Terence Christians era un Nato Babbano
Un'affermazione senza senso fino a qualche giorno prima.

Quando Melyssa e Bernard Christians, i suoi genitori, portarono la posta in cucina nessuno si sarebbe aspettato il contenuto di quella busta così particolare.

Terence era un ragazzino dalla vita comune ma soprattutto senza problemi.
Aveva undici anni: un corpo gracile, un visetto tondo, capelli lunghi fino alla nuca di un castano chiarissimo ed enormi occhi color cioccolato.

Viveva con i genitori più dolci che un bambino potesse desiderare: la madre lavorava in una pasticceria gestita con la zia del ragazzo mentre il padre era impiegato d'ufficio.
E poi c'era suo fratello Cyrus.

Cyrus era il suo fratello maggiore: aveva ereditato gli occhi verdi del padre così come i suoi capelli biondi e avendo sedici anni aveva appena concluso gli studi obbligatori.
Era sempre allegro e scherzava su ogni cosa. Era stato lui che qualche anno prima aveva soprannominato Terence come "Koda" a suo dire, per la somiglianza del fratellino con il tenero orsetto del cartone.

Avere appreso che il più piccolo della famiglia era un Mago fu scioccante per i coniugi Christians ma lo fu ancor di più recarsi a Diagon Alley per gli acquisti del materiale scolastico. Di norma la famiglia Babbana non partecipava a questa sorta di "iniziazione" ma a causa della giovane età del ragazzo fu fatto uno strappo alla regola.

I quattro, accompagnati da un membro del Ministero, percorsero quel susseguirsi di strambi e meravigliosi negozi come se si trovassero al Paese dei Balocchi: dal set di pozioni al calderone in peltro, dalla divisa alla bacchetta da Olivander.

Il signor Olivander era ormai molto anziano e avrebbe presto compiuto i cento anni eppure i suoi occhi argentati mettevano ancora soggezione. Terence uscì dal negozio con una Bacchetta di Nocciolo (il suo compleanno era il 25 agosto) con Crini di Unicorno.

Il 1 settembre con la famiglia si recò a King's Cross dove una folla di maghi indistinti salutavano i figli: il giovane mago era troppo emozionato per fare attenzione a ciò che aveva intorno e perfino le raccomandazioni dei genitori giungevano fioche alle sue orecchie.

Il fischio dell'Espresso fu il segno che il tempo dei saluti era concluso: Terence salì sul treno con i bagagli e con la gabbietta di Basket: il fulvo scoiattolo che sarebbe diventato il suo animale da compagnia.