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Autore: Starishadow    02/11/2014    5 recensioni
Nella notte di Halloween, gli Starish sono soli in casa. Un blackout, una presenza inquietante e ragazzi nascosti nei bauli... che altro potrà succedere ai sette idols?
Se la faccenda vi incuriosisce, entrate pure a leggere! ^^
(scusate il ritardo, doveva essere una FF per Halloween ma non sono riuscita a postarla in tempo :S)
Genere: Comico, Slice of life, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy Halloween!!
Ovvero la storia di come una semplice serata di film si trasformò in qualcosa di decisamente più emozionante

Nota dell'autrice: buonasera! Ebbene sì, sono tornata con vostra somma gioia (??? fate finta, dai xD). Stavolta niente angst, promesso ;D
Avevo questa fic per Halloween, ma non ho potuto postarla grazie al mio PC che fa i capricci .-. ora è qui, e mi auguro davvero che possa piacervi!!! C'è un piccolo riferimento alla mia long-fic, From the bottom of the heart, quando viene nominato un certo Aine, ma davvero, non serve averla letta, non preoccupatevi!
Detto questo vi lascio alla storia, buona lettura!! Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, se vi va, ogni consiglio per migliorare è il benvenuto!!! ^^
Baci,
Starishadow

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«Hey ragazzi!!» esclamò Syo entrando di corsa nel salone dove trovò gli altri Starish sparsi nelle più svariate posizioni: Tokiya sdraiato a terra a pancia in giù che sottolineava le sue parti in un copione, Otoya seduto su di lui a suonare la chitarra, Ren a testa in giù con i piedi sullo schienale del divano e la testa che arrivava quasi a terra, intento a leggere le lettere delle fan, da cui ogni tanto citava dei passi ad un Masato concentrato nella lettura, seduto a terra vicino al divano, di un libro all’apparenza molto grande, Cecil intanto saltava esaltato davanti alla TV mentre giocava a chissà quale videogioco e Natsuki… Natsuki stava leggendo un libro di ricette.
Syo si pietrificò e spalancò gli occhi:
Natsuki.
Libro di ricette.
Ricette.
Nuove ricette.
Cavia.
«NATSUKI CHE ACCIDENTI STAI FACENDO?!» sbraitò, attirando l’attenzione generale e causando un paio di infortuni: Tokiya si alzò di scatto, facendo ruzzolare giù Otoya, e Ren scivolò dalla sua posizione da opossum, atterrando di testa accanto ai piedi di Masato che, senza troppi complimenti, non esitò ad usarlo come poggiapiedi umano.
Natsuki lo guardò confuso:
«Ne  ̴ Syo chan! Sto leggendo nuove ricette di Piyo-chan, perché?»
Tokiya si schiaffò il copione in faccia:
«Natsuki ti prego! Ho dovuto convivere per anni con quel pollo, non lo nominare! Lo odio!!» grugnì, per l’ilarità di Ren che - dopo aver scacciato via i piedi di Masato con ben poca grazia - rise:
«Ormai Ichi è diventato intollerante a tutto ciò che è correlabile ai suoi tempi d’oro» disse, lanciando un’occhiatina maliziosa allo stoico idol.
Masato sbuffò.
«Continua a chiamarli “tempi d’oro”, Jinguji, e ti farò vedere io che cos’altro è d’oro»
Un silenzio incerto cadde nella stanza.
«Eh?» chiese alla fine Otoya, sollevando il copione per guardarlo in faccia.
«Dite che è pericoloso?» balbettò Ren, ora seriamente preoccupato.
Masato nascose il viso nel libro che stava leggendo.
«Ehm… il macigno che ti tiro in testa?» chiese Tokiya, ora a disagio, mentre Syo sbuffava per la mancanza di attenzione ricevuta.
«Raga-a-azzi» chiamò ancora, trascinando la “a”.
«Dicci, Syo» replicò Cecil, ancora elettrizzato per il videogioco. Otoya ridacchiò osservandolo giocare; forse era per il fatto che quei due erano i più piccoli del gruppo, Cecil forse uno o due anni minore, o forse perché il rosso era stato uno dei primi ad accettare veramente il principe fra di loro, ma comunque fra i due si era stabilita una sorta di legame fraterno, in cui Otoya - per una volta - poteva passare per quello maturo e responsabile… almeno finchè Masato, Tokiya o i Quartet Night (Reiji escluso) non erano nei paraggi.
«Che ne dite se stasera vediamo un film?» propose il biondino, osservandoli.
Natsuki e Otoya accettarono immediatamente, Cecil dovette aspettare di arrivare ad un checkpoint prima di aggiungersi ai “sì”.
«Mmm perché no… ci sto, chibi»
«NON CHIAMARMI CHIBI, REN!»
Tokiya si tamburellò il mento con l’indice, pensieroso:
«A dire il vero volevo approfittare per provare un paio di… perché mi guardi così, Otoya?» sulla sua testa parvero apparire delle lineette e una gocciolina, mentre osservava il compagno di stanza che lo fissava traumatizzato:
«To-ki-i!!» esclamò, scandendo le sillabe in un modo che faceva scattare i nervi al perfezionista del gruppo, ma in fondo non poi così tanto «Non puoi provare pure quando abbiamo la settimana libera!!!» piagnucolò, sapendo bene gli effetti che aveva sul ragazzo. Rincarò la dose con i suoi micidiali occhioni da cucciolo che - aveva scoperto recentemente - riuscivano a smuovere persino un certo idol super-tradizionalista.
Tokiya emise una specie di ringhio seccato, ma alla fine acconsentì.
E fu così che sei paia di occhi si puntarono su Masato, ancora innocentemente assorto nel suo libro.
Sentendosi osservato, l’idol alzò gli occhi con calma e li fissò candidamente, battendo le palpebre:
«Sì?» chiese.
«Allora? Vediamo un film??» implorò Natsuki con i suoi migliori occhioni da cucciolo.
Masato mantenne la sua poker face, anche se dentro di sé stava sogghignando (ma era una cosa che solo Ren, al massimo, avrebbe potuto capire):
«Che film?»
Syo mormorò “horror” a labbra strette, sapendo che stava per attirarsi addosso…
«NOO UN HORROR NO!!» urlò Otoya balzando in piedi e nascondendosi dietro Tokiya.
… quello.
«Dai Oto-kun! Non è niente di troppo spaventoso, prometto!! E poi, oggi è Halloween!» esclamò il biondo, mostrando un DVD che gli fu abilmente sottratto da Ren.
«Ah questo! In effetti volevo vederlo, quindi confermo che ci sto… e pure Masa, non credergli, sta bluffando» commentò il maggiore, dando una gomitata all’amico di infanzia che finalmente si aprì in un sorrisino:
«Sì, va bene»
«M-ma i-io n-non c-ci s-sto p-più!!» balbettò Otoya tremando come una foglia.
«Ne  ̴ Otoyan! Tanto alla peggio ti metti a sbaciucchiarti con Toki e sei a posto!» esclamò Natsuki ridendo, facendo avvampare Otoya e Tokiya. Ren fece l’occhiolino a Masato, lasciandogli intendere che quello era il suo piano, ma l’altro alzò gli occhi al cielo e lo colpì con il suo libro, di cui finalmente il titolo fu visibile.
«Aspetta, ma tu ti stai leggendo… Shining?!» esclamò Cecil, spalancando gli occhi «Un momento, che roba è Shining? Non sarà la biografia del presidente!!»
Tokiya scoppiò a ridere, e come sempre quel suono raro fu contagioso, e Cecil si imbronciò a fissare i suoi compagni che si facevano gioco di lui.
«Ohi!» protestò, pestando un piede per terra.
«N-no Cesshi» disse Ren, riprendendo fiato «i-in teoria è un thriller-horror di Stephen King, ma… penso che se qualcuno scrivesse la biografia di Shining sarebbe più terrificante!» scoppiò di nuovo a ridere.
«Ok, ok, tornando al nostro principale argomento di conversazione, siamo tutti d’accordo sul vedere questo benedetto film?» chiese Syo osservando eloquentemente Otoya.
Il rosso si imbronciò e annuì, affondando le unghie nel braccio di Tokiya, che si lasciò scappare un’imprecazione non proprio signorile.
«Tokiya!» esclamò Syo, fingendosi scandalizzato «Un idol del tuo calibro, che canta canzoni smielate e conduce programmi insieme a Piyo-chan, non dovrebbe lasciarsi andare a certe imprecazioni!» aggiunse, ridendo crudelmente, Ren gli diede il cinque, mentre gli ex membri della A class alzavano gli occhi al cielo.
Quei tre non avrebbero mai smesso di sfottersi a vicenda, probabilmente.
«Parliamo di quello che un idol della tua elevatura, e statura mediatica non dovrebbe o potrebbe fare?» replicò Tokiya innocentemente, causando a Ren di iniziare a lacrimare dalle risate, mentre Otoya tossiva per nascondere la sua.
Syo iniziò a sbraitare.
«Su, su, Chibi… non ti hanno mai detto che i capricci non fanno crescere??»
«Non ti ci mettere pure tu, Jinguji!»
Masato sospirò e iniziò ad avviarsi in cucina, per preparare popcorn in quantità industriali per quel branco di matti… magari il cibo sarebbe riuscito a tenerli zitti.
 
