03/11/2014
1 recensioniOre 6.30
“Lindaa su svegliati! E’ oraa!”
“Lindaaa!”
“Linda svegliati immediatamente!”
Ed ecco il mio solito risveglio mattutino, i tre richiami di mio papà che dal suo letto caldo mi prega di svegliarmi. Non ho mai provato ad andare oltre le tre chiamate, e sinceramente non ci tengo neache, mio papà sa essere molto pauroso.
Mi alzo per un altro giorno di solita routine, mi vesto, mi lavo ma questa mattina non faccio colazione a casa: la prima ora la passerò al bar perché quella di tedesco non ci sarà per i prossimi quaranta giorni, non so se è un bene o un male ma so soltanto che stamattina mangerò la mia solita brioche al cioccolato.
Esco di casa che sono le 7.06 e mi dirigo verso la fermata del bus. Quando arrivo a scuola ci sono già Giada e Debora ad aspettarmi: “Salve!” ci salutiamo con due baci e aspettiamo il resto della classe. Piano piano arrivano tutti e per ultimo LUI! Lo vediamo passare con la sua stupenda moto rossa, si toglie il casco e ci saluta.
Alto,magro, biondo (quasi castano) e occhi verdi.
Avete presente quei compagni di classe che il primo giorno di scuola ti appaiono come persone non reali, persone che non ti calcoleranno neanche per chiederti un fazzoletto, ma che invece grazie a quel professore di economia, nonché coordinatore di classe, spostando la postazione dei banchi si mettono proprio accanto a te? Ecco, a me è successo proprio questo. Con il tempo abbiamo cominciato a parlare, scherzare, confidarci, finchè lui è diventato il perfetto compagno di banco e un mio più che buon amico. Ma questo amico a me piace, e anche molto! Ormai tutti lo sanno, e forse anche lui.. ma io non ho mai avuto il coraggio di affrontare questo discorso.
“Linda!” mi saluta.
“Enrico!” ci scambiamo un bacio.
Bene, la brioche era favolosa, e anche la sigaretta in compagnia post-colazione. Entriamo in classe e la professoressa di diritto è già seduta che attende.
La seconda ora passa velocemente, come la terza. Arriva ricreazione e tutto l’istituto si sposta all’esterno per fumare la tradizionale cicca.
“Oi, oggi esci?” oggi devo studiare!
“Storia!”
“Merda! Me ne ero completamente dimenticato!” mi risponde con una faccia quasi sconfitta “Ma potresti venire a studiare a casa mia, così mi aiuti: sai come sono in storia!” si beh è vero, in storia è negato, e io potrei accettare volentieri questo suo invito.
“Mi stai pregando?” lo derido.
“Mmh forse..” regge il mio gioco.
“Dai va bene, solo perché mi fai un po’ pena!” accetto facendo la preziosa.
Non lo so perché ma questo suo invito mi mette un poco in ansia. Non è la prima volta che vado a casa sua ma boh, oggi sarò strana io!
Dopo scuola ci dirigiamo diretti a casa sua, entriamo e ci svestiamo. I suoi non sono in casa neanche questa volta. L’ultima volta ci è scappato un bacio, ma niente di più. E’ stato quasi tre mesi fa ed è stato proprio da quel giorno che mi è cominciato a piacere, non lo dimenticherò mai!
“Ok dai, io preparo la pasta e tu la tavola. Ce la fai?” propongo scherzando.
“Linda tu mi sottovaluti, questo non va bene!” mi risponde facendo il finto offeso.
“Oh ma daii! Che ho detto!” rido per la sua faccia, cercando di fare anche la finta dispiaciuta.
“Chiedimi scusa!” mi ordina lui avvicinandosi al mio corpo “Cara Linda, chiedimi scusa!”
“Mai!” nego ridendo.
“Io so che tu mi chiederai scusa!”
“Ah si? E come fai ad esserne così certo?”
“Io potrei sapere una cosa che tu potresti non sopportare” mi parla avvicinandosi sempre di più.
Oh mio dio, cosa sa questo?
“Vuoi sapere cosa so?” annuisco ad un centimetro dal suo naso.
