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Autore: Iaiasdream    03/11/2014    7 recensioni
Seguito di: A QUEL PUNTO... MI SAREI FERMATO
Rea, ormai venticinquenne, dirige il liceo Dolce Amoris, conducendo una vita lontanissima dal suo passato, infatti ha qualcosa che gliel'ha letteralmente cambiata... ma... come si soleva immaginare, qualcuno risorgerà dagli abissi in un giorno molto importante... cosa succederà?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
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BAKA TIME (un’altra volta in ritardo) : ciao ragazze! Come va? Rieccomi qui, dopo non so quanti giorni d’attesa con un altro dei capitoli di questa mia follia. Spero che mi perdonerete con ciò che andrete per leggere. C’ho messo tre giorni per scriverlo, e non sapete quante volte l’ho cancellato e riscritto. Spero comunque che vi piaccia… fatemelo sapere, mi raccomando.
Un bacione a tutte e grazie per la vostra presenza :*
 
 
 
 
31° capitolo: DI NUOVO SUA
 
“Le bianche, interrotte luci dell’oscuro cielo, si posizionano su di te, sulla tua morbida epidermide, svegliando in me voglie costrette ad assopirsi da tanto tempo… oh Rea! cos’è che mi hai fatto? Perché non riesco a dimenticarti? Perché tramuti il tuo essere femmineo in morbosa tentazione? I mei occhi hanno bisogno della tua immagine, il tuo odore non è altro che aria da respirare e vivere.
Tanto malinconico, guardo il tuo volto dormiente, desideroso di conoscere i tuoi sogni, geloso di quel dio che tutto sa del tuo inconscio. Lentamente ti scosto quei fili castani per liberare la tua fronte. Le mie dita non accennano a fermarsi, e leggere come piume al vento, scendo giù, verso le linee del tuo collo soffermandomi su quella scollatura che invita il mio sguardo a posarsi su di essa; e come questo cielo minaccioso sovrasta l’intero paesaggio notturno, così il mio cuore viene travolto da quella disperazione dalle sembianze dell’amore.
Non so se chiamarla sfortuna o l’opposto, ma il tuo respiro spezzato dal destarti, ferma il mio azzardato e istintivo atto, facendomi ritornare alla realtà. Tu ti svegli, mentre il Castiel che è in me ritorna ad assopirsi”.
 
 
Come l'effetto di un getto d'acqua in pieno volto, così mi sveglio. Smarrita, mi guardo intorno cercando di percepire la realtà. Sento di ansimare e il mio cuore battere frenetico. Mi reggo sulle braccia, percependo al tatto un caldo e morbido tessuto. Stendo e piego le gambe per poter toccare il pavimento con i miei piedi nudi. Il legno è freddo, subito un brivido si delinea lungo la schiena facendomi drizzare, e finalmente, quando i miei occhi incontrano l'immagine di Castiel, seduto su di una poltrona accanto al caminetto acceso, con le dita intente a massaggiare le tempie, ricordo ciò che è stato prima di addormentarmi.
<< Che ore sono? >> è l'unica cosa che riesco a chiedere per accompagnare il rumore dell'allegro scoppiettio dei ceppi di ciliegio. Istintivamente a quella domanda, volgo lo sguardo verso la finestra, anche se questo barlume mi fa capire che è ancora notte, le luci a intermittenza dei lampi confermano il continuo e irrefrenabile acquazzone che ha invaso inesorabile questa notte.
<< Avevo dimenticato quanto russassi >> mormora Castiel sbuffando un sorriso, mentre rimane con gli occhi fissi sulle fiamme << Hai dormito una mezz'oretta, e ci hai fatto un concerto >>. Non so perché, ma la sua voce l'ho percepita tremante e poco decisa, ciò, però, non mi da modo di frenare la mia lingua, che risponde prontamente alle sue beffe.
<< Io non ho mai russato in vita mia! Sei tu quello che russa! >>
Lo vedo girarsi lentamente verso di me, guardandomi in modo scettico << Io? >> chiede poggiandosi una mano sul petto.
<< Sì tu! >> rispondo a tono alzandomi dal letto. Lui mi imita sollevandosi dalla sedia, incrociando le braccia al petto, che finalmente mi accorgo essere nudo. Scorro gli occhi su di lui, fino al suo bassoventre coperto dal jeans scuro. "Come diavolo ho fatto a non accorgermene prima?" continuo a chiedermi sentendomi avvampare.
