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Autore: heliodor    04/11/2014    1 recensioni
Capitan Freedom ― il Capo ― è il supereroe. Liberty Boy ― il Ragazzo Fantastico ― è la sua fedele spalla.
Insieme lottano contro i supercriminali che minacciano la pace nel mondo, in particolare Mantra, il loro arcinemico.
Nella battaglia finale il Capo e Mantra restano intrappolati in una dimensione parallela mentre Liberty Boy perde i suoi poteri.
Anni dopo, il Capo ritorna trasformato nella mente e nello spirito.
Liberty Boy è costretto a indossare di nuovo la maschera, perché adesso è Capitan Freedom il supercattivo...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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― Continua l'ondata di criminalità che ha sconvolto il sudest del paese. ― La speaker indossa un tailleur grigio. I capelli annodati in una treccia raccolta sulla nuca. Mentre parla scorrono le immagini di scontri con la polizia, sparatorie e gente che sfonda le vetrine di un centro commerciale. ― Le autorità di Capitol City hanno proclamato il coprifuoco dalle otto del pomeriggio alle otto di mattina. Nel frattempo il governo ha dichiarato che non ci sono prove di un coinvolgimento di terroristi nell'incidente alla superpetroliera che ha riversato mezzo milione di galloni di petrolio davanti alla costa orientale. Il Presidente McCannon terrà un discorso...
Lo schermo occupa metà della parete. L'altra è ingombra di scaffali sui quali sono allineate in una fila perfetta bottiglie di liquore e whiskey di tutte le marche.
Un lungo bancone di legno e metallo divide schermo e mensole dal resto del locale, occupato da una dozzina di tavoli di plastica disposti in tre file.
Una porta sul lato opposto si apre scorrendo di lato. Un uomo sulla quarantina, capelli neri brizzolati sulle tempie e un impermeabile sgualcito buttato sopra un vestito da quattro soldi, fa il suo ingresso nel locale.
Nessuno dei tre avventori seduti ai tavoli lo degna di un'occhiata.
L'uomo sospira.
― Bentornato, Steve ― dice una voce metallica proveniente dall'alto.
― Salve Jeena ― risponde l'uomo annoiato. Con passo lento si dirige al bancone, si accomoda su uno sgabello e appoggia i gomiti sul bancone macchiato.
― Ti servo il solito drink, Steve? ― La voce di Jeena ora proviene da un punto al di sopra dello schermo, dove una semisfera spunta dalla parete, una luce rossa ammiccante che pulsa all'interno.
Steve mugugna qualcosa.
La sezione di bancone davanti a Steve si apre e dal foro emerge un bicchiere incellofanato riempito a metà da una sostanza color ambra.
Un trillo segnala che un nuovo avventore ha fatto il suo ingresso. ― Bentornato signor Garrison.
Steve emette un sospiro rassegnato.
Garrison è un uomo sulla quarantina, alto e di bell'aspetto, con capelli lunghi raccolti in un codino e denti di un bianco brillante. Si avvicina al bancone mostrando il suo sorriso perfetto. ― Steve? Sei proprio tu?
― Ciao Jim ― dice Steve senza entusiasmo.
Garrison si siede sullo sgabello accanto al suo. ― Cosa non darei per un vero drink, servito da un vero barman.
― Il servizio non è di vostro gradimento, signor Garrison? ― domanda la voce ossequiosa di Jeena.
― Non ce l'ho con te, bellezza. Tu sei adorabile. ― Garrison mostra un sorriso forzato. ― Allora, che mi dici campione? Sempre a caccia di ragazze?
― Ho smesso da tempo.
― Al liceo eri uno in gamba.
― Le persone cambiano.
― È un vero peccato. Che stai facendo ora? Lavori?
― A volte sì, a volte no.
Garrison sorseggia dal bicchiere. ― È dura per tutti questa crisi. Chissà quando finirà.
― Tu come te la passi?
― Alla grande. ― Garrison manda giù un altro sorso e fa una faccia disgustata. ― Il ramo assicurazioni non è mai stato così florido. Con i casini che stanno succedendo tutti vogliono proteggersi, non so se mi spiego. Certo le cose andrebbero meglio se ci fossero ancora quei due..
― Chi?
― Dai, lo sai di chi sto parlando. Il Fantastico Duo. Capitan Freedom e la sua spalla. Come si chiamava?
