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Autore: Papillon_    05/11/2014    3 recensioni
“Promettimi che qualunque cosa accada, Blaine, qualunque, un pezzetto del tuo cuore rimarrà comunque mio. Anche piccolo, anche insignificante; tu promettimi che lo lascerai per me. A me basterà. Sarà la cosa più bella del mondo, e potrò dire che mi hai amato. Senza paure e per sempre.”
“...Te lo prometto, Kurt.”
.
Blaine è convinto di aver perso Kurt per sempre e adesso è completamente solo, in un mondo fatto di paura e di virus e di morte. Ma un giorno ogni cosa cambia - e Blaine scoprirà l'importanza delle seconde opportunità, ed avrà l'occasione di ricominciare tutto da capo.
[Crossover Glee/In the flesh; Klaine AU]
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In the heart

 

Capitolo 1

Fearlessly and forever

 

“Cerca di concentrati su qualcosa. Qualsiasi cosa, Kurt.”

 

La ragazza aveva i ricci ed e aveva la pelle scura. Era bella, bella e giovane, con una vita davanti e forse un marito che la aspettava a casa con un figlio nato da poco, pronto a prenderla tra le braccia. Kurt allungò la mano lo stesso e afferrò il polso di quella ragazza stringendolo così forte da spezzarle le ossa-

 

“Non va bene così. Torna in te Kurt. Concentrati, trova qualcosa su cui concentrarti.”

 

C'erano urla e graffi sul pavimento e tanto di quel sangue e Kurt non sapeva nemmeno cosa stava facendo però oh dio il suo sapore era così buono e improvvisamente era tutto perfetto, la tenera carne della ragazza sul palato e il sangue che era rosso e vita e tutto e lui non riusciva a fermarsi, non ci riusciva, era più forte di lui-

 

“Dì qualcosa, Kurt. Qualcosa che mi faccia capire che sei con me.”

 

E improvvisamente Kurt aprì gli occhi e non era più affamato, non era più una bestia senza mente e senza cuore solo con istinti e voglia di uccidere e senza principi e sentimenti ma era di nuovo lui, lui, Kurt Hummel, semplicemente Kurt, in uno studio medico dalle pareti bianche come il latte e di fronte c'era un medico. I contorni smisero di essere offuscati, e lui ricominciò a respirare.

“Blaine”, soffiò semplicemente, aggrappandosi a quel nome come se fosse acqua da bere.

“Come, Kurt?”

Blaine.”, ripetè Kurt, e finalmente il medico di fronte a lui sorrise, un sorriso che sapeva di tante cose insieme, e tra le tante c'era anche la speranza.

“Bentornato tra noi, Kurt.”

 

***

 

Blaine odiava il giorno del ricordo, come odiava i suoi capelli quando si svegliava al mattino o nella maggior parte dei casi le persone irritanti. Lo vedeva come un modo per ricordare a tutti quelli che erano rimasti in vita che Ehi, qualcosa fa schifo comunque, se tu sei ancora vivo e là fuori sono morte un sacco di persone.

Grugnì alzandosi da tavola e prendendo con sé la tazza di caffè che si era preparato poco prima. Suo padre era su a prepararsi per quella giornata, mentre Cooper era già uscito con sua moglie per i preparativi nel villaggio. Blaine francamente era solo stanco, stanco di tutto, di quella giornata che non era ancora cominciata, di chi avrebbe dovuto incontrare e della domande a cui avrebbe inevitabilmente dovuto rispondere.

Faceva già male.

Suo padre scese mentre si allentava la cravatta, afferrò la tazza di caffè che Blaine aveva preparato e diede una pacca sulla spalla a Blaine. Gli fece l'occhiolino, e per un attimo Blaine sentì qualcosa contorcersi al livello del suo stomaco, qualcosa di orribile e malsano.

“Oggi è un gran giorno,” gli disse George Anderson, e Blaine sorrise, sorrise perché non aveva scelta. “Sono molto fiero di quello che hai fatto, figliolo. Non dimenticarlo mai”.

Blaine aveva tanta voglia di sparire in bagno e vomitare. Si limitò ad abbassare lo sguardo e accennare un assenso, dopodichè suo padre lo lasciò andare e gli disse che si sarebbero visti in paese.

Si morse le labbra per un momento. Aveva così tanta voglia di piangere, semplicemente accartocciarsi sul pavimento e lasciare che le emozioni lo divorassero; però non lo fece. Andò in camera da letto e cominciò a prepararsi, e prima di uscire diede un'occhiata alla foto che ritraeva lui e Kurt insieme, poco prima del matrimonio. Erano stati così felici in quel periodo - a Blaine gli scoppiava ancora il petto quando ci pensava.

Però adesso aveva perso Kurt per sempre, e quello non cambiava, non poteva cambiare. Blaine si chiese un giorno quel dolore sarebbe semplicemente potuto sparire, ma si rendeva conto che continuava ad aumentare, ora per ora, giorno per giorno.

No, non avrebbe mai smesso di spezzarlo.

 

***

 

“Quindi, cosa sei tu?”

“Uno zombie.”

“No, Kurt. Lo abbiamo ripetuto insieme mille volte. Cosa sei?”

“Uhm. Sono affetto dalla sindrome da...da decesso parziale? Significa che sono sostanzialmente un morto che cammina”.

“Sei molto più di questo.”, lo corresse il dottore. “Sei praticamente guarito, Kurt. Tutto ciò che non ci aspettavamo succedesse l'anno scorso, quando sei arrivato qui.”

Kurt annuì, incapace di essere entusiasta della cosa. Si grattò una guancia distrattamente e tornò a torturarsi le dita.

“Come vanno gli incubi, Kurt?”

“Uhm...sono ancora molto vividi”, sussurrò Kurt, grattandosi i polsi. “Voglio dire, mi...mi capita spesso di sognare questa...questa ragazza, lei- lei è stata la mia ultima vittima. Prima che arrivassi qui.”

“Certo”, disse il medico. “Però tu sai che adesso non saresti in grado di ferire nessuno.”

“Questo non cambia il fatto che le abbia strappato la pelle. E mangiato il cervello.”, disse senza mezzi termini Kurt, facendo trasalire l'uomo di fronte a lui. Riuscì a ricomporsi in fretta, comunque, e gli sorrise.

“Quello che hai fatto prima di essere portato in terapia...”