<< E sentiamo... >> dice, costringendo il mio sguardo a posarsi sul suo volto in controluce al fuoco, << ...quand'è che mi avresti sentito russare? Da ciò che ricordo non ti sei mai lamentata, anzi... >> aggiunge quell'ultima parola seguendola con un sorrisetto beffardo.
<< A-anzi, cosa? >> chiedo balbettando e indietreggiando, accorgendomi che lui sta accorciando la distanza che ci divide.
Nel mentre attendo quella risposta, un forte tuono investe la stanza facendomi trasalire. Spaventata, indietreggio  ancora di più, non accorgendomi però che un lembo del tappeto piegato all'insù intralcia il mio passaggio, facendomi inciampare. Vedo Castiel allungare la mano per afferrarmi, io gliela porgo, ma è tutto inutile, mi ritrovo a tirarlo verso di me, e a sprofondare sul letto.
Quando tutto ritorna normale, riapro lentamente gli occhi, sentendo un caldo e affannato respiro stendersi sul mio collo. Strabuzzante fisso Castiel sopra di me, la sua bocca a pochi centimetri dalla mia, e il suo nudo e scolpito petto poggiare sicuro il mio, semi-coperto dall'accappatoio.
Rimaniamo in quella posizione per pochi secondi a fissarci negli occhi. Il suo grigio perlato brilla e trema allo stesso tempo, come le fiamme nel caminetto.
Rimango immobile, come se sentissi quella situazione nuova, come se Castiel e io ci trovassimo a quella sera d’estate dove i nostri corpi si unirono per la prima volta.
Ritorno subito al presente accorgendomi che il rosso ha volto il suo sguardo sulle mie labbra e le guarda come un vampiro assetato di sangue. Lentamente si sta avvicinando, sicuro di baciarmi, ed è proprio lì che mi accorgo che ai bassi piani qualcosa gli si sta muovendo. "Mio Dio!", esclamo nella mia mente.
<< Castiel... Tu... >>
Si ferma di colpo come se quelle mie parole lo avessero svegliato da una profonda trance. Gli sento schioccare la lingua dal palato e roteare gli occhi infastidito. Si alza bruscamente, dandomi le spalle. Mi sollevo sui gomiti, maledicendomi per aver parlato.
Lo sento sbuffare e passarsi una mano sul viso per poi fermarla sulla bocca che nel frattempo ha dato sfogo a un rumoroso sbuffo.
<< Forse non è stata una buona idea >> lo sento mormorare mentre poggia le mani sui suoi fianchi.
Guardo attentamente la sua spalla scolpita, tatuata da ombre che la rendono accattivante ai miei occhi. Un formicolio si diffonde repentino verso il mio basso ventre, facendomi desiderare di evolvere quella situazione.
No. Basta. Non voglio più nasconderlo, a che servirebbe, infondo? Io lo desidero e non ne posso più fare a meno, soprattutto perché ho l'evidenza che anche lui mi vuole.
<< Io... Vado a chiedere alla signora se può darmi un'altra stanza >> continua incamminandosi a passo svelto verso la porta.
<< Castiel! >> esclamo rizzandomi in piedi con l'intento di fermarlo in tempo, fortunatamente ci riesco, però lui rimane con la mano poggiata sulla maniglia della porta, continuando a darmi le spalle.
<< No farlo... >> continuo alquanto emozionata << ... Non serve... Io... >>
Lo vedo girarsi lentamente << Io? >> chiede spronandomi a parlare.
<< Io... Voglio che tu rimanga qui con me >> rispondo avvicinandomi a lui lentamente << Io, voglio ritornare a quando avevamo diciassette anni; a quella sera in cui mi facesti tua... >> mormoro abbassando gli occhi e portandomi lentamente le mani alla cinta dell'accappatoio, slaccio lentamente il nodo. Sono a pochi passi da lui, ma riesco comunque a sentire il suo ansimante respiro che, sono convita, sta cercando di controllare.
<< Da quando non hai più cercato di sedurmi, io mi sono sentita persa... Ti desidero Castiel, non ti ho mai dimenticato... >>, sciolti i lacci, lascio scivolare l'accappatoio dal mio corpo rimanendo nuda davanti a lui, che istintivamente inizia a squadrarmi con quelle sue braci di cenere calda.
