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Autore: Candy_Malfoy    04/11/2014    1 recensioni
Dal prologo:
"Druella Black si avvicinò ancora, continuando a scrutare i due neonati.
- Potete eliminare questa disfunzione? – chiese, non staccando gli occhi dalla bambina.
- Non nell’immediato. – rispose l’uomo – Fra qualche anno potremmo.. –
- Fra qualche anno? – lo interruppe la donna – E guarirà definitivamente? –
- Non ne siamo certi. E’ probabile che avrà questo problema per tutta la vita. –
- Mi sta dicendo che mia nipote è malata? –
- In pratica, sì. – rispose il medico, dopo aver esitato un attimo.
Druella rimase un attimo in silenzio, valutando la situazione.
- Va bene. – disse alla fine – Allora sbarazzatevene. –"
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Contesto generale/vago
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Era notte fonda quando Narcissa Malfoy, si svegliò improvvisamente a causa di un dolore al ventre. Emise un forte gemito di sofferenza, mentre allungava una mano sulla sua destra per poggiarla sul petto del marito.
- Lucius.. Lucius.. – iniziò la donna, scuotendolo.
Quello aprì pigramente un occhio ed osservò la moglie, quasi a chiederle per quale assurdo motivo l’avesse svegliato in piena notte.
- Penso che sia arrivato il momento. – disse Narcissa, prima che una contrazione più forte le facesse serrare gli occhi per il dolore, facendole inarcare la schiena.
Lucius scattò seduto, rendendosi all’improvviso conto della situazione e guardando il ventre gonfio della moglie, non sapendo bene come agire.
- Manca ancora un mese al termine. – disse, non riuscendo a nascondere un leggero tremore nella voce.
- Lucius – ripeté la donna, quasi con impazienza, non riuscendo più a sopportare il dolore – Sono una coppia, può succedere. Ora, ti prego, portami in ospedale. –
L’uomo annuì, mentre aiutava la donna ad alzarsi e prendeva il borsone, che la moglie aveva preparato qualche giorno fa, come se sentiva che il momento del parto si stesse avvicinando.
Si materializzarono al San Mungo e, dopo le dovute viste, anche i medimaghi confermarono che Narcissa era in travaglio. Lucius non ci poteva credere: stava per diventare padre. Non di uno, ma di ben due bambini: un maschio ed una femmina.
Ricordava ancora la sorpresa quando il medimago gli aveva comunicato che la moglie era rimasta incinta di una coppia. Inizialmente la notizia li aveva leggermente destabilizzati, in fondo si erano sposati da poco meno di un anno e già trovarsi ad affrontare due bambini, poteva diventare difficoltoso. Ma la paura venne sostituita velocemente da gioia e impazienza per la nascita dei due nuovi piccoli Malfoy. Narcissa amò la sua gravidanza, nausee mattutine comprese. Adorava sentire i bambini muoversi e crescere in lei e Lucius non fu da meno. Le fu vicino e la sostenne in ogni cosa, rivelandosi un marito amorevole e premuroso, che adorava sentire scalciare i suoi due futuri pargoli.
Il travaglio di Narcissa durò tutta la notte e solo la mattina, verso le sei, fu portata in sala parto. Lucius rimase fuori, camminando avanti e indietro, impaziente e preoccupato, davanti la porta della sala operatoria.
- Mia figlia è in ospedale da questa notte e vengo avvertita solo ora? –
Lucius chiuse gli occhi, richiamando a sé tutto il suo autocontrollo, per non girarsi e rispondere male alla tanto odiata suocera. Si girò, mostrando il viso più inespressivo che potesse fare, e guardò Druella Black, la madre di Narcissa. La donna, avvolta in un mantello violaceo, lo fissava con aria arcigna e impazienza, mentre si toglieva i guanti.
- Signora Black – iniziò Lucius – Appena siamo giunti in ospedale vi ho scritto per avvertirvi. Forse gli elfi non vi hanno consegnato nulla per non disturbarvi. Comunque Narcissa è appena entrata in sala operatoria. –
- Stupidi esseri – disse la donna, schifata – Appena torno a casa, li punirò a dovere. Ora credono anche di essere in grado di prendere decisioni. –
Lucius annuì distrattamente, troppo nervoso e preoccupato per Narcissa, dopo aver sentito l’ennesimo gemito di dolore della moglie, che, anche in una situazione del genere, cercava di contenersi.
