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Autore: emily132    04/11/2014    1 recensioni
Isabella è una ragazza semplice, con una vita normale... Così crede lei,
Fino a che il giorno del suo diciassettesimo compleanno, hanno inizio strani avvenimenti che, cambieranno per sempre la sua vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CIAO A TUTTI!! FINALMENTE UN ALTRO NUOVO CAPITOLO :-D SPERO VI PIACCIA!! XD UN SALUTONE DA EMILY AH! E COME SEMPRE RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO, E SOPRATUTTO A DUE RECENSORI DAVVERO SPECIALI! GRAZIE!!!!! KISS!!! <3 Il mattino dopo, me ne stò rinchiusa in camera mia. Guardo l'ora; sono appena le nove, impiego il mio tempo per preparare lo zaino per il giorno dopo, lunedì. Che strazio.. Oltretutto sono pure in punizione, quindi non posso nemmeno mettere il naso fuori casa. Sono una prigioniera. Preparato lo zaino, mi affaccio fuori dalla camera, per sentire se i miei sono già svegli, ma la casa è completamente silenziosa. Con passo felpato, scendo giù in cucina a prepararmi un bel panino con burro e marmellata e un buon latte e caffè. Mangio in silenzio, dopodiché mi ritiro alla velocità della luce. Una volta in camera, mi lavo e mi preparo, lego i capelli in una lunga treccia morbida, laterale, e poi afferro il libro che non ho più toccato da quando ho scoperto che, praticamente è segnato tutto ciò che mi capita. Lo apro lentamente, e con timore. Butto l'occhio e con stupore vedo che è rimasto esattamente a quando l'ho letto giorni fa. Non c'è scritto nulla di nuovo. Mi strofino gli occhi, forse è solo la mia ferdida immaginazione. Qualche minuto dopo sento bussare alla porta della mia camera << si? >> dico, afferrando il primo libro che mi capita tra le mani. Entra Carlos con un mezzo panino al cioccolato, in mano. << mamma e papà, ti vogliono di sotto...>> parla con la bocca mezza piena. << si, si ok...>> dico atona, e anche un pò seccata. Però, quando vedo che lui non se ne va, lo guardo interrogativa. << c'è altro?? >> attendo. Lo vedo sospirare, poi prende parola: << hai fatto una gran cavolata Isabella... >> Mi guarda, e io sbuffo contrariata << possibile che nessuno vuole credermi?! Ti giuro che c'era veramente un lupo..>> << dai! Bella, un lupo? In città? Forse ti sei confusa, magari era un cane selvatico o... Non so. E poi, che ci facevi nel bosco? Domanda. Sconsolata, rispondo << nulla.. Credevo di aver visto una persona che conoscevo; ma credo di essermi scagliata. Concludo, non potendone più di quella situazione. << va bè, se lo dici tu..>> dice per nulla continuòd mio fratello, che se ne va pensieroso. << che scatole...>> mi alzo controvoglia, passo davanti al balcone, e mi fermo. Attraverso il vetro, noto un furgone bianco, da trasloco; parcheggiato davanti alla villetta di fianco alla nostra. Quella che è stata venduta. Per fortuna, perchè nessuno l'ha mai abitata. "Meglio che mi sbrighi a scendere adesso.. " mi dico mentalmente. Scendo velocemente le scale, dirigendomi in cucina. Vedo mia madre affaccendata ai fornelli. << mamma sono qui..>> dico timorosa, aspettandomi una ramanzina. Quando lei si gira, vedo che tra le mani ha una torta appena sfornata; << perchè hai fatto una torta?>> domando mostrandomi interessata così da sviare il famoso rimprovero. Lei sorride << è per i nostri nuovi vicini, Isabella! Finalmente qualcuno ha comprato quella villa; era ora!>> Resto muta per qualche secondo, e per tutta risposta, dico solamente << ah!>> poi facendomi coraggio parlo nuovamente << ti serve una mano? >> attendo ansiosa una risposta. Lei mi guarda << non ti credere che sia finita qua! Sei ancora in punizione. Dopo un'attimo di pausa, continua: << però.. Andrai a dare il benvenuto ci nostri nuovi vicini, e consegnerai loro, la torta di mele che ho appena fatto! >> rimango in silenzio per un attimo, poi prendo parola << ma.. Non ci puoi andare tu? >> finisco. Ma appena lei mi rivolge uno sguardo gelido, cambio idea all'istante.; prendo la torta dalle sue mani, ed esco. " ma perchè proprio io?dico... Ma non sono in punizione? " penso, avanzando verso la villa. Vedo mio padre, uscire da dentro il furgone, con una specie di mobiletto << ah! Isabella, vieni! >> esclama appena mi vede arrivare. Mi avvicino titubante con la torta tra le mani. << tom, questa è mia figlia maggiorm, Isabella. Mi presenta. Quando l'uomo si gira, resto senza fiato. A bocca aperta. " non è possibile!! " esclamo mentalmente. Quello è l'uomo che ha ritrovato mia sorella! E che sa del libro! Rimango ammutolita. Come un pesce. Se lui mi ha riconosciuta, non lo da a vedere. << ah!