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Autore: Nero inchiostro    02/11/2014    1 recensioni
Io non so perché, ma tutto ciò che tocco si ingarbuglia. Tanto i fili degli auricolari quanto le relazioni con le persone.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io non so perché, ma tutto ciò che tocco si ingarbuglia. Tanto i fili degli auricolari quanto le relazioni con le persone.

A volte penso che tutto, in fondo, debba essere molto semplice. Di fronte a una persona scatta un saluto e dopo qualche minuto, a volte, scatta un sorriso. Forse è proprio quel sorriso che determina tutto: come andrà, come vuoi che vada, come pensi dovrebbe andare. A volte quel sorriso determina la fioritura di un affetto, talvolta temporaneo, talvolta effimero, talvolta duraturo, talvolta eterno. Duraturo non significa eterno e forse l’eternità non esiste; tutto scorre, tutto termina, sembra che il fine di tutto sia proprio la fine, ma non sai mai quando giungerà davvero. A momenti pare lontana chilometri, a volte senti che se farai un altro passo sprofonderai al suo interno senza possibilità di risalita. Ma quando senti che quel sentimento possa essere eterno, mettendo via ogni dubbio, allora è l’inizio di qualcosa. Qualcosa di straordinario? No, è semplicemente l’inizio della paura. Paura di perdere, paura di fare, di dire, di cominciare, di terminare, paura di vivere troppo o vivere poco, paura di sentirti inadatta, paura di sentirti piena, paura di sentirti vuota. A volte la paura ti trascina verso il basso, a volte l’abitudine. Come il fisico si abitua al freddo, al caldo, ma mai al dolore, così l’anima, si abitua al gelo, al calore, ma mai alla sofferenza. Così talvolta pensi solo "è successo ancora", talvolta pensi "doveva andare così". E se dirai "ormai ci ho fatto l’abitudine", saprai che stai mentendo e quel sorriso ti si ritorce contro, dentro te, nel profondo più profondo.

Io non so perché, ogni volta che tocco qualcosa esso si ingarbuglia, prima di riuscire ad ascoltare e sentire la musica passo troppo tempo a cercare di togliere i nodi dai fili degli auricolari e la voglia inizia a scemare. E passa la voglia delle relazioni a poco, a poco e conti le amicizie sulle dita di una mano e senti che probabilmente ti sei persa e vedi che è andata così, ma non riesci a darti pace. Una mattina ti svegli e non vedi più il sole, che tu ti sia svegliata troppo presto o tardi non lo sai, sai solo che se guardi fuori dalla tua finestra il sole è alto nel cielo e quel buio, freddo, gelido, scuro, nero pece, quel buio ce l’hai dentro e ti ha divorato l’anima. 

 


N.d.a. Da tempo non pubblicavo più qualcosa su questo sito ed ora torno semplicemente con un flusso di pensieri, una sottospecie di stream of consciousness Joyciano, tipico del mio stile (chi mi conosce lo sa). Lo pubblico senza rileggerlo né revisionarlo, toglierei tutta la spontaneità al testo. 

A presto,

Nero Inchiostro

   
 
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