Mentre mettevano su il film, Otoya non faceva che muoversi in preda all’agitazione: cambiò mille volte posizione sul divano, prima seduto vicino a Tokiya, poi con Natsuki e Cecil, poi dietro il divano, in braccio a Tokiya, dietro Masato, di fianco a Ren, ai piedi di Syo… sembrava un cagnolino che sente un temporale in arrivo e non sa dove nascondersi. Alla fine fu catturato dal suo ragazzo e optò per il rannicchiarsi contro il suo petto, ben deciso ad ignorare il film per quanto possibile.
Cecil era elettrizzato all’idea di vedere il suo primo film horror, ma le azioni di Otoya l’avevano un po’ preoccupato.
Certo, Tokiya e Masato erano tranquilli - annoiati quasi - ma loro erano tranquilli anche prima di un concerto, non facevano testo. Syo e Ren, d’altro canto, erano due spacconi fatti e finiti, quindi non avrebbero mai mostrato le loro vere emozioni, ergo anche loro erano inutili.
Si voltò verso Natsuki, ma quello era impegnato con un qualche album fotografico dove stava aggiungendo le sue ultime “creazioni”, ossia gli abiti che aveva infilato a Syo con la forza mentre Ai era fuori e non poteva intervenire a salvare il biondino.
Nessuno, quindi, poteva prepararlo a quello che stava per vedere.
La scritta “basato su una storia vera” comparve sullo schermo, e gli fece immediatamente spalancare gli occhi, mentre una sensazione spiacevole gli avvolgeva lo stomaco.
Non gli piaceva per niente come iniziava la faccenda.
Otoya si strinse a Tokiya, ancora determinato ad ignorare il film, ma allungò una mano e cercò a tastoni la ciotola dei pop-corn, che Masato gli porse senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
Era una questione di onore: se Ren poteva vedere quel film senza battere ciglio, l’avrebbe fatto anche lui, poco contava il fatto che in quel momento avrebbe preferito essere ad esercitare la sua scrittura, o comporre canzoni, o qualsiasi altra cosa... Essere nel suo letto con un odiosissimo flirt, incluso.
Dallo schermo provennero delle urla, e il povero idol - suo malgrado - rabbrividì e si avvicinò impercettibilmente al suo ragazzo, anche se aveva tentato di farla sembrare una mossa casuale… Lo sguardo trionfante che Ren gli rivolse gli fece capire di non esserci riuscito, ma il fatto che poi gli mise un braccio attorno alle spalle con fare rassicurante senza fare alcun commento gli tolse il broncio dalle labbra.
Ad una certa scena, Natsuki e Cecil strillarono, mentre Masato afferrava inconsciamente il braccio di Ren, che ora lo osservava con la più soddisfatta delle espressioni.
«… ehm… c’era… c’era una zanzara!» si difese il più giovane, sperando di essere credibile, l’altro alzò un sopracciglio:
«In pieno autunno»
«Era una zanzara polare amante del freddo?»
A quel punto Ren - non più così interessato al film - soffocò una risatina, non poteva dire che quella “versione inedita” dello stoico teenager non gli piacesse, anzi… era molto simile al bambino con cui aveva fatto amicizia anni prima.
Mettendogli una mano sotto il mento, avvicinò il viso a quello dell’altro e gli catturò le labbra, perdendosi così un paio delle scene peggiori del film.
Ben presto, a guardare effettivamente il film rimasero solo Syo, Natsuki e Cecil, gli altri erano impegnati in altro.
Mentre Natsuki e Cecil erano abbracciati l’uno all’altro e strillavano ogni tre secondi come bambine spaventate, Syo teneva le braccia incrociate, le gambe accavallate e l’espressione cupa. Se un certo senpai fosse stato lì presente, magari anche lui avrebbe seguito l’esempio degli altri compagni di band… ma no, era da solo con un film che nemmeno gli stava piacendo così tanto.
Stupido Ai.
L’avrebbe sentito quando sarebbe tornato, eccome se l’avrebbe sentito.
Era così perso dietro il filo dei suoi pensieri che la scena clou dell’intero film lo colse del tutto impreparato, e fu così che - complici anche il temporale che era scoppiato fuori dalla finestra e la mano gelida che gli si era appena posata su una spalla - saltò in aria di diversi metri urlando come un’anima dannata. Natsuki, Cecil e Otoya lo seguirono a ruota, mentre Tokiya, Ren e Masato spalancavano gli occhi e fissavano spaventati qualcosa alle spalle di Syo.
