Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Imbranata09    03/11/2014    9 recensioni
Che dirvi? Una Isabella ed un Edward lontani dal solito. Lei un peperino che la vita ha cercato di spezzare senza riuscirci. Lui un ragazzo arrogante che la vita ha fatto crescere troppo in fretta.
Si scontreranno, si ritroveranno, si prenderanno, si lasceranno, ....
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Pov Bella

La sveglia suona inesorabile come ogni mattina. E, come ogni mattina, faccio fatica a carburare.
Sono appena le 7.00 ma oggi ho lezione all’università presto, molto presto … bé dipende dai punti di vista: ho lezione
alle 10.00 ma per me che sono una dormigliona è come dire alle 6.00!!!

Mi chiamo Isabella Marie Swan ed ho appena 18 anni! Compiuti il 13 settembre scorso.

Frequento il primo anno alla prestigiosa università di Parma, facoltà di  Internation Business, corsi completamente in inglese! Ma sono in parte americana, per cui l’inglese per me è come se fosse italiano. Anzi, mi esprimo meglio nella lingua di mio padre che il quella del paese in cui vivo.

Ho ripreso il senso per gli affari di mio padre, Charlie Swan. Lui, laureato alla NYU con il massimo dei voti e a soli 22 anni era considerato un piccolo genio dei mercati finanziari.

Poi, durante una vacanza passata in Italia con gli amici per festeggiare la laurea si è innamorato di mia madre, Renee.

Si sono conosciuti nell’albergo dove mio padre soggiornava e di proprietà della famiglia di mia madre. È stato amore a prima vista. E lui non ha più fatto ritorno a New York. Sconvolgendo gli amici con cui era partito. E mandando al diavolo il lavoro che l’attendeva a New York. Tre mesi dopo si sono sposati e mio padre ha messo a frutto i suoi studi nell’attività di famiglia: la gestione di un hotel!

Certo non era il sogno della sua vita, ma lui era ed è felice. Non si è mai pentito della scelta fatta ed ogni volta che ne parla, non c’è ombra di rammarico nella sua voce o nei suoi occhi.

La nostra casa è una dependance dell’hotel e non ricordo molti momenti che abbiamo passato lontano dalla nostra attività. Sia io che mio fratello, Matteo più grande di me di 5 anni, abbiamo sempre lavorato in hotel e, soprattutto, nel periodo estivo quando la riviera romagnola si riempie di turisti.

Dimenticato di dirvi che abito a Rimini, per cui il divertimento, la goliardia e il senso del dovere l’ho nel sangue.

La mia famiglia è quanto di meglio potessi aver mai potuto desiderare. Mia madre è una …. Pazza! Non ci sono altre parole per descriverla. È sempre in movimento. Controlla cucine, sala pranzo, cura il giardino. Scherza con i clienti, intrattiene bambini e anziani. Si comporta come una ragazzina e nell’animo non è mai cresciuta. È capace di svegliarci alle 5 del mattino perché magari ha deciso che tutta la famiglia deve vedere l’alba insieme! Eppure mi capisce al volo. Si accorge subito se qualcosa non va. Ma non è di quei genitori insistenti. Si limita a starmi vicino senza soffocare i miei spazi, sicura che quando sono pronta sono io a cercarla ed esporle le mie preoccupazioni.

Il suo esatto opposto è mio padre: tranquillo, pacato, silenzioso, timido. Come possano essersi innamorati è ancora un mistero per noi figli e per chiunque li conosca. Eppure capita spesso di sorprenderli mano nella mano, innamorati come pochi, malgrado siano passati trent’anni dal loro primo incontro.
Lui gestisce tutta la parte amministrativa e finanziaria della nostra struttura.

