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Autore: bacionero    31/10/2014    7 recensioni
Candice si ritrova ad abitare nuovamente a villa Andrew. E' lontana da anni dal suo Terry ma qualcosa potrebbe riavvicinarli...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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une, una delle cameriere di casa Andrew, rimase sorpresa da ciò che vide entrando in una delle camere degli ospiti. E non le dispiacque.

Ancora mollemente adagiato sul letto, il volto disfatto dal sonno, c’era un giovane uomo che si stava appena svegliando strofinandosi gli occhi. Indossava uno dei pigiami del padrone.

Si era aspettata di dover servire la colazione ad un ricco barone  di mezza età giunto come ospite, invece assistette al risveglio di un principe. Il sole già alto filtrava attraverso un sottile spiraglio tra le tende.

-Buongiorno signore. Spero abbiate dormito bene stanotte. Posso lasciarvi la colazione?

-Buongiorno anche a voi. Posso sapere dove mi trovo?

La ragazza credette che quell’ospite misterioso si fosse svegliato con una particolare propensione allo scherzo. Anche se non doveva, abbozzò una risatina.

-Siete davvero divertente. Vi lascio la colazione a letto. Nell’armadio troverete dei vestiti puliti. Il signor Andrew vi aspetta nel suo ufficio,  prendetevi  pure tutto il tempo che vi occorre. Quando siete pronto tirate questa corda- ne indicò una che si trovava proprio a lato del baldacchino dove aveva dormito Terence-ed io tornerò qui per accompagnarvi da lui. Sapete questa casa è così grande che si rischia di perdersi.

Bene, dunque si trovava a casa degli Andrew. Ma perché? Inutile chiedere spiegazioni alla cameriera, avrebbe continuato a credere che scherzava.

-Grazie signorina. Potete andare.

Ricordi confusi si aggrovigliavano nella mente. C’era stata una prima, la sera precedente, lui  era salito sul palco ubriaco e Robert aveva ordinato di chiudere il sipario…e poi…con Susanna era uscito in strada, faceva molto freddo, poi una carrozza si era fermata davanti a loro e…Albert…uno strano tipo con i baffi…

Ma cosa era tutto quel mistero? D’accordo,  la sera prima aveva bevuto troppo, ma perché non era tornato nel suo albergo?

Albert era quasi sicuro di non averlo sognato…e adesso si trovava a casa degli Andrew. Queste erano le sue uniche certezze. C’era qualche nesso tra di loro?  L’unica cosa da fare era prendere un buon caffè e magari mangiare qualcosa, cambiarsi d’abito e farsi accompagnare dalla cameriera dal misterioso padrone di casa.**

Circa una mezz’ora dopo, infatti, Terence seguiva June attraverso un lungo corridoio, tirato a lucido e sul quale si aprivano numerose porte, fino ad una porta di pregiato legno intarsiato che doveva essere quella dell’ufficio del signor Andrew.

-Avanti! E’ aperto. Grazie June-disse la voce familiare dentro la stanza.

Terence entrò nella stanza e subito riconobbe il suo amico.

-Albert!-stupore- saresti tu dunque il signor Andrew?

-Esatto, Terence, e  il mio nome completo è William Albert Andrew…

-Dunque tu…sei lo zio William! Il tutore di Candy, sei stato dunque tu a prenderti cura di lei da quando era una bambina!  Ma stai scherzando, vero?-Incredibile. Quante cose vorrei chiederti. Come era Candy da bambina. Perché hai deciso di mandarla a studiare a Londra. Perché non le hai rivelato la tua vera identità. Perché non mi hai detto mai niente.

-No-rispose Albert alzandosi e andando vicino alla finestra-Quando mi hai conosciuto ero un ragazzo che sfuggiva alle sue  responsabilità. Desideravo solo un po’ di pace e di libertà, per questo ho girato il mondo. Ma con il passare del tempo ho deciso di tornare e farmi carico degli affari di famiglia.

Sempre più incredulo Terence si passò una mano tra i capelli. Albert tornò alla scrivania.

-Una cosa abbiamo sempre avuto in comune: il desiderare il bene di  Candy. Ed è proprio di lei che ti devo parlare.

-Candy…sì ho saputo del suo matrimonio. Purtroppo.

-Terence, mi dispiace che ti sia giunta questa diceria  fasulla. Questo matrimonio è stata soltanto una voce messa in giro per risolvere, diciamo così, certi problemi di famiglia.

-Problemi di famiglia?

-Sì  Terence. Devi sapere che da qualche tempo  Neal aveva cominciato a corteggiare Candy in maniera assidua, quasi  fastidiosa. Fu Archie ad avere l’idea del finto matrimonio, me la propose e ottenne la mia approvazione. Io accettai pensando che fosse l’occasione di impartire una bella lezione di umiltà a Neal, ma forse sottovalutai le conseguenze. La maldicenza della gente, ad esempio.

-Così Neal aveva preso a importunarla?-la mano sulla scrivania si era stretta a pugno.

-Sì, ma non preoccuparti. È andato via e adesso Candy è più tranquilla. E ti prometto che finchè ci sarò io a vegliare su di lei, non le accadrà niente di male.

Archie, Albert, tutti preoccupati di difenderla, e a lui, che avrebbe desiderato più di ogni cosa vegliare su di lei anche da lontano, era proibito…

-Lei è…qui, ora?

-Sì, Terence. Sei preparato a vederla?

Preparato. Cosa vuoi dire, Albert, che se la vedessi saprei mantenere le distanze come un vecchio amico che non vede da tempo?

