Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Greywolf    03/11/2014    9 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ho idea del motivo preciso per cui mi svegliai quella mattina. Essere riuscita a dormire ininterrottamente per almeno sei ore filate dopo nottate trascorse all’insegna dei dubbi e delle paure, dovevano essere buone ragioni per continuare il tanto atteso sonno.
 
Ma fu tutto inutile. Un odorino invitante mi stava aleggiando sotto il naso ed il sole doveva star veramente risplendendo a piena potenza se i raggi di luce che penetravano la stanza erano così abbaglianti.
 
Ancora sdraiata, mi bastò buttare un’occhiata alla mia destra per notare che il materasso di Kaiza era sparito. Era lui che sicuramente armeggiava in cucina preparando al colazione.
 
Poi mi sollevai un po’ per vedere alla mia sinistra. Naruto era ancora girato di spalle e questo mi impediva di vederlo in viso. Un piccolo sbuffo scappò alla mie labbra. Con un grande sforzo e con una certa fretta, mi alzai uscendo dal caldo tepore delle coperte e girai intorno al letto, barcollando leggermente.
 
Quando finalmente vidi il suo volto, quella leggera sensazione nervosa si placò all’istante.
 
Era inequivocabilmente rilassato. Il corpo non era rigido ma del tutto abbandonato al sonno. Teneva un braccio vicino al petto mentre l’altro era lasciato a penzoloni fuori dal materasso. Si era scoperto ma sembrava perfettamente a suo agio. La fronte, sebbene occupata dalle ciocche di capelli ribelli, era distesa e non corrugata. Il respiro profondo e sollevato erano la prova che stava finalmente dormendo con un po’ di serenità.
 
Come aveva sempre fatto, mi venne da pensare.
 
Attenta a non muoverlo troppo, presi il braccio penzolante per il polso e lo adagiai vicino all’altro. Non se ne accorse per cui immaginai che fosse profondamente sopito. Il pensiero mi rallegrò, era un’ottima notizia.
 
Sfiorando la sua guancia con un dito, mi tornò in mente tutto l’accaduto della sera precedente.
 
L’incubo, io che lo svegliavo e lui che mi pregava di restare, le carezze che non aveva rifiutato, la sua confessione, il mio discorso…le scuse che mi aveva rivolto.
 
Era successo davvero…riuscivo a stento a crederci.
 
“Oh Piccola, vedo che ti sei già svegliata!”
 
La voce profonda di Kaiza mi colse all’improvviso e scattai subito indietro allontanandomi da Naruto. L’uomo mi stava sorridendo.
 
“Non volevo spaventarti…” disse piano, evidentemente per non svegliare il mio compagno di squadra.
 
“Tranquillo!” risposi “Io stavo solo…”
 
“Hai visto com’è tranquillo?” riprese lui, avvicinandosi “…non l’ho mai visto dormire così beatamente.”
 
“Sul serio?”
 
“Esatto…” rispose “Lasciamolo stare ancora un po’…vieni di là con me.”
 
Un po’ a malincuore mi allontanai da lui e seguii Kaiza in cucina.
 
Il tavolo era apparecchiato per la colazione e al centro c’erano una caraffa di spremuta e una pila di frittelle ancora fumanti.
 
“Ma quante ne hai fatte?” domandai meravigliata.
 
“Spero a sufficienza! Non sono niente di eccezionale, le ho fatte con acqua e farina. Serviti pure! Non so, forse preferisci il latte alla spremuta…”
 
“E’ tutto perfetto, ti ringrazio!” lo fermai con un sorriso, sedendomi “Andrà benissimo questo!”
 
Soddisfatto, si dedicò a pulire gli strumenti con cui aveva cucinato.
 
Mi versai un bicchiere di succo e poi assaggiai una frittella. Era squisita!
 
“Mi fa piacere, Piccola! Ogni tanto ci vuole qualcosa di speciale per iniziare bene la giornata!” mi disse. “E a questo proposito…”
 
Spostò la sedia, sedendosi mentre terminava di asciugarsi le mani con un panno.
 
“Mi sembri proprio di buon umore stamattina! E non penso siano state le frittelle a fare il miracolo…” sussurrò.
 
Possibile che si notasse così tanto la mia euforia? Era vero…la chiacchierata con Naruto era riuscita davvero a ritemprarmi lo spirito. Annuii senza riuscire ad evitare di sorridere. E il medico sorrise di rimando:
 
“Me lo sentivo!” esclamò un po’ troppo forte.
 
“Piano, così lo svegli!” cercai di zittirlo.
 
“Si si scusami!” si affrettò a dire “…però devi raccontarmi! Alla fine siete riusciti a risolvere tra di voi?”
 
“Bhè non esattamente ma devo ammettere che…”
 
“Che-?” cercò di incitarmi lui ma io era stata colta da un improvviso dubbio che urgeva di essere risolto.
 
“Perché mi sta chiedendo di raccontarti cosa è successo?” chiesi “Tu eri sveglio…quindi dovresti aver sentito tutto…giusto?”
 
Anche se la sua esitazione durò un millesimo di secondo, fu sufficientemente evidente.
 
“Si…certo che ero sveglio!” affermò con un sorriso ma capii che non era sincero.
 
“Kaiza! Dimmi la verità!” esclamai irritata.
 
