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Autore: Mark_JSmith    04/11/2014    1 recensioni
Finisco di fumare e dopo aver lanciato via la sigarette afferro il fucile con entrambe le mani e lo carico. Più mi inoltro nel bosco e più il silenzio in cui mi ritrovo mi fa sentire a casa. Ormai sono mesi che non incontro nessuno con delle notizie di quel che succede in città e tutto quel che so si basa su quanto mi veniva detto dai miei genitori e da quel che mi disse Dave, un profugo della città che incontrai mesi fa nei boschi. In parole povere: è un casino.
Per parlare di quel che è successo devo tornare con la mente a molti anni fa quando i miei discutevano sul da farsi. Da quanto ricordo dei loro discorsi la popolazione mondiale continuava a crescere e lo spazio sulla terra non bastava più per tutti. inizialmente i governi avevano pensato di colonizzare i pianeti dello spazio, ma l'idea fu bocciata per i costi eccessivi. Così i governi mondiali decisero di ricorrere ad una soluzione decisamente più drastica, il periodo che i miei genitori chiamavano col nome "Anno del Macello". In poche parole i governi avevano creato un virus che causasse la morte dei 5/7 della popolazione mondiale...
Genere: Azione, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La mattina è sempre la parte che odio di più della giornata. Sono troppo stanco per fare qualsiasi cosa e sicuramente non ho nè le forze nè la voglia di procurarmi da mangiare. Ma devo farlo se voglio far sopravvivere me e mio fratello, ciò che mi rimane della mia famiglia. Sono passati otto anni da quando i miei genitori si unirono alla "lotta al tiranno" di cui tanto blaterava mio zio, e da quel giorno non ho più avuto notizie di loro. Avevo 11 anni e Kyle ne aveva solo 5. Per noi è stata dura andare avanti senza nessuno che ci coprisse le spalle. 
A malavoglia mi alzo dal letto, mi avvicino all'armadio e pigramente indosso una felpa nera col cappuccio, l'ideale per andare nei boschi oggi, nonostante sia solo l'inizio di settembre l'inverno ha deciso di arrivare con anticipo e la mattina fa già troppo freddo per i miei gusti. Dall'armadio prendo anche il vecchio fucile di mio padre, cacciare con l'arco sarebbe più sicuro ma sono mesi che non abbiamo contatti con altre persone e quindi non ho paura di attirare  attenzioni indesiderate sparando, poi cacciare col fucile è decisamente più facile e veloce. Metto ai piedi gli scarponi e mi avvicino all'uscio "Matt" sussurra una voce alle mie spalle
"Kyle cosa ci fai già sveglio? Sono le 5 torna a dormire"
"Volevo darti questo sai, come regalo di compleanno" dice porgendomi un pacchetto incartato approssimativamente.
Già il mio compleanno.. In famiglia non abbiamo mai festeggiato i compleanni, nè il mio nè quello di Kyle, ma lui non deve ricordarsene visto che ogni anno fa di tutto per trovare qualcosa da darmi.
"Grazie Kyle" gli dico abbozzando un sorriso e prendendo il piccolo pacchetto dalle sue mani. Dopo alcuni strati di carta di giornale mi ritrovo con in mano un pacchetto di sigarette.