― Liberty Boy.
― Giusto, bravo. Liberty Boy. Da ragazzo volevo essere come lui. ― Scuote la testa. ― Chissà che fine hanno fatto. Non si vedono in giro da vent'anni. Dall'incidente di Baytown. Te lo ricordi?
Steve annuisce distratto.
Garrison mette le mani sul bancone e si alza di scatto. ― La mia pausa è finita. Devo tornare al lavoro. ― Deposita sul tavolo una banconota da cento dollari. ― Senti, per questa volta offro io.
― Non posso accettare.
― In memoria dei vecchi tempi. Dai, campione. Tu eri un tipo a posto. Mi ricordo di quella volta che mi hai difeso da quel bullo. Come si chiamava?
― Brad. ― Steve sorride e scuote la testa.
― Brad. Giusto. Bravo. Da quel giorno mi ha lasciato in pace. Non ti ho mai ringraziato per avermi aiutato.
Steve alza una mano. ― Lascia perdere.
Garrison si volta verso l'uscita. ― Stammi bene, Steve.
― Anche tu.
Steve guarda il biglietto da cento dollari e scuote la testa. Afferra la banconota e si volta di scatto. ― Jim, davvero, non devi...
Il resto della frase gli muore in gola. Garrison è sulla soglia e sta uscendo dal locale. Davanti a Steve si para una donna sui trent'anni, capelli rossi raccolti in una coda di cavallo che le divide in due la schiena, giubbotto nero e pantaloni. Un vistoso paio di occhiali scuri le nasconde gli occhi. Sorride.
― Steve Fraley? ― dice la donna.
Steve rimane imbambolato per un istante. ― Mi scusi?
― Lei è Steven Fraley, signore?
― Sono io. Ci conosciamo?
La donna annuisce. ― Non di persona, ma è da parecchio tempo che la tengo d'occhio.
― Non la seguo.
La donna si siede al suo fianco e si sfila gli occhiali. Sulla parte interna delle lenti si scorgono diagrammi colorati e un'immagine. ― Lavoro per un'agenzia governativa, signor Fraley.
― Senta, se è per la questione del mutuo, mi avete già portato via la casa ― dice Steve esasperato. ― Cos'altro volete da me?
― Non sono qui per il suo mutuo. ― La donna tira fuori da una tasca un disco grande quanto una moneta e lo posa sul bancone. Un ologramma si forma sopra di esso. L'immagine mostra un ragazzo sui sedici anni. Indossa un costume giallo e verde. Il viso è nascosto da una maschera. Solo gli occhi e il sorriso che rivolge all'obiettivo sono ben visibili. ― Lo riconosce?
― Mi prende in giro? Quell'immagine è famosa. Uscì sul Time, se non ricordo male.
― Ha una memoria di ferro, ma non ha risposto alla mia domanda. Lo riconosce?
― È... era Liberty Boy. Una specie di supereroe. Perché me lo sta chiedendo?
La donna riprende il disco. L'immagine scompare. ― Perché Liberty Boy e Steven Fraley sono la stessa persona. E adesso lei mi spiegherà perché è scomparso dalla circolazione e dove è stato per tutti questi anni.
Steve esplode in una sonora risata. Un paio di avventori alzano la testa di scatto. ― Io sarei... ― Si asciuga le lacrime. ― Mi guardi bene. Le sembro un ragazzino di sedici anni?
― Il tempo passa per tutti, signor Fraley ― dice la donna glaciale. ― Anche per i supereroi.
― Senta, signorina... non ho afferrato il suo nome.
― Mi chiami Lucy.
― Lucy. ― Steve si alza. ― Mi ha fatto ridere, dico sul serio. Ora devo proprio andare. Il conto è già pagato. Si serva pure, se vuole.
Steve fa per andarsene, ma Lucy gli blocca il braccio.
― Non abbiamo ancora finito.
― Mi lasci.
― Ascolta, Steve ― dice lei abbassando la voce. ― Sta succedendo qualcosa. Non posso dirti molto, si tratta di sicurezza nazionale, non so se mi spiego.
Steve si libera con uno strattone. ― Lei è pazza. ― Si allontana, raggiunge l'uscita. La porta scivola di lato con un rumore simile a un sospiro.

 
  
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