They almost made it.
31st October
1981
Lily
aveva sempre amato l’autunno.
Sin da bambina, adorava perdersi ad osservare la moltitudine variopinta
delle
chiome degli alberi, scossa dalle raffiche di vento improvviso ma mai
troppo
freddo, memori di un’estate terminata forse troppo presto.
Era come una
carezza, per lei.
Sussurri di tempi, luoghi lontani, che mormoravano ridenti
accarezzandole il
corpo.
Dell’autunno amava la pioggia— acquazzoni brevi e
violenti, che rigavano i
vetri delle finestre con le loro lacrime d’argento e lavavano
il cielo, limpido
come non era mai stato.
La pioggia, a Godric’s Hollow, era per lei e James come una
bellissima
illusione: per qualche ora potevano fingere di stare conducendo una
vita del
tutto normale,
lontano dal dolore e da una guerra che non avevano chiesto di
combattere, una
vita in cui un acquazzone era solo un impedimento temporaneo,
poiché dopo il
cielo si sarebbe rischiarato, il sole avrebbe dissipato le nubi e
sarebbero
potuti nuovamente uscire. Avrebbero giocato con Harry in giardino,
sarebbero
usciti a fare spese, a passeggiare nel parco. Avrebbero vissuto una
vita
normale, quella di qualsiasi altra famiglia.
Per qualche ora, entrambi riuscivano a scacciare l’orribile
sensazione d’essere
come topi in trappola.
Era per questo, forse, che entrambi quel giorno fossero tanto di
buonumore.
Tutto il giorno era stato accompagnato da violenti tuoni e pioggia
incessante,
un perfetto trentun’ottobre, come aveva puntualizzato
James— e, soprattutto, il
secondo Halloween di Harry.
Questa volta, inoltre, non sarebbe stato un fagottino di pochi mesi
ancora
troppo piccolo per comprendere ciò che accadeva attorno a
lui, ma un ometto di
un anno entusiasta e complice.
Sapeva già articolare le prime parole —
‘amma, papa, ‘emus, ‘pato e pappa erano
le sue preferite, al momento — e rideva, rideva di continuo,
sorrideva e
s’interessava delle fiabe della buonanotte con
l’entusiasmo che solo un bambino
era in grado di mostrare.
Era terribilmente fiera di lui, dei suoi impavidi primi passi; Harry
era per
lei come uno spiraglio di luce nelle tenebre che li avvolgevano. James,
d’altra
parte, lo era forse ancora di più.
E la riempiva di gioia il vederlo avvicinarsi a suo figlio e
accarezzarlo,
trattarlo di già come l’ometto di casa, farlo
giocare e raccontargli storie per
allietare i suoi sogni.
Suo marito era anche, soprattutto negli ultimi tempi, una fonte
inesauribile di
idee e progetti— il giorno prima erano stati avventurieri nel
mezzo di una
pericolosa foresta fluviale,
quello prima ancora avevano solcato i cieli d’Inghilterra in
groppa ad un
Ippogrifo.. quella mattina, invece, si era optato per qualcosa di
più
tranquillo. Un’infornata di biscotti al cioccolato dalle
forme strane, per
rappresentare al meglio lo spirito della festività.
Prima, però, che la cucina prendesse fuoco per qualche
malsana idea di un certo
James Potter, Lily aveva spedito i suoi uomini di casa a giocare in
salotto,
dinanzi al caminetto scoppiettante, e si era messa all’opera.
« Lily! Su, affacciati, il capitano Harry Potter sta solcando
l’impetuoso
Oceano Atlantico sulla sua impavida nave! Vuum! Caspita, che
onda, lei sì che
è un eroe, capitano! »
Le era bastato dare un’occhiata in salotto per vedere il suo
bambino ridere di
gusto mentre il papà lo sollevava in aria e schivava i
cuscini che aveva
disseminato per il salotto.
Le mani sui fianchi e il grembiule sporco di farina e cacao, lei
scoppiò a
ridere, se non che, ad un certo punto, un piede di James
urtò un vaso di
ceramica che sua sorella le aveva regalato prima di decidere di
eliminarla
dalla propria vita,
mandandolo in frantumi per la terza volta.
« James! Sono d’accordo anch’io su quanto
i decori di quel vaso siano orribili,
ma ciò non ti autorizza a mandarlo in frantumi, questa
è la terza volta! »
Sospirando, recuperò la bacchetta e si diresse in salotto,
mormorando un Reparo
e restituendo così al vaso la sua forma originale,
dopodiché rivolse a suo
marito il tipico sguardo da
‘smettila-di-essere-immaturo’ e si chinò
a baciare
le guance paffute del suo bimbo.
« E al tuo fantastico e bellissimo marito, nessuna
ricompensa? »
« Il tuo ego prima o poi finirà per soffocarmi,
James Potter, non smetterò mai
di ripeterlo. »
« Però mi hai sposato. »
« Il migliore errore della mia vita, probabilmente.
»
E si chinò a baciare anche lui sulle labbra. Era per questo,
si disse, che ancora
lottava.