Quindi i ruoli siano ben definiti per i miei, i jolly della situazione siamo io e mio fratello; dove serve aiuto, andiamo: camerieri in sala pranzo, aiuti in cucina, pulizia delle camere, front office, guide il lingua. Insomma, dove serve, corriamo! Ma non ci lamentiamo, siamo ben ripagati ed, in ogni caso, rendiamo servizio alla nostra famiglia.

Matteo, mio fratello e migliore amico. È il mio punto di riferimento. Quello che c’è sempre quando ho bisogno di aiuto o semplicemente di parlare. È colui con cui ho condiviso uno dei momenti più brutti della mia breve vita; a volte penso che se non ci fosse stato lui a spingermi ad andare avanti, a spingermi a guardare al futuro, forse, oggi non sarei qui ….

E mentre io sono la contabile della famiglia, lui è il filosofo! Ed, infatti, insegna storia della filosofia nella mia stessa facoltà. Certo ha un contratto a termine, ma lui è un professore! Con orgoglio di tutta la famiglia. Sono stata ad assistere alla prima sessione di esami che ha gestito come professore. Ed è stato abbastanza esilarante. Nei giorni precedenti aveva fatto le prove con me e con Pierre, ma non era la stessa cosa. Voleva essere severo ma giusto, ma i buoni propositi sono andati via quando dall’altra parte della scrivania si sono seduti i suoi stessi compagni di corso, quelli che ancora si laureavano. Ed anche a lui veniva da ridere!

A volte andiamo a pranzo insieme, nella caffetteria dell’università e mi piace vedere con quanta deferenza lo salutano i suoi studenti. Chissà se anche io vista in questo modo quando saluto i miei professori!

È fidanzato con Pierre, uno psicologo.

E sì! Mio fratello è omosessuale. Lo ha detto ai nostri genitori dopo l’esame di maturità. Come hanno reagito i miei? Bè non è facile dirlo, perché inizialmente non avevo capito il loro atteggiamento. Pensavo si vergognassero, …
Mia madre ha reagito al suo solito modo, senza farsi troppi problemi. Ma aveva una strana luce negli occhi. L’ho fraintesa in delusione.

Mio padre non ha parlato. Ha preferito, però, che il primo anno di università lo passasse lontano da casa. E lui l’ha presa male. Entrambi abbiamo pensato che non lo volesse in casa. E, per tutto il periodo che Matteo è stato via di casa, anche io ho avuto rapporti molto tesi con i nostri genitori. Così si è inizialmente iscritto alla Sorbonne di Parigi. Lavorava giorno e notte per potersi permettere quella università perché non voleva alcun aiuto economico dai nostri genitori. Anche se ero piccola lavoravo già nell’hotel ed un paio di volte gli ho inviato i miei pochi risparmi. Poche decide di euro. Ma lo facevo con tutto il cuore. Li incontrò Pierre e da allora non si sono più separati. È stata l’unica cosa positiva del periodo parigino di Matteo.

In quel periodo, malgrado fossi “piccola”, avevo solo 14 anni, ero l’unica componente della famiglia ad avere rapporti con lui. Mi mancava mio fratello e tutte le sere lo contattavo. E lui mi ascoltava: ascoltava le mie lamentele sulla scuola, sulle pazzie fatte con le ragazze, i miei primi amori. Gli parlavo anche dei nostri genitori per evitare che perdesse del tutto i contatti con loro. E con i miei genitori facevo lo stesso. Gli spedivo pacchi di leccornie e abbigliamento e mai gli dicevo che li aveva preparati la mamma.

Poi, durante le vacanze di Natale, decise di non tornare a casa. E una mattina mio padre disse a me e mia madre di fare i bagagli che ci portava in vacanza. Ero scettica: mio fratello via di casa ed io in vacanza. Non lo capivo e, probabilmente, neanche la mamma lo capiva. Ci mettemmo 10 ore ad arrivare a Parigi ed un paio a cercare il pensionato in cui viveva Matteo. Lo trovammo a cena con Pierre.

