Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Black White Dragon    02/11/2014    4 recensioni
Dato che zia Jo non si degna di scrivere un altro libro di Harry Potter (o di Albus Severus Potter), mi sono permessa di immaginare come sarebbe stato un breve incontro tra Albus Potter e i ritratti degli ultimi due presidi.
(Non ho mai scritto fanfiction nella categoria di Harry Potter, siate clementi)
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Albus Silente, Draco Malfoy, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ALBUS POTTER INCONTRA SILENTE E PITON
Albus Severus Potter stava percorrendo le grandi scalinate nella parte alta di Hogwarts che portavano allo studio della professoressa McGranitt, la preside di Hogwarts. Era la prima volta che ci andava; ma d'altronde era il suo primo anno ad Hogwarts, e sicuramente avrebbe avuto occasione di tornarci in futuro. Era curioso di entrare in quello studio, perché suo fratello James c’era già stato parecchie volte dall’inizio dell’anno (ed era appena passato Halloween!) e raccontava ad Albus le cose terribili che gli succedevano là dentro, per chi si trovasse lì per essere punito. James raccontava che tre settimane dopo l’inizio della scuola dell’anno in corso, la professoressa McGranitt gli aveva dato una corda incantata e che appena l’ebbe presa in mano era costretto a fare nodi in continuazione, per poi disfarli, e che andò avanti così per due ore e mezza. Gli raccontò anche che appena la punizione finì, si ritrovò a non poter più scrivere per via delle dita tutte indolenzite, “Così impari a mandare lettere con sopra delle sciocchezze coi gufi della scuola!” gli rimproverò la professoressa McGranitt. Ma sebbene Albus lo avesse visto mandare lettere coi gufi della scuola (il che gli sembrava molto strano dato che James possedeva un gufo tutto suo), forse per non farsi riconoscere, non gli era mai parso che il fratello avesse avuto problemi a scrivere per una settimana intera.
Albus non vedeva l’ora di sapere se queste ‘tremende’ punizioni esistevano davvero, tuttavia ignorava perché la professoressa McGranitt l’avesse convocato.
Mentre percorreva l’ultima scalinata, si fece un piccolo esame di coscienza: se aveva fatto qualcosa di sbagliato, se aveva fatto qualche diavoleria come suo fratello, se aveva fatto perdere alla sua casa, Serpeverde, troppi punti (dato che il professore di pozioni, Malfoy, lo prendeva sempre di mira, anche se era a capo dei Serpeverde). Tuttavia non gli venne in mente niente.
Forse era stato convocato per suo fratello? Impossibile! James si deve sbrigare le sue faccende da solo, pensò Albus.
Arrivò a un grande portone di legno con rifiniture barocche ai lati. Cercò di bussare, ma come avvicinò la mano alla porta, quella si socchiuse. Spinse il grande portone verso l’interno ed entrò nella stanza. Dopo che ebbe fatto qualche passo, la porta si richiuse da sola dietro di lui. Si trovava in una stanza circolare con ai lati scaffali e mensole piene di cianfrusaglie e oggetti magici, di cui non conosceva molto, ma nessuna traccia di corde. Al centro della stanza si trovava una grande scrivania a cui era seduta la professoressa McGranitt. Su di lei gravava una vita piena di tormenti. Harry aveva raccontato ad Albus che la professoressa McGranitt aveva partecipato a entrambe le guerre magiche, e gli disse anche di avere rispetto per lei. In realtà l’aveva detto anche a James, ma a lui non era mai importato molto.
- Signor Potter - cominciò lei - si segga per favore -
Albus camminò verso la scrivania e si sedette sulla sedia che le stava davanti.
- Come mai mi ha convocato qui? - chiede lui.
La professoressa McGranitt si mise degli occhiali a mezza luna, molto simili a quelli che stava portando un uomo dalla barba argentea nel quadro appena dietro la scrivania.
“Albus Percival Wulfric Brian Silente” lesse Albus nella sua mente, “ha il mio nome” ribadì poi, “però ne ha altri tre, quattro in tutto... Sono troppi!”
La professoressa McGranitt aveva intanto trovato un foglio di pergamena sulla scrivania.
- Ora ascolti attentamente, signor Potter - esordì lei, poi si mise a leggere - “Ddero  informare la professoressa McGranitt che non ritengo opportuno che io assuma la posizione di Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, in quanto ritengo che altre persone siano più capaci di me nel soddisfarla in questo ruolo. Spero che non si ritenga offesa dal mio rifiuto, ma non posso accettare” -
La McGranitt ripose la pergamena sulla scrivania e si tolse gli occhiali, mettendoli sopra di essa.
- Potter, questa è una lettera che mi ha inviata tuo padre. E sono qui per chiederti di aiutarmi a convincerlo a prendere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure - disse lei guardando Albus negli occhi.
