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Autore: michiyo1age    05/11/2014    3 recensioni
Forse era troppo giovane quando si era innamorato di Temari. A quindici anni non hai particolari bisogni e soprattutto lui non aveva alcun vuoto colmabile da esseri appartenenti al genere opposto. Riusciva a sopportare le donne solamente se erano sue amiche da tanto tempo e quindi ormai digerite da lunghi ed estenuanti processi geologici. Se le vedeva in giro, gongolanti e chiassose, in branco, uguali e belanti, come le pecore, gli veniva seriamente voglia di mettere in dubbio che le donne fossero in qualche modo utili alla continuazione delle specie, checché ne dicesse suo padre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Forse era troppo giovane quando si era innamorato di Temari. A quindici anni non hai particolari bisogni e soprattutto lui non aveva alcun vuoto colmabile da esseri appartenenti al genere opposto. Riusciva a sopportare le donne solamente se erano sue amiche da tanto tempo e quindi ormai digerite da lunghi ed estenuanti processi geologici. Se le vedeva in giro, gongolanti e chiassose, in branco, uguali e belanti, come le pecore, gli veniva seriamente voglia di mettere in dubbio che le donne fossero in qualche modo utili alla continuazione delle specie, checché ne dicesse suo padre.

Non aveva mai imparato ad ascoltare quello che gli aveva insegnato Shikaku e visto che in casa, l'ultima parola l'aveva sempre sua madre, quindi il giusto o il sbagliato non erano di certo il suo campo. In più Shikaku Nara aveva quella strana tendenza ad essere smentito ad ogni piè sospinto, senza diritto di replica. Gli diceva di non essere troppo drastico riguardo alle donne, ma poi veniva rimproverato, schiavizzato, picchiato, neanche fosse un mulo troppo testardo. Non c'era da stupirsi che non gli avesse creduto neanche un secondo e fosse sempre stato scettico sopratutto quando gli aveva rivelato che aveva sposato Yoshino solo perché alle volte sorrideva.

Quindi 10.000 anni di dannazione per tre secondi di che cosa? Un sorriso?


In quel momento avevo pensato che il mio vecchio fosse veramente impazzito, ma poi troppo poco tempo dopo per un caso l'ho rincontrata.

Quando ho visto quella schiena che si parava tra me e quella strega con i capelli rosa e le corna non avevo potuto sbagliarmi anche se era passato del tempo dall'ultima volta che l'avevo incontrata. Io di solito mi dimentico degli avversari, la tizia del Suono tutta piena di sé ormai ha un gigantesco tondo nero su un corpo così anonimo da sembrare un manichino. Ma lei e i suoi fratelli, oltre ad averci attaccati, avevano lasciato un ricordo più vivido di quanto io stesso potessi immaginare. Ma a quanto pare la cosa era reciproca. Le parole che mi aveva rivolto, mi avevano colpito, non tanto della sicurezza sfociata in arroganza, ma quando mi disse “Sei diventato improvvisamente stupido?”. Le persone di solito si ricordavano di Naruto o di Sasuke, eppure lei mi stava parlando con confidenza quasi da pari a pari. Si era ricordata di me e non c'era alcun motivo. Seccante lo è stata: era tutta intenta a dimostrarmi come io fossi inferiore a lei. Non andava neppure per il sottile contro quella mukenin, ma sopratutto non è stata troppo tempo a sfarinarsi il cervello come avrei fatto io. Beh c'è anche da dire che lei, a differenza di me, è una forza della natura e non si ferma davanti a nulla. Proprio lì in mezzo alle polveri che sembravano spirali di fumo di una battaglia -proprio così, era un disastro incredibile: tronchi d'albero da ogni parte, mezza foresta distrutta in un battito di ciglia- e lei era là, con il sole alle spalle che mi guardava tutta fiera. Fiera come un bambino mostra alla mamma il disegno che ha fatto tutto da solo.

-Allora che ne pensi?-

Come che ne penso, sei di una brutalità mai vista prima!

E invece sai cosa ha fatto? Lo sai? Ho sorriso.

Ma che dovevo fare? Aveva un sorriso gigantesco, gli occhi strizzati e i denti uniti. Un vero sorriso a trentadue denti. Sono rimasto ancora più stupido, no? Prima la vedi sadica, sarcastica, rigida e seccante e poi ti sorride così, in maniera talmente disarmante che non ce la fai a non ricambiarlo.

Si lo so, è lì che è cominciato tutto.

Ma non sono neanche arrivato al peggio!

Non mi ero ancora ripreso dallo stupore della scoperta che Temari non era solo un'eccezionale macchina per uccidere che quando siamo arrivati a Konoha, al posto di seguire i suoi fratelli nella stanza riservata loro mi ha seguito in ospedale dove ti avevano portato. È stata in silenzio tutto il tempo a fissarmi con le gambe accavallate in un modo...se avessi avuto degli ormoni un po' meno addormentati e fossi stato meno preoccupato, non penso che me ne sarei accorto. Eravamo lì ai lati opposti del corridoio fino a quando decise di aprire quella dannata bocca. È stata dura e severa e solo dopo anni ho potuto capire a pieno quanto avesse ragione e come stesse cercando di farmi lottare, di reagire in qualche modo. Però, qualche minuto dopo quando il mio stesso padre aveva assunto il medesimo atteggiamento inflessibile nei mie confronti non sono fuggito, ma ho ceduto. Alla fine è un modo diverso di perdere, ma sempre di sconfitta si tratta.