Era per questo che tentava di circondarsi di positività, di
non lasciarsi
prendere dalla depressione, perché c’era una vita
che meritava d’essere
vissuta, e una famiglia per cui valeva la pena andare avanti.
Si ritrovò a pensarci anche quella sera, accoccolata sul
divano accanto a
James, fra loro il fagottino dai ricci neri che era stato la sua
più grande
gioia.
Era impegnato a costruire una piccola torre con dei cubetti di legno,
così non
si rese conto di quando una lacrima solitaria solcò il viso
della propria
mamma.
« Lily? »
Non giunse risposta.
Era per la sua famiglia che combatteva, ma mai come allora si era
sentita
impotente e incapace di proteggerli. Soltanto dopo un arco di tempo che
le
parve lungo un secolo, si voltò a guardare suo marito negli
occhi.
«
Sai
una cosa, James? Ci sono tante cose che vorrei cambiare di
quest'Halloween.
Fino a poco tempo fa i miei desideri mi erano sembrati quasi scontati:
avere
una famiglia, sopravvivere a questa guerra.. eppure oggi mi sembra di
chiedere
troppo, quasi fosse un azzardo sul quale non posso permettermi di
scommettere. »
Prese fiato, stringendo le mani a pugno per sfogare il
nervosismo che
l’aveva presa.
«
Desidero che la mia famiglia si mantenga
integra nonostante la guerra in corso aldilà della porta di
casa; desidero
costruire un futuro con mio marito e mio figlio, proteggere
chi
amo, combattere per ciò che è giusto.
Ho sperato, ho pregato fino a consumare ogni parola
disponibile affinché
chiunque guidi i nostri passi predisponga per noi una vita ancora
lunga, un
numero infinito di giorni in cui poter vedere Harry crescere,
avere un'infanzia e un'adolescenza priva di
preoccupazioni, quelle che
noi non abbiamo potuto avere. Ho implorato di svegliarmi ogni mattina
con un
cuore che batte e con te al mio fianco. Ma oggi, qui, ora, non sono
più
sicura di nulla, e ho paura.
Ho paura che la mia vita sia un equilibrio troppo fragile,
destinato a
spezzarsi e collassare su sé stesso. Ho paura di perdermi,
di perderti, di
perdere Harry. »
James non proferì parola; si limitò
a sostenere il suo sguardo e
prenderle una mano fra le proprie, sciogliendo i pugni in cui le aveva
strette
un dito alla volta.
« Ho paura di perderci. »
Lui liberò una mano dalla sua stretta e prese ad
accarezzarle il viso, i
contorni di quell’ovale perfetto che aveva imparato ad amare.
Le labbra, il
naso, le guance.
« Ricordi quando mi hai parlato dell’Epica? Volevi
a tutti i costi che
approfondissi la mia cultura del mondo Babbano, e mi hai parlato con
tale
trasporto dell’Iliade e dell’Odissea che certi
passaggi mi sono rimasti
impressi, » iniziò lui, sostenendo il suo sguardo.
« Mi hai parlato degli eroi, mi hai detto che ognuno di loro
aveva un destino
già scritto, un sentiero predisposto che sarebbe
inevitabilmente terminato con
la morte, una morte valorosa, certo, ma pur sempre morte, e che loro,
consapevoli di ciò,
vivevano come se fossero eterni. Come se fossero eterni, capisci?
Nonostante
tutto, combattevano con valore, non si arrendevano. Seppur consapevoli
di ciò
che li attendeva.
Voglio vivere come se fossi eterno. Come se io, te ed Harry potessimo
vivere
per sempre. Voglio non avere rimpianti. Voglio— »
Fu costretto ad interrompersi. Furono attimi come di sospensione, in
cui ognuno
tentava di convincere l’altro che fosse un rumore
immaginario, che il
cancelletto arrugginito del cortile non avesse scricchiolato
sinistramente.
Sirius, Remus e Peter erano in missione. Ma Peter era il Custode
Segreto, erano
al sicuro, erano al sicuro— e poi tutto crollò.
James si alzò per controllare,
e proporzionalmente al pallore di suo marito, anche il cuore di Lily
prese a
perdere battiti. Uno. Due. Tre.
« Lily, prendi
Harry e corri! E’ lui! Vai!
Scappa! Io lo
trattengo! »
Non capì più nulla. Non riusciva a pensare, non
riusciva a ragionare, non
riuscì neppure a guardare un’ultima volta suo
marito negli occhi. Corse a
prendere Harry e salì le scale come se ne valesse della sua
vita perché era la
verità, perché Voldemort era venuto a prenderli,
e li avrebbe uccisi tutti, sarebbero
morti tutti come
topi e non riusciva a respirare.
[ Lily è venuto
per noi, capisci? Non possiamo fuggire, è qui per noi.
