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Autore: Briskal    05/11/2014    11 recensioni
«La odi così tanto?» chiese la ragazza lupo fissandola con due occhi carichi di lacrime.
«Non so di cosa accidenti tu stia parlando, Miss Lucas»
«Di Emma. Il tuo odio per lei si spinge fino a questo punto?»
Regina incrociò le braccia con fare seccato. «Quello che è successo tra me e Miss Swan non è affar tuo. Non riguarda nessuno di voi. A proposito, puoi dirle che il patetico tentativo di mandare il suo fedele cucciolo ad intercedere per lei è fallito. Non voglio parlarle. Non voglio più avere niente a che fare con lei»
[Swan-Queen, come sempre]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, sono viva e sono qui! Giuro che non sono un fantasma! XD
Mi dispiace non aver postato niente, ultimamente, ma sono stata un po' impegnata a lavoro. :/ In compenso, però, nei pochi momenti di libertà ho scritto qualche cosuccia. Per stavolta niente spoiler: per le fanfic “spoilerose” vorrei aspettare almeno il finale invernale, anche perché così avrò le idee più chiare sul da farsi. Però posso anticiparvi già da ora che ho scritto il mio futuro “regalo di natale” per voi che mi seguite sempre.

Comunque! La fic si discosta totalmente dalla quarta serie, a parte per il ritorno di Marian che oramai conosciamo tutti quanti.

Disclaimer: i personaggi di OUAT non mi appartengono

 

Non te ne andare

 

Tre mesi. Erano trascorsi tre lunghissimi mesi dal ritorno di Marian. Novanta giorni in cui Regina era praticamente scomparsa dalla vita sociale di Storybrooke. Non aveva avuto più nessun contatto, ad esclusione di Henry. Emma aveva tentato in tutti i modi di chiederle perdono, ma la donna si era sempre rifiutata di vederla. Al telefono non rispondeva e non usciva quasi più da casa. L'unico che aveva una minima voce in capitolo era suo figlio, ma nemmeno lui era riuscito a smuoverla: per lei Emma Swan era morta. E con lei tutti gli altri. Tinker Bell inclusa. Persino Robin, che aveva preferito sua moglie a lei. Alla fine c'era da aspettarselo: i cattivi non hanno mai un lieto fine, e Regina non faceva certo eccezione.

Era una notte piuttosto fredda, quando fu svegliata da uno spiffero di aria gelida. Quella giornata era stata particolarmente stressante per lei, ed aveva distrutto mezza casa, prima di usare nuovamente la magia per rimettere tutto in ordine. Evidentemente aveva dimenticato di aggiustare un vetro, e quando si avvicinò per capire se il vento provenisse davvero dalla finestra, la sua attenzione fu attirata dal bagliore di un incendio. Si svegliò del tutto quando sentì le sirene spiegate di un'ambulanza: doveva essere successo qualcosa di grave non molto lontano. Dentro di sé sapeva che qualcuno era rimasto ferito, ma il suo orgoglio non le aveva permesso di correre in aiuto del malcapitato. E perché mai avrebbe dovuto farlo, tra l'altro? Chiunque fosse, era un abitante di Storybrooke, e quello che succedeva in quella dannata cittadina non era più affar suo.
Quando le cose sembrarono acquietarsi, però, con l'aiuto dell'oscurità e presa dalla curiosità uscì di casa per indagare. Arrivata sul posto, poco distante da Mifflin Street, trovò una carcassa d'auto totalmente incendiata, talmente accartocciata che non si capiva il modello della macchina. L'area era stata delimitata da un nastro nero e giallo con le lettere SPD in bianco. Storybrooke Police Department: lo sceriffo era quindi intervenuto sul posto per i rilievi. Peccato che quella dannata idiota avesse lasciato ancora l'auto in bella vista. Probabilmente l'avrebbe fatta rimuovere al mattino.
Sbuffò, guardandosi ancora attorno e vide per terra i segni di una frenata interrotta bruscamente. Chi guidava, probabilmente, si era accorto troppo tardi della lastra di ghiaccio formatasi sull'asfalto e l'impatto con il muro di una casa vicina era stato devastante. Chiunque fosse stato l'imbecille che si era messo a correre d'inverno per le strade di Storybrooke di sicuro era morto.
Una brutta sensazione si fece largo nel suo petto, e si portò la mano sul cuore per un momento. Scacciò di forza un brutto pensiero che le era balenato per la testa e si costrinse a tornare dritta a casa.

