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Autore: Colpa delle stelle    31/10/2014    5 recensioni
[Interattiva - posti al completo]
Il Signore Oscuro sta tornando. Agisce nell'ombra, si nasconde dal Mondo Magico e anche se nessuno lo vede e lui stesso non si presenta nelle sue solite vesti, la sua presenza è tangibile come una mannaia sul collo delle persone e nessuno riesce più a ignorarlo.
Quattro giovani coraggiosi si ritroveranno inevitabilmente attirati nel corso degli eventi e sarà il destino a decidere la riuscita o il fallimento della loro missione.
Ad Hogwarts, però, la vita scorre normalmente e per gli studenti che la frequentano rimane ancora la scuola di magia e stregoneria più sicura al mondo.
E voi, che ruolo avrete in questa storia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 10

 

 

Il coprifuoco ad Hogwarts, per tutti gli studenti dal quinto anno in su, scattava alle nove in punto e le uniche eccezioni erano rappresentate dai Caposcuola e dai Prefetti nei giorni a loro designati per la ronda.
Quella settimana, Angel aveva il compito di sorvegliare i corridoi fino a mezzanotte, e anche se era fiera di essere stata scelta per quel luogo, non poté trattenere l'ennesimo sbadiglio, prontamente smorzato dalla sua mano.
Lanciò un'occhiata annoiata al corridoi del settimo piano che sorvegliava da qualche minuto e poi riprese a camminare.
Le notti di ronda erano terribilmente noiose.

 

 

Qualcuno nell'ombra sembrò curare con occhio attento ogni sua più piccola mossa e quando la Grifondoro girò finalmente l'angolo per sparire nel corridoio successivo, Amber si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e sgattaiolò via da quel punto infelice, all'ombra di una colonna, per scendere le scale a passo felpato.
Per lei le regole non erano importanti, non le arrecava nessun dispiacere o senso di colpa infrangerle, ma odiava le punizioni come tutti gli studenti e ogni volta che usciva dalla sala comune oltre il coprifuoco, stava attenta a non farsi beccare.
Era certa che se l'avesse sorpresa Angel, l'avrebbe rimandata a letto senza sprecare nemmeno un rimprovero, ma in quel caso sarebbe intervenuto il suo senso della giustizia, che avrebbe convinto la Grifondoro ad assegnarsi persino una punizione da sola, pur di non tradirlo.
La questione che l'aveva spinta a lasciare il suo letto però, era ben più importante di una punizione.
Voleva trovare la profezia e mettere finalmente fine ai presentimenti che non la lasciavano mai in pace, dalla notte di Halloween fino ad allora.
Dakota non ci credeva, era convinta che né il fato né il destino potessero decidere il loro futuro, che ne erano padroni solo loro.
Ebony invece si fidava ciecamente delle parole della preside ed era sembrata rassegnata al suo destino. Così come Blake.
L'unica cosa che li accomunava, al momento, era il desiderio di andare fino in fondo al problema. E di scoprire la verità.

 

 

Gli obiettivi di Nathan erano di gran lunga molto meno importanti e pericolosi di quelli di Amber.
Il ragazzo, dopo aver fatto cenno a Christian di seguirlo, si allungò oltre la parete e scrutò il corridoio buio.
Con la punta della bacchetta accesa, fece strada all'amico e in poco tempo si ritrovarono in una zona buia del Chiostro, al sicuro dalla ronda dei Prefetti.
- Chi rischia di scoprirci stasera? - domandò, ironico, sfregandosi le mani tra di loro.
Il loro respiro si condensava in piccole nuvolette e dire che quelli erano solo i primi giorni di Novembre.
- Zoey Mason di Grifondoro e la Brokengrass. - lo informò, frugandosi in tasca.
Christian sospirò e si batté una mano sulla fronte.
- Siamo fritti quindi? - domandò.
Era noto a tutti che quelle due trovavano chiunque si nascondesse negli angoli più remoti del castello, nonostante mal si sopportassero quando erano nello stesso turno di ronda e le discussioni non mancavano di certo.
- Buonasera! - trillò Caroline, raggiungendoli.
Christian sobbalzò per lo spavento e Nathan le intimò di stare in silenzio, poggiandosi un dito sulle labbra.
- Siamo fritti. - confermò Christian, guardandosi più e più volte intorno.
Caroline fece un gesto con la mano, come per rassicurarli.
- Non mi ha visto nessuno. - disse, a voce più bassa però.
Afferrò la sciarpa che le circondava il collo e la mostrò ai due Tassorosso.
- Vi piace? Me l'ha regalata mia mamma ieri, quando mi hanno dimessa dal San Mungo. -
Nonostante il colore fosforescente, che Christian era certo si potesse notare anche a metri di distanza, era contento di trovarla con il sorriso sulle labbra dopo tutto quello che le era successo. 
La positività di Caroline era famosa, niente riusciva ad abbatterla o a spaventarla.
Viveva con il sorriso sulle labbra e Christian non poteva che ammirarla per questo.
- Si, è davvero bella, ma ora muoviamoci. - sussurrò Nathan, sbrigativo.
Recuperò un binocolo da sotto il suo mantello e si sporse verso la torre di Corvonero.
- Non doveva venire anche Dakota? - domandò Caroline, sporgendosi a sua volta.
Lei però non vedeva altro che buio.
- Non vuole sporcarsi le mani, mi ha solo chiesto di fare uno scherzo a Ishido. - le spiegò il Tassorosso, riponendo il binocolo.
Caroline nascose un sorriso furbo e scosse la testa.
- Chissà mai perché proprio Ishido – commentò sottovoce, attenta a non farsi sentire.
- È in camera sua – disse ancora Nathan, passandosi una mano nei capelli e spettinandoli ancora di più. - Dobbiamo trovare un modo per farlo uscire. -
Dopo essersi messa le mani sui fianchi, Caroline si schiarì la voce e solo quando i due Tassorosso la guardarono, si decise a parlare.
- Fortuna che avete una Corvonero come alleata. - affermò, sorridendo.