Come ci vide sbiancò. Mio padre lo abbracciò e fece lo stesso mia madre. Piangevano entrambi, i miei genitori. Ma anche mio fratello era emozionato. Ci accomodammo e sentii le parole più belle del mondo.

I miei genitori non si vergognavano di mio fratello. Erano solo preoccupati per lui, perché non avrebbe avuto vita facile. La società in cui viviamo è ancora omofoba. L’omosessualità, per alcuni, è una malattia. Senza contare che, soprattutto nelle piccole realtà, si tende ancora a discriminare tutto ciò che non condividiamo. E l’allontanarlo da casa non voleva essere una punizione, ma dargli la possibilità di vivere in una società più internazionale dove la sua sessualità non era l’argomento del giorno del panettiere o del lattaio. Insomma, i miei genitori volevano una vita tranquilla per Matteo, indipendentemente dalle sue scelte sessuali. Ci spiegarono che avevano anche pensato di mandarlo a studiare in America, una società sicuramente più aperta della nostra.

Però sentivano la sua mancanza. Siamo una famiglia che non si è mai separata. Mio padre gli chiese scusa per non avergli parlato prima e ci mise parecchio a convincerlo a riprendere gli studi vicino casa, al rientro dalle vacanze. Promettendogli che lo avrebbe sempre appoggiato in tutte le sue scelte.

Ed in quella vacanza conoscemmo anche Pierre che, da allora, è il mio fratello acquisito. Quello che mi da lezioni sul sesso! È un francese di Parigi, di quelli veraci! È il classico francese con la puzza sotto il naso. Quello con cui avrei voluto vedere la famosa finale mondiale Italia – Francia solo per potergli urlare CAMPIONI DEL MONDO e  cantare sotto il suo naso pooo po po po  poo!!! Ma gli voglio un mondo di bene.

A differenza nostra, la sua famiglia dopo il suo outing non lo ha più voluto vedere. Ma ci siamo noi che lo sosteniamo come nostro fratello o figlio. E siamo stati orgogliosi di lui quando si è laureato e si è avviato alla professione di psicologo.

- Bella alzati che sono le 7.15 – è la mamma che viene fino in mansarda per chiamarmi. Mi ha anche salito il caffè con i croissant e aperto le finestre. La mia mamma!
- Che tempo oggi! Muoviti che in macchina non voglio che corri! – eccola la mamma che si preoccupa per la sua bimba.  Il mese di gennaio è appena cominciato ed ancora non rientro nel pensionato studentesco  dopo la pausa natalizia, avendo poche lezioni per questo mese. Raggiungendo la facoltà solo per le lezioni. In fondo a casa si studia meglio: poche feste, poche distrazioni!
- Ok, ma prima devo vedere le mail. Il telefonino si è acceso un paio di volte stanotte. Sicuramente Martina mi avrà inviato gli appunti di finanza bancaria che le ho chiesto ieri! – e mi alzo per accendere il note book. La mamma comincia a far prendere aria al letto, forse vuole evitare che mi rimetta a dormire. La osservo e rido.
- Se ti manca rifare le camere, guarda che di fronte ne hai parecchie! – e rido.
- Va la! Voglio solo che ti sbrighi e non uscirò di qui senza di te! – mi siedo alla mia scrivania e comincio a sfogliare le mail. Come previsto Martina mi ha inviato gli appunti. Ma quello che mi lascia senza parole è ….
- Mamma? – la chiamo con voce tremante.
- Che c’è? Hanno anticipato le date degli esami? – mi prende sempre in giro!
- Mamma vieni a leggere qui – adesso è curiosa.
- Chi ti ha scritto? Tuo fratello ti ha inviato qualcosa di sconcio? – e legge rimanendo senza parole!
- Hai fatto domanda alla NYU? – mi fissa sbalordita.
- Era per scherzo! Chi pensava che mi prendessero! – sono senza parole.
- Bella ti hanno assegnato la borsa di studio finanza internazionale. Il tuo sogno e lo stesso corso di tuo padre! – mi guarda con un luccichio negli occhi.