Non pensò più all'incidente, anche se quella brutta sensazione era rimasta. Non riusciva a spiegarsi il perché, dato che aveva sentito Henry via sms proprio la mattina dopo l'accaduto e sembrava che tutto procedesse per il meglio. Il panico la pervase di nuovo, però, quando dopo circa due giorni Ruby bussò alla sua porta.
«La odi così tanto?» chiese la ragazza lupo fissandola con due occhi carichi di lacrime.
«Non so di cosa accidenti tu stia parlando, Miss Lucas»
«Di Emma. Il tuo odio per lei si spinge fino a questo punto?»
Regina incrociò le braccia con fare seccato. «Quello che è successo tra me e Miss Swan non è affar tuo. Non riguarda nessuno di voi. A proposito, puoi dirle che il patetico tentativo di mandare il suo fedele cucciolo ad intercedere per lei è fallito. Non voglio parlarle. Non voglio più avere niente a che fare con lei»
Ruby non demorse: Henry le aveva dato un compito, e lei lo avrebbe portato a termine. Era preparata a quel tipo di risposta e già sapeva come controbattere. Tra l'altro, in gioco c'era sul serio la vita di Emma, e valeva la pena provare. «Sta morendo, dannazione! Il tuo odio è così forte da non andare nemmeno in ospedale per vederla un'ultima volta? Credevo che fossi cambiata, Regina» urlò, asciugandosi le lacrime che avevano iniziato a rotolarle sulle guance.
La donna avvertì una brutta fitta al petto nel sentire quelle parole. E il dolore fu tale che a stento riuscì ad appoggiarsi allo stipite della porta; la mano ancora una volta era volata all'altezza del cuore. Guardò Ruby come se avesse ricevuto un violento schiaffo in pieno viso. «C-cosa? Emma... lei non...»
Bingo! Ah, Henry, hai avuto la freddezza di non avvisarla perché sapevi che avrebbe reagito così. Spero davvero che tu abbia ragione riguardo i suoi sentimenti, pensò la giovane. «Oh mio Dio. Tu... tu non lo sai» balbettò la ragazza lupo continuando la sua formidabile interpretazione. «Tu non lo sai...»
«Cosa? Cosa dovrei sapere, Miss Lucas» soffiò Regina, mentre nella sua testa si erano materializzate le immagini della macchina carbonizzata.
«Emma ha avuto un brutto incidente, tre giorni fa. Ha perso il controllo del suo Bug e si è schiantata contro un muro, poco distante da qui. La macchina ha preso fuoco ed i pompieri hanno faticato non poco per tirarla fuori. Metà del suo corpo è ustionato; Whale sta facendo di tutto per tenerla in vita, ma ci sono poche speranze»
Regina la fissò per un attimo, poi tutto diventò nero.

 