“...è una conseguenza diretta della mia precedente natura.”, concluse per lui Kurt, che ormai aveva imparato quella cantilena a memoria. “Il mio cervello e il mio cuore non funzionavano correttamente, impedendomi di fare la cosa giusta. Per questo uccidevo e mi nutrivo delle persone, già. Per sopravvivere, mi dicono. Gran bello schifo.”

“Ottimo, vedo che hai studiato.”, si congratulò il signor Brown, facendogli l'occhiolino. Scrisse qualcosa su un blocchetto degli appunti che dopo porse a Kurt.

“Senti, credi...credi di essere pronto di tirare fuori l'argomento di cui avevamo parlato?”

“No.”, disse cautamente Kurt. Si morse la lingua, giocherellandoci. “Ma tanto so che dobbiamo farlo comunque”.

Il signor Brown sorrise e distolse lo sguardo. “Senti Kurt, la terapia è finita. E' andata a buon fine, sei guarito, sei pronto. Stai bene. Hai tutto riacquistato tutto ciò che era tuo, compreso il tuo sarcasmo e quel culetto da favola”. Già, il dottor Brown era gay, bell'affare. “...Non vedo perché non dovresti tornare a casa da tuo marito.”

Kurt si dondolò sulla sedia come un bambino troppo piccolo e vulnerabile. “Non posso fargli questo”.

“Fargli cosa?”

“Costringerlo ad accettare...questo. Me. Quello che sono diventato.”

“Dovresti dargli la possibilità di scegliere, Kurt.”

“Ho sposato mio marito perché lo conoscevo meglio di quanto conosca me stesso, e se c'è una cosa che so è che lui proverebbe a farlo. Ad amarmi comunque. E io non voglio che mi ami, non più.”

“E perché mai?”

“Perchè sono un fottuto mostro.” sussurrò Kurt. “E io non voglio che Blaine ami un mostro.”

Il signor Brown respirò profondamente, poi accarezzò le pagine del suo diario. “E tu credi che lui non sia in grado di andare oltre la superficie? Oltre il tuo aspetto, intendo.”

“Non si tratta solo dell'aspetto. Si tratta di quello che ho fatto. Un cadavere prima di marcire fuori marcisce dentro, Brown. Ed è questo che sono. Marcio. Non c'è più niente da amare in me.”

“Capisco.” sbuffò il dottore. “La cazzata del salvarlo da ciò che sei.” grugnì, e a quel punto le mani di Kurt tremarono.

“Non ti azzardare a pensare che io non sappia cosa è meglio per l'uomo che amo praticamente da una vita.”

“Sai cosa? Probabilmente no, Kurt, non lo sai cos'è meglio per lui. Il tuo è un gesto egoista, e stai dando per scontato che lui non ti amerebbe comunque. Stronzate. Blaine è il motivo per cui sei entrato in terapia. Blaine è la persona che ti ha permesso di essere qui. Blaine ti ha salvato, anche se non era fisicamente presente.” sbottò il signor Brown. “Quindi no, non è questo il vero motivo. Quindi ricominciamo da capo, va bene?”, una pausa, una pausa in cui gli occhi del medico scavarono fino in fondo, alle radici del cuore di Kurt. “Perché non dovresti tornare da tuo marito, Kurt?”

E Kurt a quel punto si morse le labbra e si porto entrambe le mani sul volto. Respirò a fondo per diversi minuti, forse ore intere, non seppe nemmeno capirlo. Non voleva dimostrarsi così debole, non voleva far vedere nulla dei sentimenti che gli appartenevano, ma quello era ciò che gli succedeva quando si trattava di Blaine. Cambiava ogni cosa. E lui dio- aveva così paura, una paura che bruciava nelle vene e gli toglieva il respiro e come adesso, non gli lasciava altro che piangere. Un pianto lacerante con piccoli singhiozzi e gemiti che nascevano dal nulla.

“Ho paura.” ansimò, il respiro che lo abbandonava insieme alle lacrime e alle parole. “Ho paura che mi abbia lasciato andare. Ho paura che possa odiarmi.”, disse, e poi pianse, pianse a fondo, come non faceva da tempo, e Kurt quasi non ricordava come si facesse a piangere. Era una sensazione di svuotamento, come se un pezzetto di te decidesse di andarsene e lasciarti un buco nel petto. Era doloroso, più doloroso della fame e della sete.

“Ora è tutto più chiaro.”, disse il dottor Brown, sistemandosi gli occhiali sul naso. Osservò il corpo di Kurt, ormai tutto rannicchiato sulla sedia, e si sporse leggermente sulla scrivania per poterlo guardare. “Però sai Kurt, c'è solo un modo per scoprire se le tue lacrime hanno un senso.”

I singhiozzi di Kurt si trasformarono in qualcosa di più delicato, e dopo poco trovò la forza di alzare il mento e osservare il signor Brown di rimando.

“Quale?”, soffiò ma era già piuttosto ovvio nella sua testa. L'intelligenza era una delle prime cose che era tornata insieme al resto.

“Diciamo a Blaine che sei guarito.” disse infine lui. “E vediamo quale sarà la sua scelta.”

 

***

 

Blaine aveva deciso di arruolarsi poco dopo la morte di sua madre.

Non era una decisione di cui andava fiero, ma quello della morte di sua madre era stato un periodo in cui in casa c'erano rabbia e delusione e lacrime ovunque cercasse, e quando Blaine si era guardato dentro aveva capito che stava morendo. Che aveva bisogno di qualcosa per sentirsi vivo, perché altrimenti si sarebbe lasciato andare, e non poteva fare quello a suo fratello e a suo padre.

Per cui decise semplicemente di diventare un soldato e andare a combattere. Era tutto un gran bel casino da quando il virus aveva colpito anche la parte di Nazione dove vivevano loro, ma Blaine non ci aveva messo molto a trovare un buon posto. Imparò a sparare e a muoversi veloce, e poi semplicemente partì e venne spostato in mille luoghi diversi, perché avevano bisogno di gente capace di difendere praticamente ovunque.

Sua madre era stato uccisa da uno di loro.

Sarebbe stato eroico dire che Blaine lo faceva per vendetta. Insomma, uno zombie mi ha ucciso la madre per cui adesso di conseguenza io uccido loro. No, non era andata propriamente così. In parte all'inizio l'aveva usata come scusa, ma in battaglia, quando alzava il fucile e puntava contro uno di quei cosi, sentiva dentro un senso di vuoto, come se non si trovasse nel posto giusto.