«Che cosa c’è??» chiese lui, voltandosi, ma senza vedere nulla.
«Non lo so, ma sono sicuro che c’era qualcosa dietro di te!» rispose Tokiya spaventato, prima di scrollare il capo e ricomporsi «O forse me lo sono solo immaginato, era buio dopotutto»
“Sarà, ma io la mano sulla spalla l’ho sentita sul serio!” pensò allarmato Syo, con un brivido.
«Forse è il caso di accendere le luci» suggerì Masato, Ren sospirò e si diresse verso l’interruttore della luce, ma prima che lo potesse raggiungere, un lampo si stagliò nel cielo, e gli apparecchi elettrici, la tv e quant’altro si spensero, anche le luci fuori scomparvero.
Otoya e Cecil sprofondarono nel panico, e anche Masato, suo malgrado, si sorprese a spostare gli occhi nel buio, tentando di trovare la sagoma di Ren.
«Ren?» chiamò Syo, incerto.
«Sono sempre qui, chibi… non preoccuparti» replicò Ren ironicamente, mentre infilava una mano in tasca e cercava di tirare fuori il cellulare, anche se Tokiya l’aveva già anticipato e puntava la torcia in alto, illuminando tutti i ragazzi attorno a lui.
«Proporrei di spegnere la TV, o quando torna la luce prende un colpo a tutti» notò Masato, distogliendo lo sguardo da Ren e prendendo il telecomando.
«Perfetto… e adesso che facciamo?» chiese Syo, sospirando.
«V-V-voglio la mamma» singhiozzarono all’unisono Natsuki e Cecil, sotto lo sguardo scettico di tutti gli altri idols.
«E io voglio sapere che cos’è che mi ha toccato la spalla» aggiunse il più basso del gruppo, aggiustandosi il cappello fedora sulla testa.
«Q-Qualcosa t-ti ha toccato una s-spalla???» squittì Otoya, atterrito, mentre si stringeva fra Tokiya e Masato, tremando come una foglia.
«Sono piuttosto sicuro… non è stato uno di voi?» Syo si guardò attorno, speranzoso, ma tutti scossero la testa o dissero di no.
«Forse è stato uno spiffero» suggerì Natsuki, nervosamente.
«Forse»
Rimasero immobili e in silenzio per qualche minuto, le orecchie tese a cogliere il minimo rumore sospetto, ma quando nessun fenomeno strano parve ripetersi, si rilassarono lentamente, fino a che la faccenda non parve essere dimenticata: si sedettero per terra e cominciarono a parlare sempre più tranquillamente, aspettando che il temporale finisse e la luce tornasse, intanto si erano messi vicino alla finestra, dove arrivava un po’ più luce fra i lampi e i pochi bagliori di luna che passavano attraverso le nuvole, e intanto usavano il telefono di Tokiya come torcia per illuminarli tutti, mentre gli altri cellulari erano pronti in caso quello si fosse scaricato.
«Uffa ma perché non torna la luce?» si lamentò Otoya, imbronciato, mentre posava il mento sulle braccia con cui si stringeva le gambe al petto.
«Il temporale ha causato un blackout in tutto il quartiere, a quanto sembra» rispose Syo con un sospiro.
«Felice Halloween» commentò ironicamente Tokiya, alzando le sopracciglia, qualcuno sospirò, altri ridacchiarono.
Rimasero un po’ a parlare fra di loro, ovviamente con Ren che prendeva in giro Syo, Syo che chiamava in causa Tokiya, Tokiya che rispondeva male a Ren, Otoya che tentava di farli star calmi e Masato che commentava ogni tanto facendo rotolare tutti dalle risate.
Dopo un po’, Otoya si decise a parlare, mentre la tensione di prima spariva del tutto:
«Mmm… benissimo, è la notte di Halloween, c’è un blackout generale, Nanami è da sua nonna, i nostri senpai sono fuori non so dove…»
«… Reiji e Ranmaru-senpai sono a casa di Reiji, Camus-senpai è impegnato con Aine*, Ai dovrebbe essere con Ringo e Hyuuga-sensei » rispose Syo velocemente.
«…ok bene, sono quasi tutti impegnati a dar luogo alla sagra dello yaoi. Noi invece che facciamo? Stiamo qui al buio senza far nulla?» continuò il rosso, guardando i suoi amici illuminati dal cellulare.
«La sagra dello yaoi non sembra male» soffiò Ren, spingendo Masato a terra, anche se nel buio qualcosa non seguì i piani e, dopo un tonfo, il più piccolo imprecò:
«Ren, accidenti, c’è il divano lì!» protestò, allontanando il maggiore colpendolo sul petto «E poi non mi va adesso»
