Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sa_hp    31/10/2014    7 recensioni
Hermione Jane Granger, diciotto anni, nata e vissuta a Londra. Studentessa modello di una delle scuole più prestigiose dell’Inghilterra. Aveva una vita abbastanza tranquilla, fino a quando sei mesi prima suo padre non era tornato a casa con una “grande notizia”: era stato promosso e trasferito in America. E così ora Hermione si trovava a chilometri di distanza da quella che per diciotto anni era stata la sua casa, in un paese di cui conosceva a malapena il nome...
"Aveva impressi nella mente tre particolari di quel pomeriggio: capelli rossi, occhi azzurri e un sorriso da paura. E ancora non sapeva che quei capelli, quegli occhi e quel sorriso, di lì a poco avrebbero segnato la sua rovina!"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hey honey you could be my drug
You could be my new prescription
Too much could be an overdose
All this trash talk make me itching

Neon trees – Everybody talks
 
La Sala Grande: di certo non il luogo perfetto per una ripetizione dell’ultimo minuto. Con i suoi enormi quattro tavoli strapieni di adolescenti di tutte le età che vivevano quel momento della giornata come se subito dopo dovesse finire il mondo, era quasi impossibile intrattenere una conversazione senza dover alzare la voce.
Quel giorno, poi, la Sala era particolarmente chiassosa. Eppure il tintinnamento di posate, piatti e bicchieri, le chiacchiere degli studenti, le canzoni improvvisate per divertimento e le risate sguaiate erano all’ordine del giorno a mensa.
Tra tutto quel putiferio, Ginny non aveva avuto una buona idea decidendo di ripassare algebra per la verifica a cui il professor Vitious avrebbe sottoposto la sua classe poco dopo.
- Io non ci capisco niente! – sbuffò. - Perché non può essere semplice come …come… - si interruppe, alla ricerca di un paragone adatto.
- Andare a canestro? – propose Ron, intento a ingozzarsi come al solito.
- Non era quello che intendevo dire, scemo. – lo riprese sua sorella.
- Avanti Ginny, l’algebra può essere divertente. – cercò di rimediare Hermione, che notò l’amica dopo averla fulminata con lo sguardo, quel giorno era particolarmente vicina a suo fratello. Molto molto vicina.
- Tu trovi tutto semplice Hermione, quando si tratta di scuola. – precisò.
Ron rise.
- Oh no, dovresti vederla cercare di lanciare una palla in un canestro. Mai vista una persona più negata per il basket, o meglio per lo sport in generale. – disse prendendola in giro.
- E tu come fai a sapere che Hermione è completamente negata per lo sport? Se non sbaglio non hai mai avuto modo di vederla su un campo da basket. – si intromise Harry, mandando in palla il cervello grande quanto una noce di Ron.
Miseriaccia, non avrebbe dovuto dire quella cosa! Ora non poteva certo spiegare ai suoi due amici che da qualche settimana a questa parte lui ed Hermione si stavano frequentando e che in uno dei loro pomeriggi insieme aveva potuto constatare, con molto imbarazzo della ragazza, che la sua fidanzata era completamente negata in qualsiasi attività che prevedeva il lancio di una palla o l’uso di qualche altro muscolo che non fosse il cervello. Ma lui era innamorato anche per questo.
- Infatti non lo so per certo. La mia era una semplice ipotesi. – cercò di rimediare.
- Tu ipotizzi un po’ troppo. E a proposito di ipotesi, ne ho formulate moltissime sul motivo per cui ogni pomeriggio esci di casa e a volte non torni nemmeno all’ora di cena. – gli disse Ginny.
- E da quando uscire il pomeriggio è diventato un reato sorellina? – si difese Ron, iniziando a riscaldarsi.
- Beh, da quando so per certo che non passi i pomeriggi con Harry. Perciò le opzioni sono due: o ti vedi ancora con quell’oca di lavanda, oppure ci stai nascondendo qualcosa, fratellino. – concluse, agitando la forchetta che, inevitabilmente cadde con un tintinnio sul pavimento.