L’uomo si passò una mano sulla gola per poi arrivare a grattarsi la nuca con fare nervoso.
 
“Non mi dirai che ti sei addormentato…?” cercai di sussurrare lentamente.
 
Lui continuò a grattarsi imbarazzato ma alla fine sospirò.
 
“In verità…ho preso un sonnifero prima di mettermi nel letto…”mormorò.
 
A quel punto scoppiai letteralmente.
 
“COSA HAI FATTO?!” urlai, alzandomi di scatto.
 
Lui si alzò altrettanto velocemente, spingendo la propria sedia davanti a sé come protezione. Cosa del tutto vana dato che mi sarebbe bastato un pugno per distruggerla.
 
“Ssssh! Abbassa la voce altrimenti lo svegli!” mi ammonì talmente piano che praticamente lo lessi sul labiale mentre gesticola per cercare di calmarmi.
 
La paura di poterlo svegliare riuscì a placare il mio spirito adirato. Pian piano tornai a sedermi cercando di mantenere la calma.
 
“Ti prego…dimmi che anche questa  è una bugia…”
 
“No, non lo è.” confermò però.
 
“Come hai potuto?! E se qualcosa fosse andato storto e lui fosse andato in iperventilazione come l’altra volta?! Se…se…” mi inceppai “Mi hai lasciata da sola!”
 
“Era necessario! Cerca di capire!” mi pregò.
 
“Cosa c’è da capire?! Hai idea di che rischio-…”
 
“E’ andato tutto bene perché era così che doveva andare! Sei un ninja medico e devi riuscire ad agire lucidamente anche se si tratta di una persona importante per te! Sei sua amica quindi devi essere in grado di aiutarlo anche se sei da sola! E poi dovevate risolvere questa cosa solo tra di voi…se io fossi intervenuto avresti sprecato quest’occasione per sempre! Il fatto che tu pensassi che io fossi sveglio ti ha dato la sicurezza…ma hai fatto tutto da sola! Capisci…?”
 
Le sue parole riuscirono a far assopire la rabbia ma non riuscivo a non provare un certo risentimento verso Kaiza.
 
“Si…però io mi fidavo di te e tu mi hai preso in giro…”
 
Cercò di ribattere ma io mi sbrigai a precisare:
 
“Ho capito che l’hai fatto per il bene di entrambi! E te ne sono grata perché sono riuscita a capire molte cose grazie a questa chiacchierata! Ma ti prego...non farlo più. Ho davvero tanto bisogno di poter contare su di te…”
 
Il suo sguardo si addolcì. Rimise la sedia al suo posto e si sedette. Prese una delle mie mani tra le sue, stringendole forte.
 
“Perdonami Piccola…hai la mia parola d’onore che una cosa simile non si ripeterà. Lo giuro sull’amore che provo per mia moglie…è tutto quello che ho….Sono scusato?” sussurrò.
 
Lessi la serietà più sincera nei suoi occhi. Sorrisi ancora una volta.
 
“Certo…” assicurai.
 
Se una cosa era certa era questa. Non sarei mai riuscita ad odiare Kaiza..
 
“Grazie!” esclamò contento. Poi aggiunse: “Allora…ti va di dirmi come è andata?”
 
“Si…” risposi e presi a raccontare “Ad un certo punto durante la notte ha iniziato ad agitarsi, a mormorare qualcosa sottovoce e quando mi sono avvicinata a lui mi è sembrato di rivivere la prima notte in cui è stato in ospedale..”
 
“Ho letto di quella vicenda…è credo che sia evidente il fatto che abbia iniziato a fare questi incubi ricorrenti ancor prima che tutto questo accadesse. Ormai non c’è notte in cui lui riesca a sottrarsi ad essi…lo esasperano ad un livello inimmaginabile.”
 
“Quindi tu avevi la certezza che lo avrebbe avuto anche ieri notte?”
 
Lui annuì.
 
“La prima notte che ha passato qui è stata la peggiore. Il terrore che ho letto nei suoi occhi non lo dimenticherò mai…mi si stringe il cuore solo a pensarci. Ci ho messo più di un’ora per riuscire a farlo calmare del tutto e altrettanto per cercare di farlo tornare a dormire. L’ho vegliato tutta la notte per paura che si ripetesse una cosa simile.
 
Nei giorni seguenti mi sono adattato…più o meno sono regolari. Con un po’ di chakra riesco a  calmarlo ancor prima che inizi ad agitarsi…passato quel momento poi dorme senza problemi.”
 
Era stupefatta da quel racconto. Kaiza era perfettamente consapevole di quello che Naruto passava durante la notte ma non ce ne aveva mai parlato.
 
“Perché non ce l’hai mai raccontato?” domandai.
 
“Mi ha supplicato di non parlarne con nessuno. Ecco perché non ho potuto dirti niente! Dovevi scoprirlo da sola...io ti ho semplicemente guidata verso la realtà.” rispose.
 
“Qualche parola in più non mi sarebbe dispiaciuta però sai?”
 
“Sakura mi sembra di avertelo già detto qualche tempo fa…il nostro lavoro di medici è complicato. Se ci viene chiesto non possiamo far parola con nessuno di quello che ci viene detto. E anche se il rapporto che abbiamo io e Naruto non è quel che si direbbe propriamente medico-paziente…io ho il dovere di tenere per me tutto ciò che lui mi chiede di rendere tale. Spero che capirai che se spesso parlo per enigmi non è perché non voglio aiutarvi…il problema è che semplicemente non posso farlo direttamente!
 
