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Autore: WaChan    05/11/2014    0 recensioni
Spero che vi piaccia questa storia, per qualsiasi cosa commentate... Mi piace sapere quello che pensate. Buona lettura :)
Le lancette dell'orologio avanzano, ma l'immutabile rimane in eterno.
Le promesse possono anche essere portate dal soffice vento primaverile e dalla pioggia.
Uno sguardo e un sorriso spesso sono migliori delle parole.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel perduto tempo di una Roma moderna, un'anima eterna vagava senza meta.
Un lungo mantello danzava nel vento a ogni passo, lasciando intravedere eleganti abiti. Il ticchettio delle scarpe scandiva ogni secondo insieme all'orologio da taschino nella mano dell'uomo.
Aeon Bukovich non sapeva perché era lì, quell'orologio lo aveva guidato e aveva intenzione di arrivare fino alla fine.
Aeon lo osservava: gli intarsi sul coperchio si alternavano a bassorilievi di farfalle e fiori e, se si osservava bene, si potevano anche scorgere le eleganti lancette che scorrevano sul quadrante. Premette un piccolo pulsante argentato, come tutto il resto dell'orologio, e si aprì. Come fuori, anche dentro quel piccolo oggetto era meraviglioso... Sul quadrante, sotto le lancette, era raffigurato il viso di una donna. Viso di tre quarti, capelli rossi raccolti in uno chignon, occhi blu con qualche sfumatura rossa e la bocca... Semplicemente indescrivibile, incurvata in sorriso di un animo puro. Quelle seducenti labbra, color cremisi, che lasciano intravedere i denti bianchi  grazie a  un ipnotico sorriso.
L'uomo guardò l'ora: 23.30. Quante volte aveva visto quell'ora su meridiane, ombre e campanili? La sua età non aveva tempo.
Si guardò riflesso a una vetrina,all'interno i manichini nel buio rimanevano impassibili difronte a lui: il lungo mantello nero gli copriva la maggior parte del completo elegante, lasciando intravedere solo i lucidi bottoni della giacca e i pantaloni di pelle. Riusciva, però, a fare capolino tra il colletto alto del mantello un papillon. I biondi capelli lunghi erano legati in una treccia che gli ricadeva su una spalla e un cappello a cilindro permetteva ai suoi occhi di non essere visti da nessuno.
Guardando se stesso rise e, dai lati delle labbra,uscirono due punte di canini.
Continuò a camminare con la mente che vagava nei ricordi: il momento in cui aveva trovato l'orologio...
In una radura tra le Alpi, mentre viaggiava sulla sua carrozza, Aeon guardava malinconico le stelle. Viaggiare da un paese all'altro era diventato sfiancante anche per una creatura immortale. Cambiare spesso residenza era un modo per non farsi scoprire e bruciare sul rogo come le streghe.
Fece un gesto con la mano e i due cavalli si fermarono, scese dalla carrozza e si diresse da loro con passo annoiato.
-Per oggi basta, ci fermiamo qui. Bel lavoro- Detto questo accarezzò i purosangue e se ne andò tra le foreste.
Nella natura Aeon si sentiva a casa, il dolore che aveva dentro si alleviava e riusciva anche a sorridere guardando le fronde degli alberi danzare con il vento e abbracciarsi con la pioggia.
Si sedette sotto una quercia e si rilassò poggiando la testa sul tronco e rivolgendo uno sguardo al cielo. A sua sorella sarebbe piaciuto quel luogo brulicante di vita, come a sua madre.
Quel pensiero gli fece bruciare la cicatrice sul suo cuore: quando era solo un fanciullo, suo padre impazzì e cercò più volte di uccidere lui e la sua famiglia. Un giorno, durante la notte il padre avvelenò la madre e trafisse la sorella con la spada. Quando stava per trafiggere anche Aeon la sorella, in fin di vita, si catapultò per proteggerlo. Quell'azione servì a far si che la spada non gli trafiggesse il cuore, ma gli aveva procurato una profonda cicatrice. Il padre se ne andò convinto di averli uccisi entrambi, ma la sorella Perl prima di esalare l'ultimo respiro barattò la sua anima con un demone per la vita del fratello. Tre due giorni dopo, quando Aeon si sveglio andò a vendicare la sua famiglia uccidendo suo padre. Da quel giorno sarebbe diventato una creatura immortale.
Aeon cercò di rilassarsi, il viaggio per raggiungere il suo nuovo paese era ancora lungo; qualcosa nella notte, però, attirò la sua attenzione. Si alzò velocemente e raggiunse l'oggetto che brillava tra i fiori, alla luce della luna: era un orologio da taschino femminile bellissimo e, all'interno, c'era il ritratto di una donna... Sicuramente la proprietaria.