Era perché in realtà provava pena. Nessuno decideva di diventare come loro, succedeva e basta se venivi infettato dopo la morte. Blaine non aveva studiato molto a riguardo, ma sapeva che quando diventavi così non potevi scegliere cosa essere. O cosa fare. C'erano pochi istinti a guidarti, come fame e sete e sopravvivenza, ed era l'unico codice che conoscevano. Quindi non facevano del male alle persone perché lo volevano, ma sostanzialmente perché non avevano scelta. Questo purtroppo non li rendeva meno pericolosi, ed era uno dei tanti motivi che aveva spinto Blaine ad andarsene di casa e uccidere quelle...quelle cose.

Quello principale era perché suo padre era a capo del suo villaggio, e credeva fermamente che quelle creature andassero eliminate dalla faccia della terra.

Oggi era il giorno del ricordo, perché ormai era un anno che erano finite le battaglie. Suo padre avrebbe parlato al pubblico, avrebbe ringraziato i soldati per aver scelto di andare a combattere, e poi avrebbe guardato Blaine fieramente negli occhi ripetendogli all'infinito quanto fosse orgoglioso di lui.

Erano anche due anni e mezzo che Kurt se n'era andato per sempre.

 

***

 

“Ehi, scusami, sono nuovo qui.”

“Sono Blaine.”

“Kurt.”

 

 

“Mi emozioni.”

“Dovremmo...dovremmo fare pratica.”

“...Credo che la stessimo già facendo”.

 

 

“Mi togli il respiro, Blaine. E prima, quando eri su quel palco e ti muovevi, io...io ero così fiero di essere il tuo ragazzo.”

“Lo spero. Voglio che tu lo sia.”

 

 

“Quindi, Kurt Hummel, mio incredibile amico, mio unico e vero amore...vuoi sposarmi?”

“...Sì. Sì.”

 

***

 

Blaine oltrepassò Rachel ed entrò nella stanza in cui Kurt si stava preparando senza bussare. Non poteva stare senza vederlo proprio adesso, era contro ogni logica, dio, e moriva dalla voglia di vederlo arruffato e spaventato e su di giri.

Kurt si stava specchiando, e Blaine si innamorò di lui tutto da capo.

Blaine!”, gridò Kurt quando lo vide attraverso lo specchio. I loro occhi furono attraversati da un luccichio che smosse le membra per arrivare al cuore, e improvvisamente Blaine era dietro Kurt e gli stava baciando i capelli, il pezzetto di collo scoperto, la nuca.

Dei, noi- noi non possiamo fare questo.” trillò Kurt, accennando una risata. “Non mandarmi a monte il matrimonio. Non potremmo vederci adesso-”

Dì che invece sei felice che io sia qui” sbuffò Blaine, avvolgendolo da dietro. Kurt assottigliò le palpebre.

Certo che sono felice che tu sia qui, ma non dovresti essere con me adesso. Le regole-”

Non c'è mai stata nessuna regola, tra di noi.”, sussurrò Blaine, baciandogli il punto di pelle dietro l'orecchio. “Non saremo sfortunati, perché noi siamo speciali”.

Kurt a quel punto ridacchiò e strinse le braccia attorno a quelle di Blaine.

Ti batte il cuore fortissimo. Lo sento contro di me.”

Ho paura che qualcosa vada storto.”

Ehi, niente andrà storto. Non fare il pessimista, Blaine Devon Anderson.”

Okay.” sussurrò lui di rimando. “E se sbaglio qualcosa? E se ti deludo?”

Troverò il modo di amarti comunque, come ho sempre fatto. Inoltre”, sussurrò Kurt piegando la testa “Credo fermamente che tu non possa deludermi.”

Si cullarono per un po', fermi a fissarsi e nient'altro.

Stai per diventare mio marito.”

Dio, Blaine. Sembra una favola, vero?”

Tu sei una favola. La mia favola.” soffiò. “Grazie di essere la mia anima gemella, Kurt Elizabeth Hummel.”

Grazie a te di avermi salvato la vita in un milione di modi diversi.”

Lo sai che non è vero.”

Tu puoi non crederci, ma tanto adesso ho tutta la vita per farti cambiare idea.” sussurrò Kurt. Si voltò per un piccolo bacio sulle labbra, un tocco fugace e veloce e da togliere il fiato.

Mi amerai qualunque cosa succeda, Blaine?”, chiese Kurt, e c'era concentrazione in quei meravigliosi occhi di mille colori diversi, affetto e devozione, come se non potesse essere in nessun posto tranne che nelle braccia di Blaine.

Senza paure e per sempre”, rispose Blaine, e quello era un loro piccolo rituale. Ripetere le parole che Blaine aveva usato nella proposta per promettere a Kurt che sarebbe durata per sempre, e anche oltre quello se esisteva.

Si separarono, e Blaine si morse il labbro mille volte prima di lasciare che Kurt finisse di prepararsi.

Ti amo, Kurt. Non immagini neanche quanto.”

Per fortuna avrai tutta la vita per darmene un'idea.”

 

***

 

La manifestazione era durata poco, giusto il tempo di vedere tutto quello che Blaine si era aspettato di vedere. Si era seduto accanto a Cooper e a sua moglie, e per tutto il tempo suo padre aveva sorriso loro come se quello che stessero facendo fosse una cosa carina, una cosa accettabile – quando invece Blaine si sentiva accarpionare la pelle sempre di più ogni minuto che passava. E' bello salvare il mondo, ripeteva suo padre, e la folla applaudiva, e la cosa più triste era che magari nemmeno capivano il motivo per cui lo facevano, per cui erano lì. Magari nemmeno avevano tentato di capirli, i non-morti.

Blaine era stanco quando tornò a casa, si lasciò dare qualche pacca amichevole da Cooper sulla spalla – Coraggio fratellino, lo sai com'è fatto papà – e poi li aveva lasciati per poter tornare a casa da solo, lontano da tutti e da tutto, da quel mondo così lontano e inutile e diverso da non sentirlo più attorno alla pelle.

Fu in quel momento che ricevette quella telefonata.

La telefonata che cambiò la sua vita per sempre.

 

***

 

Ho paura, Blaine.”

Lo so. Ne ho tantissima anche io.”

Sentivano un'insistente vociare provenire dall'altra parte della porta, continue urla di persone che davano ordini con rabbia e impazienza e qualcos'altro, qualcos'altro che sembrava panico, quel panico che smuoveva la gente e avvelenava il cuore e le menti. Kurt si strinse più forte a lui, rannicchiandosi e facendosi piccolo contro il suo corpo, e Blaine gli baciò i capelli.

