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Autore: fedez_etta    03/11/2014    3 recensioni
“Non è mai stato semplice per me
ma a volte tutto torna come se
ci fosse una ragione giusta a tutto questo odio che ho
quello che sembra semplice per te
diventa complicato come se
non ci fosse una spiegazione giusta
a tutto l'odio che ho
che ho!”
-Fedez feat J-AX
(storia jortini)
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEMBRA SEMPLICE

Non è mai stato semplice per me
ma a volte tutto torna come se
ci fosse una ragione giusta a tutto questo odio che ho
quello che sembra semplice per te
diventa complicato come se
non ci fosse una spiegazione giusta
a tutto l'odio che ho
che ho!

-Fedez feat J-AX



Unica al mondo – parte 1
 


Vedo Martina senza capire il perché. La vedo arrabbiata. Non posso comprendere la motivazione, anche se vorrei. < Cosa ti prende? > le domando. Mi arriva qualcosa addosso. Questa volta è un cuscino. Subito dopo mi lancia un altro cuscino. Arrivati a questo punto decido di bloccarla. Vado verso di lei e le blocco le braccia. Lei cerca di liberarsi, dimenandosi, inutilmente. 
 < Cosa cavolo ti passa in quella testa!?! > le dico. Lei solo adesso si calma. Respira a fatica. Solo adesso noto che i suoi occhi sono colmi di lacrime. < La cosa più brutta che tu potessi fare, l’hai fatta. Capisco che è il tuo sogno, ma non puoi permetterti di farmi questo. Io sono umana. Ho anch’io dei sentimenti, delle emozioni. Non è giusto che tu mi rompa il cuore in mille pezzi. Eravamo due universi che si erano incontrati, formando un unico universo. Non pensavo che un esplosione potesse ridurmi così. La cosa che mi fa stare più male è il fatto che ero convinta che tutto dovesse essere facile. > dice lei tra un singhiozzo e l’altro. Sto male a vederla così. Vedere i suoi grandi occhi tristi, che non esprimono nessuna emozione mi rende nervoso, arrabbiato, perché da quello che ho capito è colpa mia. Ma voglio capire che errore ho fatto. < Cosa ho fatto? Cosa ho fatto per creare questa esplosione che ti sta distruggendo. Cosa ho fatto per vedere in quegli occhi che mi hanno fatto innamorare al primo istante ridursi a brandelli? > dico. Lei prende fiato. Respira con controllo. < Appena ho letto il tuo messaggio avevo deciso di venire allo studio. Pensavo fosse un idea carina, che ti sarebbe piaciuto passare un po' di tempo con me mentre ti preparavi. Ma quando sono arrivata ho visto che stavi in bella compagnia. Come si chiama quella? > Capisco solo adesso che mi ha visto con Giulia. Mi sento uno schiocco. Un incredibile sciocco. Dovevo avere più controllo della situazione. Non sarebbe dovuto succedere. < Ti posso spiegare tutto. > < Sai, ti ricordi giorni fa quando mi avevi detto del provino? Io ero felice per te. Ho pensato: “ Cavolo, può realizzare il suo sogno. Può mostrare al mondo intero che talento che ha.” Non avevo pensato che saresti cambiato, o almeno speravo. Speravo che sarebbero cambiate alcune cose. Sai, fino ad ora sono cambiate le cose che speravo non cambiassero. > dice lei guardandomi. Questi occhi mi fanno soffrire di più, di quanto io stia male. I suoi occhi dicono tante cose. Rabbia, delusione. Infliggono una pena non tollerabile nel mio cuore, nella mia anima. Perché deve essere così dura? Perché per una volta non può andare tutto liscio? Perché qualcuno deve soffrire? Perché proprio noi? Perché proprio lei?  < Fammi spiegare. Voglio farti capire che … > inizio a dire. < Non dire niente – dice lei bloccandomi – Non c’è nessuna spiegazione per cui io ti debba perdonare. Spero con tutta me stessa che la tua carriera da rapper vada avanti, spero che niente ti ostacoli, che niente ti faccia soffrire. Ma adesso lasciami andare. Pensa alla tua vita e lascia stare la mia. Non voglio più vederti e sentirti. Lasciami stare e va via. > La frase termina come una preghiera. Lei non vuole soffrire ed io non voglio vederla soffrire. Le cose devono andare così, anche se io non voglio. Mi allontano piano ed ogni mio movimento viene marcato. Un lato di me vuole rimanere e costringerla ad ascoltarmi, ma l’altra parte vuole lasciarla andare. Apro la porta, do un ultimo sguardo. Cerco di immagazzinare ogni suo lineament0, per la paura di non vederla più. E poi … con tanta tristezza esco fuori, nella speranza di dimenticare. Ma come posso dimenticare?
 