Si risvegliò poco dopo nel suo salotto. La ragazza l'aveva adagiata sul divano e le aveva messo un panno bagnato in testa.
«É... un brutto scherzo per farmi parlare con lei, vero?» domandò debolmente, guardando Ruby dritta negli occhi.
L'altra sospirò, tirando su con il naso: ora non aveva certo bisogno di fingere tristezza. «Purtroppo no»
Regina deglutì a fatica. «Perché non mi avete avvisata?»
«Credevo che Henry te l'avesse detto. Per questo sono venuta qui stamattina. Ero così arrabbiata con te, Maestà. Tu non ti sei fatta vedere in ospedale e... Emma... lei non ha fatto altro che chiedere di te, prima di perdere conoscenza. Oggi è il secondo giorno che dorme»
Il sindaco cercò di riprendere fiato, mentre il cuore martellava nel suo petto velocemente: se non si fosse calmata, era quasi certa che le sarebbe venuto un infarto.
«Snow è distrutta, e si sta facendo forza solo ed esclusivamente per Neal e Henry. Non parla con nessuno: è semplicemente assente. Fa le cose meccanicamente... sembra un automa. David fa da spola tra l'ospedale e la stazione: non so come faccia a rimanere in piedi. Stiamo cercando di dare una mano tutti quanti. Anche Tinker si è offerta di aiutare: in questi mesi si è molto avvicinata ad Emma»
«Gold.... avete parlato con lui?» domandò Regina sentendo la gola secca.
Ruby annuì. «Non può fare nulla. Ha guarito un po' le sue ustioni con qualche intruglio, ed effettivamente è stata meglio. Magari a lungo andare quelle ferite potrebbero anche guarire con la magia, ma il problema è un altro...»
«Quale?»
«Emma si è lasciata andare. Più che coma, sembra si sia autoindotta una maledizione del sonno. Gold ne è convinto e se lo dice lui...» mormorò la ragazza lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, e stavolta non fingeva.
«Lei non può! Non può fare una cosa simile! É ancora inesperta, è inaudito!» urlò la donna alzandosi di scatto. «Non può lasciarsi andare. Henry, lei ha Henry! Deve combattere per lui»
Ruby abbozzò un sorriso triste. «Henry ha provato a baciarle la fronte, sperando nel True Love. Purtroppo non è successo nulla»
«Che dire di quel...Hook?! Lui la ama, no?»
«Il True Love funziona solo se entrambe le parti sono innamorate, lo sai»
«Che cosa... Che cosa stai dicendo?»
«Hook ha lasciato la città dopo nemmeno due settimane dall'incidente con Marian. Lei si è rifiutata di stare con lui, nonostante le sue preghiere. Ha detto che avrebbe dovuto pensare a te... che eri la sua priorità. Diciamoci la verità, lei era attratta dal pirata, ma da qui a parlare di vero amore ce ne passa. Il suo unico obiettivo era riconquistare la tua fiducia in qualche modo...poi c'è stato l'incidente e ora lei dorme, Maestà, e non ha intenzione di svegliarsi. Sta morendo. Si indebolisce giorno dopo giorno. Noi non sappiamo più che fare»
Regina dovette fare appello a tutte le sue forze per non svenire di nuovo. Si portò ancora una volta la mano sul cuore e lentamente prese posto di nuovo sul divano. «L'incidente. Ho visto i resti dell'auto... perché era qui?»
La ragazza si passò una mano tra i capelli con fare nervoso; sarebbe stata una risposta cruciale, la sua, e non avrebbe potuto fallire. «Per te» le rispose con un filo di voce. «Lei è sempre stata nei paraggi, Maestà. Per tre mesi. Quando la prima notte i vicini hanno segnalato dei rumori nella tua villa, lei si è precipitata qui per vedere se stessi bene. E vorrei sottolineare il fatto che davvero era preoccupata per la tua salute, non che potessi scagliare chissà quale maledizione: lei ha sempre avuto fiducia in te. Quella sera c'ero anche io: avevi devastato casa. Avevi distrutto tutto ciò che ti era capitato sotto mano. Nel rumore e nella confusione non ti sei accorta di noi; Emma è rimasta anche ferita dallo scoppio di una finestra, ed è stato allora che è crollata. Per la prima volta ho visto la mia migliore amica piangere, e non era certo per il dolore del taglio provocato dai vetri. Piangeva per te. Non sapeva come aiutarti, e più passavano i giorni, più era in ansia per la tua salute. Ogni notte, con calma prendeva un caffè da asporto alla tavola calda e si sistemava con il suo Bug a pochi isolati di distanza, tanto da poterti controllare e intervenire in caso di bisogno»
Era stato un bene che Regina fosse seduta, perché un senso di colpa si stava facendo largo nel suo petto: nonostante tutto, Emma aveva continuato a preoccuparsi per lei. «Perché quella notte si è precipitata qui sapendo che le strade non sono sicure?»
Stavolta Ruby la fissò imbarazzata. «Tinker Bell»
«Che c'entra quella dannata fata in questa storia?»
«Lei ed Emma sono diventate amiche, e hanno parlato spesso di te. Quella sera eravamo da Granny. Le ha raccontato della Pixie Dust e di come l'ha usata per trovare l'uomo con il tatuaggio del leone sul braccio. La tua anima gemella. Emma le ha chiesto se ci fosse stato un errore, perché Marian era tornata indietro e non era certo prevista una cosa simile...»
«La polvere non sbaglia mai»
«É vero, Maestà, ma Tinker ci ha detto che probabilmente la tua “anima gemella” era semplicemente cambiata»
Regina trasalì. «C-come?»
«Quando hai rinunciato a lui la prima volta che l'hai visto, automaticamente la polvere si è annullata, e Robin ha trovato un altro lieto fine: sua moglie. Lui appartiene a lei, e lo sai anche tu: ci si ritrova sempre, in un modo o nell'altro. Il fatto che Emma abbia riportato qui Lady Marian è stato semplicemente voluto dal destino. Loro sono fatti per stare insieme. Quando Emma ha capito che avresti potuto avere ancora una speranza per il tuo lieto fine, è corsa via con il suo Bug, con l'intenzione di parlare con te una volta per tutte. Tinker ed io abbiamo cercato invano di fermarla. Ci abbiamo provato, lo giuro su tutto ciò che ho di più caro, ma sai com'è fatta...»
