Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: PervincaViola    02/11/2014    3 recensioni
Il giovane erede di Grande Inverno è già disilluso, ma Sansa conserva l'ingenuo e sciocco candore di chi non ha ancora avuto a che fare con la spietatezza che sanno nascondere le persone.
{Robb & Sansa Stark | No pairing ♥ | Life is not a song, sweetling. You may learn that one day to your sorrow}
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Robb Stark, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
 
Be careful what you wish for
~ It might come true
 




 You were like a hero from the songs...
 
 
   «Sei ancora arrabbiata?» domanda timidamente Robb.
   Ha sette anni, Sansa, e il suo sorriso è già uno dei più belli che il Nord abbia mai visto. Ora non sta sorridendo, però, e i suoi occhi sono addirittura lucidi.
   «Siete stati crudeli, tu, Arya e Jon» mugola con la bocca tremante. «Non era un bello scherzo!»
   «Non intendevamo spaventarti in questo modo» tenta di rimediare il piccolo lord, nascondendo il sorriso che gli solca ancora le labbra, mentre immagina Jon e Arya nelle cripte, ancora piegati in due dalle risate.
   «Ma l'avete fatto comunque» protesta ancora lei, tuttavia il tono della sua voce comincia ad ammorbidirsi – non è capace di rimanere arrabbiata a lungo, Sansa, poiché la sua è un'indole troppo dolce e gentile. Avvertendo che la rabbia della sorella sta sfumando, Robb insiste: «Scusaci, sorellina. Ci perdoni?»
   Sansa stringe le labbra, ma poi si apre in un sorriso. «Solo se giochi con me, ora» propone. 
   Robb pare rifletterci su, soprattutto perché sa bene come finirà. «Va bene» acconsente infine.
   «Tu devi far finta di essere il re, mentre io sarò la regina» lo istruisce con attenzione Sansa, di nuovo felice, ma, al contempo, scruta il suo semplice abito di lana azzurra con occhio critico. Accorgendosi del suo sguardo, lei gli sorride; ora i suoi occhi sono di nuovo limpidi. «Nostra madre mi ha raccontato che al sud i vestiti sono molto più decorati. Un giorno, quando sarò regina, ne avrò uno anche io e sarà il più bello di tutti» conclude raggiante, con tutta la convinzione che può avere una bambina che crede nel suo sogno.
   «Vorresti davvero andartene dal Nord per diventare regina?» Robb alza scetticamente le sopracciglia: non capisce come sua sorella possa voler rinunciare alle nevicate estive, alle cavalcate fra i boschi, alla libertà del Nord. Ignorando la sua domanda, Sansa continua imperterrita a sistemare la gonna del suo abito.
   Robb scrolla le spalle. Non riesce proprio a capirla. 
 
 
   Gli anni sono passati e Robb è diventato quasi un uomo. Sansa se ne rende conto solamente nel momento in cui lui la abbraccia con calore; c'è anche qualcosa di nostalgico, in quella stretta, qualcosa che le fa strizzare le palpebre per impedire che scendano le lacrime – se siano di felicità o tristezza, o forse ambedue, non saprebbe dirlo. 
   «Alla fine sembra che i tuoi sogni stiano diventando realtà» commenta lui con affetto. «Abbi cura di te» le sussurra, abbassando il capo, e Sansa non può fare a meno di notare quanto alto sia diventato, come si siano irrobustite le sue braccia. Nonostante i tratti dei Tully, la somiglianza con il lord loro padre – nei modi di fare, nell'espressione fiera e orgogliosa – si fa ogni giorno più evidente. «E bada anche ad Arya».
   «Lo farò, come al solito» ribatte altezzosamente lei, tuttavia nella sua voce si avverte un malcelato sorriso. Alza lo sguardo per incontrare gli occhi azzurri di suo fratello, così simili ai suoi, ma lui sta osservando qualcosa alle sue spalle, e nel suo sguardo può scorgere una durezza inusuale.
   Voltandosi, Sansa s'imbatte in un altro sguardo, smeraldino e intrigante, e arrossisce. Ha intuito che suo fratello non approva il suo promesso sposo, eppure lei lo ama con tutto il cuore – ma cosa ne sa, una ragazzina, dell'amore?
   «Stai attenta, sorellina, il sud non è il posto adatto per i lupi» Robb riporta la sua attenzione su di lei e sorride con affetto mentre pronuncia quelle parole, tuttavia la sua espressione tradisce una punta di preoccupazione e nervosismo mentre osserva il biondo principe montare sul suo cavallo. Solo con il senno di poi, Sansa si sarebbe resa conto di quanto suo fratello avesse avuto ragione, di come fosse stata cieca davanti a quella realtà che non si era ancora pienamente rivelata essere terribile.
   Il giovane erede di Grande Inverno è già disilluso, ma Sansa conserva l'ingenuo e sciocco candore di chi non ha ancora avuto a che fare con la spietatezza che sanno nascondere le persone. Sogna la capitale, difatti, e tutto il mondo dorato di dame gentili e valorosi cavalieri promessole da ballate e canzoni. Non sa ancora che non rivedrà più la sua casa, che la spensieratezza di Grande Inverno rimarrà presto solo un ricordo. 
   «Ti voglio bene, Robb». Ti voglio bene, fratello.

