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Autore: proudtobea_fangirl    01/11/2014    21 recensioni
Sono passati ormai sei anni dalla fine della guerra contro Sebastian e gli Ottenebrati, e gli Shadowhunters di New York sono tornati alla loro vita precedente. Ma ricordi oscuri riemergono dal passato, una "vecchia conoscenza" (non Sebastian) si farà presto viva, muovendo i fili e tramando nell'ombra per sconvolgere nuovamente la vita dei nostri eroi...
Fanfiction ambientata dopo CoHF.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadowhunters ~ Past, Present and Future'
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POV: Clary ~ New York, 13 Luglio 2014, ore 15:56


Caro diario,
è da un po’ che non ti scrivo. Anzi, sono passati sei anni. L'ultima volta che ho fatto scorrere la penna sulle tue pagine è stata dopo il matrimonio di mamma e Luke, a Maggio 2008. Ti chiederai sicuramente perché non ti ho più raccontato la mia vita quotidiana, e la risposta è semplice: non ho più tempo da dedicarti.

Mi alleno dodici ore al giorno, dalle sette fino alle venti, con una sosta di un’ora per il pranzo. Il tempo libero lo passo con Jace o con Simon, che sta lentamente riacquistando la memoria. Magnus ha detto che sarebbe utile portarlo in posti dove era già stato in passato, fargli ascoltare vecchie canzoni, spingerlo ad assaggiare piatti che non sapeva di aver già mangiato.

La sua relazione con Izzy sta migliorando, anche se non si può propriamente dire che siano fidanzati. Non ricorda di essere stato un vampiro e di averla morsa, né tantomeno di averla baciata. I ricordi che più faticano a tornare sono proprio quelli legati all'amore.
Sta soffrendo molto, ma non si lascia scoraggiare: si è iscritto all'Accademia degli Shadowhunters ad Alicante, ed è il migliore del suo corso. Grazie ad una runa di mia invenzione comunichiamo tutti i giorni: mi racconta di come siano dure le lezioni di combattimento e di Storia dei Nephilim, ma anche di come sia bella Idris, dalle dolci colline verdi e dal cielo azzurro.
Al momento alloggia a casa Lightwood, con Izzy che gli fa compagnia. Maryse ha ottenuto dal giudice che le venissero concesse tutte le proprietà dell'ex-marito, compresa la casa che un tempo era assegnata all'Inquisitore.


A Robert è stato dato un alloggio di servizio alla Guardia, un semplicissimo appartamento. Ovviamente, Maryse è contentissima delle sue condizioni.

Motivo del divorzio: Maryse ha infatti beccato Robert che... ehm... faceva sesso con Jia Penhallow, il Console. Nella loro camera da letto.
Comunque quei due si sarebbero separati lo stesso, la morte di Max li aveva segnati profondamente, e molti matrimoni finiscono quando muore un figlio. Senza contare il fatto che Robert le aveva già messo le corna precedentemente.

Volevo raccontarti anche di me e Jace.

Aww, Jace... non mi stancherò mai di lui.

È sempre il solito stronzo, ma lo amo.

In questi sei anni non è cambiato di una virgola, anzi, se possibile, è ancora più figo di prima.

Mamma mi ha permesso di restare all'Istituto dopo l'allenamento, ma devo comunque ritornare entro le ventitré e non devo assolutamente fermarmi a dormire lì. Ha ancora paura che io perda la mia virtù.

Se sapessi cosa abbiamo fatto io e Jace sei anni fa, mamma...

Ormai la mia virtù è, come si suol dire, andata a farsi fottere.

Jace non spreca alcuna occasione per fare avances, e io, ovviamente, non rifiuto mai.
Comincio a credere che la mia resistenza in combattimento non sia frutto degli allenamenti, bensì delle ore passate a fare l'amore con Jace.

Anche Alec e Magnus vanno alla grande, e nell’aria aleggia il profumo di matrimonio... secondo Jace sarà Alec a chiedere a Magnus di sposarlo, ma io mi permetto di dissentire, lui non avrebbe il coraggio di fargli una dichiarazione così importante.

