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Autore: Kim NaNa    06/11/2014    1 recensioni
Storia momentaneamente sospesa
Un regno incantato: Nymphas.
Una lotta cruenta.
Due giovani amanti.
Una figlia da proteggere.
Dei segreti da svelare.
L'incontro tra odio e magia, tra amore e vendetta.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Setsuna/Sidia, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Il sigillo
 
La stanza, intrisa di potere e magia, rumoreggiava del melodioso chiacchiericcio delle leggendarie guerriere che cercavano, amichevolmente, di avvicinarsi ad Usagi.
La ninfa Minako le sedeva accanto e con mani delicate sfiorava la morbida e bionda capigliatura della sua nuova compagna.
«I tuoi capelli risplendono come preziosi fili d’oro e riflettono la luminosità accecante del sole… come seta scorrono tra le dita e codesto bagliore può rammentare solo le chiome dei giovani abitanti del pianeta Nimphas.»
Rei si avvicinò alla sua compagna, seguita dalle ninfe Ami e Makoto, mentre i tre elfi restarono, ammutolite, al fianco di Setsuna.
«Nei suoi occhi scorgo la luce delle Ninfe, il suo sorriso riporta la fierezza dei volti degli abitanti del nostro pianeta e la sua voce è la soave melodia che appartiene solo a Ninfe ed Elfi…»
«Usagi è una di noi.» La voce pacata di Ami sollevò gli sguardi di tutte le guerriere che voltarono il capo, inginocchiandosi dinanzi ad una colonna ionica di marmo bianco e intarsiata d’oro, sulla quale spiccava un oggetto avvolto da un fievole bagliore.
Spinta dalla curiosità, Usagi si avvicinò alla colonna con lentezza, seguita dallo sguardo vigile e sempre attento di Setsuna.
«Cos’è questo, direttrice? Sento uno strano tepore invadere il mio corpo…»
Setsuna rivolse uno sguardo alle sue compagne e poi rispose:
«Dinanzi a te hai il misterioso Scrigno della Luce. Nessuno sa cosa vi sia custodito all’interno. Gli avi ci hanno parlato di un immenso potere racchiuso e sigillato, ma, in realtà, nessuno conosce il tesoro celato dallo scrigno.»
Usagi osservò lo Scrigno della Luce.
Una piccola scatola ovale di oro e argento, tempestata di rubini e zaffiri. Al centro spiccava il simbolo della Luna crescente e, poco sotto, vi era una fessura dalla quale proveniva una calda luce.
«Lo Scrigno della Luce…» sussurrò, mentre si faceva sempre più vicina all’oggetto.
D’un tratto, l’anello di Mamoru riprese ad ardere con maggiore insistenza. Usagi sentiva la sua pelle bruciare al contatto con la pietra e, per soffocare un grido di dolore, tirò fuori l’anello cercando di nasconderlo alle altre.
Ciò che accadde sorprese tutti i presenti.
Dalle mani di Usagi si propagò un fulgido fascio di luce che colpì lo Scrigno della Luce. Esso, dapprima fu avvolto da un bagliore incandescente, poi un intenso calore si sprigionò dal suo interno rompendo il sacro sigillo, davanti agli occhi atterriti delle guerriere.
Quando lo Scrigno si dischiuse, un boato assordante riecheggiò nella stanza, librando in aria delle misteriose carte e con esse si materializzò un’entità eterea e soave.
Lunghi capelli argentei e luminosi, occhi fieri e gentili, sorriso amabile e dolce e una potente aura celestiale che avvolgeva il suo corpo fasciato da un immacolato abito, che presentava un fiocco lilla all’altezza del petto sul quale riluceva una preziosa spilla.
Setsuna sgranò gli occhi incredula.
«Selene!»
Il nome pronunciato dalla direttrice stupì le altre guerriere, lasciando Usagi rapita e confusa dall’avvenimento.
Setsuna si avvicinò alla ragazza, poggiò le mani sulle sue spalle e, con gli occhi velati di lacrime, disse:
«Usagi, bambina, colei che hai dinanzi è lo spirito della famosa Ninfa Selene… colei che, tempo addietro, ti fece dono del più pregiato dei doni: la vita.»
Usagi voltò gli occhi azzurrini verso la donna che le stava parlando.
«Setsuna… vuoi forse dirmi che… lei… lei è mia madre?»
La voce le tremava e lo stupore aleggiava sul suo volto.
Tornò a guardare colei che, per anni, aveva sognato di incontrare e lacrime di commozione scesere dai suoi cristallini occhi.
«Oh madre… è tutta la vita che penso a voi!»