 
   Fissa il cielo, Sansa, di un celeste limpido e terso che si estende fino ai più remoti orizzonti. Fissa il cielo e si sente soffocare dal puzzo della città che tanto agognava, dal caldo afoso del sud – quanto le manca, ora, la neve della sua terra!
   Fissa il cielo oltre le mura, Sansa, con tutta l'ostinazione che le resta, perché sa che se guardasse appena un poco più in basso cadrebbe in ginocchio e non riuscirebbe più ad alzarsi.
   È colpa mia, urla dentro di sé, è solo colpa di una stupida ragazzina con stupidi sogni, una stupida ragazzina che non ha voluto accorgersi della trappola che stava stringendosi attorno a lei come un cappio.
   Affonda le unghie nei palmi delle mani, Sansa, guarda il ragazzo – mostro – che dovrebbe sposare e si chiede come abbia fatto ad innamorarsi di lui, come possa essere stata così folle da non vedere la crudeltà celata dietro quei freddi occhi verdi.
   Guarda l'orizzonte di Approdo del Re e poi, coraggiosamente, la testa mozzata di suo padre, e si chiede come abbia potuto desiderare tutto questo, poiché ora che finalmente i suoi sogni sono diventati realtà, Sansa ha compreso che essi sono solamente degli incubi da cui non può più scappare – svegliarsi è proibito, dimenticare impossibile.
   Perdonami, padre.
   Neri corvi si avventano sugli occhi di quello che era stato lord Eddard Stark – l'onesto, leale Eddard Stark – e lei è costretta ad abbassare lo sguardo, mentre lacrime pungenti le bruciano gli occhi e il vuoto nel suo cuore si fa sempre più incolmabile.
   Salvami, Robb. Salvami, ti prego.