<< Voglio fare l'amore con te, Castiel >> mormoro ormai all'apice del desiderio.
<< Ripetilo >> sibila sensualmente, facendo un passo prima di annullare la nostra distanza.
<< Voglio fare l'amore con te >> ripeto sorridendo e guardandolo negli occhi. Lui ricambia il mio sorriso abbassa la testa sul mio viso, costringendomi a sollevarlo.
<< Sai questo che significa? >> chiede quasi con un sibilo << Se solo poggiassi la mia mano sulla tua pelle, non ti lascerei più andare, io... Non mi fermerei più >>
<< Neanche io >> rispondo decisa.
<< Ritornerai ad essere mia, qualunque cosa accada >>
<< Non desidero altro >> 
<< Sei sicura? >> chiede sollevando le mani all'altezza dei miei omeri e delineando con una linea invisibile le spalle afferra la mia nuca con una dolcezza travolgente. Sorrido chiudendo gli occhi estasiata << Ricordi? A quel punto... Mi sarei fermata >> mormoro offrendo le mie labbra senza pensare più a nulla.
Repentinamente e in maniera travolgente sento la sua bocca bollente inchiodare la mia, spronandola ad aprirsi per esplorarla con la sua lingua. Mi concedo al suo intero volere.
Le sue mani massaggiano vemente la nuca, sollevando i lunghi capelli sciolti e ancora umidi. Poggio i miei palmi sui suoi palpitanti bicipiti, ed è come toccare il liscio marmo. Castiel di muove facendomi indietreggiare incitandomi ad avvicinarmi al letto. Nel mentre, sue mani, hanno cambiato direzione. Sento i polpastrelli accarezzarmi e premermi la schiena nuda e fremente. Quando finalmente le gambe toccano il freddo legno del letto a baldacchino, ci stacchiamo di poco mescolando i nostri respiri su un unico punto dei rispettivi corpi. Lui mi guarda il seno, e percorrendo in maniera circolare le mani dalla parte posteriore, le dirige sul petto afferrando prima leggermente poi saldamente i due tondi seni. Gemo lievemente portando la testa all'insù, subito lui ne approfitta baciandomi il collo, inumidendolo con la sua lingua fino al incavo della spalla. Ed è in quel momento che non riesco più a reggermi in piedi, sentendo la mia nudità pulsare quasi ipnotizzata da quelle vemenze.
Mi siedo sul letto ritrovandomi di fronte il suo addome, poggio le mie labbra sulla perfetta epidermide. Lui non si accontenta, e allontanandosi di poco, si curva verso di me, stendendomi sulle fredde lenzuola; poi si raddrizza ammirando malizioso e compiaciuto la mia nudità.
<< Non sai quanto ho aspettato questo momento >> mormora sorridendo, prima di piegarsi ancora una volta su di me e catturarmi con il suo passo felino. Quando l'ho davanti, appoggio le mie mani sul suo petto e salendo su, verso la nuca, incrocio le dita, come per avvinghiarlo, poi lo tiro a me dando vita a un bacio travolgente. I nostri tocchi sono autonomi, ogni minimo movimento è una scossa per il nostro tatto. Cerco disperatamente di ritornare alla realtà bramosa di essere lucida nel momento tanto atteso. Lo fermo, lui mi guarda curioso, e con il respiro pesante mi chiede << Che c'è? >>
<< Rifammi tua, Castiel >> rispondo sussurrando quelle parole, che per lui sono come una scossa di piacere, infatti non se lo fa ripetere una seconda volta, mi divarica le gambe e con lenta maestria, penetra la mia nudità riaccendendo tutte quelle emozioni che per quattro lunghi anni avevo sepolto per dimenticare qualcosa di impossibile, e spegnendo ciò ch’è stata sofferenza.
Ed è così che iniziano i movimenti, come una danza orientale mai plagiata da nessuno. Sento i suoi muscoli irrigidirsi, mentre lui ascolta compiaciuto i miei gemiti che si fanno strada nelle sue orecchie ampliando in lui la voglia di aumentare il ritmo. Ed eccolo lì, l'apice del piacere, fonte di estasi cristallizzata dal ghiaccio del tempo che in pochi movimenti si rompe per risvegliare la madre di tutte le emozioni. No, non posso più trattenere. Esclamo i miei gemiti, facendo capire al mio ritrovato amore che quello che stiamo facendo non è un sogno.
