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Autore: Adeia Di Elferas    04/11/2014    4 recensioni
Un momento tra Tyrion e Shae, in cui si esplora un po' di più la mente del Folletto ed i suoi pensieri dopo la Battaglia delle Approdo del Re.
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shae, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nei Sette Regni e al di là del Mare'
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~~ “Te lo assicuro, mia Lady Shae. Nessuna tubatura è stata più efficiente di quelle di Castel Granito. Gli scoli e le fognature migliori dei Sette Regni.” disse Tyrion, fingendo un grande orgoglio per quella afferamzione.
 Shae sorrise, guardandolo divertita. “Che c'è?” chiese Tyrion, sulla difensiva. La donna alzò piano le spalle nude, lisce come pesche: “Niente. Immaginavo il mio gigante che si aggira per le tubature di un castello.” “Dici che non è un bello spettacolo, vero?” chiese Tyrion, con un ghigno.
 Si grattò la cicatrice sul naso: “Certo, forse all'epoca ero leggermente meno brutto.” “Il mio signore non è brutto.” lo zittì Shae, avvicinandosi.
 “No, dico davvero...” proseguì Tyrion, cercando di tenerla a debita distanza, prima di perdere il filo del discorso: “Ero già un nano, questo è certo, ma almeno... Almeno ero giovane. E avevo ancora un naso.”
 Gli occhi di Shae si fecero tristi e Tyrion si pentì subito di quello che aveva detto. Shae doveva renderlo felice, non incupirsi ad ogni sua parola.
 “Avanti, non hai nulla da dire, in difesa della mia eroica ferita di guerra? Avevi detto che ti piaceva.” “Infatti è così.” la voce di Shae si era fatta gutturale e sulle sue labbra provocanti era tornato il sorriso. Il sorriso che Tyrion adorava.
 “Mi piace la ferita di battaglia del mio gigante di Lannister...” disse Shae, sfregando piano il suo naso perfetto contro quello distrutto e in parte mancante di Tyrion. Lo baciò velocemente ed aggiunse: “Ora che hai dimostrato di nuovo il tuo valore in battaglia, sei molto più bello...” Tyrion voleva dirle di ritornare in sé ed aprire gli occhi. Non era mai stato bello, non lo sarebbe mai stato. Nessuno lo aveva mai visto bello, nemmeno suo padre, che l'aveva sempre rifiutato, nemmeno sua madre, che non l'aveva mai visto.
 “Mio gigante di Lannister...” cominciò a dire Shae, allungando le mani su Tyrion, facendogli perdere ogni voglia di chiacchierare. “Mio guerriero...” sussurrò e Tyrion non aspettò di sentire altro per prenderla come se fosse l'ultima notte della sua vita.

 'Avrebbero potuto mandarmi a girare il mondo, come speravo, e invece, no, mi hanno mandato a girare le fogne.' stava rimuginando Tyrion, mentre accendeva la candela di cera d'api.
 Shae dormiva placidamente tra le lenzuola di seta color Lannister, ma Tyrion non riusciva a chiudere occhio.
 La voragine che aveva al posto del naso lo tormentava, così come facevano i cattivi pensieri che non lo avevano ancora abbandonato.
 'L'unica cosa bella di essere figlio di mio padre – stava pensando – è che posso avere tutto il vino che desidero.' e si versò un bicchiere dalla bottiglia che aveva sul tavolo. Forse con un po' di rosso robusto, sarebbe riuscito a prendere sonno.
 Annusò attentamente i sapori che il vino sprigionava, ma non ne trasse alcun piacere. Gli facevano venire alla mente terre lontane, Dorne, le Città Libere anche... Tutti posti che avrebbe voluto vedere mentre era costretto a vagare tra le fogne, sovraintendendo gli scoli di Castel Granito.
 Appoggiò il bicchiere e cercò il libro che aveva interrotto la sera prima. Parlava di draghi, una delle sue letture preferite.
 Si perse nelle parole scritte dall'inchiostro nero dei maestri e si augurò che la notte volgesse rapida al termine.
 Cominciava a fare fresco, di notte, lo doveva ammettere. Si strinse nella vestaglia ricamata e si sforzò di bere ancora un po' di vino, per scaldarsi il sangue. La coppa d'oro, però, era così fredda che lo fece solo rabbrividire di più. 'Certo... fredde sono le mani dell'oro...' pensò, cupo.
 Oro, croce e delizia dei Lannister. Cosa sarebbero stati, i fieri leoni, senza i loro giacimenti d'oro? Nulla, molto probabilmente. Nulla. Ecco cosa rischiava di diventare lui: nulla. Non si era mai visto un maestro del conio che perdeva danaro in continuazione e senza trovare una spiegazione accettabile.
 Ditocorto era stato un maestro del conio decisamente astuto. Faceva magie coi numeri. Peccato che appena se n'era andato, anche il trucco era svanito nel nulla assieme ai quattrini...
 Shae si mosse, facendo scivolare le lenzuola con un fruscio piacevole. Tyrion si mise a guardarla. Illuminata solo dalla candela che lui stesso aveva acceso sul tavolo, Shae sembrava arrivare da un sogno.
 I suoi capelli erano neri e mossi, come doveva essere l'inferno. Il suo volto era sereno, adesso che dormiva, senza nessuna traccia delle preoccupazioni della vita.
 Tyrion si mise a pensare che gli sarebbe piaciuto averla conosciuta prima. Prima che lei scappasse da un padre che la voleva solo per la sua carne e non come figlia. Prima che lui conoscesse Tysha e la perdesse nel peggiore dei modi possibili.
 Al pensiero di Tysha, una fitta dolorosa gli attraversò il petto. Quanto ancora avrebbe dovuto soffrire per quella donna? Quanti anni erano passati?
 Sorseggiando ancora un goccio di vino, tornò alla sua lettura e cercò di estranearsi dal mondo che lo circondava.
 