Ehi. Andrà tutto bene.”

Tutte le case dei loro quartieri erano state evacuate e a loro non era stata data alcuna spiegazione, se non che per il momento era vietato uscire e allontanarsi da quella zona isolata della città in cui erano stati portati. Un buco umido sottoterra in cui erano state ammassate tantissime famiglie, tra cui quella di Blaine e quella di Kurt. Virus, avevano sentito dire, tra un mormorio spaventato e l'altro. Trasforma e rende diversi, avevano detto alcuni, ma purtroppo non era concesso loro sapere altro.

Kurt era aggrappato alla sua maglietta come se da quel gesto dipendesse la sua intera vita. Erano giovani, così giovani; erano sposati da qualche mese e il loro amore era ancora piccolo, inesperto eppure così forte, così forte da bruciare e lacerare ogni piccolo dubbio, ma in quel buco privo di luce, pieni di paura e troppi se e forse, avevano sentito per la prima volta la paura di perdersi.

Cosa sta succedendo, Blaine?”

Blaine appoggiò la fronte sui capelli di Kurt e chiuse gli occhi, e per un attimo desiderò avere la forza di portare Kurt lontano, in un posto dove esisteva solo bellezza e perfezione, proprio come bello e perfetto era lui.

Non lo so, Kurt” ammise, versando una lacrima, perché la verità, quella sporca e inutile e dannata verità, era che Blaine non era così forte. “Non lo so, perdonami.”

 

***

 

“Pronto?”

“Salve, parlo con il signor Anderson?”

Blaine non aveva nemmeno più la forza di correggere il proprio cognome. Dall'altra parte, una voce pungente, meccanica e femminile.

“Sì, sono io.”

“Le parlo dall'istituto di cure di Santa Monica, Ohio. Ci occupiamo di casi affetti di PDS, cioè sindrome da decesso parziale.”

Blaine sentì il suo respiro accelerare. Aveva sentito troppe poche volte quella parola in vita sua – letta in insegne e opuscoli e non so, qualcosa di pubblicitario, forse? Anche se era assurdo a pensarci bene - e francamente non sapeva nemmeno come averci a che fare.

“Non capisco.”, ammise piano, la voce come un soffio. Le mani tremavano e Blaine quasi si vedeva, lì al telefono con gli occhi spalancati e pieni di paure.

“Signor Anderson, in questi casi penso che sia necessario andare dritti al punto. C'è qualcosa che deve sapere.”

“Qualcuno sta male? Riguarda, non so...Burt Hummel? Ha avuto un infarto diversi anni fa e forse ora...”, Blaine non sapeva davvero continuare, perchè la verità era che non sapeva più niente di Burt. Non da quando Kurt non c'era più.

“No, Blaine.”, lo corresse la donna, e per la prima volta Blaine scorse dolcezza nella sua voce. Era controllata, impregnata di un netto dolore, e forse fu in quel momento che Blaine capì che la sua vita stava per cambiare.

“Si tratta di suo marito. Si tratta di Kurt.”

 

***

 

Kurt e Blaine erano nudi e intrecciati nel letto ed erano belli quei momenti, quei momenti in cui erano appena venuti ed esistevano solo loro e sentivano il bisogno fisico di imprimersi l'altro sulla pelle e allora si avvicinavano e si stringevano come se volessero entrare l'uno nell'altro, ma non c'era più sesso, c'era solo pace, pace e serenità e qualcos'altro, qualcosa di grande e di devoto nel modo in cui si guardavano accarezzando porzioni di pelle e spostavano capelli ribelli.

Voglio un figlio con te”, sussurrò Blaine a un certo punto, strofinando il naso contro quello di Kurt. Questo alzò un sopracciglio.

Beh, lo sai che questo non è il metodo giusto, vero?”, Kurt ridacchiò, e Blaine si beò della sua risata, pensando che assomigliasse al tintinnio di una campanella.

No, seriamente. Voglio che allarghiamo questa famiglia.”, ripeté Blaine seriamente. Kurt si morse il labbro, gli occhi piccoli e feriti, e scivolò via dalle sue braccia.

Ne abbiamo già parlato, Blaine.”

Forse non abbastanza.”

A quel punto Kurt si alzò dal letto, meravigliosamente nudo e con le linee del corpo perfettamente distese a formare solchi e netta bellezza e perfezione, e Blaine si perse a guardarlo. Poi Kurt si infilò i boxer e indossò una lunga vestaglia e sparì, e il cuore di Blaine piano piano di distrusse.

Si rivestì anche lui con qualcosa di veloce, e poi lo raggiunse in cucina. Lo trovò sul divano, i capelli in tutte le direzioni e rannicchiato sul bordo, lì a mordicchiarsi le labbra.

Pensi che non siamo pronti?”

Non è quello, Blaine.”

E allora cos'è? C'è un problema, Kurt. Ne dobbiamo parlare.”

Blaine si sedette accanto a Kurt, più vicino possibile, per sentire il calore delle sue membra e per essere sicuro che andasse tutto bene. Kurt non lo guardò, ma nemmeno tentò di allontanarlo.

Non adesso, Blaine.”

Vedi Kurt? Mi stai allontanando. Non riesco a capire cosa c'è che non va, se il problema sono io, siamo noi, perchè tu mi allontani e non vedi quanto questo mi ferisce.”

A quel punto Kurt lo guardò, gli occhi pieni di paure e tristezza e Ti prego scusami, e Blaine allungò una mano per accarezzargli piano una guancia.

Dio, piccolo. Fammi avvicinare. Ne ho bisogno.”

Kurt annuì e si avvicinò a Blaine per farsi stringere, e fu bello quell'abbraccio, perchè c'erano ancora dei pezzi di pelle scoperta in Kurt e Blaine li coprì con il proprio corpo, proteggendolo e promettendogli che non sarebbe cambiato nulla.

Non vuoi una famiglia con me?”

Dio Blaine- no. Non pensarlo nemmeno per un secondo. Non ti azzardare.”

E allora cos'è?”

E'...è complicato.”

Mettimi alla prova.”, sussurrò Blaine tra i suoi capelli. Sentì Kurt sospirare e farsi ancora più piccolo, ed era così vuoto e vulnerabile in quel momento, con una parola lo si poteva spezzare.