Achille. Sono Achille. Farei come Achille. Se avessi potuto scegliere
fra una
vita lunga ma senza di te ed una breve con te, avrei scelto te. Avrei
scelto
te, mille volte te, vivere e morire per te. Proteggi Harry, proteggilo
ti
prego, vi amo ti amo LILY SCAPPA, LO TRATTENGO LILY TI AMO, CORRI TI
AMO ]
Aveva
con sé la
bacchetta, ma non sarebbe servito a molto. Cullò il suo
bambino fra le braccia,
baciandogli il capo, per poi depositarlo sul suo lettino e correre a
bloccare
la porta, sperando di rallentarlo.
Silente sarebbe arrivato. Sirius, Remus, Peter,
Dio— chiunque, chiunque
sarebbe arrivato e sarebbero stati salvi. Tentò di essere
ferma e lucida perché
ce n’era bisogno. Si asciugò le lacrime e strinse
la bacchetta, per poi
voltarsi e inginocchiarsi dinanzi a suo figlio.
« Harry, mamma ti ama. Papà ti ama. Harry sii
prudente, sii forte. »
La voce le tremava ma non era nulla, non era nulla rispetto al suo
cuore
frantumato dal terrore di perdere, di perdere suo marito, suo figlio,
di
perdere tutto.
Breathe
in, breathe out.
Fu allora che una risata fredda squarciò la quiete, un tonfo
sordo nell’atrio e
poi un grido, un grido atroce di chi sapeva di non avere più
nulla e solo più
tardi, soltanto molto più tardi Lily si rese conto di
appartenere a lei.
Era lei a gridare, lei a piangere, a tremare perché suo
marito non c’era più,
perché l’amore della sua vita era morto e se anche
lei fosse sopravvissuta non
ci sarebbe stato più nessuno da cui tornare,
non ci sarebbero state braccia a tenerla stretta né labbra a
baciarla, aveva
perso, avevano perso tutto e non riusciva a calmarsi. Suo figlio.
Si voltò un'ultima volta a guardarlo, a guardare il viso
dell’uomo che amava
impresso nel faccino di Harry, nei suoi stessi occhi verdi, a
ricordarle che in
suo figlio lei e James sarebbero stati per sempre insieme.
Fu questo a svegliarla, a darle la forza di tornare lucida quando
l’uomo che le
aveva portato via metà del suo cuore spalancò la
porta e le puntò la bacchetta
dritta al cuore.
We push and
pull, and I fall down sometimes.
I'm
not letting go, you hold the
other line.
Suo figlio era tutto ciò per cui combattere, adesso.
« No!
Harry no! Ti prego! »
Cause there
is a light in your eyes, in your eyes.
‘Harry ti salverai. Tu ce la farai. Vivi come se fossi
eterno, tesoro, tu
vivrai, ce la farai.’
«
Harry no. Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry... »
Implorò pietà. Pietà per suo figlio,
per suo marito, per lei stessa— la pietà
che il destino non aveva avuto.
Hold on, hold
tight, from out of your sight.
« Spostati, ragazza! E’ il mio ultimo
avvertimento— »
Ma Lily restò dov’era. Saremo eterni, James
— si ritrovò a pensare — sul viso
di nostro figlio. Ha i miei occhi, i tuoi capelli, le tue labbra.
Lì vivremo
per sempre, per sempre. Ti amo.
Si augurò che suo figlio fosse forte. Si augurò
che il mondo avesse pietà di
lui, perché aveva soltanto un anno e sarebbe rimasto solo.
Sperò che qualunque
cosa ci fosse oltre la morte la portasse a James.
Quello era il suo posto. Pensò che altri avrebbero portato a
termine ciò che
loro avevano lasciato in sospeso; avrebbero combattuto, ce
l’avrebbero fatta. E
poi un lampo di luce verde illuminò la stanza, e il suo
ultimo pensiero fu per
la sua famiglia.
Everything
keeps moving on, moving on.
Hold
on, hold tight, make it
through another night.
Angolo
Autrice.
Iniziamo col dire che non sono per
nulla sicura di questa One-Shot. So soltanto che, essendo la Jily una
delle mie
otp — e una delle poche canon — il trentuno ottobre
per me è qualcosa di
indescrivibile.
Sul serio, per me è davvero un giorno di lutto, e ne
consegue che sento
l'assoluto bisogno di scrivere qualcosa a riguardo.
Amo Lily e James, amo i piccoli dettagli conosciuti della loro storia,
ma amo
soprattutto tutto ciò che la Rowling ha lasciato in sospeso,
cosicché noi
potessimo immaginarlo.
Sono consapevole del fatto che la lettura avrà un ritmo
strano, perché dal
momento in cui Lily si rende conto che Voldemort è arrivato,
la scrittura è
precipitosa, le frasi sono una dopo l'altra.
E' voluto, perché credo che in momenti come questi i nostri
pensieri siano
tutto tranne che ordinati e razionali. Detto questo, credo abbiate
capito che
le parole nel mezzo, in corsivo e fra parentesi quadre, sono pensieri
di James.
Per quanto riguarda i versi a lato alla fine della fanfic, sono versi
della
canzone Breathe In, Breathe Out di Mat Kearney, che vi consiglio
vivamente di
ascoltare.
Credo di aver detto tutto— spero vi sia piaciuto!
— afterallthistime.