Lui, senza togliere il contatto visivo, disse: - Io lo farei volentieri, professoressa McGranitt, ma non so come agire a riguardo -
La McGranitt annuì debolmente, poi disse: - Ti chiedo, per esempio, di mostrarti scontento dell’attuale professoressa di Difesa contro le Arti Oscure -
- Anche perché tutti si lamentano di lei - ribadì Albus con un sorriso - non ci fa neanche usare la bacchetta -
- Bene, signor Potter - disse la McGranitt - io ho provato di tutto per far tornare suo padre, ma niente lo ha fatto sviare dalla sua idea, magari se è suo figlio a provare scontento, potrebbe anche ricredersi... -
- Posso farle una domanda, professoressa McGranitt? -
- Certo, signor Potter -
- Perché lo chiede a me e non a James? -
Lei si lasciò scappare un sospiro.
- Vedi - disse lei - tuo fratello da tuo padre ha preso solo la fisionomia, il carattere è tutto del nonno invece, e non sarebbe in grado di svolgere un compito importante, adesso. Quando crescerà vedremo... E volevo chiederle -
Ma la frase della professoressa McGranitt non poteva finire, perché era appena entrato un professor Malfoy tutto sudato e col fiatone. I capelli biondi (quasi bianchi) e unti non erano tirati all’indietro come al solito, ma formavano una specie di caschetto che Albus dovette usare tutto il suo autocontrollo per non ridergli in faccia.
- Cosa ti porta qui, Draco? - gli chiese la McGranitt.
“Draco?” pensò Albus “Draco Malfoy... papà mi ha parlato di lui... E il mio professore era un mangiamorte. Credo che dovrebbero rivedere anche la cattedra di pozioni”
- Ha trovato un altro Potter da punire? - chiese Malfoy, invece di rispondere alla domanda.
- No, lui non è qui per lacuna punizione! - lo rimproverò lei - Cosa ti è successo? -
- Suo fratello - disse indicando Albus - ne ha fatta una delle sue, e chiedo l’espulsione immediata! -
La McGranitt emise un sospiro, poi si alzò e disse: -Vediamo cos’ha combinato. Lei, signor Potter, non si muova da quella sedia e mi aspetti-
La McGranitt camminò verso il professor Malfoy, poi uscirono dalla stanza e la porta si chiuse alle loro spalle.
Cosa poteva fare lì tutto solo? Come minimo James aveva fatto uno dei suoi scherzi vicino alla foresta proibita, dove li faceva di solito. Magari aveva manomesso qualche fuoco d’artificio e al posto della scritta ‘Weasley’s fireworks’, in cielo aveva fatto apparire una frase del tipo ‘pozioni fa schifo’.
Albus si alzò dalla sedia e si avvicinò alla parete per osservare quei quadri con le persone che si muovono. Si fermò davanti a quello di Albus Silente e vide che stava dormendo, ma dopo qualche secondo quello aprì gli occhi.
- Finalmente conosco il secondo Potter - disse tutto assonnato - come ti chiami, ragazzo? -
- Albus, Albus Severus Potter. Posso farle una domanda professor Silente? - chiese lui.
- Certo - gli rispose quello sorridendo.
- Come fa a sapere che sono un Potter? -
- Ah! - esclamò Silente tutto contento - intuizione! -
- Sai, anche io usavo chiedere a tuo padre di farmi dei favori, ma quello che gli chiesi io, era troppo pericoloso per lui. Una missione suicida, come la definirebbe mio fratello, e forse non aveva tutti i torti! -
- Ma mio padre è riuscito, no? -
- Oh sì... è stato maledettamente bravo! -
Il ritratto gli sorrise.
- Ragazzo... - urlò il ritratto di fianco a quello del professor Silente - ti prego, avvicinati! -
Albus si avvicinò al ritratto, mentre leggeva il nome del professore che l’aveva chiamato: Severus Piton.
La figura all’interno del quadro aveva capelli neri che gli arrivavano fino alle spalle, un naso adunco e vestito interamente di nero. Si faceva spazio come per avvicinarsi ad Albus, ma non ci riusciva, perché era dentro al quadro.
- Per favore avvicinati di più - lo intimò il professor Piton.
Ormai la fronte di Albus quasi toccava il quadro, ma la figura al suo interno era ben felice.
Se il pittore gli avesse dipinto delle lacrime, adesso probabilmente piangerebbe come una fontana.
Era felice.
Sorrideva.
- Cosa c’è di tanto buffo, signore? - gli chiese Albus.
Ma Piton era come se non avesse sentito, e l’unica parola che continuava a ripetere era ‘Lily’, mentre lo guardava intensamente negli occhi.
Grazie se avete letto.
Spero sia stata all'altezza delle aspettative.
Se recensite non mordo :)
-Elisa
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Black White Dragon