Se potessi dirvi quel che so, credo che la situazione non sarebbe così complessa…”
 
“Quindi…”ripresi “…a te ha parlato dell’incubo?”
 
“Purtroppo no. Si rifiuta drasticamente di parlarne anche se gli ho spiegato che se mi rivelasse cos’è che lo spaventa in quel modo, quali immagini riescono a turbarlo così…potrei anche aiutarlo! Ma no, non c’è stato modo di smuoverlo.
 
Non ci crederai ma si rifiuta di parlarne anche con Kurama! Non so se l’hai notato ma quel Volpone è un po’ più nervoso del solito in questi giorni. E’ proprio perché Naruto si rifiuta di raccontare e condividere il suo incubo con lui! La trova come una mancanza di fiducia anche se il ragazzo non ci ha detto il motivo di questo suo silenzio.
 
Qualunque esso sia comunque non trovo il caso di forzarlo. Quando vorrà parlare lo farà. Ma non voglio che ci resti male se anche con te è stato inflessibile sull’argomento! Dico che è meglio lasciargli del tempo…magari più avanti deciderà di aprirsi senza bisogno che Kurama lo minacci ancora di morte…”
 
La mia mente era già in allarme alle prima due parole…poi il resto. Ero paralizzata.
 
L’uomo se ne accorse e chiese con preoccupazione:
 
“Ehi..tutto bene?”
 
Ma non riuscii a emettere un suono. E il mio silenzio sembrò aiutalo a capire.
 
“Aspetta…” cominciò “…vuoi dirmi…che ti ha raccontato il suo incubo?!”
 
Con un lieve cenno del capo confermai.
 
Non riuscivo a credere di essere l’unica a cui Naruto avesse confidato quel segreto al quale sia Kaiza che Kurama ambivano profondamente per cercare di capire il suo comportamento. Capii che era quello di cui stava parlando il demone il giorno in cui io e Hinata gli eravamo salite in groppa, lo stesso giorno in cui aveva avuto l’attacco di panico.
 
Mi aveva chiesto di non parlarne con nessuno…mi aveva dato la sua fiducia. Una prerogativa che credevo fosse proprietà in quel momento solo di quei due, coloro che più di tutti riuscivano a stargli vicino.
 
“E’ incredibile…” mormorava intanto l’uomo “Non hai idea di quanto sono felice della mia scelta del sonnifero!”
 
“Come dici scusa?”
 
“Uno dei motivi per cui ho preso quella decisione è stato anche per rispetto della sua privacy. Non mi sembrava giusto impicciarmi di qualcosa che doveva restare solo tra voi. Non avrei potuto resistere al rivelargli come ci eravamo organizzati se avessi scoperto una cosa che lui non voleva dirmi…”
 
“Non vuoi davvero sapere del suo incubo?” domandai incredula.
 
“Non voglio sapere nulla che lui non si senta sicuro o pronto a raccontarmi. E poi immagino ti abbia chiesto lui stesso di non dire nulla, giusto?” chiese, con un occhiolino.
 
“Esatto…non ti avrei detto nulla in ogni caso!” confessai sincera.
 
“Ottimo! Quando se la sentirà, sa che anche noi siamo pronti ad ascoltarlo. Credo che abbia paura delle nostre reazioni forse. Comunque Piccola, fossi in te sarei felice…ti ha onorato della sua fiducia, è una cosa importante.” disse.
 
Ripensai alle carezze, alla sensazione delle nostre mani strette l’un l’altra.
 
“Lo so…”
 
“Molto bene, sono davvero felice!” esclamò. Poi si alzò in piedi.
 
“Appena finisci, andiamo di là in attesa che si svegli che ne dici?”
 
“Va bene!” concordai.
 
Terminata la colazione, sistemammo le sedie al loro posto e raggiungemmo Naruto nell’altra stanza. Dormiva ancora.
 
In quel momento notai un particolare che prima mi era sfuggito.
 
“Ehi…ma Kurama non è ancora rientrato?”
 
Innegabilmente non era nella stanza e la cosa mi preoccupò molto. Possibile che non avesse tenuto fede alla promessa di tornare all’alba? Come avrebbe potuto prenderla Naruto scoprendo che il suo amico demone non c’era?
 
“Certo che è tornato!” mi assicurò però Kaiza “Precisamente all’alba! Soltanto che ha preferito restare fuori sul balcone.”
 
“Sul balcone? E come mai?”
 
Vidi il medico assumere un’espressione decisamente preoccupata.
 
“Non lo so…si comporta diversamente dal solito. Insomma solitamente è sempre incazzato e non perde occasione per fare le sue solite battute…ma non credo di averlo mai visto come questa mattina.” confessò.
 
“Che vuoi dire?”
 
“Non è solo arrabbiato…davvero arrabbiato stavolta, bada bene…ma sembra turbato.” disse.
 
Le sue parole ebbero l’effetto di turbare anche me. Doveva essere qualcosa di serio se la Volpe sembrava così diversa dal solito.
 