«Yu-huuu gruppo di poveri ascoltatori preseeenti» ricordò Otoya agitando le dita e imitando la voce di un bimbo.
«Tu innocente, come no» fu la lapidaria risposta di Ren «Kotobuki-senpai ci racconta certe cose di te e l’altro santarellino là dietro…»
Otoya schizzò in piedi:
«C-CHE COSA RACCONTA KOTOBUKI-SENPAI???»
Tokiya fu ben felice del buio, mentre le sue guance andavano a fuoco, poi assunse un tono molto pragmatico:
«Ok abbiamo un uomo da mettere a tacere»
Natsuki rise nervosamente:
«Toki-chan, fai paura quando dici così»
Tokiya si puntò la luce del telefono sotto la faccia e si voltò al rallentatore verso di lui, con la sua migliore espressione da psicopatico (messa a punto durante le riprese del suo ultimo film):
«Tu credi?» sibilò, strappando un urlo al malcapitato biondo amante delle cose piccole e carine.
«WHAAAA! SYOO-CHAAANN TOKI MI FA PAURAAA!» piagnucolò balzando addosso all’amico di infanzia e avvinghiandosi a lui finchè il poveretto non rischiò di stramazzare al suolo.
Ren intervenne a salvare l’amico, per poi tornare a sdraiarsi con la testa sulle gambe di Masato e costringerlo ad accarezzargli i capelli, dopo un po’ lo tirò a sé e iniziarono a baciarsi.
Cecil finse di vomitare.
«Ma se tu e l’agnellino siete pure peggio!» lo prese in giro Ren, disturbato dal suo intento, mentre Masato lanciava all’ultimo arrivato un pop-corn recuperato da sotto il divano.
«N-non facciamo niente del genere in pubblico!» esclamò Cecil, spalancando gli occhi e lanciando indietro il proiettile.
«Naaaah, siete solo da diabete… fine concerto “uuuh Cecil-san sei stato grandissimo” “Sì ma è solo grazie a te, my princess… le tue canzoni mi ispirano più delle muse…”» l’imitazione di Ren fece esplodere di nuovo l’ilarità generale, mentre Cecil iniziava ad urlare frasi sconnesse ed incoerenti.
Natsuki sospirò:
«Certo che avete tutti qualcuno… Toki e Otoyan, Ren e Masa, Syo-chan e Ai-chan, Cecil e Haru-chan, Reiji-senpai e Kurosaki-senpai, Camus-senpai e Aine-san*… mi sento solo…»
L’improvvisa serietà delle sue parole fece preoccupare un buon numero dei presenti.
«Beh, tu hai Piyo-chan» rispose Cecil, tentando di allentare la tensione, e sebbene un paio dei presenti sorrisero, Natsuki rimase imbronciato.
«Mmm… ok, Na-chan, abbiamo una missione!» dichiarò Otoya, ignorando deliberatamente Tokiya che sussurrava “potresti evitare di parlare di missioni mentre sono nei paraggi?!” «Trovarti una ragazza! … O un ragazzo… o quello che vuoi tu» la sua convinzione scemò ad ogni parola.
«Ragazza, credo» fu la risposta «ne vorrei una piccola e carina e a cui piaccia indossare abitini dolci e … beh, carini!!»
«Insomma vorresti la versione femminile di Syo»
«FINISCILA, TOKIYA!!!»
«Syoko-chan»
«NON SEI DIVERTENTE, REN!!!»
Ad ogni esplosione di Syo, Ren e Tokiya ridevano un po’ di più, e ben presto trascinarono tutti gli altri.
«Non è che hai una sorella gemella, ne  ̴ Syo?» rise Otoya, nascondendosi dietro Tokiya per sicurezza.
«Sei divertente quanto Shining che ti appare alle spalle» replicò il biondo fulminandolo con uno sguardo.
«A proposito di Shining! Ho trovato cosa possiamo fare!!!» esclamò Cecil scattando in piedi entusiasta «Raccontiamoci storie dell’orrore! Masa ad esempio può fare un riassunto del libro che leggeva oggi!» anche nel buio, i suoi occhi scintillavano di entusiasmo.
«Non l’ho ancora finito» sospirò il ragazzo chiamato in causa.
«Beh, inventa»
«O lo finisco io che ho visto il film» aggiunse Ren sorridendo come lo stregatto.
«Prova a farmi spoiler e ti butto giù dal tetto»
«O dal letto» propose il biondo con tono sensuale, avvicinandosi volutamente all’orecchio del ragazzo.
Un colpo non meglio identificato seguito da un gemito fu la sola risposta.
Otoya si imbronciò:
«Ma qualcosa che non coinvolga horror e spaventi simili?»
«Va bene, va bene… cerchiamo di fare una cosa soft, ok?» propose Syo, alzando le braccia in aria di resa.
Il rosso sospirò e si imbronciò:
«Come volete…» mormorò, di malumore.
«Hey, ci sono io» gli sussurrò Tokiya in un orecchio, ma la cosa sembrò rassicurarlo solo in parte.
«Benissimo, inizio io!» esclamò soddisfatto Ren, schiarendosi la voce e puntandosi una luce sotto il viso.
 