Dichiarazione... Jace sta tramando qualcosa, ne sono certa. E Luke è suo complice. Sospetto che il giorno del mio compleanno sarà un giorno molto importante.
Comunque mamma non approverebbe mai un nostro ipotetico matrimonio, direbbe che sono troppo piccola – parla lei che si è sposata a diciannove anni e a venti aveva già Jonathan –, e poi non ha mai visto di buon occhio Jace.

Vabbe’, devo lasciarti, Jace mi sta chiamando, devo andare ad allenarmi.

Un bacione e un grandissimo abbraccio,

Clary.

Esco dalla camera: Jace è appoggiato allo stipite della porta, chiaramente arrabbiato. «Che cosa stavi combinando lì dentro?»
«Ehm, niente, cercavo di disegnare la Statua della Libertà, ma è da tanto che non vado a Liberty Island e...» Che cazzata, non ci credo nemmeno io. Ma Jace mi prenderebbe per pazza se sapesse che tengo ancora un diario segreto.
«Farò finta di averti creduto. Su, andiamo, devi continuare il tuo allenamento.»

Entro in palestra e mi posiziono di fronte al bersaglio, sbuffando. Il lancio dei coltelli non è esattamente la mia specialità, un motivo in più per perfezionare la tecnica. «Gamba sinistra avanti, per permettere una più facile rotazione del busto. Coltello impugnato con la mano destra, di piatto, il pollice sulla lama. Avambraccio, gomito e coltello devono rimanere perfettamente allineati durante il lancio; i piedi non si staccano MAI da terra, nemmeno per un piccolo salto. Il coltello, in aria, compie solo mezzo giro. Chiaro?» queste sono le parole di Jace.

Lancio il coltello, che colpisce il bersaglio all'altezza della testa e cade a terra, emettendo un fastidiosissimo clangore metallico. Ci riprovo, e questa volta rimane infisso nel legno, ma ho colpito il bersaglio alla spalla, e quindi non in un punto vitale.
Jace raccoglie il coltello e me lo porge. «Ritenta, sarai più fortunata.» Gli faccio la linguaccia, o almeno ci provo, perché mi scappa uno sbadiglio. «Okay, ho capito, sei stanca. Dai, oggi ti sei allenata abbastanza, ti concedo il pomeriggio libero. Va’ a cambiarti e mettiti qualcosa di fresco e comodo, porta anche l'album da disegno e le matite, andiamo a Liberty Island, così potrai disegnare dal vivo la Statua della Libertà. Ah, e salutami il tuo diario segreto!»

Lo sa. Per la miseria, ma come avrà fatto a scoprirlo?

Entro nel bagno e mi butto sotto la doccia, rigorosamente fredda. Mmm, vediamo... bagnoschiuma al mango, shampoo al mango... qui c'è lo zampino di Jace. Fortunatamente ho i miei prodotti, e, quando esco dalla doccia, profumo di albicocca e fiori di arancio.
Mi avvolgo in un telo e apro l'armadio.

Domanda fatidica: «Cosa metto?» o meglio: «Che cosa avrebbe indossato Izzy in un'occasione come questa?»

Isabelle è stata irremovibile: ho un pessimo gusto nel vestire, e devo cambiare stile. Tutte le mie magliette, i miei adoratissimi jeans, le felpe sformate e le scarpe basse sono finite nel secchio della spazzatura, e adesso il mio guardaroba vanta una vastissima collezione di top scollati, camicette semitrasparenti, minigonne, pantaloncini cortissimi e tacchi vertiginosi.
Afferro a caso un paio di pantaloncini di jeans e un top verde acqua, abbinato alle Converse All Stars che mi ha regalato Simon l'anno scorso, sfuggite alla furia di Izzy.

Che strano, questi shorts mi andavano larghi e ora mi tolgono il fiato per come sono stretti. Poggio le mani sui fianchi e noto che si sono formati dei piccoli cuscinetti di grasso. Ho anche un filo di pancia.

Ah, che sbadata! Ho preso i pantaloncini di Izzy, lo si nota dalla taglia XS. Ma che ci fanno nel mio armadio? Ecco perché mi vanno stretti. Tra qualche giorno dovrebbe venirmi il ciclo, e questo spiega la pancia gonfia. L'unica cosa che non riesco a spiegarmi sono i fianchi più larghi. Evidentemente dovrò eliminare del tutto i grassi dalla mia dieta.
Indosso i pantaloncini giusti, infilo le scarpe e metto in borsa album e matite. Jace mi aspetta al cancello dell'Istituto, stupendo come sempre. Ci dirigiamo subito verso Manhattan: le strade di New York sono gremite di gente, è quasi impossibile camminare.

