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Autore: itsdelile_    03/11/2014    0 recensioni
"Ti odierò, se potrò. Altrimenti, ti amerò mio malgrado."
Può una gravidanza inaspettata unire due ragazzi?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO PRIMO.
 
“Harry sì! Ho fatto due test a distanza di una settimana e sono tutti e due positivi.” Mi lasciai cadere sulla poltrona passandogli i due bastoncini.
“E positivo vuol dire che sei incinta?” Alzò lo sguardo verso di me, percepii la sua agitazione.
“Sì...” Sospirai sprofondando nel comodo schienale. A soli 20 anni nessuno vorrebbe diventare genitore. Eppure eccomi qui, con due test di gravidanza positivi, uno sconosciuto come ‘’fidanzato’’ e tanta, tanta paura.
“Cosa facciamo? Cioè tu vuoi tenerlo?” Mi domandò titubante.
“Certo, non sono un’assassina. Non voglio uccidere mio figlio.” Risposi più che ovvia, quasi arrabbiata per la domanda.
Sono sempre stata contro l’aborto, è successo e ora dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
“Sì hai ragione.. Ma io non sono pronto.” Si passò una mano tra i capelli e poi sugli occhi, coprendosi il viso.
“Anche io non sono pronta, ho 20 anni! Avrei voluto finire l’università prima di avere dei figli e invece sono incinta.” Mi alzai per andare a prendere un bicchiere d’acqua e sentii i passi di Harry dietro di me.
“Tu dici che dovremmo andare a vivere insieme? O... sposarci?” Restò sullo stipite della porta con lo sguardo basso mentre si torturava le mani in modo agitato.
“Non lo so, ci conosciamo appena.. Non voglio sposarmi.” Restai di spalle mentre versavo un succo d’arancia in due bicchieri.
“Dovrei presentarti alla mia famiglia e tu alla tua. Sono sicuro che mia madre impazzirà all’idea di avere un nipote.” Si sedette ad una delle sedie e io gli passai uno dei due bicchieri.
Mi sedetti anche io di fronte a lui, quando senza motivo le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance.
“Stai piangendo Lora?” Mi guardò preoccupato allungando una mano verso la mia e stringendola. “Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“No... Sono gli stupidi ormoni della gravidanza. Piango quando sono preoccupata.” Mi asciugai gli occhi con un fazzoletto mentre lui continuava a guardarmi spaesato, senza sapere cosa fare.
“Oh...” Rimase in silenzio per qualche secondo prima di ricominciare a parlare. “Non voglio che mio figlio cresca con due genitori separati. Anche se non ci amiamo, dovremmo dargli una vera famiglia, o almeno provarci.” Io non risposi, continuai a bere il succo senza neanche guardarlo. “Voglio dire che tu potresti venire a vivere a casa mia, ho una stanza vuota e quella potrebbe essere la tua per ora e poi diventare quella del bambino.” Mi strinse la mano speranzoso. Credo che l’idea di diventare padre stia iniziando a piacergli.
“Si potrebbe fare.” Ricambiai la sua stretta, felice di sapere che non avesse intenzione di abbandonarmi. “Credevo che non avresti accettato la responsabilità di un figlio lasciandomi sola..” Confessai sentendomi in imbarazzo.
“Davvero pensavi questo?” Spalancò leggermente gli occhi per la sorpresa. Annuii.
“E’ anche mio figlio Lora.. Non posso far finta che non ci sia.” Le sue parole mi fecero sentire più tranquilla, non so per quale motivo, ma riusciva a calmarmi.
“Ora perchè piangi?” Si accigliò.
“A quanto pare piango anche quando sono felice.”
 