“So che..” minchia perché parla così lentamente e con quel sorrisino da ebete stampato sul viso? “so che tu soffri molto il solletico!” mi salta addosso cominciando a stuzzicarmi la pancia e io rido come non mai.
“Ti prego basta Enrico!” lo supplico “ Non respiro!”
“Chiedimi scusa allora!”
“Sisi ok, scusa! Basta!” non ce la faccio veramente più.
Lui finalmente smette, ma non ho nenache il tempo di ricominciare a respirare che mi assale baciandomi in modo lento. Non riesco a capire quello che mi sta succedendo, non connetto. Il bacio con l’andare diventa sempre meno casto e io mi ritrovo in un batter d’occhio distesa sul divando con lui disteso sopra. In questo momento ho proprio voglia di lui. Ho voglia del suo corpo, della sua bocca, di ogni centimentro della sua pelle. Lui non si ferma, e io non ne ho neanche voglia. La sua mano mi tocca la panca e sale, sale sempre più su. I nostri vestiti raggiungono il pavimento in meno di cinque minuti, e tutti e due rimaniamo in intimo. Smette di baciarmi e mi guarda con un sorriso furbetto: “Sei bellissima!”. Vuole proprio farmi morire! Sorrido imbarazzatissima e abbasso gli occhi per far notare meno il mio rossore. Lui prende il mio viso e mi costringe a guardarlo, io sostengo i suoi occhi per poco più di 10 secondi, poi lo prendo e lo bacio. La situazione viene ribaltata e in questo momento sono io sopra di lui. Scendo sempre di più giù fino ad arrivare all’elastico dei suoi boxer. Capendo le mie intenzioni Enrico butta la testa all’indietro e si gode tutto quello che sta succedendo. Per ripagarmi anche lui mi fa godere, ma troppo voglioso non riesce a finire che si impossessa di me completamente. Una sensazione stupenda! Le nostre voci si sentono in tutta la casa!
“Piccola, mi sa che storia domani andrà male!” scherza lui.
“Enrico..”
“Linda..”
“Grazie..”
“Lindaa su svegliati! E’ oraa!”
“Lindaaa!”
“Linda svegliati immediatamente!”
Ed ecco il mio solito risveglio mattutino, i tre richiami di mio papà che dal suo letto caldo mi prega di svegliarmi. Non ho mai provato ad andare oltre le tre chiamate, e sinceramente non ci tengo neache, mio papà sa essere molto pauroso.
Mi alzo per un altro giorno di solita routine, mi vesto, mi lavo ma questa mattina non faccio colazione a casa: la prima ora la passerò al bar perché quella di tedesco non ci sarà per i prossimi quaranta giorni, non so se è un bene o un male ma so soltanto che stamattina mangerò la mia solita brioche al cioccolato.
Esco di casa che sono le 7.06 e mi dirigo verso la fermata del bus. Quando arrivo a scuola ci sono già Giada e Debora ad aspettarmi: “Salve!” ci salutiamo con due baci e aspettiamo il resto della classe. Piano piano arrivano tutti e per ultimo LUI! Lo vediamo passare con la sua stupenda moto rossa, si toglie il casco e ci saluta.
Alto,magro, biondo (quasi castano) e occhi verdi.
Avete presente quei compagni di classe che il primo giorno di scuola ti appaiono come persone non reali, persone che non ti calcoleranno neanche per chiederti un fazzoletto, ma che invece grazie a quel professore di economia, nonché coordinatore di classe, spostando la postazione dei banchi si mettono proprio accanto a te? Ecco, a me è successo proprio questo. Con il tempo abbiamo cominciato a parlare, scherzare, confidarci, finchè lui è diventato il perfetto compagno di banco e un mio più che buon amico. Ma questo amico a me piace, e anche molto! Ormai tutti lo sanno, e forse anche lui.. ma io non ho mai avuto il coraggio di affrontare questo discorso.
“Linda!” mi saluta.
“Enrico!” ci scambiamo un bacio.
Bene, la brioche era favolosa, e anche la sigaretta in compagnia post-colazione. Entriamo in classe e la professoressa di diritto è già seduta che attende.