Si chinò sotto il tavolo per raccoglierla e ai suoi occhi attenti non sfuggì il movimento brusco con cui Hermione e  suo fratello si erano allontanati improvvisamente l’uno dall’altra. Alzatasi rivolse loro uno sguardo interrogativo, vedendoli più distanti; sguardo che entrambi volutamente ignorarono.
La campanella le riportò alla mente il suo compito di algebra.
- Io vado. Ci vediamo dopo! – disse, raccogliendo le sue cose e correndo verso le porte della sala grande.
- Buona fortuna! – le urlò Harry.
- Sarebbe meglio che anche noi ci incamminassimo verso la classe. – avvisò Hermione, prendendo il suo zaino.
- Ragazzi! – li richiamò Seamus con al seguito Dean, entrambi affannati per la corsa. – la McGranitt ci ha appena avvisato che Lupin non c’è e quindi la lezione di inglese è saltata. Ci si vede in giro. – salutò, per poi tornare da dove era venuto.
- Grandioso! – esultarono i due ragazzi, dandosi il cinque sotto gli occhi di una scocciata Hermione.
- Dato che abbiamo un’ora libera ne approfitto per andare in biblioteca. A dopo ragazzi. – li salutò.
- Ron, che ne dici di andare in campo? ci alleniamo un po’ e chiacchieriamo come ai vecchi tempi. – propose Harry.
- È  un’idea meravigliosa. – accettò. – Tu però va avanti, io devo un attimo andare in bagno. – disse allontanandosi, senza nemmeno degnarsi di guardarlo.
 ***
Tra tutte le aule e i luoghi di Hogwarts, la biblioteca era quello che Hermione preferiva in assoluto. Era così grande da poter fare invidia a quella di Londra, che lei naturalmente conosceva nei più minimi dettagli. Da quando aveva messo piede nella nuova scuola, il suo obiettivo era diventato esplorare ogni singolo scaffale di quell’enorme stanza zeppa di avvincenti, sconosciuti e misteriosi libri.
Per questo motivo aveva deciso di approfittare di quell’ora libera per dare inizio alla sua esplorazione della biblioteca di Hogwarts, e si stava dirigendo felice verso la sua meta. La sua sorpresa fu quindi grande quando si sentì afferrare per un braccio nel bel mezzo del corridoio da qualcuno che molto probabilmente sarebbe dovuto essere in classe.
- Ma sei scemo?! – urlò quando le labbra che avevano coperto repentinamente le sue si furono allontanate.
- Shh. – la ammonì. – Se continui ad urlare ci sentiranno. – disse, seppellendo il viso tra i capelli della ragazza.
Erano in un corridoio secondario e non c’era nessun altro oltre a loro due. Ma se Hermione avesse alzato di nuovo la voce sicuramente sarebbe accorso qualcuno a controllare.
- Beh, se non volevi farmi urlare avresti dovuto avvisarmi o almeno evitare di farmi prendere un colpo! – rimproverò il ragazzo di fronte a lei.
- Quanto la fai lunga Hermione. – sbuffò quello, spingendo la ragazza verso il muro alle sue spalle.
- Che… che stai… facendo? – sussurrò allarmata, continuamente interrotta da quelle labbra che non si decidevano a smettere di coprire le sue.
- Ti bacio, non è evidente? – rispose divertito.
Hermione lo colpì alla spalla.
- Sei un cretino Ron! – terminò, prima di circondargli il collo con le braccia e dargli finalmente il bacio che stava tanto bramando.
Si staccarono affannati e Ron poggiò la sua fronte su quella della ragazza.
- L’ho già detto che non sopporto il fatto di non poterti baciare quando voglio, dove voglio, come voglio?
- Si, un centinaio di volte. Non pensi sia arrivato il momento di uscire allo scoperto? Non facciamo mica niente di male! – argomentò Hermione.
- Ci stava giusto pensando ieri. Poi Lavanda si è seduta accanto a me e per poco non mi saltava addosso. – a quelle parole la ragazza si irrigidì. – Non preoccuparti, sono riuscito a mandarla via. – la tranquillizzò.