- Spero che quegli sciocchi medimaghi non facciano errori – continuò la donna – Se solo torcono un capello ad uno dei miei nipoti, li farò pentire di essere nati. –
L’uomo continuò ad annuire, mentre la donna non smetteva di borbottare cattiverie e malignità. L’unico suo pensiero in quel momento era che avrebbe voluto stare lì dentro, vicino alla moglie, stringerle la mano e dirle che sarebbe andato tutto bene.
Passò quasi un’ora, prima che qualcuno uscisse dalla sala operatoria. Un medimago spingeva una barella su cui c’era  Narcissa, profondamente addormentata.
- Sta bene – li rassicurò l’uomo – E’ solo molto stanca. –
- I bambini? Stanno bene? – chiese subito Lucius.
- Sì – rispose quello, annuendo – Ora stiamo facendo gli ultimi controlli. Se ora volete stare con vostra moglie, potete andare. Vi porteremo i bambini subito dopo averli lavati. –
Lucius annuì, stringendo la mano della moglie ed andando nella sua stanza.
Druella Black, invece, rimase un attimo ferma davanti la porta della sala operatoria, poi entrò.
- Signora, lei non può stare qui! – esclamò una giovane ragazza bionda, che aveva da poco iniziato a lavorare.
- Stai zitta, ragazzina! – sbottò quella, zittendola all’istante.
- Signora Black. – iniziò un anziano medimago, in tono più pacato – So che vuole sapere, come stanno i suoi nipoti, ma.. –
- Stai zitto anche tu! – lo interruppe la donna – Ora ditemi come stanno i miei due nipoti, se non volete che vi mandi a pulire gufiere per il resto delle vostre vite! –
- Stanno bene. – iniziò il medimago – Il maschio è in perfetta salute, la bambina invece.. –
- Cosa? – lo interruppe Druella, avvicinandosi per guardare i due bambini – Cos’ha mia nipote? Cosa le avete fatto, razza di imbecilli? –
- Noi nulla! – si giustificò subito l’uomo – La bambina ha una leggera disfunzione polmonare, ma per il resto sta bene. –
Druella Black si avvicinò ancora, continuando a scrutare i due neonati.
- Potete eliminare questa disfunzione? – chiese, non staccando gli occhi dalla bambina.
- Non nell’immediato. – rispose l’uomo – Fra qualche anno potremmo.. –
- Fra qualche anno? – lo interruppe la donna – E guarirà definitivamente? –
- Non ne siamo certi. E’ probabile che avrà questo problema per tutta la vita. –
- Mi sta dicendo che mia nipote è malata? –
- In pratica, sì. – rispose il medico, dopo aver esitato un attimo.
Druella rimase un attimo in silenzio, valutando la situazione.
- Va bene. – disse alla fine – Allora sbarazzatevene. –
Il silenzio calò all’interno della sala operatoria.
- Come prego? – chiese il medimago, sperando di aver capito male.
- Hai capito benissimo. – continuò lei, spazientita – Non mi importa cosa ne fate, ma lei deve sparire. Mia figlia deve credere che sia morta. –
- Questo non si può fare. – disse la ragazza bionda.
La signora Black si girò verso di lei, come se si fosse scordata della sua presenza.
- Oh guarda – iniziò, con un sorriso di scherno – Ora anche le pulci hanno imparato a parlare – continuò, avvicinandosi con fare minaccioso – Innanzitutto non mi sembra di aver chiesto il parere ad una sciocca ragazza come te. Inoltre, tu forse non sai chi sono io. Ti basti sapere che, se io solo lo volessi, potrei farvi licenziare tutti e mandarvi a leccare buste per le lettere finché non vi si secchi la lingua. Lo dico io cosa si può fare o meno. –
La ragazza vacillò un attimo, ma tentò di mantenere la posizione.
- Quello che vuole fare è contro la legge. – rispose decisa.
- Va bene, cerco di farti capire meglio la situazione. – continuò Druella, come se stesse spiegando un concetto ad una persona estremamente stupida – Io, ora, potrei estrarre la bacchetta ed uccidere questo piccolo scherzo della natura e far ricadere le colpe su di voi. Raccontare di come la vostra incapacità ha ucciso la mia adorata nipotina e farvi cadere così in basso, che anche un magonò provi pietà per voi. Ora ti è più chiaro il concetto, mocciosa? –
La ragazza si morse con forza un labbro, mentre l’anziana donna poggiava una mano sulla cinta dove teneva la sua bacchetta.
- Va bene, va bene. – si intromise l’anziano medimago – Come vuole lei, signora Black. Signorina Carter, vai a contattare i servizi sociali per un’adozione. –
- Carter? – tuonò la signora Black – Una sudicia mezzosangue ha osato contraddirmi? Come hai potuto solo pensare di essere degna di parlarmi? –
Angelica Carter ignorò gli insulti della donna e si rivolse al suo capo.