Regina restò a fissarla a bocca aperta. Tutto. Aveva sbagliato tutto, come al solito. Era rimasta accecata dalla rabbia ancora una volta, e non aveva visto ciò che era più logico. Più che altro non aveva voluto vedere. Ruby aveva ragione: Robin avrebbe sempre scelto sua moglie. Lady Marian era nel suo destino, per questo lo aveva ritrovato. Emma era stata solo un mezzo. Lei non sapeva chi fosse in realtà, e di questo doveva dargliene atto. Robin Hood era l'uomo con il tatuaggio del leone, ma lei aveva perso l'occasione per stare con lui tanti anni prima. Con quella rinuncia, aveva consegnato la sua anima gemella ad un'altra persona. La Pixie Dust non aveva sbagliato, aveva semplicemente cambiato il suo percorso, regalando a Robin il lieto fine a cui lei aveva rinunciato. Per questo nelle favole e nelle leggende lui e Lady Marian erano sempre stati insieme. Certo, aveva un senso. «É tutta colpa mia» mormorò, tenendo lo sguardo basso.
Ruby allungò una mano stringendole la spalla. «No. É stata colpa del ghiaccio e del suo essere così impulsiva. Sai come sono fatti i Charming: fanno le cose senza pensare alle conseguenze»
Il pensiero della donna volò alla sua ex nemesi: si erano riavvicinate poco prima della nascita di Neal. «Snow mi starà odiando. Per colpa mia, sta perdendo di nuovo sua figlia»
La ragazza strinse un po' più la presa. «Nessuno ti odia, Regina, è stato un incidente. Sarebbe potuto succedere anche se fosse tornata verso casa; il ghiaccio è una brutta bestia, lo sai. Snow ti vuole bene, non ti incolpa proprio di nulla. Tu non c'entri, te lo posso assicurare.»
«Perché Henry non mi ha detto nulla? Ci siamo scambiati sms proprio la mattina dopo»
«Lui ha saputo dell'incidente solo la sera. David e Snow hanno preferito raccontargli tutto con calma, soprattutto perché il ragazzino è sempre una fonte inesauribile di domande, e loro avrebbero dovuto rispondere ad ognuna di esse. Così gliel'hanno detto solo dopo aver capito come stesse la situazione in ospedale»
«Per questo mi ha risposto come se nulla fosse»
Ruby annuì. «A questo punto direi di sì. Non sapeva ancora niente. Era convinto che Emma stesse alla stazione di polizia come ogni giorno. Per lui non è stato strano non vedere Snow a scuola; dopo la nascita di Neal spesso sua nonna si è presa qualche giorno di vacanza per stare vicino al piccolo. Henry non ha sospettato di nulla. Sinceramente non so perché non ti abbia avvisata, una volta scoperto l'incidente»
Regina deglutì a fatica. «M-magari avrà pensato che sono ritornata ad essere una spietata strega, e che non mi importasse di sua madre...»
«Non dirlo nemmeno per scherzo, Regina» la ammonì la ragazza con cipiglio serio. «Avevi la possibilità di essere felice e ti è stata portata via di nuovo, eppure siamo ancora tutti qui, vivi e vegeti con i nostri ricordi. Henry ti vuole bene... e poi che ne sai? Forse c'è una spiegazione molto semplice: non ti è arrivato il suo messaggio. Non è mica la prima volta che questi diabolici cellulari combinano un casino»
L'altra annuì. «Non hai tutti i torti... ma gli altri? Posso capire che Snow e David siano talmente stravolti da dimenticarsi di me, ma tutti voi sapevate cosa fosse successo, perché non avete provato a contattarmi?»
«Io non voglio cercare una scusa con te, Regina. Ero convinta che Henry ti avesse avvisata, e onestamente non so cosa sia andato storto. Non ti ho vista per due giorni, dopo l'incidente, e ho pensato che non ti interessasse il destino di Emma, anche se vi eravate avvicinate parecchio, prima dei casini con Marian. Sono venuta qui per dirtene di tutti i colori e me ne vergogno: tu non sapevi nulla. Sono partita prevenuta come al solito e ho sbagliato. Perdonami»
Un velo di tristezza si dipinse sul bel viso di Regina Mills: come biasimare Ruby? Era sempre stato così. Nessuno si era mai preso la briga di coinvolgerla, nessuno aveva mai avuto fiducia in lei o preso le sue difese. Solo Emma.
La ragazza lupo si alzò, spazzolandosi i pantaloni. «Forse questa storia potrebbe servirci per chiarire una volta per tutte un punto di fondamentale importanza: tu fai parte della nostra comunità. Ci hai salvato due volte, nonostante tutto. Noialtri dobbiamo smetterla di considerarti una persona cattiva. La Evil Queen non esiste più. Emma ha ragione: tu sei solo Regina. Dovremmo preoccuparci di più per te, e guardarti come lo fa lei. Perché lei ha un modo tutto suo di guardarti. Lei vede in te qualcosa che noi abbiamo sempre ignorato.»
La donna rimase in silenzio a fissarla. Gli occhi chiari di Ruby le ricordavano quelli dello Sceriffo: erano tanto sinceri. Abbozzò un sorriso stanco, grata per quelle parole; era vero, Emma l'aveva sempre trattata diversamente dagli altri.
«Io devo andare in ospedale» disse infine Ruby. «il turno di Tinker finisce tra poco e tocca a me stare al suo capezzale. Se... se posso chiederti un favore, ora sai cos'è successo. Non so cosa accadrà in queste ore, ma ti prego... va da lei: non ha fatto altro che sussurrare il tuo nome. Per quel che può valere, ti vuole davvero bene, e se posso azzardare, anche più di quel che vuole ammettere a se stessa» concluse, guardandola con occhi tristi, per poi uscire di casa. Subito dopo, digitò un sms a Henry per avvisarlo che forse Regina avrebbe fatto la sua mossa.
«Non ne sono sicura, ma da come ha reagito direi che tua madre tiene molto ad Emma. Spero solo che riesca a capirlo prima che sia troppo tardi»
«Lo capirà. Lei è la nostra ultima speranza. Avvisami se succede qualcosa in ospedale. E grazie per quello che hai fatto, Rubes, lo so che sei ancora scettica, ma credimi, finirà tutto bene!!»


