiuse gli occhi e rimase ad aspettarlo teso.

Sembrava un bambino che aspetta una puntura.

 

“Va bene, sarà una cosa rapida ed indolore… e meno imbarazzante possibile”

 

Coprì la distanza che li separava, chiuse gli occhi anche lui e si buttò.

Letteralmente…

Non incontrò il corpo di Loki, e ormai che si era sbilanciato in avanti non riuscì a riprendere l’equilibrio e finì per terra.

Quando si voltò l’immagine di Loki stava scomparendo lentamente divorata dalla luce verde, lasciandolo solo con una smorfia maliziosa e l’ultima eco della sua risata nella stanza.

Tom si passò una mano sul viso e scosse la testa.

 

-Avrei dovuto aspettarmelo. Loki’d, non è vero?-

 

Eppure non era per niente offeso con il dio per quello scherzo, anzi non poté fare a meno di ridere anche lui.

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Cantuccio dell’Autore

 

E va bene, va bene! Alla fine l’ho fatto!

Io in linea di principio sono tremendamente contraria alle fiction su persone reali (attori, cantanti e altro) perché è gente che io non conosco e non conoscerò mai personalmente, e pensare di poter sapere cosa farebbe/penserebbe la persona in questione mi pare una cosa terribilmente presuntuosa.

Ma si tratta di Loki. E di Tom. E l’idea che si incontrino mi affascina tanto.

La prima fanfiction che ho letto a questo proposito è “Loki just needs a hug” (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2224874&i=1 ) di Tamar10 e gliene rendo merito

Per chi ancora non conoscesse a memoria l’apparizione di Tom Hiddleston al Comic Con 2013 qui c’è il link: https://www.youtube.com/watch?v=JP3BtddgOt0

E niente, spero che vi sia piaciuta.

 

                                                                               Makoto

   
 
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