“Spero solo che non centri con l’incontro con i Sopravvissuti che ha avuto ieri pomeriggio…perché in quel caso potremmo avere dei problemi seri.” concluse.
 
Avevo completamente dimenticato l’appuntamento di Kurama! Accidenti se era successo davvero qualcosa eravamo decisamente nei guai…
 
“Dovresti pensare un po’ di più ai cazzi tuoi, Vecchio…”
 
Iniziai a pensare che Kurama dovesse avere una qualche abilità segreta che gli permetteva di introdursi in un discorso in modo così decisamente “velato” facendo rabbrividire chiunque. Anche Kaiza parve scosso da un brivido nell’udire quella voce all’improvviso, nonostante ci dovesse aver fatto l’abitudine ormai.
 
Voltandomi verso la finestra, osservai la Volpe rientrare in casa lentamente.
 
Per quanto fosse sempre difficile leggere le espressioni dei demoni, non potei che essere d’accordo con quello che l’uomo mi aveva detto poco prima…era decisamente turbato.
 
“Con quei codardi ho sistemato ogni cosa. Non romperanno più quindi smetti di preoccuparti.”
 
Si sedette davanti al letto di Naruto e dopo averlo scrutato un attimo, si concentrò su di me.
 
Istintivamente mi venne da fare un passo indietro. Lo sguardo indagatore del demone mi aveva scossa. Senza dubbio stava cercando di capire se avevo peggiorato le cose in sua assenza.
 
A quel punto feci di tutto per cercare di restare tranquilla e di tenere gli occhi fissi nei suoi dato che dopotutto era andato davvero tutto bene. Ma lui non cedeva ed io non riuscì a fare a meno di iniziare ad innervosirmi.
 
“Puoi smettere di fissarmi, per favore?!” sbottai ad un certo punto.
 
Solo allora lui sbuffò.
 
“Tsk! Pare che per una volta tu non abbia fatto cazzate. Era ora…”
 
Stavo per ribattere a quell’affermazione quando dei mugolii proveniente dal mio compagno di squadra ancora dormiente segnalarono a tutti e tre che si stava svegliando.
 
Kurama mi fece un cenno con la testa per farmi intendere di non proseguire su quell’argomento.
 
Kaiza intanto inginocchiato al lato destro del letto, aspettava che Naruto aprisse gli occhi.
 
Cosa che avvenne presto.
 
“Buongiorno ragazzo...” lo salutò il medico con un sorriso.
 
“Ehi…” rispose lui, con tono assonnato.
 
“E’ tutto a posto?” chiese.
 
Lui rispose, dopo un altro paio di mugolii, annuendo con il capo.
 
“Mi fa piacere. Ti prendo la colazione, va bene? Mettiti seduto intanto.” gli disse.
 
Lui annuì ancora mentre Kaiza si alzava per andare in cucina.
 
Naruto si tirò su muovendosi lentamente, facendo forza sulle braccia anche se da come strinse i denti dedussi che sentiva ancora dolore anche per un’azione così semplice. Finalmente riuscì nell’intento, alzò il cuscino e vi si appoggiò. Vidi il suo corpo rilassarsi finalmente.
 
Fu in quel momento che alzò lo sguardo.
 
Hai deciso di svegliarti alla fine , eh Moccioso? Credevo fossi finito in letargo…” si lamentò Kurama.
 
Io quasi non lo sentii. Avevo due occhi cerulei fissi su di me e non riuscivo a vedere nient’altro. Vi colsi della sorpresa come se si fosse meravigliato di trovarmi ancora lì. O almeno lo sperai. Insomma mi augurai che non si fosse dimenticato della mia presenza.
 
Con un enorme sforzo, dal momento che sembravo incapace di parlare, riuscii a dire:
 
“Buongiorno Naruto…”
 
Pronunciare il suo nome mi bloccò. Memore dei giorni appena trascorsi, una nota di panico si diffuse nella mia testa per timore di dover sopportare un altro estenuante silenzio.
 
“Ciao Kurama…” mormorò al demone che sbuffò chakra seccato.
 
“B-buongiorno…” aggiunse poi“…Sakura…”
 
Fui colta da come una vampata improvvisa di sensazioni…mi aveva risposto sul serio?
 
“Stai…” mi sforzai di continuare a parlare “…Ti senti meglio questa mattina?”
 
Naruto non smise un attimo di guardarmi.
 
“Si…meglio.” rispose e fece una cosa che non mi aspettavo.
 
Chinò la testa.
 
Sembrava…imbarazzato?
 
Avvertii i battiti del mio cuore subire un’impennata.
 
“Mi fa davvero piacere…” dissi.
 
Non fece in tempo a dire altro che Kaiza tornò con la sua colazione. Fui sollevata. Non sapevo cos’altro dire e non volevo fare qualche figuraccia dal momento che mi ritenni poco lucida. Osservare quella sua reazione aveva fatto scattare qualcosa…
 
“Ecco qua! Spero che questo ti faccia recuperare un po’ le forze, ieri ti sei stancato molto.” affermò.
 
Il mio compagno di squadra preferì bere la sua spremuta prima di mangiare. Aveva decisamente sete. Mangiò ben cinque frittelle, segno che aveva fame. Il medico era davvero soddisfatto. Lo osservava felice di constatare che avesse appetito.
 