Poi la sento urlare mentre comincia a saltare sul letto:
- Charlieeeeeeeee! Vieni subitooooooooooo – e mio padre arriva di corsa trovando in camere me seduta alla scrivania che osservo con bocca spalancata il notebook e mia madre che salta sul letto.
- Leggi la mail! – sono le uniche cose che gli dice. E mio padre lo fa. Sa benissimo che è più semplice che cercare di capirla!
Vedo che anche mio padre spalanca gli occhi.
- Addirittura anche lo stage! Bella hai sbancato! Assegnano una sola borsa di studio completa ogni anno e sono quasi sicuro che nessuno studente straniero l’abbia mai ottenuto! Eppoi lo stage. Wow!! Questa potrebbe diventare una tradizione di famiglia!-  è bello vedere mio padre con gli occhi da fuori!
- Qual è la data di partenza? – mia madre torna con i piedi per terra e si avvicina.
- Il 18 gennaio! Cavoli 10 giorni solamente! – mi viene quasi la depressione. Non ce la farò mai.
- Ok, ma adesso torniamo alla realtà. Bella vestiti e vai all’università. In fondo alla mail c’è l’elenco dei documenti che ti deve rilasciare la tua facoltà. Vai subito a richiederli. E tu Renee comincia a preparare valige e tutto quello che potrebbe servirle. Io vedo di prenotare il volo! – la classica organizzazione di Charlie è partita e ci mettiamo in moto.

- Charlie potremmo chiamare Elizabeth e Thomas? Le darebbero un primo appoggio quando arriverà -   osservo mio padre pensieroso e dubbioso.
- Ci ho pensato subito. Ma è da parecchio che non sento Thomas e l’ultima volta mi ha detto che Elizabeth è abbastanza depressa. Sarà il caso che Bella vada da loro? – li guardo.

Sono anni che non torno in America. Quando ero piccola, passavo le mie estati tra New York e Rimini. Con la mia amica Rachel,  figlia di Elizabeth e Thomas Cullen. La nostra routine prevedeva che lei venisse a giugno da noi e rimaneva fino a metà luglio, di seguito fino a fine agosto eravamo a casa sua a New York. Poi lei morì ed io non andai più a trovarli. Avevamo 12 anni. Thomas e Elizabeth sono i più cari amici di mio padre. Con loro è cresciuto, hanno frequentato insieme tutte le scuole dalla primaria alla laurea e si sono separati solo quando lui si trasferì in Italia. Ma la loro amicizia si trasmise a noi figlie. Era la mia più cara amica. Passavamo l’intero anno ad aspettare l’arrivo dell’estate per poter stare insieme. Ci scrivevamo di continuo, ci telefonavamo.  Malgrado la distanza sapeva tutto di me ed io di lei. La sua morte fu un trauma anche per la mia famiglia e me, in particolare. I miei genitori passarono molto tempo in America con i loro amici fraterni. Dopo di lei non ho più avuto un rapporto stretto con altre ragazze. Ho sempre avuto paura del distacco.

 
E, se non ricordo male, anche mio fratello, quando eravamo piccoli andava spesso a New York, sempre loro ospite e passava il tempo con il figlio più grande dei Cullen. Mi sembra di non averlo mai visto o, perlomeno, non lo ricordo. Dopo il loro lutto anche Matteo smise di andare a trovarli.
- Hai ragione. Per loro potrebbe come riaprirsi una ferita. A breve avrebbe compiuto 19 anni. Povera ragazza – mi rattristo a pensare alla mia amica.
- Mamma non ti preoccupare. Mi hanno assegnato anche un alloggio. Non dovrebbe servirmi aiuto. E la lingua la parlo! – sorrido loro per tranquillizzarli.
-Ed ora fuori che mi vesto e me ne vado. Anche oggi mi avete fatto fare tardi! E devo ancora avvisare Matti e Pierre!-  e mentre loro escono avvio la telefonata in vivavoce per diffondere la notizia.

