Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: _marty    01/11/2014    2 recensioni
Charlotte, Andrew e una giornata insieme a loro.
Quando si ha ancora voglia di sorprendersi, quando qualcosa detta per scherzo diventa importante per l'altro, quando tenersi per mano è il modo più semplice per non perdersi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'Bittersweet memories'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


First times.
 

 


“Lo sai che non abbiamo mai avuto un appuntamento?”
Charlotte, un giorno, glielo aveva detto scherzando, ma Andrew aveva deciso che avrebbe rimediato in qualche modo perché era vero, Charlotte ed Andrew non avevano mai avuto un appuntamento.
“Ti passo a prendere stasera alle 8.”
“Ma non è Halloween?”
Le aveva fatto un cenno affermativo, un bacio veloce sulla fronte e poi se ne era andato; aveva il loro primo appuntamento in assoluto da organizzare e non voleva che ci fossero altre mancanze.
Charlotte lo aveva osservato andare via, non credeva che da una frase detta in quel modo potesse spingere Andrew ad organizzarle qualcosa, ma sotto sotto ne era contenta. A volte, si sorprendeva di come riuscisse a spingere Andrew a fare le cose, anche solo con una frase detta a mezz’aria e sapeva che fosse reciproco. Avevano un forte potere l’uno sull’altra, che andava aldilà dell’assecondare l’altro senza capire quello che si stava facendo, era più legato a costruire dei significati insieme. Dove l’immaginazione di Charlotte non arrivava, c’era la fantasia di Andrew a colmarla, come se riuscissero a coprire tutto stando insieme, senza lasciare nulla scoperto. Si ritrovava spesso a parlare di loro nella sua mente, era come se ormai non facesse altro, ma quando ci si innamora non si pensa sempre alla persona che ami? A descriverla, pitturarla mille volte nella tua mente con ogni sfaccettatura dell’arcobaleno? O quello succedeva solo nei film? Non poteva esserne certa, però adesso era sicura che ciò che credeva di aver provato per altre persone non era amore, solo adesso riusciva a coglierne davvero l’essenza, solo adesso riusciva a dirsi di essere innamorata e di essere più imbranata di Andrew, per moltissime cose.
Guardò l’orologio, notando che era già tardi, e raccolse le sue cose; aveva lezione da lì a poco e non poteva finire, per la seconda volta in un due giorni, seduta a terra a prendere appunti.
 


Aveva sentito il telefono vibrare a lungo e sapeva fosse Andrew. Era arrivato alle 8 spaccate e lei doveva finire di mettere il mascara.
“Dimmi.”
“Sono qui sotto.”
“5 minuti e scendo.”
Lanciò il telefono sul letto, si precipitò a mettere il mascara pregando con tutte le forze che non si sarebbe macchiata, con pochi risultati. Era un disastro ed era tutta colpa del suo cuore e l’agitazione che quel primo appuntamento le provocava. Quel pomeriggio si era ripetuta mille volte che non cambiava nulla, che aver definito quella specifica uscita non era poi questo gran problema, ma era stato tutto inutile. A lei importava, come sempre, e forse era sbagliato, forse era inutile in quel momento, ma caricare di senso le cose dava significato alla vita e anche a quello che stavano facendo insieme Andrew e lei.
Sapeva di aver sforato i cinque minuti, ma scese comunque lentamente, evitando che fosse un disastro, che avesse il fiatone e che fosse presentabile agli occhi del suo ragazzo, almeno per una serata, almeno per quella sera. Controllò dove mettesse i piedi e, arrivata al pianerottolo, non si accorse di Andrew fino a quando non incrociò i suoi occhi azzurri, fino a quando non smise di respirare per un secondo. Per quell’occasione aveva messo una camicia bianca e sopra una giacca nera, era insolito vederlo vestito in quel modo, era ormai abituata alla sua solita felpa grigia e i jeans scoloriti.
Andrew, invece, aveva avuto modo di vedere Charlotte scendere le scale e guardarla a lungo, come se fosse la prima volta, come se fossero ancora sul tetto e lui dovesse farsi avanti per conoscerla, come se non fosse già sua.
“Buonasera signorina.”
Charlotte sorrise e Andrew se ne innamorò ancora.
“Buonasera. Dove mi porta di bello?”
Il ragazzo le porse il braccio, lei lo accettò e insieme si diressero verso la macchina.
“Questo è un segreto.”
Le aprì lo sportello, la fece accomodare e poi andò a sedersi dal lato del guidatore.
“Deve solo fidarsi di me, signorina.”
E lei si sarebbe fidata di lui, sempre, fino all’ultimo respiro.
“Ci vuole tanto?”
“Direi non troppo, ma nemmeno poco.”
Andrew sapeva di aver dato una risposta inutile, ma lo aveva fatto apposta.
“Non sei molto d’aiuto.”
“Lo so.”
Rise a una Charlotte che faceva finta di essere triste e, mentre continuava a guidare, indicò alla sua ragazza di aprire il bauletto vicino alle sue gambe.
“Cosa devo cercare?”
Ma Andrew non rispose perché Charlotte aveva già trovato il cd che lui aveva fatto quel pomeriggio per loro due. Lo aveva messo dentro ad un contenitore di plastica e con un pennarello indelebile vi aveva scritto sopra Il nostro viaggio.
“Perché hai scelto questo titolo?”
“Ci sono 7 canzoni, ognuna per ogni mese che abbiamo trascorso insieme.”
Distolse lo sguardo dal volante un attimo e intravide negli occhi di Charlotte tanto stupore, come se nessuno le avesse mai fatto un regalo così personale, non preconfezionato e che fosse solo per lei.
“E’ stato difficile farlo, però…”
Lasciò la frase a metà perché Charlotte aveva già inserito il cd dentro allo stereo della macchina.
“Mi piacerà comunque.”
Charlotte ascoltò le prime note della canzone in religioso silenzio, senza lasciare spazio a nessun tipo di parola, alternando il suo sguardo tra Andrew e la strada, che si faceva sempre più familiare. Nessuno le aveva mai fatto un regalo così bello, si immaginò Andrew davanti al pc, a trovare le canzoni adatte, i testi che facessero per loro e ripassò con il dito il titolo di quel cd, come se in quel modo ricordasse a fondo ogni momento insieme e tutto ciò che li aveva portati lì.