Non potei che godermi quella scena. Quella leggera voracità con cui faceva seguire un boccone all’altro mi stava ridando la speranza…come il fatto che mi aveva risposto…come il suo imbarazzo.
 
In quel momento più che nelle rare occasioni precedenti, il suo comportamento era quello di sempre…era di nuovo Naruto.
 
Il mio Naruto, pensai.
 
Ma riflettendo un momento dopo sul significato di quel pensiero, non mi riconobbi. Non riuscivo a credere a quel cambiamento che si era attuato dentro di me. Credevo che non sarei più riuscita a provare qualcosa oltre l’amicizia per qualcuno, che ciò che era durato per anni sarebbe durato per sempre, che Ino si fosse spinta oltre con le sue ipotesi…ognuna di queste convinzioni era crollata.
 
Ora riuscivo a vedere in quel nuovo sentimento che si era impossessato di me un futuro. Era riuscito a riaccendere una speranza che era sfiorita lentamente dentro il mio cuore e alla quale avevo smesso di credere…perché se questa volta fossi riuscita ad ottenere quello che volevo, ero certa che finalmente mi sarei sentita completa. Felice.
 
Sapevo che a Naruto sarebbe servito ancora tempo prima di riuscire a tornare a vivere dopo l’esperienza vissuta negli ultimi giorni ma io ero pronta ad aspettare. Ero pronta ad aiutarlo anche se questo avrebbe significato altro sonno perso, altro dolore dovuto al silenzio o alle parole, tanta attesa…avrei sopportato ogni cosa per lui pur di fargli comprendere che finalmente avevo capito, che ero sicura di ciò che volevo…averlo al mio fianco.
 
Non sarebbe stato facile. Del resto lo avevo fatto soffrire talmente a lungo senza accorgermene che sentivo di dover scontare il prezzo di questa mia superficialità. Ma ero stranamente ottimista. Anche se lui non provava più gli stessi sentimenti di un tempo, io ero determinata e non c’era pensiero che riuscisse a demotivarmi…nemmeno il forte legame che avevo visto esserci tra lui e Hinata.
 
Non potevo costringerlo a scegliere tra me e lei. Non avrei mai potuto desiderare la sua infelicità ma volevo almeno che sapesse che anche io ora ero disposta ad ogni cosa pur di renderlo felice. Più di tutto volevo sapesse quanto i miei sentimenti fossero sinceri. Lo avrei poi lasciato libero di fare ciò che voleva purché ne fosse del tutto sicuro. Avrei accettato ogni sua scelta.
 
Persa in queste miei riflessioni e guardandolo mentre scambiava qualche parola scherzosa con Kaiza a proposito delle sue doti culinarie, non mi accorsi subito che Kurama era stranamente silenzioso. Quando lo feci però mi resi conto che stava guardando esattamente quel che guardavo io…con tristezza. Prima di potermene chiedere il perché quell’emozione era già stata sostituita da quella che riconobbi subito come rabbia. Il corpo del demone si irrigidì completamente ed  ebbi paura che fosse sul punto di perdere il controllo.
 
“Kurama…”
 
Sentirsi chiamare risvegliò il demone. Strizzò le palpebre un paio di volte e parve recuperare la ragione. Trassi un lieve sospiro ma restai tesa così come lo erano sia Kaiza che Naruto..
 
“…che ti succede?” parlò ancora il biondo con preoccupazione.
 
Il cercoterio si alzò sulle zampe ed ordinò:
 
“Preparati immediatamente. Usciamo!”
 
Rimase sorpreso dall’ordine che in quel momento parve strano anche a me dal modo in cui era stato pronunciato.
 
“Non riesco a capire…perché? E poi dove vorresti andare?” chiese ancora titubante.
 
“Andiamo a risolvere il tuo problema! Non posso restare a Konoha in eterno ma non posso nemmeno andarmene senza essere sicuro che non deciderai di fare altre cazzate!”
 
Il suo tono era duro e inflessibile. Del tutto diverso da qualsiasi di quelli utilizzati precedentemente. Era cambiato qualcosa. Quelle parole erano cariche di una negatività ed un odio che non riuscii a spiegarmi.
 
“Cosa ti è successo Kurama?” domandò ancora Naruto, stavolta utilizzando anche lui un tono più risoluto.
 
“ZITTO E PREPARATI! Ti aspetto fuori e vedi di non farmi aspettare troppo!” ringhiò mentre agilmente saltava sul cornicione della finestra vicino al letto ed usciva dall’appartamento.
 
Restammo basiti in tre da quel comportamento.
 
“Cosa può essere successo di così grave da ridurlo così?” chiese l’uomo.
 
“L’unica cosa che so con certezza è che è fuori di se…non come il giorno in cui è arrivato ma ci siamo vicini.” rispose Naruto mentre scendeva dal letto.
 
“Cosa vuoi fare?” gli chiesi allora preoccupata.
 
“Devo scoprire cosa è successo. E temo che l’unico modo per farlo sia andare con lui.” rispose con tranquillità ma senza guardarmi, visto che era concentrato a mettersi in piedi. Ma mi aveva risposto…come sempre…come se non fosse cambiato nulla.
 