C-certo che voglio una famiglia con te, Blaine.”, sussurrò, e non c'era altro che certezza nella sua voce. “Certo che lo voglio. Lo voglio da sempre, da prima che ci fidanzassimo. Forse da prima che tu ti innamorassi di me – e no, non dirmi che te lo sto rinfacciando, è la pura verità. E' una cosa che ha sempre fatto parte di noi, e dio- tu saresti un padre meraviglioso, Blaine. Muoio dalla voglia di vederti con mio figlio o mia figlia tra le braccia.”

Blaine gli baciò una tempia, sperando di alleviare il dolore. “Ma?”

Ma.”, sussurrò Kurt. Giocherellò con le sue stesse dita e non guardò mai Blaine negli occhi. “Ma, quella piccola e assurda e dolorosa parola.” disse piano, e poi si prese il suo tempo per parlare. “...Ma non credo di volerlo fare in questo mondo, Blaine.”

Blaine si morse il labbro, le lacrime che minacciavano di uscire.

Possiamo superarlo, sai? Possiamo farlo insieme.”

Non sto dicendo che non mi fido di noi, Blaine. Di quello che abbiamo. Io l'ho sempre voluta questa famiglia con te, e dio, anche se è così piccola è perfetta, perfetta Blaine. Tu la rendi tale. Ma adottare un bambino adesso, Blaine...non posso fare questo a mio figlio. Non posso crescerlo in questo mondo pieno di mostri e virus e paura.”

Lo sai che il mio non è un capriccio, vero?”, sussurrò Blaine, allacciando le proprie dita a quelle di Kurt. “Non voglio un figlio perchè mi sento incompleto. Lo voglio perchè penso che è qualcosa che fa parte di noi, di quello che siamo sempre stati.”

E lo è.”, sussurrò Kurt. “Lo è, Blaine, ma questa volta non ce la faccio. Non ce la faccio ad essere così forte, non ce la faccio a sorridere a un bambino e dirgli che andrà tutto bene quando so che non andrà tutto bene. Odiami per questo, Blaine, puoi farlo, credo che ti capirei. Va bene se lo fai, ci ho portato via una cosa che abbiamo sempre desiderato.”

E Blaine a quel punto raccolse il volto di Kurt e impresse un bacio lento e umido sulle sue labbra, e quando si staccarono Blaine lo guardò fin dentro l'anima e gli sorrise.

Sei pazzo se pensi che possa odiarti.”

Forse dovresti.”

Forse dovrei baciarti e farti stare zitto.”, borbottò Blaine baciandolo di nuovo, velocemente stavolta, e ridendo dopo. “So perchè lo stai facendo. E forse tu credi di non essere forte, ma quello che hai deciso mi dimostra ancora una volta quanto tu lo sia. Infinitamente.”

Kurt si rannicchiò sul corpo di Blaine, distendendosi e facendosi accarezzare piano i capelli.

E se un giorno mi portassi rancore?”

Perchè mi hai fatto aprire gli occhi? Kurt, non essere ridicolo.”

Non sono senza cuore Blaine, per me è difficile dire di no a una cosa che voglio da quando avevo otto anni.”

Ehi, lo so. Lo so. Tu pensi che non me ne renda conto, ma conosco ogni sfumatura dei tuoi occhi. So quando sei devastato, e ho anche imparato a riconoscere quando hai ragione senza arrabbiarmi. Grazie al cielo non ho più diciassette anni.”

Kurt ridacchiò. “Ti amavo tantissimo già allora.”

Lo so, ti amavo anche io. In quel modo pazzo e buffo e sdolcinato eppure meravigliosamente perfetto”.

Blaine, tu sei ancora pazzo e buffo e sdolcinato, la maggior parte delle volte.”, ammise piano Kurt, accarezzandogli un ginocchio. “E meravigliosamente perfetto, soprattutto quando non ti arrabbi.”

Risero, risero di gusto e si accarezzarono e rimasero fermi sul divano rannicchiati ancora un po'.

Quindi, io e te e basta”, sussurrò Blaine a un certo punto. Kurt percepì il proprio cuore contrarsi.

Io e te e basta.”

Una piccola pausa in cui si udivano solo i loro respiri.

Blaine?”

Mmmmh?”

Lo sai che se fossi forte abbastanza ti darei un nuovo mondo, vero? Un mondo senza paura in cui potremmo crescere i nostri figli come abbiamo sempre desiderato.”

Blaine abbassò il suo corpo per avvinghiarlo a quello di Kurt, ed erano un groviglio di arti e braccia e gambe, la fronte di Blaine sul collo di Kurt.

Lo so piccolo. Credimi, lo so.”

E dopo qualche minuto, insieme, scoppiarono a piangere. Sempre in quello strano groviglio in cui le lacrime si mescolavano e levigavano la pelle che si scontrava dolcemente.

Piansero tutta la notte, e si addormentarono abbracciati il mattino dopo, ancora sul divano della loro cucina.

 

***

 

Blaine corse in bagno, e fece appena in tempo a piegarsi vicino al water prima che il suo stomaco si lacerasse definitivamente. Ci vomitò dentro tutto il caffè di quella mattina, l'incredulità, la sua stessa anima, finchè non sentì più di avere ogni briciola di fiato. Forse a un certo punto perse i sensi perchè davvero, non sentiva più alcun contorno di ciò che lo circondava, il suo stesso corpo aveva perso consistenza, ed era come volare.

Kurt.

Non era possibile. Blaine doveva respirare, solo concentrarsi e respirare e dire a sé stesso che non era possibile che quello stava succedendo-

Kurt è vivo.

Aveva bisogno di aria, aria nei polmoni che fosse fresca e netta e lacerante e che gli ricordasse il motivo per cui viveva, e quindi doveva solo concentrarsi su quel naturale movimento dentro e fuori dentro e fuori dentro e fuori-

E' guarito, ci sono delle procedure da seguire ma se lei è d'accordo può tornare a casa-

Ti prego è uno scherzo il mondo non è un posto così crudele vero Kurt Kurt Kurt ho così bisogno di te ho solo bisogno che tu mi dica cosa devo fare perchè mi hai lasciato perchè mi sei mancato come l'aria e mi sono distrutto e adesso sei vivo io cosa dovrei fare-

Mi amerai qualunque cosa accada, Blaine?

E a quel punto Blaine smise di esistere e si lasciò semplicemente andare, accasciandosi sul pavimento, il mondo che improvvisamente diventava buio.

 

***

 

Blaine?”

Mmmmh?”

Tu li...li odi questi non-morti?”, chiese Kurt un giorno, mentre stavano cenando, i rumori della tv in sottofondo. Blaine aggrottò la fronte, non sapendo bene cosa dire.