-Albert…non voglio che sappia nulla di quello che mi è successo ieri sera. Non voglio che pensi che non ho saputo mantenere una promessa che le avevo fatto. La promessa di essere felice.

Dunque Candy non aveva sposato quell’idiota?
Il pensiero che Neal avesse importunato Candy per un attimo lo aveva distolto da quell’argomento.
Sollievo. Gioia. E ora l’avrebbe rivista.

-Terence, credo che qualcosa ti turbi. Evidentemente non sei felice, ma Susanna ti vuole molto bene. Era lampante, ieri sera, ed io credevo che prima o poi il suo amore avrebbe colmato i vuoti della tua vita.

-Susanna? Ma se io sono quasi arrivato ad odiarla! Vorrei che non mi avesse mai salvato, Albert!

-Non dire così Terence. Vuoi dirmi che dopo tutto questo tempo non sei riuscito a ricambiarla nemmeno un po’?

-No. Il ricordo di quell’altra persona è così forte dentro di me da annientare qualunque altro sentimento io possa provare per chiunque…

Terence appoggiò i gomiti alla scrivania e si prese la testa tra le mani. Silenzioso Albert rifletteva come era solito fare, ponderando ogni cosa. Nessuno però sarebbe riuscito a leggergli nella mente.

-Sai Terence, stamattina ho parlato con Robert. E’ dispiaciuto per l’accaduto ma si è detto pronto a riaccoglierti nella compagnia, sempre che tu sia disposto a emendare i tuoi sbagli . Ti vuole molto bene, come un padre. Io però gli ho suggerito di permetterti di rimanere qui per un paio di giorni, affinchè tu possa ristabilirti e le acque calmarsi. Seguiremo  da qui le ripercussioni  del tuo comportamento di ieri sera per capire cosa tu possa fare per recuperare la stima della gente. E soprattutto se ancora puoi recuperarla.

Terence fissò i suoi occhi blu sul suo amico. Non riusciva a credere di avere ancora una possibilità con la compagnia e soprattutto non riusciva a credere che per due giorni avrebbe coabitato con lei. Con la sua Candy.

Ad un tratto si udirono nettamente dei passi provenire dall’esterno, dal grande e lungo corridoio che portava allo studio. Erano degli stivali, e la cadenza dei passi, la loro alternanza e la grinta di chi stava arrivando erano inequivocabili.

-Albert, scommetto che sei lì dentro! Ho girato in lungo e in largo questa casa, mi manca solo il tuo studio!-tuonò una giovane voce di ragazza.

Subito la porta si spalancò e a Candy sembrò di rivivere un deja vu: quella volta che a Londra era piombata all’improvviso nel capanno di Albert allo zoo e l’aveva trovato in compagnia di Terence. Lo stupore fu grande. Cosa ci faceva Terence a villa Andrew?

Il ragazzo dagli occhi blu non seppe come salutarla. Lunghi istanti passarono prima che la sua mente si focalizzasse sul giusto comportamento da adottare  perché nel frattempo tutta la sua attenzione era stata assorbita dall’aspetto della ragazza e dai ricordi che gli affioravano in mente. Lunghi capelli biondi lasciati sciolti, forme più arrotondate, statura lievemente più alta, sguardo più smaliziato. I pochi anni trascorsi avevano operato un sensibile cambiamento nella struttura fisica della ragazza, che aveva abbandonato l’aspetto da adolescente per trasformansi in una giovane donna anche molto attraente, nonostante la pesante camicia a scacchi portata sui pantaloni.

Candy! Eri tu  in carne e ossa quella che ho visto a Rocktown? Mi piacerebbe chiedertelo.…ora che ti vedo non mi sembra possibile! Sei tanto diversa! Ma sei molto bella…

Intuendo che se non avesse detto qualcosa non si sarebbe usciti da quella situazione, Albert decise di intervenire.

-Candy, Terence starà da noi per un paio di giorni.

-Ciao Terence, è da un po’ che…voglio dire, non mi sarei aspettata di vederti…-balbettò confusamente la ragazza.

-Eh già, Tuttelentiggini!

Terence,non cambi mai…

Candy, come devo salutarti? Dimmelo tu…posso solo scherzare, per nasconderti l’emozione che provo…

Terence trovò più saggio salutarla come avrebbe fatto con una sorella di Albert, se ne avesse avuta una. Le prese delicatamente la mano e la baciò.
 
                                                                          
**nel manga, come nell’anime, Terence non viene  a sapere della vera identità di Albert per cui in questa immaginaria continuazione Terence sarà stupito nel conoscere questa verità.
Salve a tutte! Eccomi con quest’ultima fatica, perché di fatica si è trattata. Per giorni mi sono detta “lo posto o non lo posto?” Non sapevo che forma dare al capitolo (pochi dialoghi, molti dialoghi?) però sono riuscita a inserire l’ingresso in scena di Candy (mi era venuto in mente di posticiparlo ma qualcosa mi dice che chi mi legge non sarebbe stato molto contento ah ah). Se non vi piace o non vi convince qualcosa potete tranquillamente scriverlo.
Adesso me ne sto  buona buona e  li faccio interagire per un po’, mica possono stare sempre separati questi due, no? So che fino a questo punto la storia era sufficientemente presumibile ma non è finita qui. Ci sono diversi  interrogativi cui dare una risposta.
Grazie a tetide, mave, petra lu, rubina e love candy 77 per le loro recensioni e a tutti coloro che mi leggono in silenzio.
   
 
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