“Ne sei proprio sicuro?” intervenne il medico “Dubito che mi permetterebbe di seguirvi ma secondo le disposizioni…bhè lo sai…”
 
“Si, devo esserci due persone con me. Ma si tratta di una situazione particolare...Kurama in quelle condizioni rischia di perdere il controllo e se lo fa dentro il Villaggio sarà un grosso problema.”
 
“Ho capito però la signorina Tsunade…” insistette l’uomo.
 
“Andremo a parlarle insieme!”
 
Entrambi si voltarono a fissarmi.
 
“Kaiza, ha ragione… “spiegai “…Non possiamo permettere che Kurama perda il controllo proprio ora che sta guadagnando la fiducia delle persone qui al Villaggio. Ora è talmente furioso che probabilmente non si rende conto dello stato in cui si trova. Lui è l’unico che può farlo ragionare quindi lasciamolo andare mentre io e te andremo a spiegare la situazione all’Hokage, sono sicura che capirà. Glielo faremo capire…”
 
Ma lui non sembrò convinto. Non potevo dargli torto, dal momento che aveva già ricevuto un ammonimento da parte dell’Hokage e quindi non voleva rischiare altri azzardi. Anche io avevo paura…non solo perché temevo che la situazione con il demone sarebbe potuta peggiorare ma soprattutto ero preoccupata per le ferite di Naruto che non si era ancora rimarginate completamente e che necessitavano ancora di un controllo costante. Ma comprendevo che era il momento di fidarsi del mio compagno di squadra.
 
“Kaiza, mi sta chiamando…” parlò Naruto, agitato “Ti prego…”
 
L’uomo incrociò le braccia e sollevò il capo in alto.
 
“Oh e va bene!” concesse alla fine “Ma promettimi che qualsiasi problema, una fitta, un dolorino, un crampo, quello che ti pare, mi informerai immediatamente… siamo intesi?”
 
Lui annuì vigorosamente.
 
“E prego davvero che tu abbia ragione, Sakura” aggiunse sospirando prima di andare a recuperare i vestiti di Naruto.
 
Lui era ancora in piedi reggendosi al suo fidato bastone. Non sapevo se gli fosse ancora indispensabile tuttavia immaginai che continuasse ad usarlo per abitudine.
 
“Piccola, credo sia il caso che ci aspetti fuori anche tu. Ti raggiungiamo tra poco.”
 
Accolsi subito quelle parole e mi avviai alla porta.
 
Quando uscii con sorpresa trovai Kurama seduto sull’uscio ad aspettare.
 
Mi rivolse uno sguardo torvo ma non disse nulla ed io preferii non chiedere niente.
 
Ero sinceramente dispiaciuta che avesse assunto quell’atteggiamento così freddo all’improvviso. Era anche merito suo se finalmente Naruto aveva iniziato a parlarmi di nuovo e se avevo scoperto quella parte di lui così intima tormentata dagli incubi. E poi ero talmente abituata alla sua presenza ovunque che la prospettiva che se ne andasse dal Villaggio mi rattristò. Era diventato a tutti gli effetti un membro del gruppo  o  almeno io sentivo di ritenerlo tale.
 
Poco dopo fummo raggiunti da Naruto e Kaiza.
 
“Volpone, devo dirti due paroline…ti dispiace?” chiese l’uomo in un chiaro invito ad allontanarsi un attimo.
 
“Si che mi dispiace! Ma dal momento che so che non mi lascerai andare senza dirmi queste due paroline, andiamo pure…” ribatte seccato.
 
Si allontanarono una ventina di metri prima di iniziare a discutere.
 
Kaiza sicuramente stava raccomandando a Kaiza di essere prudenti, di non di non arrabbiarsi troppo con lui, di…
 
“Grazie…”
 
Quel sussurro da parte di Naruto mi bloccò.
 
“Cosa…?” chiesi quasi subito.
 
“Per prima…grazie per aver convinto Kaiza a lasciarmi andare…” spiegò sempre molto piano.
 
“Figurati, è stato un piacere!” risposi subito stavolta con un timido sorriso.
 
“Ed anche per stanotte…”aggiunse poi.
 
A quel punto non sapevo cosa dire. Anche quello era stato un piacere, ed ero felicissima di quel ringraziamento perché significava che forse anche a lui aveva fatto piacere avermi vicino a se in quel momento tanto delicato.
 
“Naruto non devi ringraziarmi…sono io a doverlo fare.”
 
Mi fissò confuso:
 
“Tu?”
 
Io annuii. Avevo deciso di essere sincera del tutto.
 
“Si, per la fiducia che mi hai dato.”
 
I suoi occhi ebbero un guizzo per la sorpresa. Non se l’aspettava. Continuai:
 
“Non deve essere stato facile lasciarsi andare ieri sera, vero? Mi sono resa conto che quello che provi è un dolore grandissimo e che io non sono in grado di comprendere. Nonostante questo alla fine però ti sei confidato con me permettendomi di condividere questa tua sofferenza…anche se in questi giorni , in questi anni sono stata quella che ti ha fatto soffrire più di tutti…e non sai quanto mi dispiace.”
 
Pronunciando quelle ultime parole, la mia emotività mi tradì. La voce aveva vacillato e gli occhi si era appannati nel momento in cui erano diventati lucidi. Chinai il capo nel tentativo di nascondere il volto ma non ci riuscii.
 
