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Autore: jamichannel00    05/11/2014    0 recensioni
Emily,una ragazza di sedici anni. Incontrerà Josh per caso.Tra litigi,baci,cambiamenti,lacrime,distanze,riusciranno davvero ed essere uniti? Scopriranno entrambi cos'è l'amore vero? Quello che ti toglie il fiato,quello che ti emoziona e quello che ti cambia dentro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1

La maledetta sveglia.Eccola,risuona,un nuovo anno scolastico.Allungo il braccio. La spengo. La luce proveniente dalla mia finestra mi acceca,appena apro gli occhi come è solito di ogni mattina. Mi alzo velocemente,entro in cucina e mi verso il caffè appena preparato da mia madre in una tazza,l'odore ha pervaso la casa,ovviamente al caffè aggiungo anche il latte,senza mi fa schifo. Ho cominciato a bere il caffè da pochi anni e non sono abituata a grandi dosi. Mentre sto salendo le scale per risalire in camera mia, in modo molto silenzioso senza che mia madre mi veda,perchè odia che porta il cibo o le bevande nella mia camera,sento proprio la sua voce gridare il mio nome.

"Emily,diavolo,dove stai andando,quante volte devo dirti che non voglio che tu porta su il caffè la mattina?" Disse in tono aggressivo,troppo per i miei gusti. E inoltre è mattina,di solito la mattina sono anche particolarmente più sensibile a qualsiasi tipo di critica. Insomma la mattina mi rode veramente il culo. Ma a quale adolescente la mattina non succede questo? 

"Mamma,quante volte invece io devo ripeterti che non ho tempo di bere il caffe e poi andarmi a vestire,devo fare le cose contemporaneamente!" Risposi acida.

"Sbrigati o farai tardi a scuola ti dò qualche minuto." Rispose.

Mi affrettai al piano superiore. Mio fratello era già pronto,come al solito. Scelsi un paio di jeans stretti e una maglia a righe bianche e rosse. Presi la borsa,ci infilai un quaderno e qualche penna,dei soldi e la chiusi. Sono particolarmente affezionata a questa borsa. Mi piace per il suo colore verde petrolio,ma non solo anche perchè è stato uno degli ultimi regali di mio padre,prima che sparisse dalla mia vita. Scappo di casa circa 2 anni fa,lasciando me e mio fratello senza un papà e mia madre senza un marito. E' stata una grande perdita,nessuno di noi sa il vero motivo per cui quella notte mio padre se ne andò senza più tornare. La mattina seguente dopo la sua fuga mia madre non lo trovò più nel suo letto,nel letto che avevano condiviso per tantissimi anni,fu orribile,passammo un anno orrendo. Mio padre aveva cambiato numero di telefono,città,casa,indirizzo,tutto. Eravamo distrutti,non trovavamo un motivo per andare avanti,pensavamo solamente che nostro padre non ci voleva bene e che non amasse la mamma,ci incolpavamo tra di noi,ma solo nei nostri pensieri,perchè non avevamo il coraggio di dirlo a voce,ma alla fine sparivano ogni tipo di colpe,e ritornavamo a pensare che non era colpa nostra se nostro padre se ne andò di casa senza spiegazioni. Ci fissammo di non pensarci più,di non pensare più a quella mattinata,di non pensare più a qualsiasi ricordo con lui,perchè ci avrebbe solamente fatto male. Da quel giorno la parola papà non uscì dalle nostre bocche,anche se tutte le sere penso a lui,e so che succede anche per mia madre,perchè sento dalla mia camera che a volte che piange,e il motivo è questo lo so,mio fratello invece è il più forte anche se ha solo dieci anni. 

Dò gli ultimi sorsi al mio caffè,e scendo. 

"Mamma,io vado,non so se torno per pranzo!" Urlai mentre scendevo le scale.

"Ci sarà la nonna,viene a controllare Jonah." Rispose.

"Okay,ciao mamma." E uscì dal portone quando tornai subito indietro. Mi ero scordata come succede tutte le mattine il cellulare,e le chiavi. Li presi e riuscì di casa.