Però lei a differenza di papà non seppe tenere lo sguardo severo quando Tsunade uscì dalla tua sala operatoria. Questo io al momento non lo vidi, non sono riuscito a interessarmi a nulla se non alla parole della Godaime, ma me lo disse mio padre qualche anno dopo quando “casualmente” si venne a parlare della “biondina” che avevo dovuto scortare per gli esami dei chuunin.

Adesso non pensare che sia la persona migliore al mondo perché ha mostrato dei sentimenti umani, eh non sai quanto volte mi ha tormentato e quante volte abbia tirato fuori la storia del “cry-baby”. Però in quel momento a dodici anni, mese più mese meno, non posso dire che fossi innamorato di lei, no? Oddio spero di no.

Io faccio sempre partire tutto dai quindici anni, qualche mese prima del ritorno di Naruto, perché è lì che veramente che mi sono reso pienamente conto di essere al centro della sua ragnatela. Prima facevo tutto con naturalezza senza veramente pensare a quali motivi mi spingessero a fare x o quali ragioni la muovessero a fare y.


Questa confessione qui riportata fu fatta ad un nolente Chouji, da uno Shikamaru sull'ubriaco andante alla vigilia del suo matrimonio.

Ehm ehm... si stava dicendo prima che il protagonista della storia si intromettesse prepotentemente nella narrazione. Sì … allora.

Il sorriso di Temari, giusto.

Ma non era quello che fa comprendere che Shikamaru fosse troppo giovane quando aveva iniziato la sua relazione con Temari. Non aveva neanche DOVUTO chiederle certe cose che si presentarono a lui una sera, la sera che decise di passare nell'albergo di Temari. Era ormai da qualche mese, sinceramente Shikamaru non ci faceva caso, che avevano iniziato ad utilizzare la rigogliosa boscaglia di Konoha come un ottimo scudo a sguardi indiscreti. Era successo più o meno quando lui era cresciuto tanto da superarla di qualche centimetro e ora non si riusciva più a notare a colpo d'occhio la distanza di età. Poteva metterle le mani sulle spalle quando la baciava e farle reclinare leggermente il viso per essere più comodo. Poteva avere insomma quella prospettiva dall'alto che negli anni si sarebbe allargata sempre più con sua somma soddisfazione: almeno in qualcosa l'aveva superata. Una sera aveva detto a sua madre che se andava da Chouji e si era ritrovato, dopo una gran cena offerta da lui, nella camera da letto della sua seccatura.

Ora dire che lui vi si ritrovò lì così per caso sarebbe spergiurare, come anche dire che non si immaginava cosa sarebbe successo perché i preservativi nella taschina di destra del suo giubbotto da chuunin reclamavano giustizia.

Ma quando la fece distendere sul letto, mentre ancora la baciava lentamente e piano piano la privava di ogni indumento si accorse del “troppo” che aveva tra le mani. Lui aveva sempre pensato ad una donna né bella, né brutta, mentre sotto il suo sguardo, vi era una ragazza bellissima. Non c'erano altri aggettivi per descriverla: un seno alto, tondo e sodo, così caldo e morbido sotto le sue mani goffe, una pelle ambrata e liscia ancora intrisa del sapore del deserto e quei grandi occhi acquamarina che rilucevano al riverbero del palo della luce. Se la ricordava ancora con lo sguardo fisso su di lui, cercando di non tradire alcuna emozione se non mordendosi il labbro inferiore. La coprì col proprio corpo riscaldandolo immediatamente mentre le scioglieva i capelli che voleva vedere liberi almeno una volta. Tutta la sua ansia da prestazione, da assenza di un vero e proprio piano era scomparsa quando riuscì a sentire il suo calore, quando le passò le dita affondandole nelle cosce toniche e forti per portarle dietro il ginocchio e sollevarlo sembra stupido da dire, ma fu naturale come può essere il fenomeno naturale per antonomasia. Non fu la migliore esperienza della loro vita, ma semplicemente la prima. Fu decisamente la prima volta che Shikamaru si accorse di quello che aveva tra le mani, della ricchezza incalcolabile e di quanto fosse stato fortunato, dopo essersi lavato e rivestito, la prese accanto a sé e strettala da dietro la ricoprì di innocenti baci. Temari si intenerì talmente da non riuscire neanche a farci qualche commento sarcastico e si arrischiò solo un morso scherzoso al polso che la teneva stretta. Temari si addormentò tra i suoi baci mentre sospirava contenta per la sua beatitudine . Aveva visto e conosciuto Shikamaru sotto tanti aspetti, ma sotto quello di uomo nel senso più ampio del termine, non l'aveva mai visto. La prendeva per la vita con le braccia sempre più forti e iniziava dei baci profondi che non finivano più, l'accompagnava ovunque accampando le scuse più ridicole e non ce la faceva proprio a non riderne.

Forse non era solo lui ad essere stato troppo giovane quando l'aveva incontrata, perché anche lei avrebbe voluto vivere l'incertezza di non sapere se mai sarebbe riuscita a trovare un compagno con cui dividere la vita. Invece ora non riusciva a non pensare al futuro senza immaginarsi cosa avrebbe potuto fare Shikamaru e -perchè no?- cosa avrebbero potuto fare insieme. Ma forse era stato giusto che, in un mondo così precario, in mezzo a tante morti, lei fosse riuscita subito a trovare la sua anima gemella.

O la sua vittima.

   
 
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