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Autore: Potsie    31/10/2014    1 recensioni
Un sorriso ad incresparle le labbra e la consapevolezza a stringerle il cuore.
L’orologio ad indicare il tempo terminato.
Anche se in realtà, per lei, non era mai cominciato.
Genere: Angst, Malinconico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di lancette ed amarezza.
 


Se ne stava lì, seduta, a fissare il nulla ed il tutto.
Suoni psichedelici ed uno strato velato di fumo ad annebbiarle lo sfondo.
La finestra alla sua sinistra era aperta ed una brezza di tristezza attraversava tranquilla quella nebbia di tabacco fino a scompigliarle leggermente quei capelli biondi d’infanzia. La sigaretta, tra l’indice e il medio affusolati della mano destra.

Fuoco.

Il pavimento sporco e la muffa negli angoli alti di quelle piccole e strette mura a girarle intorno come a ricordarle ogni singola, minima, cosa.
Le foto, sparpagliate a terra, stentavano a mostrare il passato di quegl’anni ormai scomparsi, e il tavolino di vetro rotto, a rappresentare il suo cuore.

Fischi.

La radio di colpo interrotta dal caldo ed amaro combustibile lasciò impassibile la ragazza.
Nessun suono ad invadere l’aria se non l’incessante preghiera proveniente dalla cucina, a poche porte da lei.
Il pianto di quel bambino aveva cessato qualche mezz’ora prima ed ora, egli giaceva immobile ed apatico, come il volto della bionda, dentro una culla ormai distrutta e grondante d’alcol.

Ferite.

Il bruciore incessante sulla gota sinistra; sui polsi, sulle gambe, sull’addome.
Gli scoppiettii roventi le si avvicinavano sempre più velocemente ma la giovane non vi badava più di tanto.
Lei attendeva.
Con ansia, con calma, con impazienza e con non curanza.
Con sentimenti contrastanti, lei, attendeva.
Paura e desidero ad aumentarle l’adrenalina.
Con le urla strazianti dei conviventi ad eliminarle l’udito definitivamente.

Feste.

Le luci nei suoi occhi grigi d’apatia le coloravano la vista, le s’insidiavano nel cervello nella disperata e vana ricerca d'un’amigdala.
Ricordi di un’estate passata a scomparire, lentamente ed inesorabilmente, sotto gli sguardi dei manichini a lei circostanti.
Le mani a tremarle ed il mozzicone a cadere a terra bruciante.
Ossa a scricchiolare e passi sempre più certi.

Falsità.

Quelle unghie rosse e fluide raggiunsero i suoi capelli, le sue mani, i suoi occhi, il suo cuore.
Il caldo torrido l’abbracciava, rubando il posto di quella nebbia blu.
Le palpebre ad abbassarsi ed il corpo a donarsi ad un diavolo sempre più somigliante a lei.
L’udito a tornarle d'improvviso.
Un’ambulanza, dei comandi e delle braccia.
Un sorriso ad incresparle le labbra, e la consapevolezza a stringerle il cuore.
L’orologio ad indicare il tempo terminato.
Anche se in realtà, per lei, non era mai cominciato.

Fine.

   
 
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