Una volta rimasta da sola, Regina crollò del tutto. Fisicamente ed emotivamente. Si ritrovò a piangere disperatamente sul pavimento, rannicchiata per terra come se fosse un bambino che aveva paura del buio. Certo che Emma le voleva bene, anche se non gliel'aveva mai detto. Le parole sono solo un di più, quando sono supportate dai fatti: e la verità era che Emma l'aveva sempre considerata solo “Regina”, senza appellativi di sorta. Aveva sempre creduto in lei, quando gli altri le puntavano i dito contro. Il loro rapporto era progredito negli anni, e non solo condividevano un figlio, ma anche la magia. Ricordò la sensazione che aveva provato quando avevano aperto insieme il portale dal cappello di Jefferson. Aveva sentito la magia di Emma entrarle dentro. E su Neverland? Avevano spostato la luna insieme. Per non parlare di quello che avevano fatto nelle miniere per salvare Storybrooke.
Forse tu non sarai forte abbastanza, ma insieme, Regina, possiamo farcela”
Sgranò gli occhi all'improvvisa realizzazione: la magia più forte era l'amore. Come avrebbero potuto fare tutte quelle cose insieme se non ci fosse stato amore, lì, nel profondo, anche se inconsapevole? Come aveva potuto essere così cieca? Tutto ciò che aveva sempre desiderato era sempre stato davanti ai suoi occhi.
Rimase ferma sul pavimento per qualche minuto, prima di usare il suo potere e portarsi finalmente nella stanza dell'ospedale dove Emma era ricoverata: doveva vederla.
Tinker Bell era appena uscita, e Ruby probabilmente sarebbe arrivata a breve. Aveva il tempo di vedere la Salvatrice senza essere notata.
Lentamente spostò il separé davanti al letto di Emma, ma non appena vide la ragazza con la testa e metà faccia totalmente fasciata, le gambe cedettero e cadde in ginocchio per terra; una mano alla bocca per soffocare un grido, l'altra sul cuore che le faceva male. Scoppiò a piangere di nuovo, mormorando il nome dello Sceriffo tra i singhiozzi.
Quando trovò la forza di rialzarsi, prese posto sul letto vicino a lei. Emma era immobile. Non solo metà del suo corpo era bendato, ma anche l'altra metà portava i segni dell'incidente. Il naso era piuttosto gonfio e aveva il sopracciglio spaccato; probabilmente aveva battuto la testa sul cruscotto nell'impatto.
«Quante? Quante volte ti ho detto di usare la cintura di sicurezza, Miss Swan? Quante volte ti ho ripetuto di non correre con quella tua dannata trappola gialla? Perché non hai usato la magia per uscire fuori dal tuo maledetto Bug?» mormorò, sfiorandole una mano, «dovrei essere felice di vederti soffrire in questo modo, per quello che mi hai fatto, ma non ci riesco. Mi sento così male! Vorrei solo strapparmi il cuore e gettarlo via, eppure sono convinta che anche senza di quello mi sentirei allo stesso modo. Mi fai stare così male e ti odio per questo. Dovresti svegliarti, sai? Così potrei dirti in faccia che sei una dannata idiota! Sei una dannata idiota, Miss Swan, mi senti?» le chiese, crollando sul petto della ragazza, scoppiando a piangere di nuovo, «rispondimi... Emma.»