Non lo so, Kurt. Credo di non averci mai pensato abbastanza.”

Kurt si mise in bocca un pezzetto di pomodoro. “Io non credo di odiarli, Blaine.”

E' nobile come pensiero.”

Sto studiando i loro comportamenti, sai...guardo un po' di notizie di qua e di là, e loro...loro non uccidono perchè vogliono. Non hanno scelta.”

Kurt, fanno del male alle persone.”

Lo so, non sto dicendo che sono innocenti. Sto dicendo che hanno una giustificazione.”

In te è concentrato tutto il bene del mondo, amore mio. Lo so che non ci riesci ad odiarli.”

Vorrei che non lo facessi nemmeno tu.”, sussurrò Kurt alzando piano lo sguardo. “Non hanno deciso di essere così, Blaine. Ce l'avevano anche loro un cuore, e magari un marito che preparava loro un'insalata buonissima.”

Blaine rise a quel complimento. “Okay. Proverò a...a capire, Kurt.”

Kurt sospirò. “Un giorno potrebbe succedere a noi, Blaine.”

Non dirlo neanche per scherzo, Kurt.”

Può succedere a chiunque. Non sono pessimista, dico solo ciò che è reale.”

Kurt, smettila. Ti prego.”, e gli occhi supplichevoli di Blaine avevano messo la parola fine all'insistenza di Kurt.

Scusami.”, soffiò a quel punto, abbassando la testa. “Credo solo di aver bisogno di sentirti dire che non succederà, e che sono pazzo e assolutamente macabro ad avere questi pensieri.”

Blaine accennò un sorriso, un sorriso pieno di affetto e qualcos'altro, qualcosa che assomigliava a disperazione, come a dirgli Non pensarci nemmeno a queste cose perchè non posso e non voglio vivere senza di te.

Non succederà.”, confermò Blaine allungando una mano per appoggiarla a quella di Kurt. “E tu sei pazzo e assolutamente macabro ad avere questi pensieri.”

 

***

 

Blaine fu svegliato da una mano calda sulla fronte e una voce familiare, una voce insistente e netta e spaventata, e quando aprì gli occhi desiderò di non averlo fatto, desiderò di dormire per sempre e non avere un cuore pulsante che praticamente scoppiava nel petto.

“Mi stai spaventando a morte, Blainey.”, sussurrò dolcemente Cooper. “Ho mandato Sarah a prendere delle cose in farmacia. Dio- sono tornato e c'era questo casino in bagno e tu disteso lì per terra...mi è preso un colpo.”

Cooper lo abbracciò nonostante Blaine fosse ancora disteso sul divano, e Blaine sentì una fitta di dolore allo stomaco, e poi al petto, il punto in cui batteva il cuore. A quanto pare stava continuando a vivere. A quanto pare un corpo poteva provare tutto quel dannato dolore.

“Blaine, dì qualcosa.”, sussurrò Cooper, spostandogli un riccio dalla fronte. “E' per il giorno del ricordo? Lo so che è difficile Blaine, ma adesso ti metti a letto e io dico al papà che non ti puoi muovere, e che si fotta. Dio, lo sa che oggi è il suo giorno.”

Il suo giorno. Il giorno di Kurt, l'anniversario della sua morte. Blaine sentì il cuore scoppiare.

“Coop”, gracchiò, afferrandogli un braccio con così tanta forza da lasciargli i segni.

“Santo cielo, Blainey.” sussurrò Cooper. “Sembra che hai visto un fantasma.”

“Coop, sto soffocando.”

“Respira, Blainey”, disse dolcemente Cooper, aiutandolo a mettersi a sedere. “Respira, avanti, da bravo”.

“Coop, è troppo, mi...mi sembra di non respirare e ho solo bisogno di...”, Blaine chiuse gli occhi di scatto “Non- non ci riesco, non ce la faccio, voglio solo che smetta, che tutto questo dolore smetta, fallo smettere.”

“Okay, chiamo qualcuno”, disse fermamente Cooper, alzandosi per prendere il cellulare che aveva lasciato sopra la mensola. Digitò qualche numero prima che Blaine gli afferrasse entrambe le mani.

Guardò dritto nelle iridi di suo fratello, così chiare e diverse dalle sue, e lo supplicò di capirlo, lo supplicò di scavare a fondo e salvarlo.

“Kurt.”, sussurrò.

“Kurt? Blaine, dio, dimmi cosa devo fare.”

Kurt.”, ripetè Blaine, calde lacrime che cominciavano a scendere. “K-Kurt.”

“Blainey...”, soffiò Cooper, posandogli una mano aperta sulla schiena. “Lo so che è difficile, lo so che ti manca, ma...prova a respirare, va bene? Andrà tutto bene, troveremo il modo.”

“Coop.”, sussurrò disperatamente Blaine tra i singhiozzi, aggrappandosi alla maglietta di suo fratello. “E' vivo, Coop. E' vivo.”

Cooper ansimò, un suono che assomigliava a un rantolo. “C-cosa...dio Blaine è meraviglioso, ma come- come...”

“E' uno di loro, Coop.”, ammise Blaine a quel punto, lasciandosi andare tra le braccia di suo fratello. Non piangeva in quel modo da quando era morto Kurt, pochi mesi prima che anche sua madre li lasciasse. “E' uno di loro, eppure non me ne frega niente.”

 

***

 

“Di che colore avevi gli occhi?”

Kurt era in fila per raccogliere le lenti a contatto e un set di materiali per la pelle che la aiutasse a mostrare il suo aspetto più naturale. L'infermiere davanti a lui lo guardava con aria impaziente e sembrava avere fretta, e a Kurt piaceva rendere difficile le vite degli altri, soprattutto quando erano degli emeriti cazzoni.

“Diamoci una mossa. Di che colore avevi gli occhi? Marroni, verdi, azzurri?”

“Un miscuglio tra il grigio, l'azzurro tendente al blu e il verde.” sussurrò Kurt. “Con una sfumatura di giallo vicino alla pupilla.”, aggiunse.

Proprio come gli diceva sempre Blaine.

“Smetti di fare lo spiritoso. Blu andranno benissimo.”

Kurt accettò le scatole con le lenti a contatto e i cosmetici per la pelle, borbottando un “coglione” a fior di labbra, e poi uscì dalla fila. Gli si avvicinò un'infermiera, la sua preferita, quella che si chiamava Brittany.