 
 
Io non ho mai augurato a nessuno di star male per qualcosa, e mai lo farò. Ci sono passato e vi assicuro che non è bello. Non è bello alzarsi la mattina pensando che sarà un giorno migliore ed andare a dormire dicendo forse domani sarà la stessa cosa. Prima di incontrare Martina la mia vita era così. La mattina mi alzavo solamente perché mio padre mi buttava dal letto. Non avevo voglia di vivere, di sognare perché sapevo che non avrebbe avuto senso. Non avrebbe avuto senso vivere. C’è stato un periodo che ho sperato, ho sperato che il mondo non mi andasse contro, anzi, che remasse a mio favore. Non era così. La sfortuna si era fermata per continuare dopo poco. A scuola ero vittima di bullismo. L’unico modo che avevo per sfogarmi era il rapper.
È strano questo cambiamento. Fino a poco fa il rapper era una passione, una speranza. Adesso il rapper sono io. Il rapper ha preso il posto della mia persona. Anche se non è tutto oro ciò che luccica. Infatti il rapper ha trasformato la mia vita. Adesso ho perso Martina. Tornando a prima, subito dopo avevo iniziato a chiudermi sempre in me stesso. Se uscivo, lo facevo solamente per poco tempo. Fu in quel periodo che conobbi Emis. Lui nell’arco di poco tempo era diventato il mio migliore amico. Solo lui mi capiva. Lui condivideva la mia passione, e la condivide tuttora. Adesso vado da lui per vedere se mi può ospitare. La casa in cui stavo era di Martina. Avevamo deciso di andare a vivere insieme quando mio padre mi aveva cacciato di casa, perché gli avevo confessato la mia passione.
La mia mente è piena di domande, di dubbi. Se io non me ne fossi andato da casa, cosa sarebbe successo? Sarei stato felice a lavorare al posto di mio padre? E se fossi stato con lui, sarebbe ancora un alcoolista? Non so. La verità è che non si può t0rnare indietro e che la vita non è fatta di se. Le cose sono andate così e non posso cambiarle. Prima di andare da Emis, decido di andare in un bar. Nella mia testa ci sono parole sparse e voglio scriverle. Per fortuna io mi porto sempre dei fogli con me, per qualsiasi evenienza. Entro nel primo bar che vedo. Mi siedo nel primo tavolo vuoto che vedo. Mi giro e mi volto e vedo solamente volti felici. Non posso dire di far parte di essi.
Esco i fogli che ho insieme e prendo una penna. Io uso sempre la penna nera. Non so perché, ma quella blu non mi è mai piaciuta. Scrivo delle frasi che mi stanno perseguitando da quando sono uscito da casa:
  • E cosi com'è iniziata doveva finire
  • E con l'ultimo bacio dato ho capito l'importanza di ciò che prima davo per scontato
  • Lo ripeto all'infinito; sei unica al mondo
  • Se non te l'ho mai detto è perchè me ne vergogno
Vorrei continuare a scrivere ma qualcosa mi blocca. È il mio telefono che sta squillando. Lo prendo e rispondo. < Pronto? > < Ciao Jorge, sono Pablo. Vieni che dobbiamo fare le prove per questa sera e ti devi preparare. Ti aspettiamo allo studio. > < Ah, arrivo. Ciao. > Chiudo la chiamata. Cazzo! Non ho imparato la canzone…
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTA AUTORE:
scusatemiiiiiii!!!!!! Per due motivi:
  1. Non ho aggiornato prima (ma il mio pc era in riparazione)
  2. La nostra coppietta si è sciolta.
Tranquilli! Tutto si risolverà. Non perdo tempo a commentare quindi spero che il capitolo vi sia piaciuto. Saludo giordi <3
Alla prossima
Fedez_etta (antica storieleonette)
   
 
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