 

Fuori dalla stanza, Ruby e Tinker Bell guardavano incredule la scena. La Fata avrebbe voluto entrare per consolare in qualche modo la sua vecchia amica, ma la ragazza lupo le fece cenno di non interferire.
«Vedi anche tu quello che vedo io, vero? Non ho le traveggole. L'ho convinta, lei è qui»
Un filo di speranza si accese nel cuore della Fata. «Tu e Henry siete sicuri che Regina potrebbe aiutare Emma?»
L'altra sospirò. «Non lo so, ma ho piena fiducia in Henry, e se lui crede che sua madre riuscirà a svegliarla, allora ci credo anche io. Tra l'altro, il loro rapporto è sempre stato molto complicato. Hanno discusso, si sono odiate, eppure hanno sempre collaborato insieme per il bene di Henry prima, di Storybrooke poi. Emma ha sempre avuto fiducia in lei. L'ha sempre protetta in qualche modo, e noi non abbiamo mai capito il perché. É una dinamica tutta loro. Una linea sottile tra odio e amore, ma una cosa è certa: tra loro c'è sempre stata una strana attrazione»
«Come lo sai?»
«Istinto. Sono un lupo, ricordi? Sento nell'aria cose che gli altri non riescono a percepire. Ti assicuro che il livello di tensione tra quelle due è straordinario, per non parlare della loro connessione magica»
Tinker sembrò pensarci su. «Mh. Un momento! Che significa che hanno una connessione? Perché in questi mesi non me l'avete mai detto?»
«Se uniscono la loro magia sono invincibili. Hanno aperto un portale una volta, solo toccandosi, e insieme hanno salvato Storybrooke poco prima che Henry finisse su Neverland»
Tinker si passò una mano tra i capelli con fare nervoso. «Ruby» sussurrò con un filo di voce, «aprire un portale non è alla portata di tutti... e tu sai che l'unica magia più potente...»
«É il vero amore, sì. Per questo quando Henry mi ha parlato della sua “operazione” ho subito pensato che forse avremmo potuto tentare. Insomma, guardala, Tink. Fino a poche ore fa probabilmente la stava maledicendo, e ora? Piange sul suo petto. Quando le ho detto che Emma stava morendo, è svenuta sul portico di casa. Regina Mills che sviene è una cosa semplicemente inaudita. Non ha mai ceduto, nemmeno dopo la scomparsa di Henry. Mai. É crollata e ora eccola qui. Se la odiasse così tanto non starebbe lì a piangere, non credi?»
La Fata la guardò a bocca aperta. «Sì, lei potrebbe salvarla...»
Ruby annuì. Prese il telefonino e inviò un sms a Snow per avvisarla, per poi tornare a guardare attraverso il vetro della camera di Emma.