Mi incamminai fino alla fermata del bus. Dopo qualche minuto arrivò. E velocemente salgo sopra. I posti erano quasi tutti occupati,tranne uno. Vicino ad un ragazzo,allora mi affrettai a raggiungerlo. Il ragazzo era impegnato a sentire la musica. Volevo anche io sentire un po' di musica e cominciai a frugare nella borsa alla ricerca delle mie cuffie. Ma maledettamente le avevo scordate sulla mia scrivania. Ma come avevo fatto?Non mi succede mai,le ricordo sempre,sono le cose più importanti che uso,come ho fatto a scordarle. Mi venne in mente di chiedere se il ragazzo vicino a me ne avesse un paio anche per me.

"Senti,scusami,ma.. potresti prestarmi un paio di cuffie?" Chiesi. Il ragazzo non mi sentì,ma aveva capito che stavo parlando con lui,perchè aveva notato che stavo muovendo la bocca gurdandolo nel viso,che però aveva coperto dalla mano che era appoggiata sulla sua guancia.Si tolse le cuffie e si girò verso me.

"Scusa?" Mi chiese. Aveva degli occhi color blu cielo,erano belli,molto belli,intensi. Aveva i capelli un po' spettinati,un ragazzo dall'aria disordinata direi. Era misterioso.

"Scusami se ti ho disturbato ma volevo sapere se per caso tu avessi un paio di cuffie da prestarmi?" Chiesi.

"Tieni" Rispose e si rimise le cuffie. A quel punto accendo la musica e credo che metterò la playlist che uso spesso,senza perder tempo a cercare ogni canzone. Ne ho tante di playlist ,perchè mi piace raggruppare tutte le canzoni che mi trasmettono sensazioni diverse in gruppi diversi,oppure ci sono canzoni di un "periodo" le chiamo io,quelle del momento che tutti ascoltano,che vengono passate alla radio,e le metto in un'unica playlist. Però il ragazzo accanto a me si è mostrato molto gentile da prestarmi le sue cuffie,non succede tutti i giorni,ed è anche carino,peccato che non lo abbia mai visto qui,nè su quest'autobus e nemmeno alla nostra scuola. Nella nostra scuola è un via vai di alunni nuovi che arrivano o alunni vecchi che vanno via,essendo un cittadina piccola e compresa tra due grandi città, è molto di passaggio,per questo i figli di grandi imprenditori del centro vengono ad abitare qui per trovarsi in tranquillità ma comunque a pochi minuti dal centro. Rimane comunque un piccolo paese,anche se abbiamo una scuola molto grande proporzionata alla cittadina,questo di solita fa sempre onore a tutti gli abitanti perchè come dicevo prima non ci sono solo gli abitanti di qui ma provengono dappertutto. In pochi minuti l'autobus arrivo a scuola. 

"Senti,grazie mille delle cuffie." E gli appoggiai le cuffie sul sedile prima di scendere.

"Figurati" Rispose.

Da lontano già vidi Rachel e Sarah che stavano chiacchierando sedute sul muretto dell'entrata. Quando mi videro sentì un urlo molto forte,era la voce di Sarah che stava correndo per venirmi ad abbracciare,non ci vedevamo da quasi un mesetto,lei è stata in vacanza a casa di suo padre in California,e quando lei è tornata io sono partita per andare a trovare degli amici di famiglia in Italia. E' molto bella l'Italia e non vedo l'ora di raccontare loro tutto quello che mi è successo lì. Rachel ha dei genitori molto ricchi,per questo ha la possibilità di viaggiare,inoltre sono anche divorziati e viene viziata da entrambi. Sarah invece è una ragazza molto silenziosa all'apparenza,ma se si conosce bene è una ragazza piena di carica e spirito. Purtroppo delle brutte esperienze hanno segnato la sua vita tanto da segnare di conseguenza anche lei. Suo padre era alcolizzato e menava a sua madre,si può davvero dire che non ha passato un'infanzia molto tranquilla come la maggior parte delle persone.Ma ora finalmemente sono passati 5 anni e suo padre si è trasferito nell'altra parte del mondo,senza nemmeno voler più sapere di loro ,d'altronde come il mio,ed ora sua madre si è risposata con un uomo molto simpatico,ha sempre la battutina pronta ed è sempre disponibile per Sarah.

"Emily mi sei mancata tantissimo questo mese,non passava più e non vedevo l'ora di rivedervi ragazze!" Disse Rachel.