Si inginocchiò al cospetto dell’entità, liberando tutte le lacrime soffocate nel petto.
«Quella melodia che mi avete tramandato… riusciva sempre a scaldarmi il cuore e poi, quella voce… quella voce che odo ogni qual volta mi sento smarrita ed indecisa… Io lo sapevo che eravate ancora viva…»
La Ninfa Selene sorrise ancora e con fare regale si avvicinò a quella giovane fanciulla che tanto le somigliava.
«Figlia mia… non piangere. In questi lunghi anni ho sempre cercato di vegliare su di te e ho osservato, silenziosamente, la tua crescita. Purtroppo il destino ci ha negato la possibilità di essere felici come avremmo dovuto, ma adesso sento che qualcosa sta per cambiare. Il mio corpo giace dormiente, in uno spazio bidimensionale, la potente Luna protegge le mie fattezze dallo scandire del tempo e la sua candida luce mi permette di resistere a quel dolce sonno.»
Tra le lacrime, Usagi alzò lo sguardo.
«Vuoi dirmi che… sei imprigionata?»
La donna si accovacciò al suo fianco, guardandola negli occhi:
«Bambina mia… il tuo volto mi ricorda tanto il tuo adorato padre… Cercalo, Usagi. Su di me vige una maledizione lanciatami dalla regina Beryl prima di sopperire in battaglia. Al fianco delle leggendarie guerriere ritrova le Moon Card che si sono liberate con la rottura del sigillo dello Scrigno della Luce… Apprendi i valori che esse ti mostreranno, segui il tuo cuore e solo così, forse, riusciremo a ritrovarci figlia mia, ma sta’ molto attenta… il tradimento di Lucas, tuo padre, non è stato ancora perdonato dagli abitanti della Terra e quando sapranno della tua esistenza una nuova battaglia incomberà su questo pianeta. Il sigillo della Luna è stato rotto… qualcosa in te ha concesso allo Scrigno di aprirsi e di liberare il mio spirito… Ma adesso va’… Ritrova le Moon Card e segui i consigli del fidato Elfo Setsuna Meiou… non vi fu amore più sincero e materno del suo. Va’ figlia adorata, tua madre sarà sempre al tuo fianco…»
Lo spirito di Selene scomparve a poco a poco, seguita da quelle mistiche carte che volarono trasportate da un vortice di potere oscuro, lasciando nell’aria una scia di magia e sentimento.
«Madre! Madre mia… non lasciarmi… non lasciarmi di nuovo!»
Pianse Usagi per quella madre ritrovata e sventurata.
L’amorevole Setsuna la strinse fra le braccia, permettendo a quella sua cara fanciulla, di trovare calore sul suo petto.
«Oh Setsuna… Tu non mi lascerai mai, non è vero?»
Quei singhiozzi disperati spinsero la donna a intensificare il suo abbraccio.
«No, Usagi… Io non ti lascerò mai. Come potrei lasciare colei che ho sempre considerato figlia mia?!»
Usagi le gettò le braccia al collo.
«Setsuna! Io ho bisogno di te… !»
La donna dagli occhi color porpora e le labbra vermiglie rivolse uno sguardo determinato alle sue compagne e con tono deciso sentenziò:
«L’alba di una nuova era sta per avere inizio. Una nuova missione incombe sulle nostre spalle. Dobbiamo aiutare Usagi a recuperare le Moon Card, dobbiamo scoprire dove si nasconde il terrestre Lucas e sperare di riuscire a ritrovare la nostra adorata Dea prescelta…»
Le leggendarie guerriere assentirono, ma fu solo in quel frangente che l’Elfo Haruka prese la parola.
«Setsuna! Vuoi forse dirci che dovremmo obbedire a quanto ci ha riferito una sacrilega come Selene?!»
Gli occhi verdi ardevano di rabbia e orgoglio, ma Setsuna sostenne il suo sguardo con tenacia e coraggio.
«Come leader delle guerriere leggendarie, io ti obbligo a eseguire il mio ordine, ma non prima di ricordarti che l’entità benevola della Ninfa Selene era custodita nel divino Scrigno della Luce, il quale riportava il sigillo della Luna!»
Le parole di Setsuna risuonarono nelle menti delle singole guerriere, le quali abbassarono il capo di fronte alla potente e determinata leader.
Haruka s’inginocchiò dinanzi allo scrigno, portando una mano al petto.
«Mi prostro dinanzi a colei che ha beneficiato del volere celeste della Luna e mi scuso dinanzi a te, o leggendaria guerriera Setsuna, per aver messo in discussione un tuo ordine. Cercheremo le Moon Card e il padre della giovane Usagi, augurandoci di ritrovare il sacro Cristallo che ci rivelerà l’eletta Dea prescelta.»
