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Autore: MrRaider    03/11/2014    0 recensioni
La storia di questa fanfiction si colloca tra l'allontananza di Taiga da Ryuuji e il suo ritorno alla fine dell'anno scolastico. Durante questo lasso di tempo la storia sarà principalmente incentrata sul fratello della Tigre, tennista professionista che decide di prendersi una pausa dal suo lavoro per circa un paio di mesi, con lo scopo di finire gli studi. Perciò si trasferirà nella città di Taiga, dove farà conoscenza con gli amici della sorella, tra cui Ryuuji.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minori Kushieda, Nuovo personaggio, Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Indian Wells. USA. Migliaia di persone circondavano lo stadio di tennis del torneo, pronti ad assistere alla seconda semifinale: lo spagnolo Rafael Nadal contro il giovane giapponese Roku Aisaka.

Mentre gli spettatori si sedevano nei loro rispettivi posti, Roku era ancora negli spogliatoi, mancava solo lui. Un ragazzo di 17 anni, capelli biondi, occhi castani; ha passato la maggior parte della sua infanzia giocando al suo sport preferito, il tennis. Dopo tanti sacrifici era vicino ai suoi sogni tanto sperati: diventare un tennista professionista, arrivare numero 1 al mondo e battere il suo idolo, Roger Federer, che aveva vinto la prima semifinale del torneo e aspettava il vincitore della seconda semifinale. Vestito con un completo leggero bianco, era seduto sulla panchina degli spogliatoi, guardando la sua racchetta.

 “Posso farcela! Posso farcela!” diceva a se stesso.

Si alzò, mise la racchetta nel borsone ed entrò in campo: vide migliaia di persone che urlavano, chi incitava Nadal e chi incitava lui; sorrise ed alzò la mano per salutare il pubblico. Finito il riscaldamento iniziò la partita: dopo un primo set a favore dello spagnolo 6-4, Roku prese il secondo set 6-3, arrivando al terzo in vantaggio 5-4. Aveva un match point, ed era vicino alla finale, gli mancava un punto e ce l’avrebbe fatta.

Servì, ma sbagliò la prima e dovette fare la seconda. Sentiva il suo cuore rimbombare, l’ansia che scorreva dentro di se mentre faceva rimbalzare la palla con la mano al suolo, in attesa di trovare la concentrazione e il momento giusto per servire.

Lanciò un servizio leggero e Nadal ne approfittò sparandogli un dritto: la pallina era velocissima, talmente veloce che il ragazzo non riuscì a prenderla, perdendo il match point. Il game finì a favore dello spagnolo che vinse anche il terzo set 7-5 dopo due ore di gioco.

“Game, set and match Nadal!!” urlò l’arbitro mentre Rafael esultava nel campo. Si avvicinò alla rete, strinse la mano ad Aisaka e all’arbitro e tornò ad esultare al pubblico. Roku intanto tornò alla sua panchina, mise la racchetta nel suo borsone ed uscì dal campo, non prima di firmare qualche autografo ad alcuni suoi fans.

Il giovane tornò negli spogliatoi, si sedette e si asciugò la faccia con un asciugamano, per poi appoggiarselo nella nuca. Dopo qualche minuto entrò il suo allenatore; non era triste, anzi, era contento del risultato.

“Stai tranquillo, hai giocato un ottima partita! Scommetto che andrà meglio la prossima volta!”

Già, la prossima volta pensò il tennista.

“Non lo so Tom, penso che dovrei staccare per un po’…” disse lui.

“Come?! Non puoi lasciare il tennis! Abbiamo lavorato tanto insieme e guarda dove sei ora!!” affermò lui, ma fu interrotto da Roku.

“Aspetta aspetta Tom! Hai frainteso! Ascolta: non voglio abbandonare il tennis, per chi mi hai preso? Dico che dovrei prendermi una piccola pausa, voglio continuare ad allenarmi ovviamente, ma ho anche intenzione di finire la scuola. Sarà il mio ultimo anno. Inoltre fra un po’ avrò una nuova sorellina, perciò voglio stare anche vicino alla mia famiglia” spiegò Roku.

Quello che voleva era un periodo di calma, staccare un po’ da tutti quei tornei che lo costringevano a viaggiare costantemente per il mondo, nonostante faceva quello che gli piaceva. Voleva una pausa.

“Mhh… Capisco. Però vorrei sapere per quanto tempo…”

“Forse 2, o magari 3 mesi”

Il suo allenatore camminò avanti e indietro per gli spogliatoi, pensieroso; passò circa un minuto e gli diede la sua risposta:

“E va bene. Allora vai. E salutami la tua famiglia.”

“Senz’altro Tom”

Dopo questa conversazione, Tom uscì dallo spogliatoio, mentre il ragazzo tornò all’ hotel. Si fece una doccia, si mise una maglietta verde, jeans lunghi e delle scarpe sportive nere; dopo una cena veloce andò all’aeroporto, dove prese subito il primo volo per tornare nel suo paese, il Giappone, a trovare la madre.


***


La mattina seguente giunse a casa della madre, così suonò il campanello. Nessuna risposta. 

Forse sarà già in ospedale pensò.

La chiamò al suo cellulare, ma gli rispose un'altra persona.

“Pronto?”

“Salve. Sono il figlio della signora Aisaka, vorrei parlare con…”

“Roku?!”

“Taiga?! Non dovresti essere…”

“Sono tornata da mamma, ho deciso di mettere in chiaro alcune cose con lei, e non potevo di certo perdermi la nascita della nuova arrivata”

“Dove sei?”

“In ospedale. Credo che manchi poco.”

“Ok, sto arrivando!”

Chiuse il telefono e chiamò subito un taxi di passaggio.

“All’ospedale!” disse al tassista.

***


Arrivato all’ospedale, chiese ad un infermiera della signora Aisaka. Saputa la stanza, corse subito, era quasi arrivato quando urtò qualcuno. Era più bassa di lui, aveva un vestito nero con un fiocco bianco, una gonnellina nera, scarpette dello stesso colore e aveva dei lunghi capelli biondi. Era la sua sorella gemella, Taiga. La ragazza alzò lo sguardo e lo vide. A parte il colore dei capelli era completamente diversa dal fratello, non solo di fisico, ma anche di carattere. Nonostante ciò era la persona con la quale era più affezzionata.  E' cresciuta insieme a lui. Ha condiviso tutto insieme a lui, fino a quando non se ne andò.

“Roku!!” esclamò felice, cercando di trattenere le lacrime.

“Ciao sorellina” gli rispose in modo affettivo.

I due si strinsero in un forte abbraccio, non si poteva certo biasimarli dopo un anno che non si vedevano più, da quando lei si allontanò dalla famiglia a causa del padre che entrambi chiamavano come "vecchio disgraziato". Finito l'abbraccio Taiga prese per mano il suo fratello e lo portò nella stanza della madre, dove quest’ultima distesa nel letto teneva in grembo la sua nuova figlia.

“Ciao mamma” salutò il figlio.

“Roku, ce l’hai fatta”. La donna fece scendere una lacrima di felicità alla vista del figlio, che non vedeva anche lei da tempo. Il ragazzo si avvicinò alla madre, le diede un bacio sulla fronte e vide lo splendore che aveva fra le braccia.

“E’ bellissima” disse lui.

Roku, Taiga e la loro madre erano riuniti alla vista del nuovo membro della loro famiglia.

“Benvenuta, Aki”



 
   
 
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