“Ci dispiace per il colore dei tuoi occhi. Le lenti purtroppo non potranno ridarti il tuo colore naturale”.

“Non che me lo aspettassi.” borbottò Kurt. “Volevo solo dargli del filo da torcere.”

Brittany ridacchiò, quella risata delicata che assomigliava a un tintinnio di campanellini. Poi gli accarezzò piano i capelli.

“Mmmh, sono piuttosto lunghi.”, commentò dolcemente. “E' ora di tagliarli”.

Kurt annuì e andò a sedersi con Brittany su una panchina. Rimasero a fissare la fila di persone – persone, potevano davvero essere chiamate così? - scorrere davanti a loro. Kurt a un certo punto prese un bel respiro e decide di parlare.

“Avete...uhm, chiamato Blaine?”

“Sì, Kurt. Proprio stamattina.”

Una pausa in cui Kurt percepì il proprio cuore diventare pensante.

“E?”

“Nessuna notizia certa, per adesso.”

“Ma avrà detto qualcosa. Deve aver detto qualcosa, Brittany.”

“A me non è concesso saperlo.”, ammise. “Ma se ci saranno delle novità mi assicurerò di venire a dirtelo.”

Kurt si mordicchiò le labbra e cominciò a torturarsi le mani.

“Lui non verrà, vero?”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Avrebbe detto qualcosa. Qualunque cosa. E' spaventato, non verrà. L'ho ferito troppo.”

“Lo hai ferito...Kurt. Quello che ti è successo non è colpa tua, e Blaine lo sa. Fidati di lui.”

“Io mi fido di lui completamente.”, ammise Kurt piano. “Ma è difficile amare un mostro, Brittany. E' difficile amare una persona che ti ha strappato il cuore andandosene.”

“...prova a credere che lui sia forte abbastanza.”

“La forza a volte non basta, Brit. Venire a riprendermi sarebbe come strapparsi un pezzetto di cuore. Doloroso e controproducente.”

Brittany calciò via qualcosa di invisibile agli occhi di Kurt.

“Se tu fossi Blaine e Blaine fosse quello che sei tu, avresti rinunciato a lui?”

“Non si tratta di rinunciare, Brit-”

“Rispondi alla domanda.”

In realtà Kurt non doveva nemmeno pensarci sopra più di tanto.

“No. Mai.”

Brittany sorrise. “Allora credo che tu abbia la tua risposta.”

 

***

 

Blaine era in camera a fissare il vuoto, le parole che gli aveva detto suo padre che gli rimbombavano nelle orecchie e spezzavano a fondo la carne, come se fosse un coltello – E' una situazione difficile figliolo, ma ti rendi conto che va contro i nostri principi, e adesso lui è esattamente come gli altri, pericoloso e insignificante.

Kurt. Il suo Kurt, pericoloso e insignificante.

Mai. Kurt è perfetto e meraviglioso e bellissimo e tu, dio, tu non ti devi permettere-

Ma non aveva risposto così. Si era limitato ad annuire, in silenzio, il labbro inferiore che tremava come mai in vita sua.

“Lo lascerò andare, papà.”, aveva sussurrato Blaine.

“Bravo, Blaine. So che puoi farlo, lo hai già fatto una volta. E' la scelta giusta.”

E poi era corso in camera sua, lì rannicchiato in un pezzo di letto con la fede in mano e la loro foto, la foto del ballo scolastico del loro senior year, quella in cui Kurt sorrideva così serenamente mentre ballavano vicini e senza paure, Blaine con tutti quei riccioli che svolazzavano verso l'alto. L'accarezzò con la punta delle dita e lasciò che qualche lacrima cadesse, calda e lenta, piccole gocce che solcavano le sue guance fresche. Non si curò nemmeno di scacciarle via, le tenne lì come un promemoria.

E dopo diversi minuti la porta della sua camera si spalancò e Cooper era lì, gli occhi enormi e quella sua dannata abitudine di puntare il dito.

Tu”, disse fermamente “Tu non puoi aver detto sul serio. Non puoi rinunciare a lui così.”

“Coop...”

“No, ti ho sentito, con papà! Ascolta, lo so che sarebbe un casino pazzesco, ma non puoi lasciarlo andare. Non puoi, lui...lui lo avrebbe fatto per te. Dio, già me lo immagino Kurt che combatte contro il mondo per venire a riprenderti. Sei. Il. Suo. Fottuto. Marito. Blaine.”

“Coop.”, sussurrò Blaine, un soffio più che altro. Era così stanco, così tanto da credere di potersi addormentare, ma doveva resistere. “Io non lo lascio andare.”

Gli occhi di Cooper si allargarono di poco.

“Cos- davvero?”

“E' l'amore della mia vita, Cooper.”, disse semplicemente Blaine, e sperò che quello bastasse. “L'ho perso una volta, non ho alcuna intenzione di perderlo di nuovo.”

Cooper annuì. Afferrò la sedia che era sistemata vicino alla scrivania e ci sedette sopra, mettendosi di fronte a Blaine.

“Dio, quindi...lo fai davvero?”

“Lui lo avrebbe fatto per me.”

“Ma non lo fai per questo. Perchè devi.”

“No. Perchè voglio. E perchè non ho scelta. E in qualche modo non mi interessa averla.”, sussurrò Blaine. “Lo rivoglio indietro. Dio, rivoglio lui, la mia vita con lui, rivoglio tutto.”

“Lo sai che sarà tutto diverso da prima, vero?”, chiese Cooper, una vena di tristezza nella voce.

“Lo so, solo...lui ne vale la pena. Vale più di tutto, più della paura e del mio cuore infranto. Lo voglio, Coop. Dio, lo voglio vedere così tanto che smetto di respirare a volte.”

Cooper annuì e si avvicinò ulteriormente a Blaine. “Come...come farai con papà?”

“Gli mentirò.”, disse senza tanti sotterfugi Blaine. “Uhm, cercherò...cercherò un appartamento lontano da qui e mi trasferirò lì. Mi inventerò qualcosa. Kurt torna a casa, papà non mi impedirà di fare un bel niente.”

“Blaine...”

“Proverò a vedere se il nostro vecchio appartamento è ancora in vendita.”, sussurrò Blaine. “Porterò lì le nostre cose, e farò in modo di farà funzionare. Andrà bene, staremo bene. Ci saranno delle procedure da seguire e le infermiere hanno detto che devo prepararmi perchè lui...lui non sarà più lo stesso, e...”