Erano arrivati più o meno alla quarta storia dell’orrore quando la luce tornò, e Syo urlò terrorizzato fissando un punto alle spalle dei compagni che gli stavano davanti, a lui si unì Natsuki.
«Che c’è??» chiese Masato, allarmato, prima di voltarsi e sussultare violentemente.
Una ragazza era ferma, immobile nella penombra, con un vestito bianco chiazzato di sangue, i capelli neri sciolti ed intrecciati fino alla vita, l’espressione vuota…
Otoya, Cecil, Natsuki e Syo scattarono in piedi e iniziarono a correre come se Shining in mutande li stesse inseguendo, urlando dalla paura, e alla prima curva Syo finì a terra, urlando anche di più.
Ren, Tokiya e Masato rimasero immobili, ma poi la ragazza si aprì in un sorriso terrificante e fece un passo verso di loro, e a quel punto anche i tre eroi coraggiosi lottarono per alzarsi in piedi e iniziarono a correre.
La figura si mosse tranquillamente nella casa, emettendo una risatina terrificante.
«Non scappate, non scappate» cantilenò, ridendo.
 
«Che diamine è quella cosa???» chiese Syo spaventato, rinchiuso in un ripostiglio con Otoya.
«N-non ne ho idea» mormorò l’altro, serrando le mani attorno alla maglia dell’amico «odio Halloween, lo odio!» sussurrò, serrando gli occhi.
Sembrava veramente terrorizzato, e Syo iniziò a sentirsi male per lui:
«Ne  ̴ Otoya, stai tranquillo… andrà tutto bene, ok?» disse, con un tono di voce basso e gentile che usava raramente.
Il minore si limitò a nascondere il viso nel suo petto, sussurrando qualcosa che il biondo non riuscì a decifrare.
Ma che cosa stava succedendo in quella casa? E dove erano gli altri? Dov’era Ai quando serviva?!
 