"Anche io non vedevo l'ora di rivedervi,devo raccontarvi molti particolari estivi!" Disse Sarah.

"Sono contenta anche io aggiunsi." La più fredda fra tutte. Ma non era mattina,mi rodeva davvero,e non avevo voglia di parlare con nessuno,tranne scambiare due parole con loro,perchè non le vedevo da tanto tempo.

"Credo che sia arrivata l'ora di entrare,hanno appena suonato la campana." Disse Sarah,mentre salutava altre ragazze che conosceva solo lei. Noi la guardammo male come per chiedere: chi sono? Allora lei scrollo le spalle e aggiunse: "Vicine di casa"

Entrammo,mettemmo la presenza e ci avviammo nelle nostre rispettive classi ovvero io chimica,avrei voluto uccidermi,Rachel matematica e Sarah letteratura. Faci le prime tre ore tranquillamente,chiacchierando e ritrovando vari amici degli anni scorsi. Vidi tutti tranne lui,Luke, Non lo avevo visto nemmeno in giro per i corridoi,so come è fatto avrebbe sfruttato qualsiasi occasione pur di rinfacciarmi che quest'estate al campeggio se le era scopate tutto,ma ormai non era più un mio problema,poteva scoparsi chi voleva,lui non era più roba mia,ma sono incerta se lo fosse mai stato. Mi ricordo quando ci eravamo appena messi insieme,avevamo fatto scandalo. Lui il bello e il dannato della scuola insieme ad una semplice ragazza. Tra i suoi tradimenti e trai miei perdoni restammo insieme circa cinque mesi. Sopportai davvero tanto,le mie amiche lo sanno.Quando litigavo con lui,non mangiavo,non dormivo,non andavo a scuola,non facevo sport,non parlavo con nessuno. Oltre a distruggermi la vita,non me ne faceva nemmeno ricostruire un'altra. Dopo che ci lasciammo,un ragazzo aveva provato a lasciarmi il numero ma lui lo minaccio che gli avrebbe fatto del male se solo lui tornava a starmi vicino,in quel momento avevo capito che mi stava davvero distruggendo l'esistenza. Ora è passata l'estate e non si è ancora fatto risentire. Meglio così,non spero altro.

"Ragazze io ora ho la lezione di matematica e inoltre sono anche in ritardo quindi devo andare via!" Gli diedi un bacio sulla guancia e scappai. MI diressi verso l'armadietto a prendere il libri della lezione,il mio armadietto era dal lato opposto della scuola,da dove ero io con Rachel e Sarah. I corridoi si stavano svuotando,piano piano ogni ragazzo e ogni ragazza entrarono nelle loro rispettive aule. Mentre mi dirigevo all'armadietto,vidi un ragazzo a terra,con un labbro insanguinato. Mi fermai un secondo sul posto e sgranai bene gli occhi,come per identificare il soggetto,come una di quelle macchine ad alta tecnologia. E non mi sbagliavo,la prima supposizione era quella che fosse davvero il ragazzo delle cuffie di questa mattina sul mio autobus. Aveva un labbro sporco di sangue,e l'occhio aveva un piccolo lividi. MI affrettai verso di lui,per vedere se gli serviva aiuto,e buttai la borsa a terra.

"O mio dio,ma cosa ti è successo?" Chiesi io con un tono preoccupato.

"Non sono affari tuoi" Mi rispose lui.

"Non volevo intromettermi,ma in questa scuola esiste un'infermeria,se non sai dov'è posso dirtelo io.Sono sempre disponibili ad aiutare chiunque." Gli dissi anche se già sapevo la sua risposta,era invitabile.

"Ti ho già detto che non sono affari tuoi,e che non vado." A quel punto ripresi la borsa da terra e mi avviai al mio armadietto e presi i libri che mi sarebbero serviti per la lezione,e mi avviai nella classe.

Durante l'ora ho pensato solo al quel maledetto ragazzo,non capisco perchè mi abbia dovuto rispondere in quel modo. Poi succede che più ci ripensi e più sei arrabbiata per il modo in cui risponde la gente,non rispetta nessuno e tanto meno chi vuol dar loro aiuto. E che vadano tutti al diavolo. Dopo la risposta del ragazzo ammetto che mi è tornato in mente i tempi in cui ero con Luke e alla fine risposte di questo tipo ne ricevevo tutti i giorni..