 
   Ha quattordici anni, Sansa, ed è già stata testimone di molti più orrori di quanti ne possa sopportare un uomo in una vita intera quando comprende che i lupi non torneranno più indietro. 
   Il sole sta tramontando su Approdo del Re, gettando cupi riverberi nella stanza che le ricordano con malignità di come sia stata lei stessa a volere quella prigione – ma mai, mai, aveva creduto che sarebbe potuta finire in questo modo.
   Pensa a ciò che resta della sua famiglia – distrutta, calpestata, tradita – e capisce che non sarebbero mai dovuti partire da Grande Inverno, che il sud ha sancito la loro ineluttabile rovina. Pensa a suo padre, alla sua testa sollevata davanti a una folla urlante e ancora una volta non può che sentirsi colpevole; pensa ai suoi fratelli minori, ignari e innocenti, abbandonati a una fine orribile, e a sua sorella Arya, coraggiosa e testarda e quasi certamente morta.
   Pensa a sua madre, una madre costretta a veder morire il suo primo figlio – quale genitore può sopportare una simile atrocità? –, gettata poi in un fiume grondante sangue del Nord.
   Infine pensa a lui, a Robb, suo fratello, la persona che avrebbe dovuto salvarla da quell'inferno fatto di bugie e lacrime e sogni infranti. Pensa a Robb, all'ennesima umiliazione inflitta al Giovane Lupo, e tutto ciò che riesce a immaginare è la testa di Vento Grigio piantata sul suo collo, le fauci spalancate in un ultimo ringhio disperato. Macellai, assassini, traditori.
   «Sansa...» ignora la voce profonda che la chiama, Sansa, ignora la falsa compassione che potrebbe spingerla a guardarlo negli occhi, e rammenta le parole di suo padre: il lupo solitario muore, ma il branco sopravvive. Eppure i membri del suo branco sono caduti uno ad uno, spazzati via dal ruggito orgoglioso dei Lannister. 
   L'onestà di suo padre, la dolcezza di sua madre, l'orgoglio di Robb, la cocciutaggine di Arya, l'ingenuità di Bran e l'infanzia di Rickon... Tutte perdute in una guerra che dietro di sé ha lasciato solo cenere, in cui tutti sono rimasti prigionieri.
   Non ci sono eroi, nella vita reale vincono sempre i mostri; la lezione che tante volte il Mastino aveva tentato inutilmente di impartirle si è rivelata reale, dannatamente e dolorosamente reale. E ora che la sua ultima possibilità di salvezza si è spenta – spezzata – insieme a suo fratello, lacrime frutto di un'innocenza annientata e di un inverno arrivato troppo presto scivolano piano sulle sue guance, ferendola amare.
 

... But the songs were all lies.





 

Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo (O. Wilde). Una frase che, secondo me, rappresenta in pieno Sansa, la sua ingenuità e i suoi sogni completamente distrutti.
Credo si sia capito che è il mio personaggio preferito. Come un po' tutti, penso, all'inizio non la sopportavo, perché il suo "amore" per Joffrey la rendeva davvero cieca. Ho iniziato a rivalutarla alla fine della prima stagione, quando ha quello scambio di battute con Joffrey e per la prima volta tira fuori il lupo che c'è dentro di lei, quando ormai ha dovuto aprire gli occhi (anche se è troppo tardi) e la recitazione di Sophie, con quello sguardo intriso d'odio, è stata fenomenale!
La sua trasformazione è stata una delle più sorprendenti e dolorose di tutte, perché hanno dovuto decapitare suo padre davanti a lei prima che capisse i suoi errori: fidarsi di Cersei, credere nell'amore di Joffrey e, soprattutto, che lui avrebbe davvero risparmiato suo padre sono stati errori in buona fede, certo, ma con risultati disastrosi! E dalla seconda stagione l'ho amata, perché, diciamocelo, è uno dei personaggi più sfigati di tutta la serie, ma nonostante tutto non crolla. Chi, infatti, riuscirebbe a resistere alla violenza continua dei cavalieri di Joffrey, a un quasi stupro, alla morte di tutte le persone a cui tieni per mano di chi ti eri fidato e, infine, al matrimonio con un membro della stessa famiglia che ti ha distrutto la vita? Sansa ci è riuscita - e su di lei non avrei scommesso un soldo bucato - e per questo la ritengo una delle donne più forti dell'universo di Martin, e credo che debba ancora mostrare tutto il suo potenziale :3
By the way, il primo momento è una sorta di Missing moment dei libri, perché in un capitolo di A game of Thrones viene raccontato di uno scherzo subito da Arya e Sansa, ma solo quest'ultima scappa terrorizzata dalle cripte, mentre i suoi fratelli se la ridono :'D
L'età è più o meno inventata e anche nell'ultima parte ho preferito rendere Sansa più adulta, come nella serie tv (nei libri, mi pare, quando sposa Tyrion ha circa 13-14 anni).
Inutile dire che ci ho dovuto inserire per forza un accenno al Mastino: SanSan is the way ♥
Le recensioni sono sempre gradite *lancia cioccolatini*
Un bacio


 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: PervincaViola