 “Mia Lady Shae...” sussurrò Tyrion, all'orecchio della donna. Le scosse appena una spalla, finché lei si svegliò, sbattendo le palpebre e trattenendo uno sbadiglio.
 “È meglio che tu vada, adesso.” fece Tyrion: “Nessuno deve trovarti qui, lo sai. Tra poco Lady Lollys potrebbe svegliarsi e se ti cercherà, sarà meglio che ti trovi.”
 Shae respirò profondamente, voltandosi sulla schiena: “Il mio gigante Lannister mi sta scacciando dalla sua stanza...” “Non ti sto scacciando, lo sai... Lo faccio per il tuo bene.” Shae si mise a sedere, per fronteggiare Tyrion: “Il mio bene è stare al tuo fianco.”
 Tyrion fece un sorriso stanco, giocherellando con il libro che teneva sotto il braccio. Shae passò lo sguardo dal libro alla candela sulla scrivania, ancora accesa e quasi finita. Le bastò vedere gli occhi stanchi del Folletto per capire: “Hai passato tutta notte con un libro, quando potevi avere me fino all'alba. Cosa stavi leggendo?”
 Il Folletto la incoraggiò ad alzarsi, nel frattempo. Quando ebbe davanti a sé la donna, molto più alta di lui, nuda e calda di letto, le voltò le spalle, pretendendo di prenderle i vestiti da indossare. “Allora? Quale lettura ha tenuto sveglio il mio Tyrion?” chiese con insistenza Shae.
 Il Folletto le porse la veste con cui si era presentata la sera prima: “Indossala.” ordinò: “Ho letto delle storie di draghi.” Le labbra di Shae si incurvarono: “Tanto per cambiare.” “Lo sai che mi piacciono i draghi.” si schermì Tyrion, massaggiandosi il mento.
 “Ti piacerebbe averne uno, vero?” chiese Shae, tenendo in mano la veste e non accennando a metterla. “I draghi sono tutti morti.” disse Tyrion, senza ammissione di replica.
 Shae appoggiò la veste sul letto e si abbassò a baciare Tyrion. Gli aprì la vestaglia e gli sussurrò nell'orecchio: “Potrebbero tornare.”
 Tyrion tenne per sé il suo scetticismo e la riprese: “Ti ho detto che è tardi. Vestiti e vai da Lollys.” “Lollys è insopportabile.” si lamentò Shae. “Meglio che non ti fai sentire a dire certe cose.” osservò Tyrion: “Ti serve quel posto.”
 “A me servi solo tu, mio gigante di Lannister.” affermò Shae, con decisione e gli prese le mani: “Abbiamo ancora tempo.”
 Tyrion maledisse il suo desiderio e la sua debolezza. Suo padre aveva ragione: le prostitute doveva tenerle alla larga. 'Ma lei non è più una prostituta.' pensò Tyrion, rispondendo ai baci.
 La fece stendere e si mise sopra di lei, che prima  lo afferrava con forza per le spalle e poi gli spettinava i capelli: “Biondo e nero...” disse piano la donna. “Biondo Lannister.” scherzò Tyrion, senza fiato, mentre entrava in lei, trovandola come sempre calda, accogliente e desiderosa di lui. “O biondo drago...” fece lei, soffocando un gemito.
 'Biondo drago...' riflettè Tyrion, mentre sotto di lui la sua donna si agitava e lo guidava senza sosta, animata da una passione irrefrenabile. La stessa passione per cui era stata sempre pagata, la passione per cui si erano accordati fin da subito: lei doveva amarlo come se fosse l'ultima notte della loro vita.
 'Biondo Targaryen...' rimunginò Tyrion, mentre raggiungeva il culmine del piacere. Shae lo strinse a sé, senza lasciarlo andare nemmeno quando l'eccitazione scomparve.
 A Tyrion piaceva restare lì così, con lei. Però... Nella testa gli frullava ancora quella storia dei capelli... Biondo Lannister o biondo Targaryen?
 
 Shae se n'era andata da quasi mezz'ora, quando Tyrion si decise a leggere ancora un po' per ingannare l'attesa dell'alba.
 I draghi... Che creature meravigliose. Se guardate bene, erano mostruose. Facevano paura, come era giusto. Eppure avevano una loro bellezza, per chi sapeva amarli.
 Si grattò il naso monco. Era possibile che un essere brutto potesse essere bello per qualcuno? Era possibile che Shae con lui fosse davvero sincera, che non lo amasse per convenienza, ma anche per qualcosa di diverso?
 Chi lo sa... Tyrion sfogliò un paio di pagine su cui erano disegnati in modo pittoresco due draghi appartenuti ai Targaryen...
 Forse un giorno i draghi sarebbero tornati, forse la gente avrebbe ricominciato a vedere la bellezza laddove non c'era, laddove era ben nascosta...
 Chiuse con un tonfo il libro. Ma chi voleva prendere in giro? Anche se i draghi... Anche ammesso che... Se i draghi fossero mai tornati, lui sarebbe sempre rimasto un nano dalle orribili fattezze e nulla di diverso.
 Che idea stupida che aveva avuto... Rise da solo. Abbandonò definitivamente il libro e si stese sulle lenzuola umide. Allargò le corte braccia e chiuse gli occhi.
 Sognò Tysha, Shae e i draghi e ognuno di loro era la cosa più bella che avesse mai visto.

   
 
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