"Kyle ma cosa?" Gli chiedo stupito
"Ho visto che alcune volte cercavi dove papà teneva le sue, l'altro giorno ho trovato questo pacchetto nel mobiletto in cantina e pensavo fosse un bel pensiero" 
Kyle sembra essersi rattristato, forse non era la reazione che si aspettava da me. In effetti sarei un bugiardo a non ammettere la mia dipendenza dalla nicotina, ed essendo diverse settimane che non fumo è un regalo più che azzeccato. Scompiglio i capelli di Kyle con una mano e mi inginocchio quanto basta per essere all'altezza dei suoi occhi color nocciola "Grazie Kyle davvero, è un gran regalo" dico sorridendo. Kyle risponde al mio sorriso con uno sbadiglio "dai ora torna a letto che è presto e sei ancora stanco" lo intimo
"Va bene, ci vediamo dopo, buon compleanno Matt ti voglio bene"
"Anche io" rispondo accompagnandolo con gli occhi fino alla porta di camera sua. Una volta che sono sicuro sia tornato a letto -lo sento chiaramente dagli scricchiolii delle vecchie assi del pavimento del primo piano- mi carico il fucile in spalla e vado in cucina, dove prendo la scatola di fiammiferi coi quali di solito accendo il fuoco per cucinare le poche cose che riesco a catturare, sfortunatamente per noi non c'è un granchè da cacciare nei boschi vicino a casa e sono poche le volte in cui torno con una bella preda. 
•••
Mi chiudo la porta di casa alle spalle e mi accendo una delle sigarette che mi ha regalato Kyle, al primo tiro sento il fumo grattarmi in gola e la sensazione mi fa sorridere.
Dio, devo proprio decidermi a smettere di fumare.
Dopo alcuni passi verso il bosco mi volto per osservare la nostra casa, una vecchia villetta di campagna a due piani abbandonata al limitare di un bosco in mezzo ai campi quasi del tutto incolti, ad eccezione del nostro piccolo orto, dipinta di un ormai sbiadito color avorio che la fa sembrare ancora più brutta di quello che è già in realtà. 
Mi volto verso il bosco e riprendo a camminare, il cielo è già chiaro, e fra non molto vedró sorgere il sole. Finisco di fumare e dopo aver lanciato via la sigarette afferro il fucile con entrambe le mani e lo carico. Più mi inoltro nel bosco e più il silenzio in cui mi ritrovo mi fa sentire a casa. Ormai sono mesi che non incontro nessuno con delle notizie di quel che succede in città e tutto quel che so si basa su quanto mi veniva detto dai miei genitori e da quel che mi disse Dave, un profugo della città che incontrai mesi fa nei boschi. In parole povere: è un casino. 
Per parlare di quel che è successo devo tornare con la mente a molti anni fa quando i miei discutevano sul da farsi. Da quanto ricordo dei loro discorsi la popolazione mondiale continuava a crescere e lo spazio sulla terra non bastava più per tutti. inizialmente i governi avevano pensato di colonizzare i pianeti dello spazio, ma l'idea fu bocciata per i costi eccessivi. Così i governi mondiali decisero di ricorrere ad una soluzione decisamente più drastica, il periodo che i miei genitori chiamavano col nome "Anno del Macello". In poche parole i governi avevano creato un virus che causasse la morte dei 5/7 della popolazione mondiale, qualcosa tipo 6 miliardi di persone, in un tempo brevissimo e senza causare sofferenze nell'individuo infetto. I governi avevano fatto in modo di rendere determinate persone immuni, loro erano i migliori, le persone che avrebbero ricreato il mondo, le persone che da quanto dicevano vivono in città. Ma c'è stato un intoppo nei loro piani e il virus non si è manifestato in maniera letale in tutti gli individui infetti, una parte di loro infatti è sopravvissuta diventato quindi immune al virus. Da quanto ne so io, o meglio, da quanto ne sapevano i miei il virus sarebbe stato efficace solo per una generazione, le persone nate dopo gli "Anni del Macello" sarebbero state immuni al 100 per cento. Le persone sopravvissute al virus sono state "cacciate" come prede, erano un pericolo e andavano eliminate. Ma nonostante la propria potenza il governo non poteva ucciderli tutti e loro si sono organizzati per avere la vendetta sul governo che li voleva morti, e da quanto ne so i miei genitori sono andati con questo gruppo di ribelli, ad appiccare fuoco a delle bandiere del governo, a fare atti vandalici di poco conto e non so che altro..
Questo però accade solo in città, permettendo a me è Kyle di vivere in campagna senza nessuno che voglia ucciderci.