>> si avvicina con un sorriso bonario in volto. I suoi denti sono bianchissimi. " ma che accidenti vai a pensare!?" mi urla la mia coscienza. << è un vero piacere fare la tua conoscenza, Isabella. Dice fissandomi. << ehm.. Anche per me è un piacere.. Signore.>> dico cercando di stringegli la mano, e con l'altra reggere il vassoio con la torta. << ah! Ecco... Mia madre ha fatto questa torta alle mele, per darvi il benvenuto.>> Gliela porgo lentamente, sentendomi impacciata, e nervosa. << davvero gentili! Ma chiamami pure Tom, Isabella. <> Un ragazzino di circa quindici anni, si avvicina << Seth! Bene, ora riposati. Vieni, ti presento i vicini>> dice indicandoci, poi parla nuovamente << vi presento mio figlio Seth, il mio secondogenito.>> << salve!>> saluta allegro stringendo la mano a mio padre. << ciao figliolo! Dammi pure del tu! Mi chiamo Francesco. Poi il ragazzino si gira verso di me << ciao! >> esclama allegro. Poi riprende << sono Seth.>> Gli stringo la mano << Isabella..>> mi presento un pò imbarazzata. Ha dei tratti infantili, ha i capelli neri, corti e ondulati. Occhi scuri. Anche lui come il padre, ha la pelle bronzea. Mi ha messo subito a mio agio. << purtroppo non c'è il mio primogenito, ma ci sarà sicuramente nel pomeriggio... >> parla nuovamente Tom. << non preoccuparti Tom, tanto noi siamo qui! Risponde mio padre. Tutti e due, si mettono a ridere come due vecchi amici. << sei italiana vero?>> sento domandarmi. Mi giro, non mi sono accorta che il ragazzino era ancora qui. <> dice tranquillo. Sento letteralmente le mie guance ardere. L'ha detto in modo così genuino, che non sono abituata. Anzi credo che nessuno me l'abbia mai detto così... << g..grazie! >> dico nervosa, poi penso a qualcosa di casino da. Dirgli. << tu invece, sei molto simpatico>> << grazie! >> esclama con gli occhi illuminati. Cerco di ricordare il suo nome, ma proprio non mi viene in mente. Lui sembra notarlo. << non preoccuparti! Succede! E poi, il mio, non è un nome comune. Io sono Seth comunque!>> Inizio a rilassarmi, è così naturale parlare con lui. << si, con i nomi faccio un pò fatica..>> Lui sorride. << Seth!>> un uomo anziano si avvicina, mi guarda severo. Mi fa paura. << padre!>> esclama Tom, che poi lo presenta come suo padre << mio padre si chiama TAKUAN.>> spiega, poi ci presenta. E mi rivolge un sorriso cordiale, al contrario di suo padre, che mi guarda malissimo, infine parla in una lingua strana; sconosciuta. <> si scusa Tom. << niente affatto Tom! Voi qui siete i benvenuti! Anzi! Che ne dite se nel pomeriggio, quando ti raggiungerà anche tuo figlio maggiore, venite a casa mia, a conoscere in resto della mia familia? Dice entusiasto mio padre. <> poi si gira verso di me << Isabella! È stato davvero gentile da parte tua, a portare di persona la torta, i miei figli, l'adoreranno!>> << si! Io ho già l'esclusiva!!>> Esclama Seth. Mi scappa un sorriso spontaneo. < < è di mele, ti piace? >> domando. Lui mi guarda << se mi piace?! L'adoro!!>> tutti e due scopriamo a ridere. < < bene! Vedo che voi due, siete già diventati ottimi amici!>> Sorrido. È vero, è come se io e lui, ci conoscessimo da tempo! << già!>> risponde Seth. Facendomi l'occhiolino, e lo fa in un modo così infantile, che mi sciolgo come un budino. << allora ci vediamo oggi pomeriggio, così, porto anche mia figlia minore; luna. Grazie ancora! Esclama Tom. Mio padre saluta, mentre Tom mi fissa, poi sorride << ci vediamo! Coraggio Seth!>> lo chiama. Il ragazzino mi saluta allegramente, prima di rientrare insieme al padre e al nonno, che mi ha messo i brividi addosso.
  
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