“Ehi…”
 
Una presa delicata sul polso e poi mi ritrovai ancora una volta la mano stretta nella sua che sembrava tremasse perché preoccupata del fatto che potesse fare del male..
 
 “Per favore, non fare così…” la sua voce si era fatta incredibilmente dolce. “Io credo…forse…ho esagerato e sono stato troppo duro con te…”
 
No, non era colpa sua. Avevo avuto quel che meritavo.
 
“No, avevi tutti i motivi di questo mondo per farlo. Ti capisco se mi odi...”
 
“NO!”
 
Sobbalzai. Il rapido cambiò di tono mi colse di sorpresa.
 
“Non dirlo più! Capito?” la presa sulla mia mano si strinse “I-io posso…posso arrabbiarmi! Tanto! Posso anche fare scelte sbagliate, prendere decisioni che non capite…posso fare tante cose che hanno tante altre conseguenze.
 
Ma mai…”
 
Sembrava non avere più fiato per parlare.
 
Distese le dita, facendole combaciare con le mie. La sua mano era più robusta della mia che poteva essere perfettamente contenuta al suo interno. Il calore di quel contatto era indescrivibile.
 
Non riuscì solo a distrarre me da quella sensazione di profonda tristezza provata poco prima ma mi resi conto che aiutò lui a recuperare il controllo, a calmarsi. Come era successo la sera prima.
 
“Mai…” riprese allora “…potrei odiarti…”
 
Una solida certezza si insediò nel mio cuore.
 
Non mi odiava. Non lo aveva mai fatto. Com’era possibile? Avevo lasciato che la cecità e l’ignoranza oscurassero la mia vista per tanto tempo, lasciandomi intravedere un ‘unica fonte di felicità per la mia vita. Avevo causato dolore in modi di cui ancora non potevo rendermi conto, non avendolo fatto per tanto tempo. Avevo voltato le spalle nei momenti in cui invece mi sarei dovuta trattenere ed esserci.
 
Lo avevo tenuto fuori dalla mia vita finché la sua presenza non si era resa indispensabile per poter mantenere la ragione e non sprofondare. Avevo sfruttato la sua solarità, il suo calore, il suo sorriso a lungo senza capire di averne un’esclusiva particolare, senza soffermarmi a pensare al motivo per cui sembrava farsi più radioso ogni qual volta che eravamo insieme.
 
Tutto mi era apparso davanti agli occhi, solo ora per la prima volta, adesso che tutto questo mi veniva negato ed era stato sostituito da quella freddezza che non gli apparteneva.
 
Ora che riuscivo a comprendere anche il più piccolo motivo per cui avrebbe dovuto odiarmi da profondo del suo cuore…Naruto mi dava la certezza che no l’aveva mai fatto e che io non avrei dovuto nemmeno più dirlo.
 
E me lo aveva detto come solo lui sapeva fare: urlando, innervosendosi, balbettando, esitando, non trovando le parole...con una determinazione finale che però non lasciava dubbi.
 
L’avevo letta nei suoi occhi, che si accesero di nuovo con quella luce che non li aveva mai abbandonati prima che decidesse di arrendersi. Se c’era ancora…forse non aveva rinunciato del tutto a combattere.
 
Il calore cessò all’improvviso. Aveva ritratto la mano.
 
“Piantatela con questa smancerie! Io e te abbiamo un lavoro da fare!”
 
Mi spiegai la sua reazione sentendo il cercoterio parlare. Sembrava ancora più adirato.
 
“E’ un emerito bastardo! stavolta era la voce di Kaiza a parlare anche se stava risuonando solo nella mia mente e gli altri due non potevano sentirci. Si trovava alle spalle di Kurama e sembrava arrabbiato quasi quanto lui. Aveva un largo broncio ad increspargli le labbra e guardava furioso la Volpe.
 
“Può essere incazzato quanto gli pare ma almeno poteva lasciarvi finire di parlare! Invece no! E’ dovuto venire per forza a interrompervi!” sbraitò ancora, come per sfogarsi.
 
L’imbarazzo si impossessò di me. Allora ci stavano osservando.
 
“Mi hai sentito?! Datti una mossa!” fece ancora il demone, accucciandosi.
 
Con riluttanza, Naruto si avvicinò e con un certo sforzo gli salì sulla groppa.
 
“Volpone, mi raccomando! Non andare troppo veloce o quella ferita si riaprirà per l’ennesima volta e poi..”
 
“Smettila di fare la mammina apprensiva, non è un ruolo che ti si addice! Mi occupo io di lui!” ribatte e scattò in avanti, prendendo a correre.
 
Kaiza si portò le mani a circondarsi la bocca e urlò a pieni polmoni:
 
“NARUTO! IL CHAKRA.! RICORDATI, SE SERVE…”
 
“LO USERO’ PER COMUNICARE, PROMESSO! GRAZIE E A DOPO!” rispose Naruto girandosi indietro mentre si allontanavano sempre di più.
 
Quando sparirono, l’uomo trasse un profondo sospiro.
 
“Giuro che se quel Volpone lo metto in pericolo, lo strozzo con le mie mani!” e simulò l’azione con una certa soddisfazione in volto.
 
“Hai fatto fatica anche a parlarci?”
 