“Respira, Blainey”, disse dolcemente Cooper. “Ehi, andrà tutto bene.”

“Non...non lo so. Lo spero. No so se sono capace di essere forte per entrambi.”

“Lui ti aiuterà. E' sempre Kurt.”

“E' sempre Kurt”, ripetè Blaine, abbassando lo sguardo. Portò la foto sul cuore, lì al centro del petto. “Dio, il mio Kurt.”, singhiozzò, e Cooper lo raccolse proprio mentre stava per lasciarsi andare e cadere sul letto.

“Piangi, Blaine.”, gli disse piano Cooper, sistemandosi il corpo di Blaine in grembo. Anche da ragazzini lo facevano sempre, quando qualcosa andava storto. “Piangi, va bene così.”

“E' vivo, Coop.”, singhiozzò Blaine, rischiando di soffocare, ma non gli importava niente. Davvero, per una volta piangeva ma era felice e distrutto al contempo, e sentiva di poterci riuscire. Per Kurt poteva riuscirci a distruggersi e tornare in pezzi. “Kurt è vivo.”

***

 

Kurt era seduto per terra, la schiena appoggiata contro il letto del suo dormitorio, completamente solo. Di tanto in tanto giocherellava con le dita, e lì, vicino a lui, c'era ancora la scatola di lenti a contatto che gli avevano dato qualche giorno prima. Aveva letto le istruzioni per capire come si dovevano mettere, e a quanto pare non sembrava una procedura così difficile. I suoi occhi sarebbero tornati a brillare di un colore naturale, un blu intenso che avrebbe coperto l'attuale stato del suo occhio, nero al centro per la piccola pupilla e contornato da una venatura di bianco e azzurro. Non ne era certo, si era guardato allo specchio solo una volta e dopo era scoppiato a piangere perché non si era nemmeno riconosciuto. Era una reazione che avevano in pochi, gli aveva detto una volta il dottor Brown. Pochissimi non-morti tornavano indietro ed erano in grado di piangere. Kurt per qualche strana ragione ricordava come fare, anche se a volte desiderava non farlo. Desiderava essere come gli altri per una volta - e non speciale, non diverso.

A un certo punto la porta del dormitorio si aprì, e dopo qualche piccolo passo accanto a lui apparve Brittany. Si sedette accanto a lui, distendendo le lunghe gambe vicino a quelle di Kurt.

“Bella o brutta giornata?”, sussurrò.

Kurt grugnì. “Penso nessuna delle due.”

“Hai provato a indossare le lenti?”

“Ancora no.”, ammise Kurt. “E' brutto pensare che i miei occhi non saranno mai davvero come prima.”

“Lo so. Capisco.”, sussurrò lei piano. Poi gli prese una mano fra le sue e cominciò a giocherellarci.

“Ricordi che ti avevo detto che sarei venuta a parlarti se si fosse mosso qualcosa.”

Kurt annuì, con il cuore in gola. Non aveva nemmeno il coraggio di ruotare il capo per guardare Brittany in faccia.

“Blaine ha chiamato stamattina.”

Il mondo si fermò, e il respiro di Kurt con lui.

“...ha detto che è pronto a fare questa cosa.”, soffiò Brittany, il sorriso sulle sue labbra che si allargava inesorabilmente. “Ha detto che viene a prenderti.”

 

Promettimi che qualunque cosa accada, Blaine, qualunque, un pezzetto del tuo cuore rimarrà comunque mio. Anche piccolo, anche insignificante; tu promettimi che lo lascerai per me. A me basterà. Sarà la cosa più bella del mondo, e potrò dire che mi hai amato. Senza paure e per sempre.”

...Te lo prometto, Kurt.”

 

Una pausa, e poi il mondo di Kurt fu inondato dalle lacrime, una gioia mischiata alla paura e al rammarico e alla rabbia – dio, perché non possiamo avere di più? Perché mi permetti di farti questo? - e all'amore, Kurt aveva ancora tanto di quell'amore da dare, che per un momento si scordò di cosa era diventato, di che cosa li aspettava al di là di quelle mura. Cadde di lato, tra le braccia di Brittany, e lì pianse, un pianto fatto di urla e sospiri e singhiozzi e fiato che scivolava via e parole come Non è giusto e Lo amo così tanto, ma comunque niente, niente sarebbe mai stato abbastanza per quello che Blaine aveva appena scelto per loro.

E dopo un tempo infinito Kurt chiuse gli occhi e permise a sé stesso di dormire in un mondo formato da incubi e sogni in cui Blaine era tornato da lui, e i contorni del suo viso erano così netti e precisi nel suo cuore da credere che tutto quello avrebbe comunque portato a qualcosa.

.





 

.




 

.

Oh, uhm. So cosa state pensando. Hai già una long in corso, perché diamine cominci a pubblicare anche questa cosa? Beh, la verità è che non lo so nemmeno io,è che sto lavorando a questo progetto da un po' e volevo semplicemente farvela conoscere.

Non è niente di che, me ne rendo conto. Sarà una mini-long di massimo una decina di capitoli, anche meno, interamente basata sul telefilm “In the flesh”, che consiglio caldamente a chiunque di vedere – ma, se siete qui senza averlo mai visto provate a dare alla storia una possibilità, se vi piace il genere.

E niente, alcune cose della storia originale compariranno, ma cercherò di discostarmi dalla trama il più possibile – e sì, ci sarà decisamente molto più amore, perché andiamo, sono sempre i Klaine. E chi mi conosce sa che non ci riesco a non metterci un po' d'amore dappertutto, anche quando sembra tutto buio.

E' un progetto piccolo, qualcosa che mi andava di fare perché come dico sempre i Klaine ci stanno bene ovunque – e un po' per questo, vi sarei eternamente grata se mi faceste sapere cosa ne pensate. Non so ancora quando aggiornerò, ma lo farò. La storia è quasi già tutta scritta, quindi la porterò a termine.

Grazie anche solo di essere arrivati fin qui – e se delle cose sono poco chiare, non esitate a contattarmi!

La mia pagina facebook, qui

E qui il link all'altra long Klaine che ho in corso.

 

Un bacio grande,

Je <3

(A tutte le ragazze che mi avevano consigliato il telefilm, perchè senza di loro questa cosa non sarebbe qui. E alle ragazze del Sevensome, che mi hanno dato la spinta necessaria. E naturalmente alla mia sorellina, che ha letto senza fare domande, e che per qualche ragione mi sopporta ancora).

   
 
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