Le ore passarono e arrivò così l'ultimo suono della campanella,dell'uscita. 

Mi affretto ad arrivare all'armadietto,riporre i libri dentro e avviarmi verso l'uscita dove Rachel e Sarah mi stanno aspettando.

"Ehi,senti domani pomeriggio c'è una festa a casa mia,che fai ci vieni?" MI chiese Rachel.

"Dai Emily ci sono tutti,sarà uno sballo!"Aggiunse Sarah.

"Si okay ragazze,poi ne riparliamo per telefono ora devo andare perchè ho paura di perdere l'autobus. Ci sentiamo dopo!" E corsi verso il mio autobus,quando arrivai al bordo della strada era oramai troppo tardi. Sono sempre la solita fortunata del cazzo,autobus perso,andiamo bene,ora come torno a casa?

"Lo hai perso anche tu?" Una voce dietro di me mi chiese. MI girai velocemente ed era il ragazzo di oggi,quello del labbro insanguinato.

"Roba da non credere,hai anche il coraggio di rivolgermi la parola?" Dissi io,con un tono molto spregevole. Mi dispiace ammetterlo ma ci sono davvero rimasta male dopo quelle sue risposte.

"Scusami ma mi rodeva abbastanza il culo,mi rode ancora abbastanza il culo." Rispose.

"Non è un mio problema se ti rode o no il culo,ma non vedo il motivo per cui hai dovuto rispondermi in quella maniera,ti stavo solo aiutando. Poi se anche a me tutte le volte che mi rode il culo rispondessi male alla gente, starei a tutti antipatica,no? E comunque non mi interessano le tue scuse." Risposi quasi tutto di un fiato. Le pensavo davvero quelle cose.

"Come fai a tornare a casa tu?" Mi chiese lui. Lo evitai e continuai a camminare per la mia strada intenta a tornare a casa mia a piedi. Ormai fuori scuola non era rimasto più nessuno,puro deserto.

"Dai senti scusa,ci tengo davvero che tu le accetta." Mi seguiva,mi veniva dietro mentre camminavo. 

Mi bloccai. " Forse non ci siamo intesi,lasciami stare,sei un cafone e con le persone cafone non voglio avere nulla a che fare!"

"Okay ti lascio andare."Rispose. Io mi girai nella parte opposta e decisi di tornare indietro,vicino alla scuola c'è una pizzeria e mi prendo un pezzo di pizza,aspettando che mia nonna mi potrà venire a prendere. Inoltre nella pizzeria ci lavora Lucy la migliore amica di mia madre quindi non c'è assolutamente nessun problema.

"Dove stai andando?" Chiese lui,come se tre secondi prima non gli avessi detto nulla.

"Pizza." Risposi semplicemente.

Lui continuò per la sua strada,e io verso la pizzeria. Davanti alla pizzeria di Lucy ci sono sempre grandi gruppi di soli ragazzi.

Passo davanti alla pizzeria e comincio a sentire voci dei ragazzi e mi giro per vedere se stanno parlando con qualcuno in particolare ma invece sono diretti a me. Si sentono voci del tipo "Sai cosa ti farei?.. Hai un culo bellissimo,vieni qui! Dai vieni! Belle tette." Vedendo che io non me li filavo più di tanto,si avvicinarono. Si avvicinarono in tre. Uno mi strinse il polso,l'altro mi prese da dietro e il terzo era rimasto solo a guardare da vicino. 

"Dove vai tutta sola? Vuoi un pò di compagnia? Hai un bel culo sai?" Mi disse uno dei ragazzo precisamente quello che mi teneva per il polso.

"Non sono affari tuoi ora lasciatemi!" Urlai.

"Ora ci divertiamo un pò." Mi disse sussurrando nell'orecchio.

"Lasciami,lasciami,non mi devi toccare." Cominciai ad urlare io,ma non mi sentiva nessuno,nella pizzeria sicuramente non sentiranno. Il ragazzo che mi teneva da dietro allungò la sua mano sul mio fianco,e mi tocco il sedere,ovviamente io cercavo di ribellarmi,provavo a staccare la presa del ragazzo sul mio polso,ma era troppo forte.

"Lasciatela stare,toglietevi vi dò tre secondi." Una voce dietro di me urlò....

   
 
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