“Già, è del tutto intrattabile! Speriamo che in qualche modo il ragazzo riesca a farlo tornare in se senza rischiare troppo…” rispose. Poi aggiunse “Ha interrotto qualcosa di importante, vero?”
 
“Non la cosa più importante, fortunatamente.”
 
“Sicura? Vi ho visti così presi l’uno dall’altra, sembravate incantati in un’atmosfera magica…per questo credo Kurama abbia pensato bene di interrompervi! E’ geloso!” osservò seccato.
 
“Aspetta aspetta…come sarebbe a dire geloso?!”
 
“Sai quando si prova un certo fastidio quando si vede una persona a cui si vuole bene frequentare assiduamente qualcun altro? Ecco, credo che il motivo della sua intromissione, sia proprio questo. Ovviamente non so perché è così arrabbiato e preoccupato…ma di sicuro credo proprio che tu sia il motivo per cui è così geloso.”
 
“Geloso di me?! Lui?!” insistetti.

“E’ orgoglioso, non lo ammetterà mai…ma è profondamente legato a quel ragazzo. Anche se sembra che stia cercando di nasconderlo in tutti i modi possibile. Ma siccome la gelosia è strettamente legata alla rabbia…non riesce a dissimularlo a lungo.” affermò.
 
Quella si che era una novità. E pensare che fino a quel momento credevo di essere io quella gelosa del cercoterio che riusciva a stargli vicino in un modo che fino a poco prima mi era stato precluso.
 
“Ti piace Naruto, non è così?”
 
Quella domanda diretta mi spiazzò. Ma se ero certa di una cosa, questa era che non potevo digli la verità considerata l’intimità che aveva con lui.
 
“Cosa ti viene in mente?” chiesi a mia volta cercando di apparire convincente.
 
Lui sollevò il sopracciglio con la cicatrice come una sfida a dirgli che non era vero.
 
“Sei fuori strada…”cercai di rincarare la dose.
 
“Ovviamente ho centrato in pieno la questione.” dichiarò.
 
Come si poteva mentire ad una persona come lui? Come se non bastasse ero davvero imbarazzatissima e questo al medico bastava come risposta eloquente. 
 
“Tranquilla.” mi rassicurò poggiandomi la mano sulla spalla “Lui non saprà nulla!”
 
“Ti ringraz-“
 
“Se…” cominciò.
 
Voleva qualcosa in cambio, forse. Lo guardai, incitandolo poi ad andare avanti con il capo.
 
“Se…mi racconti come è successo. Perché mi sono accorto di un certo cambiamento da parte tua quindi immagino che questa sia stata una scoperta recente. Ci terrei a capire, se non ti dispiace.”
 
Cosa dovevo fare? Rischiare ed aprirmi con lui? Oppure far si che fosse lui a far sapere a Naruto dei miei nuovi sentimenti? No! Dovevo affrontare da sola questa prova! Non potevo lasciare che fosse qualcun altro a farlo per me!
 
“D’accordo…ma ti avverto: è una storia lunga.”
 
Lui sorrise:
 
“Bhè dobbiamo andare dalla signorina Tsunade, giusto? Praticamente io sto andando al patibolo!” mi mise il braccio intorno alle spalle e continuò “Quindi sai…non mi dispiacerebbe ascoltare una bella storia del frattempo…ti va di alleviare la tensione di questo povero condannato a morte?”
 
Senza riuscire a trattenermi risi di gusto mentre molto lentamente io e l’uomo ci avviavamo verso il palazzo nell’Hokage, silenziosamente preoccupati allo stesso modo per un certo biondino che si trovava tra le grinfie di una Volpe gelosa e furiosa.
 
Non credevo potesse esistere abbinamento peggiore.







 
 
 
 
Note Finali: Ragazzi, sono veramente imperdonabile, lo so. On solo vi ho fatto aspettare un mese e più ma mi presento solo con questo capitoletto. Non so dirvi quanto mi dispiace! Ma tra università, il resto e altri eventi di questo mese la mia ispirazione per scrivere è stata impegnata in altro. Ho partecipato ad un contest su Gaara, poi ho scritto una cosetta dedicata al compleanno di Naruto (era doveroso) e infine anche qualcosa dedicata all’ultimi capitoli del manga…come potevo non farlo?Mercoledì ci sarà la conclusione! Che tristezza! :’(
 
Comunque sia, spero mi perdonerete per l’ennesima volta. Ho deciso, sul serio stavolta, di impegnarmi a pubblicare con più regolarità e quindi questo implica che cercherò di essere più frequente anche con gli aggiornamenti! Bisogna andare avanti…anche perché il bello deve ancora venire!
 
Intanto spero non mancherete dal farmi sapere se questo capitoletto vi è piaciuto. Abbiamo una Satura felice per i risultati conseguiti durante la nottata precedente, un Naruto  che sembra sempre più vicino a tornare quello di prima, un Kurama decisamente fuori di sé e un Kaiza come sempre bugiardo a fin di bene ma stavolta anche furioso con il nostro cercoterio! Vi chiederete cosa sia successo…e soprattutto se Naruto riuscirà a risolvere la situazione. Bhè lo saprete presto! ;) Grazie a tutti voi che continuate a seguire questa storia, tutti tutti! Avere il vostro sostegno è sempre meraviglioso! A presto! J
 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Greywolf