«No, vai via ci sono io nascosto qui!» sibilò Cecil cacciando via Natsuki da dietro il divano.
«Non importa, ci stiamo tutti e due!!» replicò il biondo, spingendo l’altro.
«Togliti!»
«Sta’zitto o ci troverà!!»
Entrambi rimasero immobili e in silenzio, spaventati all’idea di cosa sarebbe potuto succedere… ma cos’era quella cosa? Non succedevano solo nei film?
Cecil tremava come una foglia, e Natsuki era spaventato a morte, avrebbe dato qualsiasi cosa per un salvataggio, qualsiasi tipo di salvataggio, anche Shining che si tuffava dal soffitto e atterrava sopra quella creatura o Ringo che la stordiva a suon di versetti e mossette… oppure Toki che le urlava contro “Ohayapuuu!”.
“Oh mio Dio, mi sa che sto impazzendo” pensò irrequieto.
 
Tokiya si tuffò prontamente sotto il pianoforte a coda, e da lì cominciò a strisciare dentro la sala prove fino a raggiungere un vecchio baule che stava lì per bellezza, lo aprì e ci si infilò dentro, assiurandosi che, all’occorrenza, sarebbe riuscito ad alzare di nuovo il coperchio. La sua mente intanto annaspava per analizzare ogni dato possibile mentre tentava sia di dare una spiegazione logica all’evento, sia di trovare una via di uscita. Sentì dei passi affrettati dentro la stanza e spalancò gli occhi, inquieto, poi però realizzò che era solo uno degli altri che cercava un rifugio a sua volta e sollevò appena il coperchio.
«Hijirikawa-san» chiamò, facendo prendere un colpo al povero ragazzo «non starai davvero cercando di nasconderti nella coda del pianoforte» notò tranquillamente.
«N-no, certo che no, ti pare?» replicò quello, sprezzante, poi sentirono passi lenti e trascinati e una risatina avvicinarsi, e il blu degli Starish impallidì paurosamente, prima di voltarsi disperato verso il compagno di band «Ichinose, c’è posto lì dentro?»
Le sue mani tremavano, sebbene tentasse di nasconderlo, e Tokiya si ritrovò a dire parole che non avrebbe mai pensato di dire prima:
«Proviamoci, sbrigati»
E fu così che i due si trovarono appiccicati, stretti ed intrecciati come non avrebbero mai immaginato dentro un vecchio baule.
«Non una parola con Ren» sibilò Masato chiudendosi il coperchio sopra.
«Mai» rispose Tokiya in un soffio, poi entrambi rimasero in silenzio, quasi trattenendo il respiro.
La vocina era lì vicino, e cantilenava:
«Non nasconderti, non nasconderti»
Tokiya iniziò a tremare… doveva esserci una spiegazione razionale,  doveva esserci!
 
Ren corse a perdifiato fino alla sua camera, dove si chiuse a chiave e, dopo essersi guardato intorno alla ricerca di un nascondiglio, corse verso il bagno ed entrò nella vasca, poi vide la tendina bianca che gli ricordava un certo film e ne uscì… se quella cosa l’avesse trovato, non avrebbe voluto che il suo corpo fosse rinvenuto rannicchiato in una vasca da bagno.
Corse di nuovo in camera e si tuffò sotto il letto di Ranmaru, pregando che anche Masato e gli altri fossero riusciti a trovare un nascondiglio.
 