Qualche minuto dopo Harry se ne andò promettendomi che la sera sarebbe passato a prendermi per portarmi fuori a cena. Avevamo deciso di frequentarci per conoscerci meglio.
Arrivò dopo che mia madre uscii di casa, per fortuna. Non sapevo ancora cosa dirle e come spiegarle il mio rapporto con Harry. Definirci fidanzati mi sembrava troppo azzardato, e amici troppo poco dato che tra meno di otto mesi avremmo avuto un figlio insieme.
“Come sto? Sii sincero.” Dissi girandomi di profilo.
“Non ti vedo bene Lora, girati.” Rispose muovendo la testa a destra e sinistra.
“No, scemo. Dimmi se si vede la pancia!” Alzai di poco il tono della voce e lui si fermò.
“Magra come una settimana fa.” Mi rassicurò indicandomi la macchina dietro di lui.
Non mi aprì lo sportello come gli uomini galanti che si vedono nei film, che accompagnano il gesto con la solita frase sdolcinata, nè mi aiutò a salire. Tipico di Harry. Le poche volte che mi accompagnò in macchina non l’aveva mai fatto.
“Credo che tra qualche mese dovrai iniziare ad aiutarmi a salire in macchina.” Mi allacciai la cintura di sicurezza e mi girai verso di lui che non aveva compreso il significato della mia affermazione.
Gli mimai il pancione con le mani e capì.
Il viaggio non fu molto silenzioso e arrivammo subito nel parcheggio di una pizzeria, non molto lussuosa, ma graziosa.
Ci fecero accomodare in un tavolo nella parte più tranquilla della sala.
Poco dopo ordinammo le pizze e un cameriere abbastanza carino ce le servì. Mi rivolse un sorriso malizioso prima di andare via, ma ad Harry non importò.
Rimasi turbata, ma non glielo feci capire iniziando a mangiare la mia margherita.
“Hai già le nausee?” Domandò curioso.
“Al mattino appena sveglia e ho notato che al piccolo non piacciono le olive.” Guardai la sua pizza. Era ricoperta di olive, funghi, mozzarella e prosciutto cotto.
“Non ha i miei gusti allora.” Alzò le spalle.
Continuammo la cena in modo tranquillo e alla fine mi portò a casa sua. Mia madre aveva il turno di notte in ospedale e non volevo restare sola a casa. Harry ne approfittò per farmi ‘’conoscere’’ la casa dato che molto probabilmente mi sarei trasferita da lui.
“Eccoci arrivati.” Il palazzo si trovava nella zona più nuova della città, era molto moderno e l’idea di abitare lì non mi dispiaceva affatto.
“Molto carino.” Gli sorrisi, mentre mi cingeva le spalle dirigendomi all’ingresso. “Abito al terzo piano, ma c’è l’ascensore. Non avrai problemi a salire.” Annuii.
L’appartamento era abbastanza ampio per tre persone: il salotto molto luminoso affacciava su un balcone con la vista sul parco, la cucina adiacente al salotto era più piccola ma abbastanza spaziosa da permettermi di muovermi per cucinare, e i fornelli non erano in basso e quindi non creavano problemi al piccolo quando avrebbe iniziato a muoversi da solo per la casa; la camera da letto era posizionata tra il bagno e la futura camera del piccolo, e anch’essa era molto grande, con letto matrimoniale.
“Direi che è quasi perfetta.” Sorrisi rassicurandolo.
“Beh mia sorella mi ha aiutato ad arredarla. Praticamente ha scelto tutto lei.” Ammise sorridendo a sua volta.
“Immaginavo ci fosse lo zampino di una donna!” Risi leggermente. “Oh! Ho dimenticato la borsa con il cambio nella tua macchina...” Portai una mano tra i capelli.
“Vado a prenderla.” Rispose lui afferrando le chiavi dell’auto. “Grazie Harry.” Mi sollevai in punta di piedi per baciargli una guancia.
Dopo aver fatto una doccia, mi misi le mie creme per idratare la pelle e il pigiama, e legai i miei lunghi capelli castani in una treccia disordinata. Raggiunsi Harry sul divano che stava navigando in internet.
“Nomi per bambini. Seriamente stai leggendo tutti i nomi per bambini?” Lo guardai scettica.
“Certo. Dobbiamo sapere come chiamare nostro figlio.” Rispose lui tranquillo scorrendo la sequenza.
“O figlia.” Ribattei. Ho sempre desiderato avere prima una bambina. “Mio Dio! Ernest è orribile!” Gridai quasi guardando lo schermo.
“Hai ragione. Josh invece è carino.”
“Mh... Preferisco Nathaniel.”
“No! Non chiameremo nostro figlio Nathaniel!” Ribatté subito Harry.
“Beh non si chiamerà neanche Josh allora.” Risposi secca.
“Okay allora cerchiamo un altro nome.”
“Ryan! E’ bellissimo!” Mi illuminai appena lessi il nome.
“Ryan mi piace.” Annuì.
“E se sarà una bambina... Annalise”
“Oppure Melanie.”
“No Melanie non mi piace.. Lily Anne sarebbe molto bello.” Sorrisi felice.
“Mia madre si chiama Anne.” Sorrise anche lui.
“Oh...”
“Tranquilla, sarà più che felice di sapere che sua nipote avrà il suo stesso nome.”
 
Un’ora dopo spegnemmo il computer e ognuno si recò nella propria stanza.
 
Un tuono improvviso mi fece alzare di scatto. Stavo sognando beatamente prima di svegliarmi. Guardai l’orologio, erano le quattro di mattina circa. Un altro tuono, questa volta più forte che mi fece sussultare dallo spavento. Avvertii quasi immediatamente un dolore nella parte bassa del ventre, che andava intensificandosi. Pensai che fosse causato dallo spavento, così mi sdraiai di nuovo e cercai di calmarmi.
Ma il dolore non voleva passare. Mi allarmai. –Chiamo Harry? No, sta dormendo... Non voglio svegliarlo. Ma se succede qualcosa al bambino? Dovrei alzarmi.- Lentamente spostai le coperte e poggiai i piedi sul pavimento freddo. Un brivido mi percorse la schiena e mi strinsi di più nel pigiama. Mi sollevai e un capogiro mi fece perdere l’equilibrio. Non stavo bene.
Cautamente iniziai a camminare verso la sua camera cercando di non fare rumore. Aprii la porta e lui dormiva profondamente. Mi avvicinai insicura su cosa fare e dire.
“Harry... Harry.” Lo chiamai.
“Mmmh.” Girò la testa verso di me tenendo gli occhi chiusi.
“Scusami se ti ho svegliato ma non mi sento molto bene..” Subito aprì gli occhi e si mise a sedere.
“Vieni qui.” Mi fece spazio nel letto e mi invitò a sdraiarmi accanto a lui. Mi sistemai le coperte restando affianco a lui. Mi cinse la vita istintivamente posando una mano sulla mia pancia. “Cos’hai?”
“Un tuono mi ha svegliata, poi un altro più forte mi ha fatto spaventare e ora ho dolore alla pancia. Proprio lì dove hai la mano.” Posai anche la mia mano sulla sua e lui mi strinse un po’ di più.
“Vuoi andare da un medico?” Si preoccupò.
“No, sono le quattro di mattina..” Mi morsi l’interno della guancia un po’ imbarazzata.
“Allora resta qui, vedrai che tra un po’ passa.” Si sistemò senza lasciare la presa e poco dopo si riaddormentò.
Io rimasi sveglia ancora per qualche minuto prima di crollare in un sonno profondo.
  
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