Rideva. Lui rideva.
La mano tremante, i vestiti sporchi, il volto sudato, ma lui continuava a ridere.
Lei invece era lì per terra, capelli impastati, occhi vacui, veste stracciata, corpo morto.
In lontananza si sentiva già il rumore di una sirena-qualche vicino doveva pur aver sentito tutto quel fracasso - ma lui non aveva paura, non esitava, aspettava il suo destino con euforica gioia.
Il loro amore, un fiore appena sbocciato cui una brusca folata di vento aveva spezzato lo stelo, era ormai svanito.
Lui non voleva perderla e chiunque, anche solo parlasse con lei, diventava un animale estraneo da cacciare dal proprio territorio; ne era geloso ma non senza una valida motivazione.
Lei era una donna come tutte le altre, non particolarmente bella né intelligente ma non per questo di brutto aspetto o stupida, una donna cui t’innamori non per denaro, non per bellezza né per sesso; una donna di cui t’innamori perché ha qualcosa di magico, riesce a vedere del bello in te dove tu non lo avevi mai visto e forse dove neanche c’era mai stato. Così accadde a lui, anch’egli uomo comune senza caratteristiche peculiari il cui unico difetto era di non credere in se stesso e negl’altri; da quando l’aveva conosciuta però ,sapeva di avere qualcuno accanto a sé su cui poter contare. Non era più solo.
A lei piacevano le sue attenzioni ma lui invece, poiché ormai era da troppo tempo che non amava e soprattutto era amato, aveva costante timore che qualcuno potesse rovinare il suo sogno; era in perenne stato d’allerta, era una bomba pronta ad esplodere al minimo contatto.
Questo fu quello che avvenne quando il miglior amico del nostro lui conobbe lei, anch’egli non provava quel sentimento d’amore da troppo tempo-forse era per questo che i nostri uomini andavano così d’accordo-lui si innamorò perdutamente di lei e lei di lui.
Lei sapendo il dolore che avrebbe provocato nel suo compagno non volle dirgli che lo lasciava e soprattutto che lo lasciava per il suo miglior amico. Passò un intero inverno durante il quale i due amanti dovettero nascondersi e vedersi di nascosto, finché un giorno il nostro lui di ritorno dal lavoro vide l’amico di una vita uscire da casa propria.
Quella sera, infatti, i due amanti si erano incontrati per celebrare i loro primi sei mesi d’amore, ma questo stava per rovinare la loro storia per sempre.
Il nostro lui, non voleva neanche pensare che lei lo potesse tradire ma purtroppo non si può mentire ai propri occhi, allora entrò di soppiatto in casa sua e guardò in giro in cerca di indizi,finché non vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere e che rappresentava la prova del tradimento. Nel cestino, infatti, era stato gettato un profilattico che era stato poi malamente nascosto. Fu in quel momento che nel nostro lui scomparve l’uomo e comparve la bestia, afferrò un coltello- il più affilato perché voleva che soffrisse-e salì le scale che portavano alla camera da letto al secondo piano.
Lei era lì che si rivestiva, quando lui irruppe mosso solo dalla rabbia, tirò il primo fendente, poi il secondo, poi ancora un terzo, poi cento e mille ancora,quando l’ira terminò di sfogarsi sul corpo oramai dilaniato di lei, lui iniziò a ridere consapevole di aver perso ciò che era più importante per un uomo :onore ed amore.
A quel punto preferì darsi la morte fisica con quello stesso coltello che gli aveva dato la morte spirituale.