Otoya tremava come una foglia, e dentro lo stanzino iniziava a mancare l’aria.
Syo osservò il compagno, che non reagiva alle sue piccole incitazioni, continuava a stargli stretto addosso e tremare.
“Dobbiamo uscire di qui” pensò.
«Hey Otoya… stai calmo… dobbiamo uscire, ok?»
Il piccolo scosse la testa, stringendo la presa, e Syo sospirò prendendo il suo telefono e recuperando la chat di gruppo fra loro sette.
 
SYO: ragazzi, qualcuno la distragga, poi gli altri usciranno e cercheranno di bloccarla, ok?
REN: ci penso io… voi dove siete?
SYO: io e Otoya siamo nel ripostiglio delle scope vicino alla cucina
NATSUKI: Io e Cesshi dietro il divano nella sala comune
REN: Masato?
SYO: Tokiya?
REN: MASA???
NATSUKI: perché non rispondete?!?!!?
REN: HIJIRIKAWA MASATO RISPONDI SUBITO!!!
SYO: calmati Ren…
 
«H-Hijirikawa riesci a prendere il telefono?» sussurrò pianissimo Tokiya, sentendo entrambi i telefonini vibrare. Masato si mosse, ma poi scosse la testa con un sospiro «Ok provo io» Tokiya allungò la mano e dopo un po’ urtò qualcosa.
«Ahi!» protestò Masato a mezza voce, fissandolo male.
«Scusa… ok, riesci a prendere tu il mio?»
«Dovrei toccarti ?» persino con un filo di voce, l’orrore e l’indignazione del ragazzo erano evidenti, Tokiya fece spallucce e lui, arricciando il naso, iniziò a muovere la mano a tastoni.
«Occhio, non è il telefono quello» mormorò ad un certo punto Tokiya, e ci volle tutto l’autocontrollo dell’idol tradizionalista per non iniziare a sbraitare dall’imbarazzo, finalmente riuscì a recuperare il telefono dell’amico.
 
SYO: Tokiya? Ci siete?!
TOKIYA: in sala prove
REN: ALLA BUON ORA BRUTTO BASTARDO! E MASATO?
TOKIYA: con me
SYO: benissimo… state bene?
NATSUKI: perché scrivi così poco, Toki?
TOKIYA: posizione scomoda
 
Ren osservò il telefono con aria incerta… posizione scomoda? E lui e Masato erano insieme?!
Anche Syo osservò la frase con aria dubbiosa, poi però spostò lo sguardo su Otoya:
«Toki sta bene» lo informò, e il respiro dell’altro ragazzo si calmò appena:
«Meno male» sussurrò, continuando a tremare.
 
REN: in che senso, Ichi?
TOKIYA: non vuoi saperlo
 
Masato fulminò Tokiya con uno sguardo:
«Avevo detto non una parola!» lo rimproverò, l’altro non replicò.
 
SYO: ok… allora, Ren attirala verso le camere, poi io e Toki usciamo e la attacchiamo…
TOKIYA: non posso
SYO: ma come cavolo siete messi?! Ok, Natsuki?
NATSUKI: conta su di me!
SYO: ottimo, appena io e Natsuki usciamo, Cecil prendi Otoya e correte all’ingresso, va bene?
NATSUKI: Cesshi dice va bene e chiede che ha Otoya
SYO: credo che sia sotto shock.
TOKIYA: OTOYA!!!!
SYO: non preoccuparti tu, pensa a raggiungere me e Natsuki appena puoi, e Masa invece andrà all’uscita.
REN: e io dopo che l’ho distratta?
SYO: aspetti me e Natsuki
REN: se non dovessi sopravvivere, dite a Masa che lo amo
TOKIYA: non è il momento, Ren - Masa dice “anch’io”
SYO: ok non deconcentratevi… vai Ren!
 
Ren inspirò a fondo e, uscendo dal suo nascondiglio, si diresse alla porta e la aprì. Davanti a lui si materializzò la ragazza, che emetteva ancora quella risatina terrificante. L’idol urlò e chiuse violentemente la porta, inchiavando di nuovo e prendendo il telefono:
 
REN: ODDIO È QUI FUORI!
SYO: DISTRAILA!
REN: COL CAVOLO QUELLA MI UCCIDE!
TOKIYA: CALMATI REN!
REN: Ok… ci riprovo… ma che devo fare? Dubito che chiamarla “lady” funzionerebbe
NATSUKI: prova con agnellino
REN: Vi odio
 
Il maggiore fece una smorfia e aprì di nuovo la porta, la ragazza si lanciò verso di lui con uno strillo, il ragazzo schivò e si lanciò fuori dalla stanza, assicurandosi che quella lo seguisse. Lanciò un urlo pregando che Syo lo sentisse, e il rumore di una porta che si apriva lo confortò…
“Per ora continua a correre… cavolo, è veloce!”
 
