Warnings: ambientata da qualche nella seconda metà della s2, quindi spoiler fino a quel punto | puro flusso di pensieri senza nessuna trama.

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Oliver ha confessato a Felicity: A causa della vita che conduco credo che sia meglio non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi e Felicity ha abbassato lo sguardo, anche se solo per un istante, prima di guardarlo con quei suoi occhi chiari e così limpidi, che sembrano vedere ogni segreto che vorrebbe nascondere a sé stesso prima ancora che a lei, e affermare: Beh, credo… credo che tu meriti qualcuno meglio di lei.
Oliver le ha detto: con la vita che conduco e credo che sia meglio non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi ed è ancora vero, ogni parola, ogni sillaba - sono ancora vere. Forse, Oliver pensa, lo saranno per sempre o fino a quando un ultimo respiro spezzato non gli lascerà le labbra tumefatte, ma Sara –
C’è stato un tempo in cui Oliver era invaghito di lei e non è mai stato innamorato di lei, ma la ama e non può immaginare di smettere di farlo e le deve così tanto, le deve – una vita intera.
E Sara è come lui: le stesse cicatrici che segnano la sua pelle, ricoprono anche quella della figlia minore di Quentin Lance, lo stesso sangue ricopre anche le sue mani – e Sara, Sara non ha bisogno della sua protezione, una parte di lui ne è consapevole. Sara, forse, è un’assassina anche migliore di lui e – Oliver si odia per questo perché è colpa sua, colpa sua – ogni cosa, ogni coltello che ha lacerato la carne e spezzato le ossa di Sara è una sua responsabilità: se solo lui non l’avesse portato sullo yatch, se non avesse avuto paura di Laurel e della convivenza e… - Oliver pensa, si farebbe uccidere per proteggerla, si farebbe uccidere come ha lasciato che uccidessero Shado e non sarebbe abbastanza per espiare le sue colpe, ma deve provare, deve salvarla, almeno lei, almeno questa volta.
Poi, improvvisamente, il corpo di Sara è ovunque intorno a lui e Oliver non può pensare più a niente oltre al paesaggio delle cicatrici che frammentano la cute pallida della ragazza. Si china a baciarle, una ad una, sapendo che non basterà mai, ma sembra abbastanza, sembra l’unica cosa possibile e pulita nella vita che conducono - che potrebbe finire domani. Oliver continua a muoversi dentro di lei e il mondo pian piano sparisce.
 
 
 
Non è il volto di Sara che vede, quando, poi, chiude gli occhi; non è il volto di Sara che gli fa tornare il fiato nei polmoni e gli appiana la fronte corrugata, ma Oliver stringe i pugni e si concentra sul respiro della donna che gli giace accanto e pian piano quel volto sparisce, soppiantato da un sonno agitato e dal viso dei morti.
 
 


 

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