Lo sceriffo continuava a non dare segni di vita. A Regina sembrò di aver passato un'eternità abbracciata a lei. Per un attimo si era rilassata nel sentire i battiti del suo cuore, e per una frazione di secondo si chiese cosa si provasse a svegliarsi sempre così ogni mattina; con la testa poggiata sul suo petto. In quei tre mesi non aveva fatto altro che spingerla via dalla sua vita. Era stata così arrabbiata e delusa. Aveva provato in tutti i modi a starle alla larga, eppure ora era qui al suo capezzale. Ah, l'ironia: ci si accorge di voler bene ad una persona quando è troppo tardi. Aveva perso Daniel. Aveva rinunciato alla sua occasione con Robin tanti anni prima, e ora stava perdendo Emma. Cosa avrebbe fatto senza di lei? Il solo pensiero di non vedere più l'altra donna le fece avvertire nuovamente un vuoto nel cuore.
Le lacrime iniziarono a scendere di nuovo senza che lei facesse nulla per fermarle. Era così stanca di reprimere le sue emozioni.
«Miss Swan, non sei affatto divertente» le disse, «stai facendo preoccupare i tuoi amici e i tuoi genitori... e nostro figlio. Che razza di Salvatrice sei se non riesci nemmeno a salvare te stessa? Hai detto che non saresti più andata via, eppure continui a fuggire. Pensavo che dopo il viaggio nella Foresta Incantata saresti rimasta qui» continuò, allungando una mano per accarezzarle la guancia, «la magia è dentro di te, Emma. Usala, hai un potenziale enorme e continui a sprecarlo, te l'ho già detto una volta. Svegliati, Henry ha bisogno di te. Puoi invertire la maledizione che ti sei inflitta, so che puoi farcela»
L'unico suono che si sentiva in quella maledetta stanza era solo quello delle macchine che monitoravano il cuore.
«Dannazione, Emma Swan!» sbottò la donna in preda alla rabbia e alla frustrazione, alzando finalmente la testa dal petto della giovane, «mi volevi qui con te, eccomi! Che diavolo vuoi sentirti dire? Che ti perdono, ah?? Ecco, sì, ti perdono! Ti perdono, mi hai sentito? Robin e Marian possono andare a farsi fottere, non mi interessa» urlò, non facendo nemmeno caso alla volgarità che aveva appena detto. «Ti perdono» mormorò ancora una volta addolcendo la voce, «Emma ti prego...» fece di nuovo, prendendole una mano per portarsela verso il suo petto, «tu devi lottare per Henry e per le persone che ti vogliono bene»
Regina sentì un piccolo flusso magico scorrerle tra le dita; strinse ancora di più la presa, pregando che non fosse solo un'allucinazione. «Emma... non... non mi lasciare da sola. Non mi lasciare anche tu. Non te ne andare...» sibilò con un filo di voce, baciandole la mano. Stavolta il flusso magico fu leggermente più intenso, tanto che anche Ruby e Tinker Bell avevano sussultato nel vedere la luce bianca che stava avvolgendo le loro mani.


«Baciala, Regina... forza!» mormorò la Fata, afferrando nervosamente il braccio di Ruby. «É lei, è sempre stata lei il suo amore, dannazione!»
«Dio... Oh Dio... cos'altro le serve per capire, accidenti!?» disse invece la ragazza lupo.
«Che succede?» borbottò invece Snow arrivando trafelata dietro le due. Non appena vide Regina che teneva la mano di sua figlia, sgranò gli occhi. «É... Oh cielo, quella luce è quello che penso?» chiese avvicinandosi alle sue amiche che annuirono prontamente.