Syo uscì dal suo nascondiglio e vide Natsuki in lontananza, gli fece un cenno e poco dopo lui e Cecil arrivarono, il secondo prese Otoya e iniziarono ad affrettarsi verso la porta, i due biondi invece salirono le scale dove videro Ren correre inseguito dalla figura.
Nella sala prove, intanto, Masato aveva riaperto il baule e tentava di uscirne, ma era troppo intrecciato con Tokiya.
«Ok al tre usciamo tutti e due» ringhiò l’altro idol, irritato dalla situazione imbarazzante, dopo qualche tentativo ruzzolarono entrambi fuori e uno andò verso le camere, l’altro verso la porta.
 
Ren scivolò sul pavimento ma riuscì a non cadere, anche se questo diede un certo vantaggio alla ragazza che rideva come una folle, fu in quel momento che Syo e Natsuki le balzarono addosso, finendo in una mischia a terra. La risatina si interruppe e la creatura iniziò a lamentarsi con una voce decisamente meno spaventosa…
«Un momento» ansimò Ren raggiungendoli… i capelli neri si erano spostati, lasciando intravedere qualche ciuffo rosato. Syo tirò via i capelli e presto si ritrovarono davanti un certo professore travestito in versione androgina (se si ignorava l’abito bianco e macchiato di sangue, naturalmente).
«RINGO-SENSEI???» urlarono i tre idols all’unisono, e tutte le luci si accesero, insieme ad un coro di risate.
I tre si tirarono su a fatica, mentre Ringo rideva imbarazzato:
«Buon Halloween» disse, anche se venne fuori come una domanda.
«Scherzo perfettamente riuscito!!» esclamò Reiji sbucando dal caminetto in sala, coperto di fuliggine.
Haruka, quella che rideva più di tutti, comparve da dietro un angolo con una telecamera in mano:
«Dovevate vedervi!» esclamò, e Ren avanzò a grandi falcate verso di lei:
«Che cosa???? Non è giusto, lady!» protestò, ma l’altra non accennò a smettere di ridere.
Syo si affacciò e intravide Ai che usciva dalla cucina, sogghignando.
«MIKAZE!!» urlò, rosso in viso, il ragazzo lo salutò innocentemente «CHE COS’È QUESTA STORIA?!?!» abbaiò.
«Il nostro scherzo di Halloween!» replicò allegramente Reiji, scattando una foto.
Camus e Ranmaru tornarono, uno trascinandosi dietro un Cecil in lacrime e l’altro portando in braccio Otoya svenuto:
«Forse abbiamo esagerato» commentò il rockettaro, mentre Tokiya correva verso di lui e prendeva il ragazzo:
«Oto-kun!! Stai bene?!?!?»
Il più piccolo aprì un occhio, esitante:
«È finita?» chiese, inquieto.
«Sì, era solo uno scherzo di quegli imbecilli dei senpai» sospirò Tokiya, mentre Masato si faceva scrocchiare qualche osso.
Otoya si alzò e fissò male quelli che in teoria erano i loro insegnanti:
«Immaturi» dichiarò, alzando il naso per aria, e Reiji ridacchiò sentendo da che pulpito veniva la predica:
«Comunque l’idea è stata di Haru-chan» aggiunse, sorridendo, e godendosi le espressioni scioccate degli Starish. Cecil iniziò a scalpitare:
«NON È VERO! LA MIA PRINCIPESSA NON FAREBBE MAI UNA COSA SIMILE!!» piagnucolò.
«Oh ti sorprenderebbe scoprire quante cose possono fare le persone che ami che tu non ti aspetti» commentò Syo freddamente, e Ai lo osservò inespressivo prima di fulminarlo:
«Vacci piano con le frecciatine, gnomo da giardino» replicò con tono distaccato.
Intanto Ren aveva raggiunto Masato:
«In che posizione eravate tu e Tokiya?» chiese, incrociando le braccia, e i due avvamparono, mentre anche Otoya si univa a Ren per fissarli male.
«Non ve lo diremo…» iniziò Tokiya.
«Mai» concluse Masato, dando le spalle ai due investigatori.
«Ne  ̴ non è giusto! Ne  ̴! Ne  ̴!» iniziò Otoya, sperando di ottenere qualcosa, ma i due si cucirono le labbra con ago e filo immaginari, e sia Ren che Otoya desistettero.
«Sia chiaro che la faccenda non finisce qui» dichiarò Syo dalla cima delle scale.
«Oh sicuro! Al prossimo Halloween poveri voi!» esclamò Ren, rinunciando a capire cosa fosse successo.
I senpai, Haruka e Ringo si guardarono, incerti… potevano quei sette idoli dall’aria tanto dolce e affascinante costituire un vero pericolo?
Qualcosa diceva loro di sì.
 
 

 
   
 
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