Mentre con la mente ripercorrevo le informazioni che avevo sul mondo il mio corpo si muoveva d'istinto e senza essermi accorto del viaggio mi ritrovo al fiume dove io Kyle, in assenza di acqua corrente, ci laviamo. Mi chino per ber bere e osservo il mio riflesso sulla superficie increspata dell'acqua che scorre verso la città, i capelli, di un color castano troppo chiaro per i miei gusti, mi ricadono in modo disordinati sulla fronte e sugli occhi, che dovrebbero essere azzurri ma oggi mi sembrano proprio grigi. Dopo aver visto il mio riflesso nell'acqua decido che è meglio mettere il cappuccio per nascondere, almeno in parte, il disordine dei miei capelli (come se qualcuno potesse acorgersene). 
Alzo lo sguardo dal fiume appena in tempo per vedere sull'altra sponda una cerva che sta bevendo, finisco di mettere il cappuccio e lentamente prendo il fucile da terra.  Il colpo è già in canna e sto prendendo la mira, quando all'improvviso un rumore alle mie spalle fa andare in allerta la cerva e la fa scappare. Impreco ma sono deciso a non lasciami scappare una preda così gustosa, sto per premere il grilletto quando qualcosa da dietro mi colpisce e mi fa cadere in acqua.
Ecco perché non sono bravo a caccia, mi concentro troppo su una preda senza stare attento a quel che mi succede attorno, la cerva era scappata per un rumore ma io ero troppo attento a lei da non accorgermene, probabilmente un cinghiale deve essermi venuto addosso spingendomi in acqua. 
Riemergo dalle profondità del fiume inspirando a pieni polmoni una volta a galla, ma sulla sponda del fiume ad attendermi non c'è un cinghiale bensì una ragazza che in ginocchio e ansimando mi fa segno di andare da lei
"Muoviti!" Mi dice sottovoce facendo segno con la mano.
In fretta attraverso la poca distanza che ci separa e raggiungo il punto in cui ero, prima che cadessi, o meglio, che mi spingesse in acqua.
"Si può sapere che ca.." Non faccio in tempo a finire la frase che la ragazza mi butta a terra tappandomi la bocca con la mano
"Non parlare e non muoverti" mi ordina sussurrando.
Da questa posizione posso osservarla con attenzione, ha i capelli biondi e lunghi, così lunghi che raggiungono quasi il mio naso ora che è inginocchiata su di me, e gli occhi verdi e splendenti, come se riuscissero a intrappolare la poca luce che ci raggiunge dalle fronde degli alberi. Ha un maglione aderente con un piccolo scollo che lascia intravedere la fine delle scapole (dove riesco a notare una striscia nera sulla pelle come se fosse un marchio) e che le accentua le curve dei fianchi stretti.
Ma che sto facendo? 
Basta che arrivi una ragazza carina e io lascio scappare la cena mia e di Kyle?
Mi alzo di scatto facendola cadere a terra e stavolta sono io a tapparle la bocca (che è composta da due carinissime labbra sottili) e a sedermi su di lei. 
"Poverina peserà 20 chili in meno di me, potrei farle male" penso fra me e me, così mi sposto dal suo busto e mi siedo sul terreno accanto.
"Adesso tu mi spieghi perché hai fatto scappare la mia cena e perché mi hai buttato nel fiume, ok?" Le sussurro all'orecchio così vicino alla sua faccia tanto che riesco a sentirla inspirare ed espirare mentre parlo.
Lei annuisce e lentamente io sposto la mano dalla sua bocca permettendole di parlare e di sedersi davanti a me.
"Posso spiegarti" comincia lei
"Comincia allora"
"Sono una Lìber"
"Una cosa?"
"Una Lìber!" ripete lei come se la cosa fosse ovvia "Sono un membro di un gruppo che si oppone al governo chiamato Lìber, così va meglio?" 