 
You’ll find out that the deepest cut is the first time
first times always cut the deepest.*
 

 
“Siamo quasi arrivati.”
“Questa non è la strada che fai per la mia facoltà?”
Andrew rise.
“Mi dimentico sempre di quanto sei perspicace, la prossima volta dovrò bendarti.”
Charlotte era sempre più curiosa. Vide Andrew parcheggiare la macchina, proprio di fronte l’ingresso di quel monastero, che era ormai diventato parte della sua vita.
“Cosa ci facciamo qui?”
“Fidati di me, te l’ho detto già poco fa, no?”
L’aiutò a uscire dalla macchina e poco dopo aprì il cofano, per prendere qualcosa. Charlotte provò ad avvicinarsi, ma Andrew scosse la testa chiedendole a gesti di rimanere dove fosse; era riuscita a vedere qualcosa di luccicante, anche se non riusciva a capire cosa. Il ragazzo chiuse la macchina e andò verso la sua direzione, con la mano dietro le spalle e Charlotte ancora più curiosa.
“Cos’è?”
Andrew sorrise.
“Sono impazzito, ma le ho trovate.”
La ragazza davanti ai suoi occhi aveva due maschere ed erano identiche a quelle che avevano indossato tempo prima, quando si erano conosciuti.
“Sono…”
“Sì, sono davvero loro.”
“Non può essere. La tua l’ho presa io quella sera.”
“Infatti oggi pomeriggio sono passato da casa tua.”
“Hai parlato con mia madre?”
Andrew era sempre in imbarazzo con la sua famiglia e non osava immaginare loro due a parlare da soli.
“Sì, so cosa stai pensando.”
Strofinò l’indice sotto il naso.
“Ci ho parlato e, con una scusa, le ho detto che avevo dimenticato una cosa nella tua camera.”
Charlotte era stupita e sapeva di avercela stampata in faccia quell’espressione.
“Poi sono passato da Mary, mi sembra fosse lei, e le ho chiesto se avesse buttato le maschere.”
Mentre ascoltava quel racconto sapeva che Andrew fosse quello giusto per lei, nel corso di quel tempo insieme era stato attento a ogni dettaglio e ad ogni parola che lei aveva detto. Per quanto non lo credesse possibile, lui ricordava ogni istante passato insieme, sin dalla prima volta, tanto che era riuscito a prendere la maschera che aveva indossato Charlotte.
“Potevi comprarne un’altra.”
“Non sarebbe stato lo stesso.”
Tra mille, l’aveva riconosciuta ed era come se in quel modo Andrew scegliesse mille volte Charlotte, scegliesse ancora una maschera bianca e dorata.
Si avvicinò a lei e le posò leggermente sulla faccia la maschera, facendola aderire perfettamente con l’elastico dietro ai capelli, messo lì ad evitare che scivolasse; poi, indossò la sua e sorrise, di nuovo, a Charlotte.
“Adesso credo che possiamo entrare.”
“Cosa c’è?”
“Una festa in maschera.”
Charlotte cominciò a ridere.
“Mi stai dicendo che per il nostro primo appuntamento, mi porti a una festa in maschera come la prima volta che ci siamo conosciuti?”
“Sì, esattamente.”
Le si avvicinò e le posò un bacio sulle labbra.
“Dato che quello non era il nostro primo appuntamento, ma questo lo è, ho pensato che fosse una buona idea.”
Charlotte lo guardò un attimo, vide la sua espressione soddisfatta e gli si precipitò addosso, baciandolo. Se ne fregava se fosse insolito, poco consono e c’erano un mucchio di persone a guardarli, voleva solo ringraziare Andrew in quel modo, nell’unico modo che sapeva potesse fare solo lei.
“E questo per cos’era?”
“Niente.”
Ma Andrew aveva imparato a conoscerla e sapeva che la sorpresa le fosse piaciuta.
“Andiamo?”
“Sì, andiamo.”
Andrew aveva stretto forte la mano di Charlotte, serrandola attorno alla sua ed insieme avevano salito le scale per dirigersi verso la festa.
“Deve essere ancora più bello il monastero di sera, Andrew.”
