E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco
Come un fiume di fuoco l’aveva travolta, schiacciata… Soffocata.
Senza pietà né rispetto aveva calpestato ogni fibra del suo essere, uccidendola ancora e ancora.
E lei si piegava, schiacciata dalla sua irruenza.
Non era bella come la rosa o delicata come il gelsomino, ma aveva la forza della ginestra: un arbusto con la capacità di risorgere dalla terra, non importa quanto essa fosse brulla e inospitale.
Lentamente le sue fronde avrebbero fatto capolino da sotto la polvere, determinate a sopravvivere nonostante tutto.
Il fuoco la forgiava. Il fuoco la metteva alla prova.
Lei apparteneva al fuoco e il fuoco era dentro di lei.
Era destino che lei soccombesse sotto di lui, per poi risorgere più forte di prima.
non importava quante volte lui si sarebbe presentato, lei lo avrebbe sempre aspettato, accogliendolo a braccia aperte.
Angolo Autrice
Ok. Non so questa da dove venga fuori. Sul serio.
Avevo intenzione di fare una cosa completamente diversa e invece è venuta fuori questa flash che mi lascia non poco perplessa, tuttavia, siccome non penso sia proprio da buttare, ho deciso di pubblicarla comunque.
I cinque versi introduttivi sono presi da “La Ginestra” di Leopardi, così tanto per restare su con il morale.
Spero che vi possa piacere.
Bani chan