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Autore: Kory00    03/11/2014    0 recensioni
Quando si viene feriti troppe volte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Si inizia sempre col presentarsi, suppongo, ma non ne ho voglia. In questo momento non ho voglia praticamente di niente, se devo essere onesta con me stessa. Che poi, a pensarci bene, non ho nemmeno voglia di essere onesta con me stessa. Per cui ritorno al mio stato d'inizio. Piacere, creatura sconosciuta, sono Kory, un soprannome assurdo che mi sono creata da sola. Niente a che vedere con uno pseudonimo, serve solo come slitta di passaggio tra un ciao, eccomi con te e un io inesistente. Come se fosse facile per me spiegartelo. Ma tu dimmi, potresti ricompormi per piacere? Puoi fare un lavoro anche impreciso se ti pare, non devi sbattere la testa per trovare l'esattezza dei miei cocci, molti li ho buttati via man mano che crollavo. E il colore, sistemalo per piacere, io non ho più la forza per togliermi via questa ruggine. Mi sta bruciando la pelle ma non posso dirlo ad alta voce, non c'è nessuno rimasto ad ascoltarmi. E aiutami a ricordare com'ero. Mi sono mai sentita bella? Cosa amavo fare? E la mia risata, com'era? Sapevo ancora camminare tra la gente? A te, creatura che per un qualche minuto ti stai affacciando sulla mia anima. Ti sei mai fermata di notte, a fissare l'orizzonte nella speranza di vedere sorgere il sole? E a contare le persone che se ne sono andate via da te. Io le avevo un tempo, ricordo che ci stringevamo forte e sapevamo parlare per ore senza mai smettere di guardarci. Riuscivamo a scambiarci le emozioni, legati fra noi da fili invisibili. Credo che ai tempi ci chiamassimo amici e suppongo che questo mi piacesse. Questo prima che imparassimo a dimenticarci, a far conoscenza con l'indifferenza. Ti è mai successo di avere così tante cose da dire, da rimanere in un mutismo bloccato? Poche volte mi è successo e posso dire che è stato frustrante. Tutto è così troppo collegato che se da una parte si allenta, l'impalcatura cede. Una lacrima lascia una scia nera sulla pelle e subito dopo ne seguono altre. Cede una, cadon tutte. Ora creatura, tienimi stretta, stiamo per partite dentro un vortice dal quale potrai uscire solo dopo aver inghiottito l'ultima parola, con la gola tutta graffiata. Inizia a sentirla, questa rabbia che mi appartiene, lasciati andare, comincia ad odiare insieme a me tutto il tempo che ho ceduto per gli altri. Ora prenditi l'idea di un castello immaginario e rendilo reale, costruiscilo di zaffiro e posizionalo in alto, più su, tutti devono vederlo e rimanerne affascinati. Le senti anche tu le voci stupite che ti chiedono: è questo che sei riuscita a fare senza di noi? Tu fai finta di niente, non rispondere, continua a modellare, ingigantiscilo, mettici tutta la bellezza che hai dentro, svuotaci sopra tutte le parole che si sono incastrate nei polmoni e delle quali ti sei vergognata così a lungo. Non fermarti se senti sguardi che cercano di leggerti dentro, indossa la maschera e saluta dando loro le spalle. Non mostrare le cicatrici che ti hanno fatto, a questa gente. Non far capire quanto tempo hai passato senza riuscire a camminare, non far capire che hanno saputo toglierti la vita con grazia. Ti ricordi di quando non hai saputo capire perché a un passo dal baratro, non c'era nessuno lì con te e ti sei convinta di essere tu quella sbagliata, la ragazza da evitare? Ora guardali, li vedi? Uno accanto all'altro che si fanno scudo pur di non ammettere che sei riuscita a vincere lo stesso. Non sono adorabili? Guarda, guarda meglio tra questa piccola folla indefinita. Lì, un pò sulla sinistra. No, oltre quelli che ti chiamavano "migliore amica", ecco.. Oltre quell'individuo. Come dici? Ah, per lui ero importante? Sei poco credibile, creatura. Andando oltre, hai visto cosa c'è? Eccolo, c'è il sole rosso. L'avresti mai detto? Il buffo è che avrei scommesso la vita che non ci sarebbe stato, non in questo caso perlomeno. E ora creatura, invitiamoli ad entrare nel nostro castello così grande che occupa quasi tutta la mia mente. Non senti già che cercano di spiegarsi, di giustificarsi con un'allegria che accende la giornata e spazza via la nebbia? Erano mancate anche a te le loro voci? Naufraga, come Ulisse tra le sirene. Facciamoli entrare, ora, creatura. Vedi? Sono già felici. E mentre passo loro accanto, il loro profumo mi investe. Nostalgia per l'ultima volta. Ma ora andiamocene in fretta, creatura, ora che stanno danzando. Lasciamoli qui. Chiudi bene l'ingresso, in questo modo. Ora guardami il volto, toglimi la maschera mentre il castello sta cominciando a sprofondare, soffocandoli. Lo vedi? Sotto la pelle. Guardami dentro come mai nessuno è riuscito a fare. Lo vedi tutto questo dolore che mi trasforma, lo senti tutto questo odio? Sono loro che mi hanno riportato a scrivere, vivendo una vita parallela. E io ho cominciato a dimenticare coloro che per primi mi hanno abbandonato, mentre il sole rosso ha lasciato posto all'alba. Ma ora dimmi, magnifica creatura, di cosa stavamo parlando? E ora promettimi che almeno tu, saprai salvarmi.
  
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