- Cosa ti ha buttato giù dal letto alle 7.30? – la voce ancora insonnolita di mio fratello arriva ben forte.
- Matti ma non hai lezione oggi? – lo prendo in giro. So che è ancora in ferie.
- No streghetta! –
- Bijou cosa volevi dirci? Non per metterti fretta, ma forse riesco ancora a dormire un’altra ora! Quale trauma stai vivendo: meglio i pantaloni Jeckerson oppure i classici Levi’s? … –  lo interrompo nel suo sproloquio:
-Ho avuto la borsa di studio per la NYU! Parto il 18 di questo mese!! – la mia voce è sempre più in salita mentre do loro la notizia. Alla fine urlo!!
- Wow! Ci liberiamo di te per quanto tempo? Un mese? sei mesi? –
- Matti sei stronzo! È per l’intera durata del corso di laurea! Ben tre anni! – adesso sento solo silenzio dall’altra parte della linea.
- Ah!  - non mi sembra più contento.
- Stronza! Vuoi diventare americain? Io vengo in Italia per stare con il mio bijou e tu te ne vai? –
- Pierre sei venuto in Italia per quel bel pezzo di manzo che ti ritrovi nel letto, non per me! -
- Touché mon amour! –  e ridiamo della mia battuta.
- Stronzi, state parlando di me come se non ci fossi! Bella hai lezione oggi, vero? – mio fratello ci riporta all’attenzione.
- Si! E devo richiedere i documenti in facoltà –
- Ok, ci vediamo a pranzo alla caffetteria. Vedi di non fare tardi! – e chiudono la conversazione.

Che classe i miei fratelli: sbattermi il telefono in faccia!

La mattinata passa veloce. Seguo poco le lezioni, sono troppo emozionata per le novità. E diffondo velocemente la notizia tra le mie amiche. Che non ci mettono molto ad organizzare una festa in disco per la serata.

Il pranzo in caffetteria fu abbastanza vivace. Matteo volle tutte le spiegazioni del caso. Poi rimase in silenzio:
- Sei sicura di voler passare tre anni in America? – la scrutò attentamente.
- Sai che mi è sempre piaciuta. Eppoi studierò in una delle università più importanti al mondo per il mio corso di laurea. Pensi che stia sbagliando? –
- Bijou lascia perdere Matti. Si sta accorgendo solo ora che la sua sorellina è cresciuta e può andare sola per il mondo-
- Grazie per l’analisi dott. Freud – e lo guardiamo entrambi sornioni.
- Matti tornerò a casa per le vacanze e magari verrete anche voi a trovarmi – e finalmente anche il mio fratellino tirò fuori un sorriso felice.
- Ok, ma il pranzo lo paghi tu! -  mi ha fregato!
 
La sera a casa, comincio a guardarmi intorno e mi rendo conto che tra pochi giorni lascerò la mia camera, quella in cui sono cresciuta e conserva tanti ricordi di me dell’infanzia e dell’adolescenza. In ogni angolo ci sono cose che parlano di me. E una domanda mi sorge spontanea: sarò in grado di  volare dall’altra parte del mondo e camminare con le mie sole forze? Ma io sono come mio padre, che è stato capace di lasciarsi alle spalle la famiglia, le sue amicizie, la sua città e tutte le sue sicurezze per vivere con la donna che aveva conosciuto solo pochi giorni prima e di cui, era sicuro, si era già follemente innamorato.
Mi  addormento, in ogni caso, con il sorriso sulle labbra e cominciando a pensare a tutto ciò che avrei dovuto portare con me.
 
Sono tornata! E con una storia completamente diversa dalle altre! 
Spero che vi piaccia e attendo le vostre recensioni!!! 

 
  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Imbranata09