Quando il ritmo frenetico ritrova la sua pace, giacciamo ansimanti e sudati l'una accanto all'altro con gli sguardi incrociati come a leggerci nella mente, le uniche parole che troneggiano finanche nei nostri cuori: "Ti amo".
 
 
Apro gli occhi di scatto ritrovandomi a guardare il tetto del baldacchino. Il mio respiro, pesante per il sonno, si sta facendo più lieve. La fioca luce del giorno tinge la stanza del suo originale colore.
Rabbrividisco sentendo un lato del corpo completamente gelato. Mi rannicchio sul letto cercando con i piedi un lembo di coperta, per tirarmelo su. In quel movimento vado a toccare qualcosa di caldo e morbido. Mi giro lentamente, e sorrido dopo aver visto le nude e ben disegnate spalle di Castiel. Quella visione mi fa rendere conto che quell'idillio avvenuto stanotte non me lo sono semplicemente sognata, è successo per davvero. Mi avvicino di più a lui accarezzandogli la schiena. Quel movimento lo fa sussultare leggermente; si gira verso di me e schiudendo di poco gli occhi, mi sorride sussurrando con voce roca: << Dimmi che non sto sognando? >>
Schiocco la lingua sul palato come risposta alla sua domanda. Lo vedo aggiustare la sua posizione, allungare il braccio verso di me, e accarezzarmi la guancia con il palmo della sua mano.
<< Vieni qui >> dice poi, tirandomi a se. I nostri corpi si incontrano un'altra volta in un forte abbraccio. Io affondo il mio viso sul suo collo aspirandone l'odore, impregnato lievemente di colonia; lui poggia le sue labbra sulla mia fronte schioccando un bacio sincero.
<< Non te ne sei pentita, vero? >>
<< Assolutamente >> rispondo decisa.
<< Io invece sì >>. Quella rivelazione mi fa trasalire. Mi distacco di scatto da lui, sollevandomi e poggiandomi su un gomito per poi guardarlo dritto negli occhi, e scorgere in quella marea di nuvole in tempesta qualche spiegazione.
<< Perché? >> chiedo tremante di paura per la risposta.
<< Mi sono pentito di non averlo fatto dall'inizio >> risponde sorridendo malizioso.
<< C-che vuoi dire? >> chiedo ancora titubante.
Prima di rispondere mi guarda sbuffando un sorriso << ricordi quel giorno nel nostro ufficio al liceo? Beh, mi sono maledetto all'infinito per non aver continuato >> aggiunge incrociando le mani dietro la nuca.
<< E perché ti fermasti? >> chiedo alquanto curiosa.
<< Avevo paura... >> risponde lui dopo un attimo di esitazione, chiudendo gli occhi.
<< Di cosa? >>
<< Non so spiegarlo >> risponde sbuffando.
<< E adesso? Hai ancora paura? >>
A quelle parole, Castiel riapre gli occhi, mi fissa attentamente, poi scoglie la posizione delle sue braccia per accarezzarmi il mento. << Se tu mi prometti che questa volta lotterai insieme a me, per il nostro amore, io non avrò più paura di nulla >>.
Queste parole mi fanno sussultare, è davvero la prima volta che sento Castiel pronunciare quella parola che ero assolutamente sicura fosse inesistente per lui. So che non è una bella cosa, ma non posso fare a meno di pensare che sentirlo parlare in questo modo, mi rassicura. Sto per rispondere alla promessa ma la suoneria del suo cellulare mi interrompe. Distolgo istintivamente lo sguardo da lui per volgerlo verso la poltrona. Senza aggiungere altro lo vedo alzarsi; nudo, si avvicina al cellulare e afferratolo, annuncia sottovoce: << Un messaggio >>
<< Chi è? >> chiedo curiosa, mettendomi a sedere sul letto. Non risponde, così mi limito a percepirlo dal suo sguardo che a poco a poco si sta facendo più cupo.
<< Castiel, cos’hai? >> chiedo nervosa.
<< Rea… >> esordisce distogliendo lo sguardo da me, reggendo ancora il cellulare << …quel momento è giunto >>
Quelle parole dette con decisione e con pieno disprezzo mi fanno capire che ciò ch’è successo qualche ora fa tra quelle scomposte lenzuola, porterà una conseguenza.
   
 
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