 

 

Blake aveva sentito chiaramente i suoi compagni uscire dalla stanza, credendolo addormentato, ma non aveva mosso un dito per fermarli o per fargli capire che era sveglio.
Senza di loro, sarebbe riuscito a raggiungere il Reparto Proibito più in fretta e con meno difficoltà.
Dakota gli aveva parlato quella mattina, lontano da occhiate indiscrete, e gli aveva fatto capire che se non si fosse presentato quella sera, se ne sarebbe pentito per tutto il resto della vita.
Il Tassorosso era deciso ad andare con le altre tre unicamente perché anche lui voleva leggere la profezia, ma al momento proprio non riusciva ad alzarsi dal letto.
Riusciva solo ad accarezzarsi le labbra, per istinto.
Non si aspettava che quelle di Maybe fossero così morbide e dal primo momento in cui l'aveva vista, aveva desiderato baciarla.
Quando era stata lei a fare la prima mossa, Blake aveva creduto di morire dalla felicità.
Era certo che mai nessuno lo avrebbe fatto, che qualcuno tenesse abbastanza a lui da concedergli una dimostrazione d'affetto così grande.
Maybe aveva anche detto che lo amava, che si rimproverava per questo, ma che non ne aveva potuto fare a meno. E nemmeno Blake era stato capace di resisterle.
Il ricordo di quel bacio diede forza a sufficienza al Tassorosso per risollevarsi e muoversi finalmente.
Il giorno dopo l'avrebbe rivista, ora doveva solo concentrarsi.

 

 

Che si trovassero uno nei sotterranei e l'altra in una delle torri più alte di Hogwarts, non faceva molta differenza.
I fratelli Suarez erano certi che la distanza era nulla, quando si trattava delle loro capacità magiche.
Per questo non si stupirono quando si incrociarono a metà strada, intenti a correre uno verso l'altra.
- La ciocca! - esclamò Francisco.
Francisca annuì.
- C'è troppo movimento questa notte. -
Si guardò intorno, quasi a voler annusare l'aria.
- Non mi piace. -

 

 

La ragazza era la prima ad essere arrivata davanti alla Sezione Proibita e aspettava gli altri con una certa impazienza, che non le permetteva di stare ferma.
Ebony camminava su e giù per il corridoio, avanti e indietro, quando Althea sbucò dal corridoio, seguita da Zoey.
- Ti dico che le voci non venivano da qui! -
La Corvonero fece appena in tempo a nascondersi dietro a una colonna, prima che la Grifondoro le passasse vicino, senza accorgersi però di lei.
- Ti sbagli, ho sentito chiaramente qualcuno che parlava. -
Althea sondò con lo sguardo il buio e solo quando non trovò niente che la soddisfasse, decise di proseguire e Zoey fu costretta a correrle dietro.
Ebony sospirò di sollievo e uscì dall'ombra, per guardare verso le scale e riprendere a fare avanti e indietro, con le braccia incrociate.
Voleva entrare e trovare la profezia.
Al più presto.