Le prime luci del crepuscolo invasero quella stanza satura di mistero e potere, mentre uno strano desiderio si faceva spazio nell’animo di Usagi.
Mamoru. Devo rivedere Mamoru… Lui è il figlio di colei che ha lanciato un sortilegio sulla mia sventurata madre… Oh Mamoru, perché mai il destino è così inclemente con noi?! Potrò mai svelarti la verità?
Si staccò lentamente dall’abbraccio di Setsuna e con gli occhi ancora velati di lacrime chiese:
«Setsuna… ho bisogno di prendere un po’ d’aria… non credevo che scoprire le mie vere origini comportasse tali scoperte… »
La direttrice le sorrise, accarezzandole la morbida chioma.
«Va’ pure Usagi. Questa è stata una giornata piena di emozioni per te. Ma ricorda di rientrare prima che sia completamente buio.»
Usagi assentì e, dopo aver salutato le leggendarie guerriere con un inchinò, corse via da quella stanza dei segreti.
Alla serra.
Era lì che l’attendeva Mamoru.
Corse a perdifiato lungo il sentiero che l’avrebbe condotta da lui e, quasi senza accorgersene, si ritrovò dinanzi alle vetrate della grande serra.
Bussò leggermente alla porta, senza avere alcuna risposta. Ripeté il gesto con impazienza e, non udendo alcun suono, spinse leggermente la porta entrando in punta di piedi.
Il profumo di rose e quei delicati colori rasserenarono l’animo inquieto e scosso della fanciulla.
La serra pareva deserta. Usagi si addentrò lentamente nella stanza guardandosi, con trepidazione, intorno.
E lo vide.
Mamoru era disteso su un grande tappeto color avorio, ricamato con fili d’oro, sul quale era impresso lo stemma della famiglia reale.
Aveva un libro poggiato sul viso e sembra dormisse sereno.
Il titolo del libro catturò la sua attenzione facendole tremare il cuore: “Le origini del Silver Millenium – La storia dell’amore senza fine di Serenity ed Endymion.”
Mamoru stava leggendo la storia della principessa alla quale aveva sottratto il nome per non svelare la sua identità. Sentì gli occhi pizzicare spinti da una inspiegabile sensazione di timore, mentre il cuore continuava a martellarle in petto.
Mamoru si mosse, lasciando cadere il libro sul tappeto e solo allora la vide.
Gli occhi blu cobalto di lui s’illuminarono, disegnando sul suo volto un ineffabile sorriso.
«Serenity! Sei tornata! Ti ho aspettato e bramavo di rivederti.» Le prese la mano con galanteria, sfiorandola con le labbra.
«Mi ero perso nella lettura di una tormentata, quanto passionale storia d’amore, dove la principessa porta il tuo stesso nome: Serenity. E per un momento ho desiderato poter essere il tuo Endymion. Che sciocco sono. Potresti non conoscere affatto questa storia. Tieni, te lo regalo.“
Le porse il libro, donandole un radioso sorriso.
Le gote di Usagi s’imporporarono e abbassò gli occhi imbarazzata.
«Io… non posso accettare…»
«Ti prego. Non rifiutarlo, vorrei solo che tu leggessi di questa Serenity e del suo principe Endymion… Due giovani innamorati, appartenenti a due mondi diversi, ma legati da un profondo amore che li ha visti uniti fino alla morte.»
Usagi conosceva fin troppo bene quella storia. Per notti intere aveva sognato il suo Endymion e aveva supplicato innumerevoli volte la sua cara Setsuna di leggerle quella storia tanto bella quanto sventurata.
Sorrise, afferrando il libro che Mamoru le aveva offerto.
«A chi hai rubato quegli occhi di stelle che illuminano il cuore? Da chi hai preso quello sguardo angelico che ha inseguito la mia notte?»
Strinse la mano di Usagi portandola al petto, costringendola a guardarlo negli occhi.
«Mamoru… sono desolata io…»
«Shhhh!»
Le posò un dito sulle labbra, provocandole una piacevole sensazione.
«È bellissimo ciò che sento quando penso a te. Ma adesso vieni con me… Ho un’altra piccola sorpresa per te!»
Usagi stava per rispondere quando lui la tirò verso un angolo ben illuminato della serra.
Lo vide frugare in una piccola cesta di vimini ricoperta da un piccolo lenzuolo di lino giallo e poi tornò a sorriderle, stringendo tra le mani qualcosa.
«Questo è per te, Serenity.»