- Signore – iniziò, con tono supplichevole – Non possiamo fare.. –
- Sì che possiamo! – la interruppe quello nervoso – Muoviti, se non vuoi che sia io a licenziarti. –
La bionda lo guardò un attimo indecisa, per poi uscire velocemente, con la nausea per il gesto che stava per compiere.
- Bene – sospirò Druella, compiaciuta – Mi fa piacere che siamo riusciti a raggiungere un accordo. Verrete tutti ricompensati per il vostro silenzio. Ora tu, McCroy – disse indicando l’anziano responsabile – Andrai da mio genero e mia figlia e comunicherai loro la tragica morte di questa bambina, ma li consolerai invece con il loro maschietto. Sii convincente. – disse, prima di uscire.
Druella Black andò in corridoio, convinta di aver fatto la scelta più giusta: non poteva permettere che la sua famiglia avesse un tale disonore, andava cancellato. Già sua figlia Andromeda si era sposata con quell’insulso mezzosangue, per non parlare di quello scellerato di suo nipote Sirius: non potevano permettersi un’altra macchia. L’unione tra i Malfoy e i Black non poteva produrre un elemento malato e, come tale, andava eliminato.
Quando arrivò davanti alla camera della figlia fece comparire sul suo viso l’espressione più addolorata che riuscisse a creare. Si affacciò e fece segno a Lucius di uscire, mentre Narcissa continuava a dormire.
- E’ successo qualcosa? – chiese l’uomo preoccupato.
- Ora ti spiegherà tutto il medico. – disse piano la donna.
Alan McCroy si avvicinò, nervoso più che mai, ed iniziò a parlare, evitando accuratamente di guardare Lucius in viso.
- Il maschio sta bene. La bambina invece.. Abbiamo scoperto una disfunzione polmonare, abbiamo provato, ma.. Mi dispiace comunicarvelo. Non ce l’ha fatta. –
Lucius ringraziò il fatto di avere una sedia vicino, sulla quale si sedette all’istante, visto che altrimenti sarebbe caduto a terra. Non riusciva a descrivere il dolore, non aveva mai provato un tale dolore. Aveva sentito come se il suo cuore avesse perso un battito. Sua figlia non ce l’aveva fatta. Sua figlia era morta. Si passò una mano sul viso, cercando di trattenere l’istinto di alzarsi e distruggere ogni cosa avesse intorno. Sentì poi la mano della suocera, poggiarsi sulla sua spalla. Lui si alzò di scatto, non riuscendo a tollerare il contatto con nessuno, figurarsi con quella donna.
- Mi dispiace molto, signor Malfoy – continuò il medimago – Appena si sveglierà sua moglie, lo comunicherò anche a lei. –
- No. Lo farò io. – disse, prima di entrare in camera.
Si mise seduto vicino al letto, in attesa che Narcissa si svegliasse, non sapendo come dirle che loro figlia era morta, la loro Cassiopea, così avevano deciso di chiamarla, non c’era più. Si mise le mani nei capelli, quasi tirandoseli e serrando gli occhi, emettendo un verso gutturale, un urlo di rabbia trattenuto.
Narcissa si svegliò un quarto d’ora dopo e la prima cosa che chiese fu come stessero i bambini e quando li potesse vedere. Quando Lucius le disse che la bambina non ce l’aveva fatta, i vetri delle finestre scoppiarono, dopo l’urlo straziante di Narcissa. Quella fu la prima e l’ultima volta che vide sua moglie urlare. Andò avanti più di un’ora, urlando e piangendo in modo inconsolabile, chiedendo a qualsiasi divinità perché avesse preso la sua bambina, perché non le avesse permesso di conoscerla. Lucius la tenne stretta a sé, stringendo i denti per essere forte per lei. Non la lasciò neanche un secondo, finché non ricadde in un sonno profondo, ormai esausta.
Il giorno seguente conobbero il piccolo Draco e lo amarono subito, nonostante nei loro cuori fosse ancora presente il dolore per la perdita di una figlia, che già amavano. Una figlia che, la sera precedente, era già stata data in adozione.

Note d'autore: Questa trama mi girava in testa da un po', ma non avevo mai né il tempo per scriverla né sapevo bene come impostarla.. Poi ieri sera l'illuminazione!
Spero che vi sia piaciuta e aspetto di leggere le vostre opinioni.
Un bacio,
Eleonora

 
  
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