 

 

La sala comune dei Corvonero si aprì davanti a Caroline, ma l'accolsero solo le tenebre.
Con un gesto della bacchetta, la ragazza accese il fuoco nel camino e si sentì subito meglio.
- Sveglia oltre il coprifuoco? -
Caroline sobbalzò, ma quando si accorse che era solo Andromeda, sospirò di sollievo e calmò il battito del suo cuore.
- Non sono l'unica, a quanto pare. - ribatté, imbarazzata dall'essersi fatta scoprire così facilmente. Come detective faceva proprio schifo.
Andromeda le concesse il beneficio del dubbio e si alzò dalla poltrona.
- Cerchi qualcuno? - domandò.
- Ishido, a dir la verità. -
Con immensa soddisfazione, Andromeda sparì nell'ala del dormitorio maschile, per ritornare poco tempo dopo trascinandosi dietro un Ishido piuttosto assonato.
Glielo buttò letteralmente contro, per poi pulirsi le mani.
Caroline se lo scostò di dosso, con un sorriso di scuse che però Ishido non poteva vedere, perché era troppo preoccupato a sfregarsi gli occhi.
- Rifacciamolo, qualche volta – scherzò Andromeda, per tornarsene in camera sua, senza aggiungere altro.
Ishido guardò Caroline e la invitò a spiegarsi con uno sbadiglio.
Ma la Corvonero non disse niente.
Gli afferrò una manica del pigiama e se lo tirò dietro.
- Perdonami, se puoi. - sussurrò, nascondendo un sorriso divertito.

 

 

Dakota era certa, con tutta se stessa, che Nathan si stesse attenendo alla traccia che lei stessa gli aveva suggerito quella mattina.
Avrebbe fatto in modo che Ishido si fosse trovato in mezzo al corridoio, dopo il coprifuoco, per farlo così finire in punizione.
Inizialmente, Nathan aveva chiesto un pagamento da parte sua, ma quando poi si era ricordato che stava parlando con una Serpeverde, aveva preferito rimangiarsi quello che aveva detto e sparire rapido come il vento.
Dal canto suo, Dakota non vedeva l'ora di vedere in punizione Ishido, gli avrebbe dato pan per focaccia, come dicevano i babbani.
E forse con quell'episodio, si sarebbe stancata di fare tutte quelle congetture.
Se solo lo fosse venuto a sapere qualcuno, nessuno l'avrebbe più temuta e rispettata come invece facevano adesso e nella peggiore delle ipotesi, avrebbero anche iniziato a prenderla in giro.
E Dakota non riusciva ad immaginarsi un futuro del genere, visto che il suo destino sembrava ormai, inesorabilmente, deciso.

 

 

Jude non riusciva ad addormentarsi quella notte e se ne stava seduto sul letto, a guardare da lontano la sua tarantola che camminava su e giù dal barattolo di vetro in cui era stato costretto a metterla.
Aveva dei buchi sul coperchio e Jude avrebbe voluto ringraziare il suo compagno di stanza per quel colpo di genio, ma quando si era ricordato che era stato per colpa sua e della sua paura se Rex si trovava lì dentro, era stato zitto.
Rex era un regalo di sua madre, quando gli era arrivata la lettera per Hogwarts, e da allora non lo aveva mai abbandonato.
Jude non aveva paura di quella tarantola e quando non la trovava più si preoccupava per lei e aveva il timore che potesse finire nella bocca di qualche gatto o sotto ai piedi di qualcuno.
Temeva soprattutto Felix, il gattaccio che da tutti era considerato l'incubo di Hogwarts e in quanto alla paura che suscitava, sembrava battere di poco quella che scatenava invece Rex negli studenti.
Il Tassorosso si alzò e batté un dito sul vetro.
Il ragno si fermò e si voltò a guardarlo, come se lo riconoscesse, ma poi tornò alle sue attività, come una normale tarantola indaffarata.
Era chiaro che non sarebbe mai riuscito a costruire una ragnatela lì dentro e Jude fu quasi tentato di liberarlo e metterlo in un angolo del soffitto, là dovrebbe avuto tutto lo spazio possibile.
Ma poteva mordere qualcuno e non se lo sarebbe mai perdonato.

 

 

Francisco e Francisca non avevano fatto altro che scendere qualche altro gradino, che erano stati beccati.
Ma non dai soliti prefetti, che potevano solo toglierti qualche punto e rimandarti a letto.
Quello che li guardava arrabbiato, con le braccia incrociate al petto e la promessa di una punizione nello sguardo, era un professore.