 

Nel frattempo il cervello di Regina era andato in tilt dopo l'ultima scarica di magia. Dunque era vero? Emma l'amava?
I suoi pensieri furono interrotti notando finalmente Snow e le altre dall'altra parte del vetro. Lei e la sua ex nemesi si guardarono a lungo, ma non appena la donna le sorrise piangendo, improvvisamente capì ciò che le stava chiedendo in silenzio.
Perché non provare, in fin dei conti? Che aveva da perdere?
Tutto. Se non avesse funzionato, avrebbe perso Emma per sempre.
Snow si fece coraggio ed entrò nella stanza. Immediatamente posò una mano sulla spalla di Regina, stringendogliela dolcemente. «Non avere paura»
La donna deglutì, continuando a tenere la mano della ragazza. «I...io»
«Tu devi provare, Regina» le disse Tinker facendo anche lei il suo ingresso. «So che non sono nella posizione di darti consigli, dopo la faccenda della polvere, ma ti prego, provaci. Non negarti la felicità ancora una volta.»
Ruby annuì dietro di lei. «Tu puoi farcela, io lo so. Guarda le vostre mani, c'è la magia tra voi. Non era mai successo con nessuno. Nemmeno Henry ci è riuscito. Solo tu, e credo che sappiamo tutti quanti cosa significa»
«Io... io non so se lei...»
Snow le posò un bacio tra i capelli. «Non ha fatto altro che sussurrare il tuo nome, Regina. Da quando l'hanno tirata fuori dalla macchina, fino a qualche giorno fa. Non ha fatto altro che pensare a te da quella dannata notte da Granny, capisci? Provaci, ti prego. Se non vuoi farlo per me... prova almeno per Henry»
La donna sospirò pesantemente. Scrutò ben bene gli sguardi speranzosi delle persone presenti, per poi posare gli occhi nuovamente sul viso martoriato di Emma. Una fitta dolorosa si fece nuovamente sentire all'altezza del suo cuore. Si alzò, tenendo sempre stretta la mano della Salvatrice nella sua.
Con quella libera, le passò una carezza sulla guancia e si abbassò quel tanto sfiorarle solamente le labbra. «Ti prego Emma... non te ne andare» sussurrò per poi baciarla teneramente.
Ruby, Tinker e la stessa Snow restarono con il fiato sospeso, fino a quando un'esplosione di energia magica non le investì facendole addirittura barcollare all'indietro. Regina non si staccò da Emma. Avrebbe continuato a baciarla senza sosta, fino a quando la giovane non avesse aperto gli occhi, e mai come prima era sicura che ci sarebbe riuscita; anche lei aveva sentito chiaramente la potente ondata di magia, ed era inutile negare determinate sensazioni.
Quando finalmente aprì gli occhi, notò che per prima cosa le ferite sul viso della ragazza erano scomparse, e anche quel poco di pelle ustionata che si intravvedeva sotto le medicazioni sembrava fosse guarita. Il cuore sussultò quando vide due meravigliosi occhi verdi che la guardavano con curiosità, e sentì chiaramente le lacrime scenderle lungo il viso quando con un flebile sorriso Emma le disse semplicemente: “resto con te”.
Snow scoppiò in un pianto liberatorio, mentre Ruby e Tinker iniziarono ad abbracciarsi con fare contento.
Il sindaco continuava a tenere gli occhi fissi in quelli dello Sceriffo; le passò una carezza sulla guancia per poi crollarle di nuovo addosso. Stancamente, Emma l'abbracciò con tenerezza, accarezzandole i capelli. «Ehi...Regina...lo sapevo che saresti venuta da me»
«Zitta. Stai zitta Miss Swan» l'ammonì bonariamente stringendosi a lei, «non sei proprio nella posizione di parlare. Dovresti implorare il mio perdono, perché mi hai fatto quasi morire di crepacuore e ti odio per questo»
La ragazza sorrise. «Mi sembra di aver sentito che Marian e Robin possono anche andare a farsi fottere. Non capisco cosa dovrei farmi perdonare ancora»
Regina alzò lo sguardo scandalizzata, restando a pochi centimetri dal viso dello sceriffo. «La linguaccia, Miss Swan»
«La tua, signora sindaco. L'hai detto tu, non io» le rispose con il suo classico ghigno.
«Non mi interessa di quei due, dannazione! Dovresti chiedermi scusa perché mi hai fatto preoccupare: stavi morendo! Sei una persona impossibile, avventata, arrogante, testarda, impulsiva ed estremamente irritante. Ah, e cosa più importante, sei soprattutto una maledetta idiota!»
«Tutto quello che vuoi, però mi ami»
Gli occhi di Regina brillarono: le sorrise e poi la baciò ancora. «Il true love non funziona se il sentimento non è condiviso, cara...» le disse staccandosi finalmente da lei per permettere anche a Snow di coccolare sua figlia.
Dopo aver abbracciato teneramente sua madre, Emma fissò nuovamente il sindaco. «Lo so, cara, ed è condiviso eccome, ma oltre a quello c'è anche dell'altro: guarda» disse alzando il braccio, «ho un tatuaggio anche io sul polso. Un leone, anche se non è come lo immagini tu: è un tipo di fiore. Quando Tink mi ha detto che la Pixie Dust avrebbe potuto aver cambiato il suo percorso... ho pensato che forse avrei potuto aiutarti. In questi mesi mi sono resa conto di svariate cose.»
«E quindi ti sei precipitata verso la mia villa, di notte e in pieno inverno, senza pensare che quella dannata trappola gialla ha le ruote lisce. Ti ho detto un sacco di volte di rispettare i limiti di velocità, sei lo sceriffo, dovresti dare l'esempio! Invece no! Hai ridotto quella maledetta macchina in poltiglia, quando ho visto la sua carcassa era irriconoscibile!» sbraitò contro la donna, più per la preoccupazione per la sua avventatezza, che per rabbia vera e propria.
Emma allungò la mano tirandosi Regina di nuovo sul letto, per poi abbracciarla di nuovo. «Perdonami, ho sbagliato a correre in quel modo da te in piena notte, ma avevo così voglia di parlartene che... beh... valeva la pena rischiare»
«Hai rischiato di morire...» sussurrò la donna, stringendo di più la presa sulla ragazza.
«Lo so, sono un'idiota. Scusami. Ora però sono qui grazie a te. Tra l'altro, la profezia di Tinker non era poi del tutto errata, non credi?»
Le altre presenti la guardarono a bocca aperta, poi la stessa Ruby si girò verso la fata. «Ha ragione... la polvere non ha sbagliato»
«I-io non lo so. Emma non era ancora nata all'epoca... forse...»
Per quanto Regina si stesse crogiolando nell'abbraccio di Emma, si staccò dalla donna e fece un cenno con la mano per zittire tutte quelle chiacchiere inutili. «Sapete una cosa? Non mi interessa. Non voglio sapere niente di polvere magica, anima gemella e altre fandonie. Sono stanca di queste cose. La scelta è mia... e io... scelgo lei»
Snow sorrise, avvicinandosi a sua figlia quel tanto da regalarle un dolce bacio sulla tempia. «Credo che Regina abbia ragione» mormorò alla fine, «l'anima gemella è la persona più affine al nostro essere, ma non è detto che sia anche il nostro vero amore. Ora come ora, non sappiamo se la polvere porti ad Emma, ma abbiamo assistito al bacio del vero amore... credo che questo possa bastare, non trovate?»
«Per quel che vale, è stato un bacio talmente potente da farle guarire tutte le ferite, oltre che svegliarla. Io sono convinta che non solo Emma sia il suo vero amore, ma anche l'anima gemella, altrimenti non avrebbero mai potuto essere così potenti insieme. É sbalorditivo, oltre che raro» commentò Tink con un bel sorriso sulle labbra. «Insomma, rappresentate l'amore puro, e questo è semplicemente meraviglioso, no?»
Lo sceriffo le sorrise, e anche le altre si ritrovarono ad annuire.
«Voglio vedere Henry e Neal» fece poi Emma guardando prima sua madre, poi Regina.
«Prima dovrai vedere Viktor» disse Snow, avvicinandosi alle altre due donne, «hai bisogno di essere visitata, anche se pare tu sia guarita del tutto. Andiamo a chiamarlo noi» concluse, avviandosi verso la porta con Ruby e Tink al seguito.
«Ma io mi sento bene e voglio andare a casa. Con tutte queste bende sembro Tutankhamon, e non sono nemmeno una mummia» rispose lei mettendo il broncio peggio di un moccioso.
Regina incrociò le braccia al petto, roteando gli occhi al cielo. «Eccola qui, l'idiota»
Emma ghignò vittoriosa. «La tua»
«Già, che il diavolo mi porti! Pensavo di aver pagato il mio debito, invece il Karma mi ha punito di nuovo, donandomi un true love senza un briciolo di cervello»
«Ehi!» borbottò la Salvatrice fingendosi offesa, «se vuoi posso auto-maledirmi ancora una volta, così levo il disturbo»
Il sindaco le regalò uno sguardo mortale, avvicinandosi pericolosamente al suo volto. «Non so come accidenti sia riuscita a fare una cosa simile, ma tu provaci, Miss Swan. Prova a farmi un altro scherzo del genere e ti sveglierò con un true love kiss e poi sarò io a maledirti di nuovo. Ancora e ancora. E andremo avanti così fino alla fine dei tuoi giorni»
Emma scoppiò in una genuina risata e poi eccolo lì, lo sguardo che entrambe si scambiavano sempre. Quello sguardo di intesa, seguito da un sorriso, e stavolta anche da un lungo bacio.
Non era la prima volta che Tinker aveva visto quel tipo di sguardo, ma prima non ci aveva mai riflettuto su. Quando uscirono dalla stanza, si girò verso Ruby che fece un gesto con la mano. «A quanto pare Henry aveva ragione e la sua operazione è totalmente riuscita. In ogni caso, che ti avevo detto a proposito della loro chimica, Tink? Ah, l'ironia!» continuò poi la ragazza lupo con un ghigno, stiracchiandosi con fare annoiato, «la Salvatrice e la Regina Cattiva si amano: che razza di favola è mai questa?»
Il sorriso di Snow si allargò ancora di più, mentre dava ancora uno sguardo a sua figlia e Regina. «É semplicemente... una favola moderna»

 

FINE


Sì beh... io ho ancora un milligrammo di speranza nell'endgame. Che ci volete fare, sono una vecchia sentimentale. XD
Grazie a chi è arrivato fin qui: ci “leggiamo” prestissimo!

Briskal

 

   
 
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