- Sai che non potremo continuare così per molto, vero? Soprattutto se tu non riesci nemmeno a controllarti. – rise, riferendosi a quello che aveva fatto poco fa.
- Ehi, la colpa è anche tua!
- Mia? Ma se non ho fatto niente?
- Ah no? Se tu non fossi così… così…
- Così come?
- Così tremendamente Hermione, ecco. Se tu non fossi Hermione non lo farei sicuro. – concluse convinto, facendola ridere e provare un pizzico di orgoglio.
- In ogni caso, oggi Ginny ci ha quasi scoperti a pranzo. E pensare che ci stavamo solo tenendo per mano. Ci comportiamo come se stessimo complottando un attacco governativo o qualcosa del genere. – precisò.
- Oh miseriaccia, mi hai scoperto! – disse Ron, fingendosi spaventato. – In realtà il mio piano era attaccare la casa bianca e prendere il post del presidente e tu sei solo una copertura. Mi volevo servire della tua infinita intelligenza per attuare il mio piano malvagio e così poter… - continuò, fino a quando le sue parole non furono catturate da un altro bacio di Hermione, convinta che quella farsa fosse già durata troppo.
- Ehm…cosa stavo dicendo? – domandò confuso il ragazzo, ancora sotto shock per quell’improvvisa interruzione.
- Ora devo andare Ron, e faresti meglio a raggiungere Harry prima che anche lui si insospettisca. – suggerì.
- Geniale. Come sempre. Ci vediamo dopo! – la salutò, dandola un piccolo bacio sul naso.
 ***
- Ehi Ginny! Allora, la verifica?
- Sai Hermione, l’algebra a volte non è così male. Il professor Vitious non ci ha messo sotto pressione e credo di aver fatto un buon lavoro. – disse soddisfatta.
- Sapevo che ce l’avresti fatta! – esultò Harry . – Dopotutto sei la ragazza più intelligente di Hogwarts.
- Ehi, - protestò Ron. – Anche la mia rag…Hermione è intelligente. Anzi più di Ginny se vogliamo dirla tutta. – si corresse all’ultimo.
- Ron, smettila. Tanto i compiti non te li faccio copiare comunque. – lo rimproverò la ragazza in questione, facendo ridere gli altri due.
- Ron, hai parlato dell’invito di mamma? – chiese sua sorella.
- Miseriaccia, mi ero dimenticato. Harry, Hermione, siete ufficialmente invitati questo sabato a cena alla Tana. – dichiarò.
- Davvero? – esultò Harry. – Siano benedetti i pranzi e le cene di Molly!
- Hermione, perché non ti fermi a dormire da noi dopo? Nella mia stanza c’è abbastanza spazio.
- Se tu inviti lei, io invito Harry. – intervenne Ron.
- Fa quello che ti pare, per me puoi invitare chiunque.
- È così eh? Mi sostituiresti con chiunque? – si finse offeso il ragazzo, iniziando a rincorrere Ginny che scappava divertita.
- Ma guardali, sono proprio due bambini. – rise Hermione.
- Si, ma quella è pur sempre mia sorella e Harry farebbe meglio a togliere la sua mano da lì.
- Ron, dacci un taglio ok?
Il ragazzo sbuffò.
- Hermione. – sussurrò dopo un po’. – Me li fai copiare i compiti?
- Vedremo. – sorrise, avviandosi verso il bus.
 
 
Sono passati più di due mesi dall’ultima volta che ho pubblicato un capitolo di questa storia. due mesi belli pieni in realtà, ma credo che non vi interessi, quindi passiamo avanti.
 Non ero per niente convinta di continuare la storia, ma odio lasciare le cose a metà e quindi dopo molto molto tempo mi sono decisa a scrivere questo capitolo che è stato veramente un parto abbastanza travagliato.
Mi scuso per il ritardo e spero che ci sia ancora qualcuno disposto a leggere e magari a farmi sapere se la storia debba essere continuata o meno. Io mi impegnerò ad aggiornare più regolarmente e più in fretta.
Spero di risentirvi presto, Sa :)
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sa_hp