"Si si non mi importa la storia della tua vita" o forse si? "Ma da quando in qua voi come diavolo vi chiamate.."
"Lìber" ripete lei
"Si ho capito! Da quando voi Lìber avete il diritto di spingere la gente in acqua mentre caccia?"
"Se tu avessi sparato ci avrebbero scoperto!"
"Ma scoperto chi! Sono mesi che giro nei boschi e sei la prima persona che trovo!"
"Grazie" risponde sorridendo
Non capisco se è stupida o cosa
"Ma grazie di cosa!?" Dico alzando la voce
"Shhh!" Mi fa segno lei portandosi il dito alla bocca
"Loro mi stanno cercando" aggiunge indicando una colonna di fumo alle mie spalle.
Una colonna di fumo più o meno alla fine del bosco.
All'inizio del sentiero che prendo ogni mattina.
Dove c'è la nostra villetta abbandonata.
Dove c'è Kyle che dorme mentre mi aspetta.
"Kyle!" Urlo alzandomi e prendendo il fucile da terra comincio a correre verso casa.
La ragazza mi urla qualcosa che non sento, le sue parole sono coperte dal rumore dei miei passi veloci sui rami a terra e dal battito del mio cuore che sento rimbombare in testa. 
"Fa che stia bene fa che stia bene fa che stia bene" continuo a ripetermi in testa mentre corro a perdifiato verso casa.
Dopo qualche minuto arrivo alla fine del sentiero, con un braccio dolorante per aver sopportato il peso del fucile e con il fiatone per la corsa. Poi lo vedo, poi vedo loro.
Kyle è nel giardino appena fuori dall'ingresso di casa, con le mani sopra la testa, il labbro sanguinante e le lacrime agli occhi, davanti a lui uomo che gli punta la pistola alla testa mentre gli chiede qualcosa che non riesco a sentire, dietro a Kyle la casa va in fiamme e due uomini controllano che l'incendio non si propaghi al bosco. Sono un totale di tre uomini, di cui uno sicuramente armato.
Poi non so che succede, l'uomo armato colpisce Kyle violentemente col calcio della pistola facendolo cadere a terra assieme ad un grido di dolore.
Non posso sopportare oltre.
Esco dal bosco e corro verso l'uomo, lo scoppiettio dell'incendio nasconde fortunatamente il rumore dei miei passi, e in men che non si dica gli sono addosso. Dalle sue spalle gli colpisco la rotula col calcio del fucile rompendogliela, l'uomo cade senza capire chi o cosa l'abbia colpito, appena tocca terra gli punto un piede sul torace con tutta la forza che ho e gli punto il fucile in faccia.
Premi il grilletto, forza.
Guarda cosa ha fatto a Kyle uccidilo!
Ma non sono un assassino, così giro il fucile e gli assesto un colpo alla tempia con il calcio, facendogli perdere i sensi. 
Nel momento in cui mi alzo da terra gli altri due uomini si voltano ed estraggono da sotto la giacca le loro pistole, istintivamente mi lancio su Kyle facendogli da scudo e chiudo gli occhi.
Sento partire tre colpi e uno deve avermi colpito alla spalla di sfuggita, infatti brucia e sento il sapore del sangue in bocca, ma riesco a muoverla. Appena apro gli occhi vedo i corpi dei due uomini a terra e dietro di noi la ragazza di prima con la pistola fumante in mano.
Vedo che sta dicendo qualcosa, ma non riesco a capire, Kyle, ora in piedi davanti a me, mi sta parlando ma non lo sento. Faccio per alzarmi ma il mio corpo non reagisce e cado rovinosamente su quello che fino a ieri era il giardino intatto di casa mia. 
L'ultima cosa che vedo sono le fiamme che divorano i resti di casa nostra, i resti di tutto ciò che mi rimaneva e che mi collegava ai miei genitori. 
Poi vengo circondato dalle tenebre.
   
 
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