Una piccola gattina dal corto pelo nero, due occhi grandi color nocciola e una strana falce di luna disegnata sulla fronte, penzolava dinanzi a lei, miagolando flebilmente.
Sul volto di Usagi comparve un grande sorriso che riscaldò il cuore del giovane principe.
«Mamoru! Una gatta. Ma è davvero per me? Non ho mai avuto un animale tutto mio…»
Gli occhi azzurri ridenti della fanciulla si persero in quelli della dolce gattina che, tra le sue braccia, cominciò a farle le fusa.
«Sì, è per te. Devi solo dare un nome a questa simpatica e affettuosa micetta.»
Usagi strinse al petto la gatta e sorrise al giovane.
«Oh Mamoru, ti ringrazio. Sei sempre così gentile con me ed io non ho ancora ricambiato, in nessun modo, la tua cortesia…»
«A me basta averti qui e poter beneficiare della tua presenza, mia diletta fanciulla dagli occhi di stella.»
Di nuovo arrossì Usagi, ma si lasciò conquistare da quel piacevole tepore che sentiva nascere nel suo cuore, accettando di buon grado quella calda carezza che Mamoru le offrì sulla guancia.
«Luna! La chiamerò Luna! Non credi anche tu che sia il nome più adatto per questa gattina così tanto dolce?!»
Mamoru accarezzò il capo del felino ridendo.
«È perfetto direi. Luna… mi piace!» rise ancora accompagnato dalla melodiosa risata di Usagi e si fermò a guardarla mentre giocava con il suo nuovo animale.
«Chi sei tu veramente, Serenity?»
Usagì raggelò. Poteva Mamoru aver scoperto la sua vera identità e averla trattata con così tanta dolcezza e premura?
«Comincio a credere che tu sia una potente fata o una maga o addirittura una strega…» continuò lui, avvicinandosi a lei.
«Non faccio altro che pensare a te… e ho l’unico desiderio d’incontrarti… Non avrai lanciato su di me qualche impronunciabile incantesimo?!»
Mamoru le fu così vicino da parlarle, piano, in un orecchio.
«Io non… non sono una maga… né una strega…»
Il cuore di Usagi batteva all’impazzata, mentre quell’insolito sfarfallio allo stomaco riprese a tormentarla.
Mamoru rise.
«A no? Non sei nemmeno una fata? Allora spiegami perché non faccio che pensare a te…»
Si ritrovarono l’uno dinanzi all’altro.
I loro cuori battevano così forte da poterli udire indistintamente, mentre il calore dei loro respiri agitavano, ancor più, quei corpi scossi dai fremiti.
Sempre più vicini, Usagi avvertì il respiro di Mamoru solleticarle il collo.
Fu come vedere la scia luminosa di una folgorante cometa.
Mamoru posò le sue labbra su quelle vermiglie e tremanti di lei, suscitandole un’emozione travolgente e mai provata.
Il suo cuore parve essersi fermato. Fu solo quando Mamoru le sorrise che riprese a battere regolarmente.
Ma i pensieri sono sempre crudeli e inopportuni e quel magico e nuovo momento fu interrotto dal ricordo delle parole della Ninfa Selene, sua madre.
Queen Beryl era la madre di Mamoru, la donna che aveva relegato sua madre in una dimensione sconosciuta, la donna morta durante lo scontro con gli abitanti di Nymphas. Lei e Mamoru erano nemici. E i nemici non si amano, si odiano.
Amore?!
Era forse questo il sentimento che nutriva nei confronti del giovane principe?
Ma cos’era l’Amore? Lei ancora non lo sapeva.
Una lacrime scese sulla sua guancia, bagnandole le labbra.
«Serenity, mia cara, qualcosa non va? Io… non volevo… sono mortificato. Io…»
Mamoru cercò le più dolci e gentili parole per rasserenare quegli occhi cerulei dipinti di uno strano e impercettibile dolore.
«Non posso… Mi dispiace… Io non posso!»
E tra le lacrime, che scorrevano ormai copiose, abbandonò quel luogo e quel giovane così tanto caro al suo cuore, stringendo al petto quei due nuovi tesori che l’avrebbero tormentata nei giorni venturi.
 
 
NdA: Finalmente ho aggiornato anche questa fic. Mi scuso vivamente per le folli idee proposte in questo capitolo, ma spero, sinceramente, che vi sia piaciuto e che la storia cominci ad interessarvi maggiormente.
Se volete esprimere la vostra opinione sarò ben lieta di trarne tutto quel che può aiutarmi a migliorare per potervi offrire delle letture piacevoli, corrette e fluenti.
A presto,
 
la vostra Kim Nanà

 



 
   
 
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