La seconda ora passa velocemente, come la terza. Arriva ricreazione e tutto l’istituto si sposta all’esterno per fumare la tradizionale cicca.
“Oi, oggi esci?” oggi devo studiare!
“Storia!”
“Merda! Me ne ero completamente dimenticato!” mi risponde con una faccia quasi sconfitta “Ma potresti venire a studiare a casa mia, così mi aiuti: sai come sono in storia!” si beh è vero, in storia è negato, e io potrei accettare volentieri questo suo invito.
“Mi stai pregando?” lo derido.
“Mmh forse..” regge il mio gioco.
“Dai va bene, solo perché mi fai un po’ pena!” accetto facendo la preziosa.
Non lo so perché ma questo suo invito mi mette un poco in ansia. Non è la prima volta che vado a casa sua ma boh, oggi sarò strana io!
Dopo scuola ci dirigiamo diretti a casa sua, entriamo e ci svestiamo. I suoi non sono in casa neanche questa volta. L’ultima volta ci è scappato un bacio, ma niente di più. E’ stato quasi tre mesi fa ed è stato proprio da quel giorno che mi è cominciato a piacere, non lo dimenticherò mai!
“Ok dai, io preparo la pasta e tu la tavola. Ce la fai?” propongo scherzando.
“Linda tu mi sottovaluti, questo non va bene!” mi risponde facendo il finto offeso.
“Oh ma daii! Che ho detto!” rido per la sua faccia, cercando di fare anche la finta dispiaciuta.
“Chiedimi scusa!” mi ordina lui avvicinandosi al mio corpo “Cara Linda, chiedimi scusa!”
“Mai!” nego ridendo.
“Io so che tu mi chiederai scusa!”
“Ah si? E come fai ad esserne così certo?”
“Io potrei sapere una cosa che tu potresti non sopportare” mi parla avvicinandosi sempre di più.
Oh mio dio, cosa sa questo?
“Vuoi sapere cosa so?” annuisco ad un centimetro dal suo naso.
“So che..” minchia perché parla così lentamente e con quel sorrisino da ebete stampato sul viso? “so che tu soffri molto il solletico!” mi salta addosso cominciando a stuzzicarmi la pancia e io rido come non mai.
“Ti prego basta Enrico!” lo supplico “ Non respiro!”
“Chiedimi scusa allora!”
“Sisi ok, scusa! Basta!” non ce la faccio veramente più.
Lui finalmente smette, ma non ho nenache il tempo di ricominciare a respirare che mi assale baciandomi in modo lento. Non riesco a capire quello che mi sta succedendo, non connetto. Il bacio con l’andare diventa sempre meno casto e io mi ritrovo in un batter d’occhio distesa sul divando con lui disteso sopra. In questo momento ho proprio voglia di lui. Ho voglia del suo corpo, della sua bocca, di ogni centimentro della sua pelle. Lui non si ferma, e io non ne ho neanche voglia. La sua mano mi tocca la panca e sale, sale sempre più su. I nostri vestiti raggiungono il pavimento in meno di cinque minuti, e tutti e due rimaniamo in intimo. Smette di baciarmi e mi guarda con un sorriso furbetto: “Sei bellissima!”. Vuole proprio farmi morire! Sorrido imbarazzatissima e abbasso gli occhi per far notare meno il mio rossore. Lui prende il mio viso e mi costringe a guardarlo, io sostengo i suoi occhi per poco più di 10 secondi, poi lo prendo e lo bacio. La situazione viene ribaltata e in questo momento sono io sopra di lui. Scendo sempre di più giù fino ad arrivare all’elastico dei suoi boxer. Capendo le mie intenzioni Enrico butta la testa all’indietro e si gode tutto quello che sta succedendo. Per ripagarmi anche lui mi fa godere, ma troppo voglioso non riesce a finire che si impossessa di me completamente. Una sensazione stupenda! Le nostre voci si sentono in tutta la casa!
“Piccola, mi sa che storia domani andrà male!” scherza lui.
“Enrico..”
“Linda..”
“Grazie..”