Ritornò in se, nell'epoca del futuro e osservò... Quanti cambiamenti erano avvenuti intorno a colui che è immutabile. In tutti quegli anni la donna dell'orologio è stata la sua fedele compagna e confidente, l'unica rimasta al suo fianco.
Gli occhi gli cominciavano a bruciare, ma non avrebbe pianto per la sua solitudine... Non più.
Si accorse di essersi fermato a osservare il vuoto, gli richiamava la sua anima, ma riprese a camminare. Un uomo eterno in una città eterna... Ecco come avrebbe passato i suoi ultimi istanti, avrebbe affrontato l'alba dopo anni di sofferenze e solitudine. La sua mente era esausta di vagare senza meta ed era arrivato il momento di mettere fine alla sua triste esistenza.
Osservò il cielo, avrebbe voluto volare tra le stelle, ma l'unica cosa che si poteva permettere era ammirare la loro grandezza.
Continuando a camminare sentì lo scrosciare dell'acqua; stava per cambiare strada quando qualcosa lo trattenne. Aveva la sensazione di dover continuare su quella strada e raggiungere la fontana.
Il suo cuore prese a battere velocemente e cominciò a correre, finché non arrivò alla fine: la Fontana di Trevi era dinanzi a lui in tutta la sua magnificenza e luminosità. Quando alzò lo sguardo trovò un corpo di donna sdraiato sulla statua più alta al centro: aveva un vestito color avorio in stile classico e i capelli rossi.
Quando i loro sguardi si incontrarono la donna si mise lentamente a sedere sulla statua e Aeon rimase senza fiato, la sua bellezza era oltre ogni immaginazione.
-Sei tu? Tu possiedi ciò che è mio?- Disse la donna mentre con i suoi occhi gli divorava l'animo. In tutti quei secoli non aveva mai visto una donna così meravigliosa.
Con un balzo la donna scese dalla fontana e si avvicinò a lui con passo leggero.
-Rispondimi, sei tu colui che ha trovato il mio orologio?-
Ora Aeon poteva osservarla meglio: l'abito antico color avorio arrivava fino al terreno, non lasciando intravedere le scarpe; il corsetto merlettato le abbracciava dolcemente i fianchi e il busto per lasciar spazio agli abbondanti seni; le spalle erano lievemente scoperte dalle maniche abbombate che scendevano morbide sulle braccia; la pelle bianca come il latte rispecchiava la luminosità della fontana antistante e i capelli ricci, rossi e lunghi fino alla coscia, incorniciavano quell'angelica visione. Gli occhi racchiudevano oceani blu di fantasie e tristezza  e la bocca, inclinata in un sorriso di speranza, forse era qualcosa di proibito per quando bella fosse.
Aeon era ammaliato difronte a cotanta meraviglia e si sentì liberato da ogni peso, era lei la donna dell'orologio, colei che lo aveva accompagnato per tutto quel tempo aiutandolo a non cadere nel baratro infinito della morte, colei a cui si era appoggiato ogni qual volta aveva vacillato... Lei era la donna che finalmente lo avrebbe liberato dal dolore eterno.
Aeon prese dal taschino l'orologio e lo porse alla donna che lo osservò con gli occhi lucidi.
-Ti aspettavo da molto tempo sai? Da quando il mio orologio ha scelto te come salvatore della mia anima. Io sono Demetra...E sarò tua per sempre-.
Quando la donna finì di parlare una lacrima rosso sangue scese sulla sua guancia, rigandole la delicata pelle. Subito l'uomo allungò la mano per posarla dolcemente sul suo viso e disse – Non piangere amor mio, sei stata la donna che mi ha permesso di vivere per tutti questi anni e di non cedere alle tenebre. Sono stato tuo fin dal primo istante in cui i miei occhi si sono poggiati su questo oggetto. Ora sorridi mia dolce anima e facciamoci beffa di questo mondo, che ci ha tenuto separati, ora che siamo uniti. Vivremo nell'immensità del nostro amore immortale e sotto ogni luna balleremo sulle note dei nostri baci-.
Mentre Aeon finiva la frase le loro bocche, dopo decenni di promesse portate dal vento, finalmente si toccarono per scambiarsi un bacio.
Sotto l'eterna luna di una città eterna, due anime immortali si incontrarono per suggellare il loro amore baciandosi e accarezzandosi fino all'alba per sempre.
L'orologio,che servì per farli incontrare dopo infiniti tormenti, rimase lì nella piazza della Fontana di Trevi. Nessuno sa dove sia, molti credono che stia aiutando un'altra coppia eterna a incontrarsi; altri che sia semplicemente scomparso...
Nei giorni di luna piena, però, insieme allo scrosciare della fontana si possono udire in sottofondo ticchettii di lancette e risate di innamorati.
 
   
 
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