“Lo penso anche io.”
Avevano salito le scale, entrambi con l’emozione tutta intorno ai loro respiri veloci. Arrivati alla sala, rimasero sorpresi di quanta gente ci fosse e di come, effettivamente, il monastero fosse splendido la sera. C’era un qualcosa di esoterico nell’aria, fatto di luci, di tutte quelle storie che quelle mura raccontavano e di come quell’atmosfera confermasse che Andrew aveva fatto bene a portarla lì.
“E’ bellissimo.”
La frase di Charlotte aveva un qualcosa di ovvio, erano rimasti a bocca aperta dal primo istante e, quando la ragazza guardò Andrew, sapeva già dove lo avrebbe portato.
C’era un posto che lei amava in tutto quel monastero, aldilà del cortile o delle aule troppo vecchie, un giardino all’ultimo piano. Lo aveva scoperto per caso un giorno con Violet e da quel momento era diventato il posto perfetto per concedersi qualche attimo di tranquillità ed Andrew era consapevole di dove lo stesse portando perché lei gliene aveva parlato tante volte, ma ancora non c’erano mai stati insieme.
Avevano cominciato a correre per raggiungere quel posto, con Charlotte che lo tirava per la mano e lui che, per la prima volta, faticava a starle dietro. Lei ebbe la sensazione che fossero tornati nella campagna di sua nonna, ma questa volta non avevano più bisogno di fare solo cinque passi e nemmeno di un inalatore di metallo; questa volta avevano solo bisogno di stringersi la mano e non lasciarsi andare mai più.
 “Eccoci qui.”
Erano ancora a prendere fiato dopo tutta quella corsa, erano ancora mano nella mano ed entrambi rimasero ancora sorpresi perché da lì vedevi il mare, vedevi tutta la città e respirare sembrava inutile davanti a quella vista.
“Charlotte?”
Le aveva lasciato la mano e lei si era accorta subito del contatto interrotto piuttosto che lui l’avesse chiamata.
“Sì?”
Non lo aveva mai visto così serio.
“Lo sai che ti amo, vero?”
Avevo lo stesso sguardo di troppo tempo fa, lo stesso che aveva visto attraverso un vetro, insieme a quella paura, la paura di perderla. Charlotte gli sorrise, lo guardò a lungo e in pochi passi si avvicinò a baciarlo. La dinamica era la stessa del loro primo incontro, confini sbiaditi, battiti del cuore incessanti, voglia di conoscersi fino a consumarsi e baci così intensi da non riuscire più a parlare.
Mentre guardava Andrew, ancora sorpreso da quel bacio così sincero, Charlotte si ricordò di qualcosa che aveva pensato tempo prima: aveva sempre cercato quell’amore che avevano costruito insieme e, adesso, doveva tenerselo stretto.







spazio autrice

*= testo della canzone First times di Vance Joy.

Per chi non lo sapesse, la storia a cui è legato questo missing moment è Bittersweet Memories.

Mi sembra troppo strano essere qui e aver scritto di Andrew e Charlotte
. Altraprospettiva mi ha fatto venire un'idea ed eccomi qui a scrivere di loro ancora per una notte. Loro due stanno insieme da sette mesi, non hanno mai avuto un appuntamento ufficiale, ma come vedete sono impacciati come il primo giorno e si amano più di quanto potessero immaginare. A volte sento la necessità di scrivere di loro e sono felice di aver scritto questa oneshot, con tutti quei piccoli riferimenti alla storia, che voi attenti lettori avrete, sicuramente, riconosciuto.
Spero che questo missing moment sia di vostro gradimento e grazie come sempre per tutto.

Vi ricordo che le mie storie hanno un gruppo, marty's footprints, siete sempre i benvenuti.
Alla prossima,
Martina.

 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _marty