 

La porta della Sezione Proibita era aperta e quando Amber la spinse, non poté che stupirsi, ma non ci fece poi molto caso.
Dakota la spostò di lato con poco garbo ed entrò, nonostante avesse detto poco prima che Amber, in qualità di Grifondoro del gruppo, avrebbe dovuto assicurare la sicurezza per tutti e far valere il suo coraggio.
Trattenendo l'irritazione, la ragazza mantenne la porta aperta abbastanza per far passare anche Ebony e Blake, poi l'appoggiò appena, in modo da non chiuderla del tutto e da mantenere uno spiraglio di luce nel buio della stanza, oltre a quella delle loro bacchette.
- Cosa cerchiamo precisamente? - domandò Blake, spazientito.
Ebony scosse il capo e Dakota la guardò, assottigliando lo sguardo.
- Ma i Corvonero non sanno sempre tutto? -
- Non è il momento d'infierire. - la bloccò subito Amber, avanzando nella stanza.
Dakota non le rispose unicamente perché si udì un tonfo sommesso, dal lato opposto, che le rubò le parole dalla bocca.
- Cos'è stato? - chiese Blake, avanzando rapidamente nella stanza.
Ebony lo seguì e fu l'unica ad accorgersi del libro sul pavimento.
Dakota glielo prese dalle mani e lo sfogliò.
- Ma è bianco. - si lamentò e lo avrebbe fatto cadere, se Ebony non l'avesse fermata in tempo, riprendendolo in mano.
- Guarda bene – l'ammonì la Corvonero, aprendo una delle pagine centrali.
C'erano delle scritte, in un antico linguaggio runico, e se Dakota e Blake aggrottarono le sopracciglia confusi, Amber ed Ebony si guardarono.
L'avevano trovata.
Ora dovevano solo decifrarla.

 

 

Caroline aveva fatto appena in tempo a portare Ishido dove c'erano Christian e Nathan, prima di essere scoperti anche loro.
Il piano di Dakota era riuscito, ma l'idea di Nathan no.
Loro tre avrebbero dovuto nascondersi e tornarsene nelle rispettive sale comune prima che fosse stato troppo tardi.
Invece erano finiti in punizione.
E dalle espressioni dei due gemelli Suarez, loro quattro non erano gli unici ad essere stati beccati.

 

 

- Coloro... Codesti... - balbettò Amber, aggrottando le sopracciglia. - No, ci sono! Colui! -
Dakota batté le mani.
- Ma che brava! - l'acclamò, ironica. - Abbiamo appena scoperto il significato di una parola! -
- Se continuiamo di questo passo, non finiremo prima di domani. - le diede manforte Blake, sbuffando.
- È la notte che vi fa questo effetto o vi impegnate apposta per essere così antipatici? - domandò Amber esasperata, ripassando il libro ad Ebony, che cercava di concentrarsi.
- La seconda, senz'altro. - rispose Dakota, annuendo, mentre Amber non poteva che chiedersi come la Serpeverde facesse ad avere sempre la risposta pronta.
- Io punto più sulla prima invece. - scherzò Blake, anche se nessuno poteva capire appieno la sua battuta.
La voce di Ebony li interruppe e li ridusse al silenzio come le intimidazioni di Amber non erano riuscite a fare.
- Colui che farà del quattro il numero perfetto – decifrò, parlando lentamente. - Che non darà peso alle differenze e nemmeno alle somiglianze
Che riconoscerà l'unità come la speranza più grande,
Sarà in grado di compiere il proprio destino
E di preservare il mondo dalla distruzione. -
Per la prima volta da quando si trovava con gli altri tre, Dakota non sapeva cosa dire e non poteva fare altro che ascoltare.
- Perché così come il bene è riuscito a trionfare,
Il male è destinato a tornare. -
Blake roteò gli occhi al cielo.
Per l'ennesima volta il male ci aveva messo lo zampino, come in ogni profezia che si rispettava.
- Ma prima... -
Amber avrebbe voluto strappare via di mano il libro ad Ebony per leggere l'ultima frase da sé, ma sembrava che la Corvonero proprio non riuscisse a capire cosa ci fosse scritto.
O semplicemente, si era bloccata perché aveva sentito dei rumori.
Blake si lanciò in avanti quando la porta cigolò. Strappò la pagina, ignorando lo sguardo di fuoco che gli lanciò Ebony, e cacciò il libro infondo ad uno scaffale, dietro ad un tomo dall'aria minacciosa.
La professoressa di Pozioni apparve davanti a loro in quel momento, con una strana sfumatura minacciosa nello sguardo.
- Siete in punizione. -

 


Angolo d'autrice:
Buon Halloween!
Avete notato tutti il banner qui sopra? Ebbene, è quello "ufficiale" della storia, spero vi piaccia!
So che non è Natale e che non è ancora periodo di regali, ma ho avuto l'ispirazione adesso e vi faccio un regalo ad Halloween, che male c'è?
Comunque... Pensavate che la storia sarebbe filata liscia come l'olio? Sbagliavate! Sono appena iniziati nuovi problemi.
Punizioni di massa!
Come mi diverto ;)
Vi ringrazio infinatamente per le recensioni!
Al prossimo capitolo,
Colpa delle stelle

   
 
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