Arriviamo a Liberty Island alle diciassette e trenta, dopo un'ora di estenuante cammino.
Mi siedo a terra, colta da un improvviso giramento di testa. Jace se ne accorge: «Ehi Clary tutto okay?»
«Sì» rispondo, «sarà colpa del caldo, ci sono trentotto gradi all'ombra. Ti va una granita?» Jace annuisce e ci avviciniamo a un chioschetto, dove prendiamo due granite giganti alla menta.

Ci sediamo su una panchina, e, mentre sorseggio la granita, abbozzo un disegno della Statua della Libertà.

Libertà. Freedom. Liberté.

Che bella parola. Libertà.

Mi riaffiorano alla mente ricordi che credevo di aver sepolto, ricordi di un tempo passato, quando eravamo privi di libertà.

Quando Jace era sotto il controllo di Sebastian, quando non eravamo liberi di baciarci e toccarci a causa del Fuoco Celeste, quando Simon era vincolato, legato al bisogno impellente di sangue, quando mamma era attaccata a quelle dannatissime macchine del Beth Israel, quando io e Jace pensavamo di essere fratelli.

Tutto riconduce a quell'unica parola. Libertà.

Libertà di vivere la nostra vita come vogliamo, senza essere legati a qualcosa o a qualcuno contro la nostra volontà.

È così che voglio vivere la mia, di vita. Libera e felice, con Jace, con mamma e Luke, con Simon, e con gli Shadowhunters dell'Istituto di New York, che ormai sono come una famiglia, per me.

E, per il momento, non c'è nessuno che mandi all'aria i miei piani per il futuro.

Sono su una montagna russa che va solo in salita.



Ed eccomi finalmente qui a pubblicare il tanto atteso primo capitolo della mia nuova fanfiction.

Come avrete capito, la storia è ambientata sei anni dopo gli eventi di CoHF, che si concludono a Maggio 2008. Perché ho scritto questa FF? Perché non voglio aspettare l'uscita di TDA - Lady Midnight per sentir di nuovo parlare dei miei personaggi preferiti, e ho nostalgia dei momenti Clace, Malec e Sizzy, quindi ho deciso di dire la mia e creare una What if?.

Sì, questa fic è in un certo senso una What if? (E se?), perché l'antagonista sarà una nostra "vecchia conoscenza" che credevamo morta. NON farò resuscitare Jonathan, mi stava un po' sulle scatole fino a pochi attimi prima della morte, e poi ho letto un sacco di FF che sono incentrate sulla figura di un Jonathan "buono", senza sangue demoniaco nelle vene. Introdurrò l'antagonista nel prossimo capitolo, nel quale comunque non rivelerò il suo nome.

Visto che oggi per vari motivi ho il Morgenstern alle stelle, voglio farvi scervellare un po' dandovi degli indizi sull'identità del cattivo della situazione, così potrete formulare delle ipotesi. E vi prego, per carità di Dio, non tenete per voi quelle ipotesi, fatemele sapere!

1) Ha più o meno una quarantina d'anni, ma per vari motivi ne dimostra di meno (adesso andate a capire quali sono questi "motivi");

2) In tutta la saga TMI fa pochissime apparizioni;

3) Dopo la sua "morte apparente" non è più lo stesso (il che può significare tutto o niente).

Bene, ci tenevo a dirvi anche da dove ho scopiazzato la citazione che ho usato come titolo. Proviene da "Colpa delle Stelle" di John Green, un libro magnifico, dal quale è stato tratto il film omonimo diretto da Josh Boone e con protagonisti Shailene Woodley e Ansel Elgort.

I fans di Divergent avranno riconosciuto invece la scena del lancio dei coltelli, che vuol essere una sorta di "tributo" alla Fourtris (chi ha letto Allegiant mi capirà).

Se questo capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere, se invece lo avete odiato tenetevelo per voi! No, scherzo, se non vi ho entusiasmato perdonatemi, i primi capitoli saranno un po' monotoni, perché ci sono da spiegare un sacco di cose, ma continuate a leggere e prometto che non vi deluderò!

Baci baci da Federica
  
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